06 novembre 2002

giovedì sera sono uscita con le mie amiche del cuore e siamo state insieme fino alle 4 di notte, bevendo coca cola e mangiando m&m’s. ogni tanto io buttavo delle meringhe nel bicchiere della sara, che mi guardava con pazienza e ironia e urlava:
-ileniaaaaaaaaa… cioèèèèèèèè… la mia coca!!!
ci siamo guardate le foto del matrimonio della bene e ci siamo prenotate le copie. ho appurato con rassegnata certezza che non sono venuta decente in nemmeno una. non pretendevo di essere venuta bene, quello lo lascio a chi è fotogenico. ma almeno speravo di sembrare umana. sinceramente, se non mi conoscessi, avrei pensato che ero una figura dei misteri dolorosi della via crucis. un obbrobrio. non so se mia madre mi riconoscerebbe. o forse sì, probabilmente dal vestito. ho dalla mia che quel giorno ero talmente emozionata da non riuscire ad avere mai un’espressione normale. avevo quelle smorfie contrite come una di quelle siciliane dal velo nero che urlano di strazio nei funerali di catania est.
in effetti io e la macchina fotografica non abbiamo un buon rapporto. però credo di essere in buona compagnia, perché ci sono tipi non fotogenici che rovinano letteralmente un book.

COSA TI RENDE BRUTTO IN FOTO
-gli occhi rossi. ho letto su focus che per ovviare al problema degli occhi rossi bisognerebbe non guardare nell’obiettivo (con una "b" o 2 è uguale, ho controllato). grazie, siete dei geni. se non guardo l’obiettivo non ci vengono gli occhi. quindi non ci vengono rossi per forza. e tutti si chiederanno: “chi è l’unico pirla girato che mentre scattavi guardava da un’altra parte?” comunque, peggio degli occhi rossi è quando cerchi di farli tornare del loro colore pitturandoli con un pennarello nero. effetto alien assicurato.
-i rotoli di ciccia. se non sei tonico e ti fai una foto al mare, magari piegato sulle ginocchia, la pancia si dispone automaticamente a “omino michelin”. strato su strato sembrerai la pubblicità di uno pneumatico. e magari non sei nemmeno grasso, solo che i muscoli sono pigri e si accasciano non appena ti pieghi. la reazione a una foto di questo tipo è: “ehhhh, ma guarda qua. non sapevo fosse così cicciona! è proprio vero che i vestiti camuffano!”
-gli occhi chiusi. non so perché ma io vengo con gli occhi chiusi molto spesso. sarà perché sono cancro e da brava sognatrice abbasso le palpebre per migrare verso i luoghi della mente. peccato comunque, perché la cosa più bella che ho sono i miei occhi. scuri ma capaci di nascondere tutto un blog.
-l’asociale. nella foto sono venuti bene tutti TRANNE UNO. non ride quando ridono gli altri, si muove quando siete tutti fermi, urla “non scatta?’” quando parte il flash. un disastro. voi vorreste incorniciare lo scatto e metterlo in bella mostra in casa ma sembrerebbe una presa per il culo di quello venuto male. che si fa? si mette la foto in cornice ma la si lascia in un cassetto. per rispetto agli amici.
-vi si vedono le mutande. siete seduti, splendidi e sorridenti. ma vi si vedono le mutande. imbarazzantissimo. perché mai, ma proprio mai, ce le avete intonate alla gonna. insomma, che hanno aperto intimissimi a fare?
-vi state muovendo mentre parte l’autoscatto. di solito è l’ultima foto del rullino, quella con tutti, ma proprio TUTTI. quella che dovrete duplicare 2800 volte per tutti i compagni di vacanza. mettete l’autoscatto ma non avete letto bene le istruzioni prima di partire. quindi vi muovete per controllare proprio mentre parte. e venite ritratti in posa plastica da linford christie. (che tra l’altro è diventato nonno giovanissimo, tipo a 35 anni, perché lui e suo figlio si sono dati da fare subito. quando si dice essere sprinter anche nella vita…)

comunque ripensare a tutto questo non mi fa stare meglio. nelle foto del matrimonio della bene sono sempre venuta uno schifo. porco cazzo.

e limpida è l'immagine ormai

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