15 dicembre 2003

INVERSAMENTE PROPORZIONALE ALL'AMORE
di cose per le amiche se ne fanno. dio bon, se se ne fanno.
circa 15 anni fa la bene si era messa con un tizio, lello. carino e completamente cotto di lei. il che lo rendeva ancora più carino ma molto meno reattivo. uomo stuoino, insomma.
come regalo per il loro primo mese di fidanzamento -il mesiversario- la bene aveva deciso di dedicargli una maglietta. a testimonianza del loro amore, suddetta t-shirt doveva recare codesta scritta: "life is moments. now, me and you together, is one".
oltre la tristezza della scritta, c'era una tristezza ben più grande. il fatto che dovessi realizzarla io, inquantoche la bene non aveva tempo. eccola lì l'ilenia, che sotto l'acqua va all'oviesse e compra un set da 3 t-shirt uguali a 9.900 lire. 3 magliette azzurre come il cielo. e come gli occhi di lui. non certo come il cielo di quel funesto dì. pioveva chediolamandava. che la mandava giù con l'idrante.
sempre sotto l'acqua, e in bicicletta, andai all'eliotecnica redeghieri per i colori da stoffa. dovevo amanuensire l'amoroso aforisma. di tutti i colori da stoffa esistenti nel mondo che si estendeva fino alle colonne d'ercole, l'unica tinta rimasta al signor eliotecnico redeghieri era il marrone. merda, esattamente color merda. che poi vogliate dire nutella, caffè o torta sacher, il risultato non cambia. sempre color merda era. oltretutto era quel colore da stoffa che quando lo stiri si gonfia e diventa gommina. e il rilievo aumentava visibilmente la sensazione che fosse merda. ma il tempo stringeva e la maglietta anche. quindi dovevo passare all'azione.
mi misi sul mio tavolo dei compiti con la fruitoftheloom bella stesa perpendicolarmente al lampadario. e col barattolino di colore iniziai a compitare "life is moments e cazzate di seguito". piccolo problema: pioveva, ve l'ho detto prima. e uno dei fenomeni più diffusi insieme al temporale è il blackout. dunque, mentre stavo compitando "now" (e quindi ero già a metà dell'opera), la luce improvvisamente scompare. e io mi ritrovo a sbavare. annaspo nell'oscurità come helen keller fino a che il contatore non torna a svolgere il suo mestiere. e ricomincia a girare. ma quando finalmente la luce riappare, al posto di "now" c'era qualcosa di anomalo. un vocabolo onomatopeico tipo slot, sbam, sgurz, prot. quelle robe che appaiono nel telefilm di batman con adam west.
porca troia. la maglia era sbavata.
ma io avevo la confezione da 3 e quindi c'era la vaga possibilità che potessi rimediare. illusa. ti devi sempre aspettare l'insidia in una confezione 3x2. la seconda maglietta era fallata. c'era una macchia di varechina che nell'azzurro della maglietta sembrava l'atollo di mururoa. impensabile utilizzarla. già allora andava bene per gli esperimenti atomici. così la spedii al giovane chirac.
terza maglietta. the last e sicuramente the least: e tra poco capirete perchè. suddetta maglietta non aveva falli e quindi potevo operare. in totale solitudine, mentre fuori divampava un acquazzone che ricordava quello di forrest gump in vietnam.
ora, se ero stata brava a comprare 3 magliette, non ero stata sufficientemente arguta da acquistare 2 -dico 2- colori da stoffa. anche perchè il signor redeghieri non ne aveva più. e per quello che traspariva dalla situazione e dalla confezione, non mi rimaneva scampo. come nel cinema, buona la prima. o scrivevo di getto e senza dispersioni cromatiche, o rovinavo un'unione. perchè non avevo più colore. (negli anni a venire avrei ampiamente dimostrato la mia capacità di rovinare le mie unioni. ma c'è sempre la speranza di biancaneve e il principe+i sette nani).
iniziai a sillabare "life is..." e fino alla fine andò tutto bene. soddisfatta del mio lavoro, però, in un delirio di onnipotenza, pensai che la scritta andasse ARRICCHITA. ci voleva un decoro liberty ad impreziosire l'amore della bene.
inutile dire le mie scelte grafiche, alla faccia della sberla, non erano gaie. la maglietta risultò orripilante. talmente raccapricciante che la impacchettai subito per non vederla. ero contenta perchè avevo operato per saldare il fidanzamento della mia migliore amica con l'uomo della sua vita, ma il risultato non era granchè. mi avviai in bicicletta per consegnarla alla benedetta, affinchè gioisse ad avere un'amica impegnata e impegnativa come me.

EPILOGO
per quel mesiversario lello ricevette un paio di ray-ban.
2 mesi dopo la bene lo mollava nei giardinetti dietro il teatro di carpi. senza chiedergli indietro i ray-ban, però.
ora la bene è sposata con roberto, che è veramente l'uomo della sua vita e che ha i persol.
e la maglietta azzurra, con quella scritta emblematica, per i mesi successivi alla vicenda mia madre l'ha più spesso utilizzata a dar giù la polvere ai mobili. imbibendola di legnovivo.
devo dire che il colore cacca, nonostante i ripetuti lavaggi e strofinaggi, resistette a lungo. inversamente proporzionale a quell'amore.

Il sole ha cancellato tutto

27 novembre 2003

IL MIO DESTINO SCRITTO NEL GRASSO
ho capito solo ora quale sia la mia missione nella vita. ora che, a fianco di mery terry, riemergono ricordi del mio passato elementare.
avevo 6 anni e mi affacciavo al mondo della scuola. non immaginavo certo che avrei speso il lustro successivo nel tentativo disperato di farmi amare da alessandro. credevo che sarei andata lì per imparare qualcosa. e in effetti imparai a suon di palate nei denti che alessandro non mi avrebbe cagato mai. forse di striscio, un giorno che gli serviva copiare il compito di storia su romolo augustolo.
avevo abbastanza amichette a scuola ed ero considerata una bambina buona. d'altronde, con quei lunghissimi capelli castani che mi coprivano il sedere, ero notevolmente l'imago anticipata di edoardo palomo in "cuore selvaggio" (R.I.P).
ma io vengo da carpi. il regno della moda. il regno delle bambine che vanno alle elementari con golfini ricamati e nastrini nelle maniche. e ogni tanto mia mamma mi imbombonierava anche a me, accorciando, allungando, adattando e riparando i vestiti dalla signora eudora, genitrice della mia compagna di classe laura.
laura puzzava. nessuno voleva stare in banco con lei. nessuno voleva giocare con lei. tutti volevano soltanto la sua merenda, perchè era talmente ricca che potevamo sfamarci tutti. stria (una specialità carpigiana), gnocco, salame, a volte anche la cotoletta. ovviamente laura era grassa e schiva. ma era buona. e disegnava daddio. la calligrafia era da adelmo da otranto. se avessi saputo allora cos'era un ingegnere, avrei pensato che sarebbe diventata un ingegnere. ma a 6 anni mi limitavo a pensare che sapeva disegnare daddio le cornicette di fine-esercizio-di-matematica.
insomma, finito l'intervallo, nessuno stava con lei. e al pomeriggio, per fare i compiti con lei, nessuno si offriva. quando era a casa malata, nessuno che la aiutasse a recuperare. e come ti va a finire questa piccola fiammiferaia di inizio anni '80? semplice. finisce che entro in scena io. squintata, ma entro in scena. inizio vagamente a diventarle amica. poi mi accorgo che è una bambina molto speciale e parto con l'invitarla a casa mia. mentre mia madre perpetrava la spola con casa sua per farsi riparare abiti dalla signora eudora.
poi, un giorno, le coup de theatre. laura mi invita a casa sua. e notoriamente casa sua era un covo di puzza. se passavi davanti al cancello la sentivi. ma io accettai. perchè anche a 6-7-8-9-10 anni dovevo dimostrare che ero la pulzella del mio quartiere.
quel giorno arrivai a casa di laura con 1 biro (la biribiko, quella a 12 colori) e 1 quaderno. poca roba. in modo che se avessi dovuto scappare per qualche emergenza olfattiva, non ci avrei messo troppo a recuperare i miei effetti personali.
misi piede nella sua cucina e vidi un enorme pentolone bollire sul fornello. capienza almeno 10 litri. di acqua, pensavo io. di altro, avrei scoperto con mio sommo reflusso gastrico.
ci mettiamo a tavola a fare il compito di bricolage: fiori con fil di ferro. quelli che poi pucci nel colore che quando si secca crea una sottile pellicola trasparente. roba che non riucivo a pucciare niente senza creare grumi. quando non creavo buchi.
laura invece era bravissima, così delicata nell'intingere e nel seccare. come cristobal faceva, poi?
a un certo punto, divincolatasi dai rifacimenti sartoriali commissionati da mia madre, entra la signora eudora. e scoperchia la pentola.

-vuoi sentire, ilenia?
-cos'è, signora eudora? (educatissima da piccola. un piccolo gioiello di bontà. la pollyanna della pianura padana).
-è una mia ricetta. a laura piace tanto.
-certo, signora eudora, molto volentieri, signora eudora. (sì, ile, però ci hai rotto il cazzo con tutta 'sta gentilezza). se piace alla mia amica laura, piacerà tanto anche a me.

la brava signora eudora estrapola un succo bianco con un mestolo. e mi fa bere l'intruglio direttamente da lì. la reazione allergica è immediata. tipo bill murray in "osmosis jones".

-bleaurgh (dug a pony)
-non ti piace?
-mi piace molto signora eudora. è che scottava!

buona sì, ma cogliona micca tanto. sapevo mentire per una buona causa. e la buona causa era non offendere la signora eudora. e principalmente salvare il mio duodeno.

-sai cos'è? te lo fa mai la tua mamma?

VOLEVO DIRE-> no, non me lo fa perchè è troppo impegnata a venire qui a farle cucire i miei vestiti.

MA DISSI-> no, ma le dirò di farmelo al più presto! (o al più pesto)

-ma signora eudora... cos'è?

-è grasso di prosciutto lessato e sciolto!

eccallà. questa signora eudora, quando non accorciava i miei abiti, passava il tempo a squartare prosciutti crudi, ritagliare il grasso e tenerselo da parte (non esattamente come sally davanti a harry). poi lo cuoceva e se lo magnava, facendo penetrare il puzzo nei follicoli piliferi di sua figlia. e io guardavo laura che, in quest'aere lipidica, intingeva con grazia buonarrotica i suoi fiori nel colore. e pensavo che forse l'avevano chiamata laura perchè il giorno che nacque, sua madre, aveva cotto dei tronchi di alloro.

la rividi negli anni e continuammo a frequentarci, io e laura. e alle medie mi regalò un altro di questi momenti topici. ma in questo preciso istante non riesco a scriverne. ripensare a quel pentolone colmo di grasso di prosciutto mi ha ipnoticamente fatto venire voglia di andare a guardare il wc dall'alto al basso. un po' come mi succede ogni sera. quando rientro a casa.

Quel gran genio del mio amico,
con le mani sporche d'olio
capirebbe molto meglio
meglio certo di buttare

25 novembre 2003

LA NATURA E' DALLA SUA PARTE. NONOSTANTE L'ESTETICA
milano esplode quando piove. se piove forte, va in delirio. se piove forte e la metro si guasta, eccoti scene di isteria collettiva. se piove forte, la metro si guasta e straripano i canali, arrivano i caschi blu. ecco, ieri a milano pioveva fortissimo, la metro si è guastata, il canale è straripato e io in casa c'avevo sempre mery terry. ditemi voi se non dovrei uscire e fare come michael douglas in "un giorno di ordinaria follia".

la scena è quella di una ragazza di 29 anni che rientra sotto l'acqua con:
-1 valigia
-1 borsa della mandarina verde, ormai logora
-1 sacchetto della spesa (ovviamente di carta, umidiccio e in procinto di crepare. con l'elevata possibilità di far cadere il cibo lungo la tromba delle scale. preciso come un geometra sul pianerottolo del signor caruso e quello della signora vitale)
-il cellulare appeso per un filo (quello dell'auricolare, n.d.a)
-le chiavi dell'auto
-le chiavi di casa.

non ce la faccio, non ci riesco. non ho sensibilità corporea e non riesco a individuare quale arto stia tenendo in mano le chiavi di casa. suono. apre nessie.

-e marò, guanda roba!
-mi dai una mano? prendi almeno il sacchetto della spesa?
-zì.

e lì, in quel pico-secondo che il sacchetto passa dalle mie braccia alle sue, che suddetto sacchetto si rompe. e il signor caruso, ieri sera, si è fatto di sicuro le bruschette col mio pane toscano a fette. perchè quando sono scesa a recuperarlo, non c'era proprio nulla da recuperare. una scala di facoceri c'ho, ecco cosa.

-ghe hai gomprato?
-cose...
-cose cosa?
-cibo. quello che tu non sai riconoscere perchè non lo vedi. lo ingurgiti senza passare dal via.

e si mette a vuotarmi la spesa.

-fermaaaaaaaaaaaaaaa!
-ghecc'è?
-non puoi toccare i miei generi alimentari!
-e pecchè?
-di dove sei, tu?
-bodenza
-e qual è l'altra provincia della lucania?
-...
-comincia con MA
-madera!
-ecco. in quale provincia si torva scanzano jonico?
-madera! ci zta mio cuggino!
-vedi? lo vedi che sei radioattiva? come diceva celentano...
-con le pinne, fugile ed occhiali?
-no, idiota! quello era edoardo vianello! come diceva celentano... stai lontana da me! vai in camera tua a guardare incantesimo!
-ma non ci zta ingantesimo di lunedì
-e allora vatti a vedere qualcos'altro. mangiati lampredotto e cotiche, spolvera le ragnatele che hai nel cervello, leggi qualcosa. ecco, leggi le etichette dei tuoi maglioni. o le istruzioni del tuo epilatore elettrico. chiama isabella, fai quel cazzo che vuoi ma non starmi a raggio mentre cucino
-non pozzo
-non puoi cosa, metcalfa pruinosa?
-non pozzo ghiamare izabè
-e perchè?
-sta male
-o poverina, e che ha?
-l'esaurimendo
-ah giusto, se tu sei la causa. quindi hai mano la soluzione: disintegrati e lascia in pace isabella. e anche noi.
-ha l'esaurimendo ed è a caza dal lavoro
-e tu la vai a trovare?
-no
-come no?
-e se mi viene pure a me?
-ma micca è infettivo! una persona con l'esaurimento ha bisogno di vedere amici, uscire, divertirsi... vabbeh che con te non c'è proprio nulla di cui ridere, però almeno le fai compagnia
-ma io la gompagnia ce l'ho già
-sè...la compagnia delle indie?
-no, maria stella.
-e chi è?
-e la ragazza che zta di sotto dai caruso. è arrivata un meze fa e ziamo divendate amiche. ora usciamo inzieme. izabella non la voglio vedere più.
-ma guarda che sei peggio di... come si fa a... ma ti rendi conto che... ma come cristobal ti... (quando non mi capacito delle cose, inizio a bofonchiare, n.d.a). ma da dove esci? dal lago di van in turchia?
-ma gome parli? mò vado. zcuza ma devo andare giù da stella. mi ha mandato un zmz che ha fatto le bruzchette...
-le mie, cristobal!

cosa ci vuoi fare? a saperlo prima, le iniettavo dell'elleboro nero. ma di questi tempi non saprei dove andare a coglierlo. sarà che anche la natura è dalla parte di mery terry...

Ma che colore ha?
Per fuggire via da te Brianza velenosa -

12 novembre 2003

QUESTIONE DI DNA (tormento ed estasi)
le bambine normali prendono tutte le migliori caratteristiche dalla loro mamma. benedetta è bella come sua madre, sara è intelligente come sua madre, silvia è dolce come sua madre, paola è spiritosa come sua madre, barbara è allegra come sua madre, monica è affettuosa come sua madre. ilenia ecco, ilenia... ilenia tormenta i gatti come faceva sua madre.
da che sono piccola ho sempre avuto dei gatti. e nessuno ha mai avuto un nome decente: da cioppi a barabba, dalla musina a mino il rapacetto (R.I.P). quei gatti lì mi han sempre fatto credere che fossero morti per le cause più strane: cioppi, reincarnatosi nel gatto friciu della sara, non riuscì a sconfiggere l'asma. la musina fu investita da un vecchio in bicicletta. mino perì di rogna e vecchiaia. in realtà secondo me non sono morti. secondo me hanno vuotato i loro cassetti e lasciato un biglietto sul pianoforte (o sulla mensola del camino) con scritto

"me ne vado.
mi merito una vita da felino.
addio.

p.s= quando dico felino, non intendo il salame" .

non che io abbia pianoforte. non che io abbia camino. nè tantomeno che io abbia una mensola. è solo che in tutti i film, quando uno se ne va, lascia una lettera in suddetti luoghi.
ebbene, alla dipartita dei miei gatti seguiva l'ingresso da neofita di altri cuccioli. i quali, come rito d'iniziazione, venivano sottoposti alle più rozze barbarie. anche ora che ho 29 anni benedetta mi rimprovera tutte le torture che ho inflitto ai miei pets. roba che neanche al museo di san gimignano ne hanno traccia (P:S= a san gimignano (SI), oltre alla vernaccia , c'è un museo della tortura, n.d.a).

1)MODALITA' MAMMA ELSA: si prende il gatto e lo si avvolge con del nastro adesivo da imballaggi (quello marrone). ABILITA' ACQUISITE DAL GATTO: rizzare il pelo non appena sente parlare di post-it. CONTROINDICAZIONI: quando lo scotch glielo togliete.

2) MODALITA' IL SECCHIO: si prendono le zampe anteriori del peloso, le si infilano fra quelle dietro e si fa fare una capriola al gatto. ABILITA' ACQUSITE DAL GATTO CON TALE ESERCIZIO: non farsi prendere le zampe anteriori. CONTROINDICAZIONI: se il gatto ha un forte senso dell'equilibrio, vi graffierà anche se gli gira ancora la testa.

3)MODALITA' SINDROME DI STOCCOLMA: si prende il gatto o lo si mette in una situazione pericolosa: su un cornicione, appeso per una zampa, sulle strisce pedonali. nel momento di massimo pericolo lo si salva, facendo credere al povero anmale che siete il suo salvatore e che vi deve la vita. ABILITA' ACQUISITE DAL GATTO: capire che lo salvate, ma anche che siete quella stronza che l'ha cacciato in quella situazione. CONTROINDICAZIONI: quando il gatto avrà la dissenteria, non ci penserà due volte prima di mettervi in una situazione di...

4)MODALITA' COSMONAUTA: si lancia un gatto da un divano all'altro del salotto per fargli provare l'ebrezza del volo. ABILITA' ACQUISITE DAL GATTO: non vomitare durante la tratta. CONRTOINDICAZIONI: se avete un divano solo.

rileggendo queste righe, mi viene un sospetto. che mino, che io stessa ho seppellito, abbia simulato la sua defunzione. in realtà deve aver ingerito qualche sostanza tipo quella di romeo montecchi e finto la perdita delle attività vitali. dopodichè, a notte inoltrata, sarà uscito dalla fossa in giardino ed emigrato nella sua bat-caverna, un po' come antohony hopkins nell'ultimo zorro. effettivamente ce lo vedo a disseminare M sui muri della città con i suoi artigli da rapace. eh, sì.

N.B= nel corso della lavorazione di questo post non sono stati inflitti maltrattamenti agli animali. prima, ma mooolto prima, sì.

Indifeso ma per gioco.
Dolce caro sempre amico.
Maledetto di un gatto,
maledetto di un gatto!

05 novembre 2003

L'ABITO FA L'OLANDESINA
dato che ci stiamo avvicinando al natale, colgo l'occasione per parlare di abiti di carnevale.
per i miei abiti di carnevale avrebbero dovuto istituire una Lega Pro Vivisezione. e invece tutti a pensare ai volpini e alle pellicce, mentre alle robe che mi toccava mettere al martedì grasso niente. dai 2 ai 5 anni sono sempre stata vestita da cappuccetto rosso (probabilmente mia madre, non potendo ancora comprarmi tute, ha ovviato come poteva). solo che sapendo di dover far durare quel costume per anni e anni, quando avevo 2 anni mia mamma mi comprò un cappuccio rosso che ci stavamo dentro io, mia cugina, mio cugino, la mamma, il lupo, la nonna, il cacciatore e i 3 porcellini. e c'era anche spazio per voi c'entrate.
non fu una tragedia, anche perchè non ne ho il ricordo. c'è solo qualche foto che ancora gira in casa e che, per uno strano fenomeno di autocombustione, stranamente va a fuoco.
in 1a elementare era importante farsi notare. le feste sono il primo meccanismo di socializzazione e -come dice kate all'ambasciata canadese che non le rilascia il passaporto- "l'appartenenza a un gruppo è fondamentale". ecco, in 1a elementare e fino alla 4a mia mamma mi ha vestito da "bella olandesina". avevo gonna, camicia, giacchetta e cappellino. la gonna era nera, da bidella altoatesina. infatti sul bordo era inserita un'elegante passamaneria con stelle alpine. ora, che cazzo ci facciano delle stelle alpine in mezzo a dei tulipani non lo so. probabilmente sono frutto di innesti geneticamente modificati tra i suddetti tulipani e le piantagioni di marjuana.
la camicia era bianca, con le frappe e assomigliava a quella che porta rick schroder nel "piccolo lord". e per fortuna che io non avevo anche quell'orrido caschetto biondo alla nino d'angelo.
il bolerino era arancione, color caco. con ogni probabilità ottenuto pigiando i cachi in un enorme tino e lasciandoci in ammollo il mio bolerino per 72 ore. ed era di velluto. quindi impossibile da lavare. e caldo come lo scaldasonno imetec. che se per caso si sfilava in piazza coi carri e c'era il sole, io puzzavo di sudore anche se non avevo ancora fatto lo sviluppo.
ma il cappellino, ah, il cappellino... era da vera olandesina: di pizzo bianco e con le punte all'insù. c'era dentro il fil di ferro e lo potevi modellare come vuoi. finchè è resistito quel cappellino, sembravo una bella olandesina. a volte mi chiedevano anche se mi avanzavano dei punti della mira lanza.
quando però il fil di ferro del cappellino iniziò ad arrugginire, il bel copricapo di trine si trasformò in un potenziale portatore di tetano e dovetti buttarlo via. anche se ormai faceva pendant perfetto con il bolerino da caco.
senza cappellino, quindi, non sembravo più un'olandesina ma piuttosto la sorella scema di heidi.
in 5a elementare si passò a vestirsi da vecchia. con un grembiule di mia nonna e un cuscino sulla schiena per simulare la gobba. un bastone, il fazzoletto in testa e la voce flebile e sibilante da assenza di kukident.
ovvio che in 5a elementare, alla festa di carnevale, non cuccai una bella cippa di nessuno.
alle medie andava il punk e per 3 anni mi vestii da punk. borchie, catene, vestiti stracciati, trucco da misfits e scritte offensive su giubbotto tipo "alessandro sei scemo" "asino chi legge" o "vai a quel paese".
al liceo smisi di travestirmi anche perchè, con tutta la peluria che mi stava venendo su e gli ormoni che impazzivano, o andavo in borghese e sembravo ceetah, o passavo dall'estetista e spendevo la paghetta in cera d'api. e comunque sembravo la pina fantozzi.
solo un anno, non ricordo quando, mi vestii da genio della lampada di aladino. forse sara e benedetta si ricordano. dovevamo andare tutte e 3 a una festa e il tema era "personaggi disney". benedetta si vestì da strega di biancaneve, sara da cappuccetto rosso (già la vita ci aveva unite senza dircelo) e io da genio, appunto. avevo una maglia turchese e i pantaloni della tuta di mia madre. mi ero legata una fusciacca in vita e infilate le pantofole. per fare i muscoli mi ero messa dei gavettoni pieni d'aria sotto la maglia in modo che simulassero bicipiti, tripicipi, trapezio, muscolo e chi più ne ha più ne metta. avevo preso una cuffia di lattice da nuoto color turchese e ci avevo fatto un buco in mezzo. me l'ero ficcata in testa nascondendo i capelli e dal buco avevo estratto un ciuffo di capelli che sembrasse quello del genio di aladino. poi mi ero COMPLETAMENTE DIPINTA LA FACCIA DI BLU. tonalità blu puffo. con l'aggiunta di qualche anello e orecchino, ero perfetta. ovvio che quella sera non beccai una cippa. solo uno che era vestito da doccia, tipo ralph macchio in "karate kid", abbozzò l'idea che aprissimo una conversazione dietro la sua tendina. ma quando capì che ero una donna, mi disse che avevano tolto l'acqua e non se ne faceva niente. tanto per dire quanto sembrassi femminile.
quella sera chiusi per sempre la mia carriera di travesta amatoriale. ora, se dovessi riprendere per un qualche motivo, lo farei solo a pagamento su viale zara.

Senza trucchi tu sei
molto bella e più giovane.
Non discuto però
le tue scelte più libere.

04 novembre 2003

PERCHE' MIA MADRE AVEVA UN CHE DI VALENTINO. GARAVANI.
in famiglia non si è mai navigato nell'oro. ma nemmeno nella melma. devo dire che i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla e che sono stata una bimba amatissima. e meno male, perchè per i miei primi anni di vita i maschi non mi cagavano manco per la cippa. a 4 anni amavo un bambino che mi abitava di fianco e che per dimostrarmi il suo affetto mi rinchiuse sul balcone di casa sua. e lui dentro a giocare col fratello. tanto per dire.
ora, a quell'età micca ti chiedi perchè. te lo chiedi verso i 10 anni e ti dai delle ragioni.
ecco, ora che di anni ne ho 29, le ragioni le ho trovate eccome e vanno tutte fatte risalire a mia madre. e alla signora luisa del passaggio a livello.

io abito nel bronx di carpi, in un quartiere che per arrivarci devi prima aspettare che si sollevino le sbarre della ferrovia. quando finalmente anche la littorina più antica dell'emilia romagna ha fatto il suo corso, i parenti e gli amici possono venire a casa mia. in prossimità di quel passaggio a livello, in un buco immobiliare che non saprebbero inventarsi nemmeno in calabria, commercia la signora luisa. che più che una merciaia sembra apu dei simpson. in 1 metro quadrato tiene oggetti e abiti e giochi e creme e mutande e pancere. e forse anche pantere. tu le chiedi un reggiseno della 6a color carne in lycra e il bordino anatomico ed ecco che lei si inerpica sulla scaffale come un kataklò e te lo tira fuori senza incertezze.
dunque, la signora luisa, negli anni '80, vendeva tute da ginnastica a prezzo modico. e mia mamma ME LE COMPRAVA TUTTE LI'. le tute. tutte le tute.
il problema è che la signora luisa non ne aveva un grosso assortimento. o le compravi rosse della S, o le compravi rosse della XXl. risultato? io avevo sempre una tuta rossa alle ore di ginnastica. della S. per la gioia di mia zia, la cui gigantografia campeggia nella sede della CGIL di carpi. non solo, mia zia è sempre stata in lista in tutte le case del popolo dalla provincia. insomma, vedere sua nipote in tenuta marxista le dava un orgoglio pari soltanto a quello di sentire me che cantavo "bandiera rossa".
per 5 anni di elementari ho sempre fatto ginnastica con quelle maledette tute rosse che non avevano nemmeno un ricamino. costavano 8.000 lire, me lo ricordo ancora. un prezzo da veri compagni. però allora io non sapevo nemmeno cosa fossero i comunisti e soprattutto ho sempre odiato il rosso. amo il verde e l'ho sempre amato. verde, verde, verde, capito?
tutti gli altri bambini mi prendevano per il culo perchè loro avevano le tute della champion (che ha sede a carpi, peraltro) e io quelle della signora luisa. avevano tutti la tuta blu e io rossa. le bambine avevano la tuta rosa di barbie o di poochie, la tuta azzurra dei puffi, la tuta nera con snoopy e io avevo la tuta rossa della casa del popolo.
e negli anni non ho mai potuto esorcizzare la tuta. alle medie ce ne avevo una vinaccia, color sughi (quelli che si fanno col mosto, micca quelli pronti di star o barilla) che mi aveva regalato un'amica di mia mamma che lavorava alla champion. e tale signora restò amica di mia mamma anche mentre facevo il liceo, così mi ripropose la tuta viola anche negli anni del mio splendore a-cellulitico.
non ho mai avuto una tuta decente. per questo ho deciso che ora che sono grande le tute le posso scegliere da sola. e ho scelto una tuta bellissima. blu. uguale a quella di supermario. e adesso scusatemi che devo aggiustare un sifone.

Luisa? "Sì"
Luisa Rossi? "Sì"
Ehyyyy... ehh... na, na, na...

03 novembre 2003

TRINE MA UNA. CON CONTORNO.
ci sono 3 bambine. si chiamano ilenia, sara e benedetta. ilenia e sara vivono attaccate da 10 anni, ormai. da quando nemmeno sapevano parlare. benedetta è arrivata dopo ma loro tre sono cresciute inseparabili. e lo dimostreranno a pieni polmoni in futuro. saranno l'una accanto all'altra nei momenti peggiori della vita. praticamente un treppiede umano. e nei momenti felici rideranno insieme. un legame migliore di quello tra padre, figlio e spirito santo.
le 3 bambine giocano sempre in un cortile. che è il mio. e si sono inventate un mondo. nel quale ogni giorno arrivano dei trolls.

ho un cortile grande, con un giardino parallelo. quando andavamo alle medie io e le mie due amichette avevamo ideato un sagace stratagemma. avevamo preso uno di quei ganci elastici a uncino che servono a legare i pacchi ai portapacchi. presente quando in autostrada si vedono quelle utilitarie talmente cariche che sembra trasportino un elefante sul tettuccio? ecco, quei ganci lì. quelli che vengono tesi in proporzioni sovrumane e assicurano il bagaglio all'auto. roba che se sei sull'A1 e uno di quei cosi ti parte nei pressi del raccordo con la cisa, l'elefante te lo ritrovi direttamente in versilia al bagno piero.
beh insomma, noi 3 avevamo preso uno di quei ganci elastici e ne avevamo fissato un capo alla grondaia. l'altro capo al palo del filo dei panni. ed ecco che magicamente il cortile era diviso a metà e avevamo una rete. a noi tre serviva solo dividerci in squadre e iniziare le nostre maratone di pallavolo. devo dire che l'azione preliminare per eccellenza tra me e benedetta era decidere chi si doveva ciucciare sara in squadra. perchè significava perdere al 90%. in ogni caso a fine partita si risolveva tutto con una bella constatazione amichevole.
e in tempi di mila e shiro o di mimì ayuara, bisognava che anche noi avessimo un soprannome epico. e lo scegliemmo in rima.
"batte la benedetta, ciabatta paletta" o "batte sarina, decrepita vecchina" o "batte ilenia ferrari, regina dei paninari" (ampierò in futuro il perchè di questa scelta. a scanso di equivoci ci tengo a precisare che la cosa più firmata che avevo allora era il libretto delle assenze scolastiche).
dopo un po' capimmo che quei nickname (ma allora li chiamavamo arcaicamente "nomi di battaglia") mal si addicevano alle nostre personalità e non erano nemmeno rime sopraffine. quindi ne adottammo 3 più esplicativi: dato che io andavo a recuperare il pallone tra i rovi, diventai "maialina delle rose". dato che benedetta era la più sportiva e intraprendente, fu detta "camel trophy". e se benedetta era il cammello, sara non poteva che trasformarsi in "beduina". ed ecco sistemata pure lei.
risolti i problemi anagrafici, iniziammo a giocare partite su partite. eravamo eroine del volleyball amatoriale. e i bambini delle strade vicine si radunavano da me per partecipare.
il primo era simone, detto "l'intero". abitava 3 vie più in là ma non appena sentiva odore di noi 3, eccolo che ti compariva quatto e silenzioso come un serpente. arrivava con la sua bicicletta gialla. una di quelle con la sella lunga e nera di pelle. una sella talmente lunga che sembrava dovesse caricarci tutti i bradford. con fare bradipico arrivava alla mia recinzione, frenava e metteva giù il piedino. poi stava lì a braccia conserte a guardarci e ad aspettare che lo invitassimo. captare che si stava avvicinando era impossibile. ma quando risultava appena visibile all'occhio umano, sara inziava ad urlare

-in-te-ro. iiiiiiiinnnnnnnnnn-te-ro. IIIIIIIIIII NNNNNNNNNNN TTTTTTTTTTEEEEEEEE RRRRRRRRRR OOOOOOOOOOO!!!!!

per un po' fingevamo di non accorgerci di lui poi cedevamo alla pietà e lo chiamavamo dentro. simone era detto "l'intero" perchè si muoveva come robocop. e quando tirava, se non spediva il pallone a 12 km di distanza, centrava il balcone della signora loretta con la precisione di larry bird. chiedere al'intero di fare un punto sarebbe stato come chiedere a cassano di commentare rory e ita di roddy doyle. un'impresa titanica. va da sè che chi aveva sara in squadra, non poteva avere anche simone. in realtà lui veniva perchè era innamorato di benedetta. e siccome in quel periodo lei aveva tre pretendenti con lo stesso nome (essendo notevolmente bella e notevolmente amabile), fondammo l'agenzia matrimoniale "simon&simon&simon". ovvio che l'intero, dalla bene, non ha mai beccato una cippa.
il secondo troll era "il chicco di caffè". non chiedetemi come risulti al catasto perchè non lo so. l'abbiamo sempre chiamato così. era figlio di una coppia che gestiva la pasticceria "chicco di caffè" in cima alla mia via. e mentre i genitori sfornavano, lui veniva in compagnia. un picosecondo dopo il suo arrivo io, sara e benedetta lo guardavamo e gli facevamo la domanda di rito:

-chicco... se facciamo 250 palleggi, tu ci vai a prendere le paste?
-ma 250 palleggi sono tanti! non ce la fate!
-ma se ce la facciamo ci porti le paste?
-sì! ma tanto non ci riuscite!

e iniziavamo a palleggiare.

-1,2,3,4,5,6,7,8,9,10, 21, 34, 58, 89, 148, 179, 200, 245, 246, 247, 248, 249... 250!!! Chicco, vai a prendere le paste!

il chicco non sapeva contare. quindi con 25 palleggi contavamo per 250.
e poi, col canino che luccicava, ci sbaffavamo meringhe e bignè. e ovviamente l'intero non beccava una cippa.
quando vedeva arrivare il chicco, si univa alla processione di bambini anche francesca, detta stecca. era una bambina di una intelligenza straordinaria. mia mamma si chiama ELSA ma la stecca la chiamava "BABADIENZA" perchè diceva che faceva prima. quando le facemmo capire che "BABADIENZA" è più lungo di "elsa" e quindi ci si impiega più tempo a pronunciarlo, lei capì e iniziò a chiamare mia mamma "MAMMA DI ILENIA". credo che ora la stecca sia al M.I.T di boston.
la stecca, che ci stava sulle balle, veniva immantinentemente rispedita al mittente, cioè da sua nonna. dirimpettaia della sara. a giocare non la volevamo. anche perchè stava per arrivare fabio, detto zauro.
fabio era attesissimo per il torneo di nascondino, di cui io ero una fanatica. se avessi potuto avrei giocato a nascondino anche da sola. sbavavo pur di fare un turno tant'è che una volta, nel fare POMA-LIBERA-TUTTI, mi piantai un parafango nel piede. 15 punti e una bella cicatrice che rende molto vissuto il mio piede sinistro. col quale, purtroppo, non dipingo come christy brown. ecco, quando arrivava fabio sapevamo che sarebbe toccato a lui contare. taroccavamo le conte perchè ci capitasse sotto. e lui non l'ha mai capito. probabilmente è cresciuto pensando di essere uno sfigato. che vita difficile. vabbeh, me ne farò una ragione.
dall'altra parte del recinto, invece, c'erano le terribili gemelle dette "bubbule". con loro era nata una strenua competizione. e poco sana, direi. le piccole plagiatrici avevano copiato l'idea del gancio elastico a uncino e avevano creato una succursale abusiva del nostro centro ricreativo. miseramente fallito dopo poco. nessuno andava da loro. venivano tutti da me perchè già da allora sara e benedetta erano fichissime e piacevano un casino a tutti i bambini. per intenderci, loro erano quelle che in parrocchia non beccavano mai pallonate mentre io ero continuamente tumefatta.

non so cosa sia stato dell'intero, del chicco, di fabio, della stecca e delle bubbule. qualcuno ha cambiato casa, qualcuno ha cambiato aspetto. probabilmente hanno realizzato in adolescenza di essere stati il nostro divertissement.
ma c'è una cosa che rimane. dopo tutti i palloni, i ganci, le rose, le partite, le cicatrici, i nascondini, le paste e i soprannomi, sara e benedetta sono ancora prepotentemente qui. e giocare alla vita per loro, con loro e grazie a loro è l'unica partita in cui sempre, in questi 20 anni di amicizia, mi sono sentita vincente.

è vicino a me
nel sole, nel vento
nel sorriso e nel pianto

29 ottobre 2003

PROSPETTIVE DA CUL DE SAC
in una città come carpi crearsi l'allure è quasi come risolvere il quesito della susy.
una bambina di milano sa già che a 16 anni potrà prendersi un aperitivo in un locale sciccoso e mangiare salatini con estrema grazia. e se le va male di fianco a lei ci sarà pierantonio zampetti che a 17 anni appena compiuti ha già il ferrari e l'autista. di solito regalati perchè pierantonio a scuola non si è fatto bocciare per la terza volta di fila. e ha così evitato le scuole parificate che sembrano ipermercati (infatti campano con la formula "2 anni in 1", "3x2", "30.000 euro x 3").
una bambina di carpi al contrario sa che a 16 anni dovrà rientrare a casa alle 6 perchè c'è buio e c'è nebbia e perchè deve friggere nello strutto lo gnocco per la cena. e se le va bene come compagno di banco avrà rodrigo casamodena, figlio della nota ditta di salumi. che tutte le mattine arriva in classe che sa di zampone, cotiche e di sudore. perchè per rimanere umile e non montargli la testa, i genitori lo fanno venire a scuola a piedi.
una bambina milanese sa che a 16 anni potrà andare a mostre e eventi e happening e sfilate. e avrà sempre l'abito giusto da mettersi.
una bambina carpigiana ha una solo prospettiva: andare in parrocchia. che è molto diverso dall'andare all'oratorio. andare all'oratorio è più nobile e più da maschi: significa stare fuori dalla chiesa a giocare a calcio.
andare in parrocchia, invece, è molto femminile: significa fare la foto della comunione coi guantini bianchi, le mani giunte e l'immancabile rosario che pende perprendicolare alla scarpe nuove di vernice.
andare all'oratorio significa avere uno spazio proprio in cui combinare guai e farsi vedere da quelle ragazzine che a 10 anni cuccano già come se avessero le tette di helena christensen. andare in parrocchia invece significa stare seduta sul muretto a guardare i maschi che giocano a calcio. e beccarsi una pallonata in faccia, rovesciarsi all'indietro, battere la schiena, subire temporanee ecchimosi e rialzarsi imperturbabili dicendo: "non è niente, non è niente".
ora, se la pallonata arriva a una carpigiana affascinante, questa viene soccorsa dai maschi colpevoli che si premurano di sembrare protettivi (ma che in realtà vogliono solo vedere se per caso si è strappata la maglietta).
se la pallonata arriva a una come me, che fino a 25 anni sembrava un eunuco, i maschi ti danno pure la colpa che hai fatto sgonfiare il pallone. e invece dovrebbero capire che sono i principali responsabili delle tette piccole. perchè tutte le nostre mamme ci dicono che se ricevi un colpo fra i seni mentre sei in fase di crescita, quelle micca ti crescono più.
in più se sei una bambina carpigiana e il massimo della tua vita è uscire prima delle 6 per andare all'oratorio, puoi anche avere l'abito giusto, sì. ma cadendo sull'asfalto te lo impolveri sempre. e avrai sicuramente la grande fortuna di capitombolare su qualche traccia di benzina o catrame o morcia di bicicletta.
quindi in questa infanzia passata a capottarmi dai muretti e restituire palloni ho tratto una lezione: che a volte la vita può sembrare un cul de sac. e per sopravvivere, ovviamente, serve soprattutto un sac de cul.


Un bambino conoscerai
non ridere
non ridere di lui
aah...

27 ottobre 2003

PIU' DI UN MEDICO. PIU' DI UN VETERINARIO. UN PALEONTOLOGO.

naturalmente il post precedente era un incubo. mai stata all'ospedale e mai mangiati gli action cooking di mery terry e famiglia. ma lo yeti, in casa mia, c'è stato davvero. e l'incontro in bagno è stato reale. e il panino è circolato con le sue gambette in cucina. lo vedevo fare lo slalom come stenmark tra pezzenta, pecorino di filiano e aglianico. oddio: credo che questi prodotti, assunti singolarmente, siano anche buoni. ma assunti in dosi meryterryane (ossia compiendo una gimkana alimentare tra l'uno e l'altro) hanno effetti collaterali non ancora previsti dai foglietti d'accompagnamento dei maggiori antiemetici.
fisicamente sto bene, direi. ma l'incubo rimane. e mery terry è il peggior freddy krueger che la storia ancora non ricordi. dunque per affrontare il nightmare faccio il jason della situazione. per far scomparire dracula basta un palo di frassino nel cuore. per il lupo mannaro serve la pallottola d'argento. per gigi marzullo è sufficiente un telecomando efficace. per mery terry è deleteria la lingua italiana. la dizione corretta del nostro idioma la getta in un kaos talmente vasto che nemmeno l'aereo di schwarzenegger in "true lies" la tirerebbe fuori. quindi rientro in casa armata del devoto-oli: se direziono il dizionario verso la sua faccia, la pietrifico meglio della medusa. e sia.

toppa.

-chi èèèèèèèèèèèèèèèèèèè?

chiave

-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèè

porta

-arrivooooooooooooooooo

io

-non c'è bisognoooooooooooooooo

lei

-eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

a quel punto prendo il devoto-oli, lo estraggo come un'appendice dalla mia borsa e glielo punto contro.

pausa in attesa di essiccazione subitanea.

niente.

lei non ne subisce l'effetto.

guardo il tomo, lo piglio e lo rigiro. forse c'è un tasto on/off e io non l'ho visto. niente. non funziona. porco cazzo, lo sapevo. avrei dovuto usare il garzanti. o il de mauro. ma lo zingarelli no. quello proprio no. mi rifiuto. mi sarei disintegrata io.

-cheffai con quel cozo in mano?
-volevo dartelo
-che è, un ricettario? non mi zerve, soggia' gucinare da zola!

merda! ho sbagliato arma! dovevo trafiggerla con le pagine dell'artusi e di gualtiero marchesi! che stupida sono stata! quelli si' che l'avrebbero ferita! vabbeh, sara' per la prossima volta. tanto, essendo coinquiline, di prossime volte ne avro' parecchie. me tapina.

-zenti ilèèèèèèèèèèèèèèèèèè... c'ho bizogno d'un piacere

il mio canino luccica come quello di lupo ezechiele.

-dimmi, soufflè sgonfio...
-c'avrei bizogno di andare in un pozto....
-potenza? matera? lucania?
-no...
-manicomio? igiene mentale? istituto di pena?
-no...
-ma non dirmelo! l'ANTARTIDE!
-no...
-allora?
-il medico. non 'zto bbene e vorrei che mi gompagnassi
-GOMPAGNASSI?
-zi', che mi gompagni dal medico
-ahhhhhhhhhh! CHE TI ACCOMPAGNI! beh, se è una questione di salute.... sia.
-domattina alle 9.
-porco cazzo, cosi' presto? vabbeh, mi alzo e ti porto. ne avrai per molto?

scoppia a piangere.

-non lo zo

comincio a sentirmi come una besciamella venuta male. acida e cattiva. e mi pento di averla trattata male. ora non è in forma e ha bisogno di me. ok. scatta la redenzione.

-dai teresa, stai tranquilla. domattina andiamo dal dottore e vedrai che non è niente di grave.
-lo zo

questo suo fulmineo cambio d'umore doveva farmi presagire qualcosa. e invece scatta la Agnès Gonxha Bojaxhiu che c'è in me e insisto nel non voler vedere l'ombra cattiva che si agita dietro di lei. un po' come quella che sta dietro john c. reilly in "chicago" quando canta "mr. cellophane".

e fu sera e fu mattina. successivo giorno. ore 6.00: quartier generale di casa mia.

-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
-checcazzo c'è?
-alzati!
-o scusami sono in ritardo... saranno le ott.... TERESAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
-chevvuo'?
-ma sono le 6!
-e allo'?
-e allora il medico è a 3 km da qui. per arrivare in tempo bastava alzarsi alle 8!
-voglio che di alzi in dempo.

porto pazienza. è in un momento difficile.

passo le successive 3 ore a dare un senso alla mia levataccia. dopodichè scendo, faccio accomodare mery terry sul sedile passeggero e per un attimo spero che scatti l'airbag e la schiacci. ops. reminescenze di un passato che non mi appartiene piu'. ora sono buona.
arriviamo dal medico alle 8.45.

-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
-che c'eè?
-mi puoi zpettare?
-cioè stare qui fino a fine visita?
-zi'
-tranquilla. ti aspetto.

pero' dentro di me rivedo l'immagine di un airbag che le esplode in faccia.

dopo mezz'ora mery terry esce dall'ambulatorio e non dice niente. io rispetto la sua riservatezza anche se sono preoccupata, l'ammetto. in auto penso alle cose belle della mia vita per deviare la mente da aibag ed esplosioni.

-quello stronzo figlio di una stronza. quel polentone razzista.
-che dici?
-il medico
-che ha, poverino? non credi di averlo punito abbastanza facendoti vedere nuda? non credi che abbia gia' sofferto abbastanza? doverti toccare, sentire che stai bene...

porco cazzo. ricado sempre negli errori della vecchia ilenia. quella che non sopporta mery terry ma che si astiene sempre dalla sua cancellazione dal pianeta.

-'sto stronzo. non me lo da'.
-CCCCCCCCCCCCCCCCCCCCOOOOOOOOOOOOOSSSSSSSSSSSSSSSSSAAAAAAAAAA?
-il foglio
-ah... quale foglio?
-d'invalidita'
-oddio, ma allora sei grave? che cosa c'è?
-i peli
-che peli?
-della faccia
-quelli li vedo. volevo sapere perchè volevi l'invalidita'
-per quelli
-per i peli?
-zi'
-della faccia?
-zi'
-perchè? ti ostruiscono la vista?
-no
-si sono intrecciati con quelli del sacculo e ovattano l'udito?
-no
-hanno la radice nel naso e ti impediscono la respirazione?
-no
-ti vanno in bocca e ti irritano quando ti radi?
-noooo, checc'entra! quando mi rado mi do' la crema!

pausa necessaria a visualizzare la scena.

riprendiamo.

-mi spieghi che cazzo c'entrano i peli, la tua faccia e l'invalidita'?
-ma zei proprio scema, zei! volevo farmi pazzare i peli della faccia come invalidita' cozì non vado al lavoro e intanto mi faccio il laser e divento bella. ma i giorni lavorativi me li pagano lo stesso ma intanto pozzo andare giu' a trovare i miei parendi.

urlo furioso di Agnès Gonxha Bojaxhiu che diventa mina harker.

-io mi sono alzata alle sei, ti ho portata dal medico e ho fatto tutta 'sta fatica per dei peli? ma nemmeno i responsabili delle deforestazione amazzonica riuscirebbero a fare qualcosa per la tricologia del tuo muso! se ti avesse visto rambaldi nel '76 ti avrebbe fatto tenere direttamente in mano a te jessica lange! cesare ragazzi si strappa i bulbi ogni volta che ricorda che esisti! teresa, cristobal...
-non gapisci niende.

a quel punto mi passa per la mente una rapida successione di fotogrammi che rappresentano mery terry che prende l'ascensore alle due torri l'11 settembre. mery terry a firenze nel '66. mery terry in posa plastica sulla diga del vajont 40 anni fa. mery terry nei pressi di chernobyl nel 1986. mery terry che respira a pieni polmoni l'aria fresca di seveso nel '76. mery terry a dallas, alla dealey plaza, il 22 novembre '63. mery terry che affitta una casa nel polesine nel 1951. mery terry con zaino e picozza in valtellina nell'87. mery terry col biglietto della funivia del cermis 5 anni fa. cosi', tanto per gradire.
e la prospettiva di un airbag che scoppia, ormai, è cosi' ininfluente che fare il viaggio di ritorno con teresa, ormai, mi sembra quasi piacevole. perchè posso immaginarmi un lieto fine. anzi, una sua fine. che sia lieta, poi, me ne frega relativamente.

mi ha allarmato non è come io la penso
ma il sentimento era già un po' troppo denso
e son restato.

19 settembre 2003

UNO YETI IN ROUGE A LEVRES
quando la mattina ti alzi e la prima cosa che senti e' l'urlo "SIGNORE! SIGNORE!" pensi che armaggeddon sia giu' in cortile con armi e bagagli. che i testimoni di geova si siano riuniti sotto al tuo balcone e ti facciano il gesto dell'ombrello per tutte le volte che gli hai sbattuto la porta in faccia. questo pensi.
poi ti alzi e fai per guardare giu'. e stampi la testa contro la tapparella. e' a quel punto che tiri su la serranda e ti accorgi che i testimoni di geova non ci sono. e che probabilmente sono in giro con il loro "SVEGLIATEVI!". allora cos'era?
"SIGNORE! SIGNORE! E' ARRIVATO L'ARROTINO!"
sospiro di sollievo. la giornata e' partita con un'apocalisse scampata. cosi' t'involi felice in corridoio. pronta a lavarti la faccia con acqua gelata.

e' chiaro che non imparero' mai. non riesco a ficcarmi in questa scatola cranica e tricologicamente ricca che se anche un arrotino sente il bisogno di avvertirmi, qualcosa in casa c'e'. e ci stara' a lungo.

spalanco la porta del bagno e mi scontro contro una colonna. cristobal, sono davvero maldestra. non mi ricordo mai della colonn...

PORCO CAZZO! IN BAGNO NOI NON ABBIAMO UNA COLONNA!

-buongiorno bellizzima!

non sono hal 9000 ma non sono nemmeno casco nero. alle 9 di mattina mery terry e' uscita.

-chi ha parlato?
-zono io, bellizzima!

eccola' li'. BIG MERY TERRY. 1 metro e 50 + 50 cm di cotonatura ai capelli. 180 chili + 2 chili di lacca elidor nella chioma. un viso che ricorda le tavole rotonde dei ristoranti cinesi. quelle che girano e che servono 12 persone. e poi una bocca, vorace abbastanza per deglutire sua figlia. e sulla bocca un rossetto rosso fuoco. acceso, vivo. un pugno in un occhio, una lama nel buio, un fulmine a ciel sereno. un colore inaspettato come una chiazza verde nello stracchino appena comprato. come la lineetta sul test di gravidanza. come la strisciata di deodorante sulla maglia nera appena infilata. di tutte le esperienze devastanti vissute in convivenza con questa donna, il suo rouge à levres e' senz'altro quella piu' sconcertante.

-ciao bellizzima
-signora...
-gomme ztai?
-peggioro visibilmente in presenza di potentini. ma credo che sopravvivero'. vado a vivere a cinisello balsamo in questi giorni.
-eddovv'e'? dalle parti tue?
-qua vicino
-quarda, zono appena 'rrivata. tereza mi ha venuta apprendere alla stazione... poi e' gorza al lavoro... guella ragazza...
-ragazza?
-mari' tereza!
-perche'? maria teresa e' una ragazza? a me sembra piu' un triceratopo non estinto. un lemure notturno. una sula dai piedi puzzoni. un topo morto, come i colori che indossa.
-e'vvero! tereza e' cozi' zolare!
-solare? vabbeh... mi dica signora... ha fatto buon viaggio?
-ah! tremendo guarda! pezzimo! orribbile!
-ma almeno ha fatto colazione? (anche tu ilenia, chiedere certe cose...)
-ho prezo un gaffe' ma qui al nord fa schifo, dizguzto, nauzea
-ci dovrebbe essere abituata! non e' la stessa cosa che prova guardando sua figlia?
-e poi milano! e' brutta, grigia, puzza
-sa com'e': maria teresa ha scelto di vivere in una metropoli costruita a sua immagine e somiglianza...
-e voi del nord! tutti scortezi, pallidi, tutti a lavorare..
-ma nel suo viaggio dalla stazione a qui ha incontrato abbastanza persone per fare una statistica?
-zi vede. zi vede che ziete cozi'. tutti tristi
-forse e' l'effetto che fa lei alle persone che la vedono. c'ha mai pensato?
-zenti bellina...
-che c'e'?
-haiffatto golazione?
-no. E NON INTENDO FARLA.

da quel momento in poi ho dei buchi. sprazzi di ricordi che riaffiorano senza darmi il senso delle cose. ricordo solo che big mery terry mi ha trascinato per un braccio, fatta sedere in cucina e messo un tovagliolo alla gola. cosi' stretto da farmi soffocare. poi nulla. un buco nero alla corsicato.
non ricordo com'e' andata. il gastroenterologo che mi ha curato al san raffaele dice che l'ho scampata bella. che mi riprendero' quanto prima. ma che non devo piu' mangiare quei panini.

-panini? quali panini?
-quando sei arrivata qui deliravi. e avevi ancora in bocca del pane a fette. in mano il resto.
-il resto di cosa?
-il resto di cio' che ti ostruiva la bocca dell'esofago. un panino al rosmarino e semi di finocchio. spalmato di burro e imbottito con salame piccante. uno dei nostri ausiliari e' svenuto al solo vederlo. signorina, alle 9 di mattina... un panino cosi'... mi meraviglio di te...

e poi mi dicono che non si dovrebbe essere violenti.

chissa' che sarai
chissa' che sara' di noi

01 settembre 2003

SEGNI AMMONITORI
nell'antichita' gli aruspici interpretavano le interiora di animali per prevedere il futuro. che mi serva di lezione, che quando compro il rognone ai miei gatti dovrei mettermi li' a cercare di capire la mia vita. oppure dovrei fare come gli aùguri e guardare i film porno, per interpretare il comportamento e la disposizione degli uccelli.
oppure potrei trasformarmi in un novello bernacca e controllare la situazione meteo. che se il cielo e' grigio significa che piange per qualche evento prossimo futuro.
ma si sa, sono testarda. il carapace di una caretta caretta a me mi fa una pippa. e se milano e' canna di fucile tipo golf degli anni '80, io non ci faccio caso. e se il rognone del mio gatto e' in avanzato stato di decomposizione tipo CSI io ci passo sopra. e se il film porno ha una strana architettura di uccelli ci passo... beh, ci passo una buona oretta di tempo e poi ci passo sopra.
uno nella vita deve cogliere i segni premonitori. e soprattutto i segni ammonitori. che ti dicono cosa ti succedera' la settimana ventura. e te lo dicono in tempo affinche' tu possa studiare il piano di evacuazione e metterti in salvo. eventualmente insieme ai rognoni, ai gatti, al film porno e al videoregistratore.

giovedi' entro in casa e vado diretta in camera. non so voi, ma quando arrivo a casa io ho dei gesti abitudinari che ripeto automaticamente senza rendermene conto. appendere le chiavi, aprire le finestre, guardare se urby e cammy stanno bene, dargli un po' di palline energetiche. e buttare la borsa sul letto di fianco al mio. quello sempre libero in caso venga qualcuno a trovarmi. e che normalmente e' la raccolta differenziata di tutto cio' che non ho voglia di buttare nell'armadio.

ora, se butti la borsa sul letto suddetta borsa non fa rumore. cadendo sul materasso, NON FA RUMORE.
giovedi' sono entrata in camera. ho appeso le chiavi, aperto le finestre. non ho controllato urby e cammy perche' sono ancora in vacanza a carpi, coi nonni. quindi sono direttamente passata al lancio della borsa sul letto.

TONF.

mi giro e non vedo la borsa.

PORCO CAZZO.

non c'e' piu' la borsa.

PERCHE' HA FATTO TONF?

ecco che le sorprese non sono ancora finite. anzi, non sono ancora iniziate.
non solo in camera mia non c'e' piu' la borsa, ma non c'e' piu' nemmeno il letto. quello degli ospiti.
e il mio tempo di reazione tra l'avvistamento del letto mancante e la comprensione di cio' che poteva essere accaduto e' pari a quello di john capel ai mondiali di parigi.

-teresaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

se avessi avuto una liana l'avrei usata per arrivare in un balzo in cucina. e strozzare quella fisalia con le mie stesse mani. solo che, una volta in carcere, i suoi parenti sarebbero venuti in processione a ringraziarmi e mi avrebbero portato le specialita' potentine in dono di riconoscenza. quindi niente liana. anche per ovvie condizioni climatiche.
mi limito al richiamo vocale.

-teresa, porco di quel cazzo, se non vieni qui entro 2 secondi ti giuro che ti spezzo le braccine e le sotterro sotto la sabbia del gatto dei vicini.

silenzio.

-teresa, cristo di una madonna, vieni qua o prendo tutti i tuoi vestiti e li do' ai ricchi di via montenapoleone per fargli capire che esiste una notevole gamma di vie di mezzo tra te e loro.

mutismo

-teresa, catapultati qua come i gemelli derrick o giuro che scuoio la borsa di pelle che ti ha regalato isabella per il tuo compleanno.

insonorizzazione totale.

-teresa, se non vieni qua subito sbatto tutti i tuoi formaggi nel cesso e tiro l'acqua.
-checc'e'?
-come hai fatto ad arrivare cosi' in fretta?
-ho zentito che dicevi formaggi
-ecco, appunto. dov'e' il mio letto?
-stalli'. che zei cieca?
-idiota, quell'altro letto, quello per gli ospiti!
-in gamera mia!
-prego?

trattieniti, ile. ci dev'essere una spiegazione.

-zta in gamera mia perche' vengono ozpiti e mi zerviva.
-pareva brutto chiedermi il permesso?
-ma ziamo amiche! che te lo chiedo a te che tanto mi dici di zi'?

trattieniti ile. la rabbia va trattenuta come le puzzette. quando sei in compagnia.

-ma se avessi ospiti anch'io? ci hai pensato?
-cazzi tuoi! l'ho prezo prima io il letto!
-ma sei deficiente o hai un'afasia grave al lobo frontale del cervello? il letto e' mio!
-anche le lenzuola, se e' per quezto!
-sorry?
-ho prezo anghe le tue lenzuola perche' le mie so' brutte. le tue c'hanno i dizegni belli

e' li' che comincio a darmi pizzicotti. a sbattere la testa contro il muro. a gettarmi secchiate d'acqua in faccia. tutto questo DEVE essere un incubo. non puo' esistere una persona del genere nel mondo reale. forse i raeliani hanno ragione. forse siamo tutti governati da entita' aliene. matrix e' dietro l'angolo.

-teresa, mi stai facendo uno scherzo? e se si', in base a quale carnevale? perche' per il nostro e' un po' presto... forse santiago de cuba?
-che sgherzo? tengo ozpiti la prozzima settimana!

ho un presentimento. i rognoni non erano freschi. il cielo e' tipo quello di mary poppins quando bert balla tra i cucuzzoli. i film porno di blockbuster erano tutti fuori.

-viene isabella?
-no
-allora johnny
-no
-viene una tua collega di lavoro?
-no
-una nuova amica che hai conosciuto sulla metro?
-no
-una vecchia amica che non hai conosciuto sulla metro?
-no
-viene una mia amica?
-no

ti prego signore, saro' buona. ma non farmi questo. faro' la brava, non diro' piu' porco cazzo. non diro' le parolacce, non desiderero' l'uomo d'altre. onorero' il padre e la madre, santifichero' le feste, anche quelle musulmane. ma non farmi questo. non rubero', non uccidero'. non commettero' falsa testimonianza. mettero' il disco orario al giusto minuto e non mezz'ora avanti. non giurero' malattie veneree ai vigili urbani di carpi e cologno. ma non farmi questo. signore, se mi vuoi bene, non farmi questo. mangero' i broccoletti della mensa. mangero' anche le melanzane di mery terry. anche quelle sott'olio. ma non farmelo, ti imploro. non rubero' piu' nastro adesivo e carta e pennarelli e blocchi e pellicole fotografiche in ufficio. non faro' piu' telefonate a scrocco dalla mia scrivania. non usero' internet per piu' di 10 minuti al giorno. solo lavoro. niente hobby. andro' in un campo profughi ad accogliere i gommoni. andro' insieme ai profughi in gommone per capire cosa provano. carichero' a spalla i profughi per capire cosa prova un gommone. ma ti scongiuro, risparmiami jahve'. risparmiami la tragedia che credo si stia per scaraventare sulla mia vita.

-teresa?
-zi'?
-se non viene isabella, johnny, qualche collega e amica... ccchhhi vvvvvv... chi vvvv.. chi vvviene?
-MAMMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

porco cazzo. puttana troia ladra, quanto mi piace il marito di quella la'. e domenica col cazzo che vado a messa con mia madre. e 'sta minchia che porto aziz alla moschea. se arriva big mery terry giuro che prendo il fucile di mio zio cacciatore e la ammazzo. e alla polizia diro' che il fucile era suo e voleva ammazzarmi perche' non amo la sua cucina. e quando parcheggero' al comando, mettero' il disco orario avanti di mezz'ora. che gli venga la sifilide. e gli scoreggero' sulle auto dopo aver mangiato le verdure piu' puzzolenti e cancerogene del mondo. e gli daro' fuoco con un falo' fatto con la carta della fotocopiatrice dell'ufficio. e buchero' tutti i gommoni di profughi che arrivano in italia con la pinzatrice. e faro' le foto mentre affondano, telefonando agli amici per raccontargli le mie imprese. e poi tornero' nel mio loculo lavorativo e navighero' per tutti i siti porno che esistono. perche' almeno stavolta, in base alla disposizione delgi uccelli, capiro' il mio destino. eccheccazzo.

Paure sbagliate
commedie già date rivivro'.




27 agosto 2003

FERIE E TEMPERIE
tu puoi fare le ferie, andare in honduras, passare 15 giorni in versilia con le persone che ami di piu'. ti abbronzi, uniformemente, niente scottina, niente eritemi. un piccolo, insignificante herpes a deturparti la bocca. ma niente in confronto a quella enorme crosta umana che e' la tua coinquilina.
tu credi che lo iodio ti abbia fortificato l'essere: mentre in realta' sei come Gustav von Aschenbach e ti stai lentamente avviando alla defunzione. ed il tuo tadzio non ha nulla di bosie douglas ma ha un possente e potente nome lucano. amaro, appunto.
ti senti bellina, con quelle lentiggini a cappottarsi su giu' per il tuo naso. e non sai che quelle efelidi si trasformeranno immantinentemente in vitiligine non appena saranno a contatto con i gas tossici emessi dal corpo di It. lei, mery terry.

-ciao a tutti... c'e' nessuno?
-ilèèèèèèèèèèèèèèè... ci zo' io!
-ecco. una delle risposte che non avrei mai voluto avere.
-zo' diqqua ci zta pure verdiana!

verdiana e' la figlia della nostra vicina. ha 2 anni e non dice praticamente niente. le ho insegnato a disegnare farfalle e serpenti che vanno verso le farfalle. ma lei, della sottile metafora sessuale che si cela infingarda dietro i suoi disegni, non ne sa nulla. spero non li rifaccia all'asilo, altrimenti la sua maestra crede che sia vittima di molestie sessuali. e che dietro quel disegno ci sia il desiderio del suo inconscio di esprimere il suo dolore. e di parlare dei suoi problemi.

-ciao verdiana, che fai di bello?
-ah...
-hai vizto? dice ahhh!
-e' sicuramente piu' evoluta di te, teresa...
-verdiana, di' a ilè dove zta la tua bambola?
-ah...
-verdiana, non stare troppo vicina a mery terry che ti causa l'invecchiamento precoce degli strati epiteliali
-la bambola ce l'ho io, ce l'ho! se l'e' presa maria tereza la bambola di verdiana!
-teresa, tu hai gia' quella gonfiabile a forma di uomo di Cro Magnon. lascerei cicciobello a chi non ha ancora i tuoi problemi relazionali e caseari.
-eh?
-vedi che parli come verdiana? solo che hai differenziato la vocale! la sintassi è la stessa: ferma al mesolitico
-il mesolitico lo piglia mia mamma quando ha i dolori mestrovali!
-idiota! quello che piglia tua madre è il NIMESULIDE, non il mesolitico! e' un anti-infiammatorio! quello che dovrei prendere io in dosi massicce per difendermi da quell'enorme flogosi che sei tu!
-nimesulitico? ma te lo pazza la mutua?
-nella figura del prof. dott. guido tersilli in persona!
-ma dove zta zto profezzore? al san raffaele?
-no, all'istituto di igiene mentale! ti prendo l'inidirizzo!

in tutto questo verdiana sventolava il suo cicciobello in aria. cicciobello che aveva estirpato dai rizomi carnosi delle mani di mery terry.

-ah... ah...
-brava verdiana! adesso prendi il tuo cicciobello e rendilo martire. abbattilo ripetutamente sulle parti visibili di mery terry.

2 anni verdiana. eppure gia' cosi' straordinariamente in grado di difendersi dai pericoli. gia' cosi' precocemente savia nel comprendere cosa va eliminato radicalmente dalla sua vita. cosi' meravigliosamente abile e agile nello shakerare la sua bambola contro mery terry. eventualmente procurandole ematomi.

-verdiana, cheffai? mi fai male, bazta! poi mi vengono i lividi!
-non sono niente in confronto alle ecchimosi mentali che mi procuri tu, pantano di pignola!
-verdiana, zei una maleducata! non ci gioco piu' con te!
-le fai il regalo piu' bello che a 2 anni si possa desiderare! verdiana, vieni di la' con la zia ile. per premiarti della tua precoce violenza ti insegnero' a fare un bel disegno: disegniamo treni che entrano nei trafori alpini...

Sei creativa
positiva
coinvolgente
quando agiti le tue belle mani

31 luglio 2003

FRENCH KISS
di solito non mi impongo alle persone. se ho un parere cerco di difenderlo, mai di improrlo.
ma ieri sera davano french kiss. e sapevo che mi sarei imposta. sono uscita dall'ufficio, ho comprato un macbacon menu e sono volata a casa. 20:54. ho spalancato la porta, buttato la borsa sul mobile in cucina e guardato mery terry:

-stasera non sento ragioni. c'è il mio film preferito e si guarda quello.
-vabbuo'

vai, andata. 20.55. inizia. kate è sull'aereo che tenta di superare la sua paura di volare. io scarto il mac-sacchetto e inizio a mangiare.

-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
-parla a telegramma per stasera. devo vedere il film
-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
-il tempo a tua disposizione è esaurito.
-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè... mi fai ridere
-e tu mi fai piangere
-mi fai ridere perchè hai comprato macdonald's pur di non guginare
-e allora?
-hai paura di perderti una battuta del film?
-certo! la vita con te è talmente dura che se non mi consolo con l'umorismo del film muoio
-potevo guginarti io! ci sono delle melanzane all'aglio
-e l'estintore da spararmi in gola per vanificarne l'effetto ce l'hai?
-eh?
-senti, lascia stare. voglio vedere il film.

charlie è partito e kate è attaccata al telefono, sperando di potergli parlare della casa.

-che tiene quello?
-chi?
-quello al telefono
-è charlie, il fidanzato di kate
-no, il fidanzato è un altro
-no. quello è il fidanzato di kate. è a parigi
-ah! allora l'ho già visto questo film. che lui alla fine muore.
-devi aver visto il sequel. charlie alla fine del film gode di ottima salute.
-ma perchè ciambotti?
-che faccio io?
-ciambotti, fai gonfusione
-confusione su cosa?
-quello non è il fidanzato. non vedi che è ubriaco?
-ma perchè, il fidanzato di kate non puo' ubriacarsi?
-e dov'è?
-a parigi, cristobal!
-e perchè?
-è a un convegno di medici
-perchè è malato?
-no, porco cazzo, perchè è medico
-in cosa?
-ma che caspita te ne frega!
-tanto pè sapè

charlie ha chiamato kate. le ha detto che si è innamorato di juliette. addio.

-e adesso che fa?
-parte per parigi per riprendersi charlie.
-ma lei c'era già a parigi
-no, è in canada
-no, è a parigi. all'inizio del film era sull'aereo
-era su un simulatore di volo. non è mai partita.
-ahhhhhh... pero' 'sto film è tutto ciambottato
-ma che è 'sto ciambottare?
-la ciambotta!
-spiegati, sfinge della lucania!
-è una ricetta nostra. ci metti dentro un po' di tutto e mischi. per questo fai gonfusione. ciambotti.

luc è sull'aereo. e si mette a parlare con kate delle loro esperienze sessuali.

-ma che parli cosi' co' uno che non conosci?
-teresa, è un film
-ma io non parlo dei fatti miei co' uno che vedo per la prima volta sull'aereo
-teresa, si chiama sospensione d'incredulità. fai passare per buono quello che il film ti fa vedere.
-gomunque lei si sta comportando male e fa la figura della poco seria.

luc nasconde la collana nella borsa di kate. e sbarcano a parigi.

-e mo' che fa? la insegue?
-deve riprendersi la collana
-e dove l'ha gomprata?
-se la nasconde alla dogana, vuol dire che l'ha rubata
-allora lui è un ladro
-sagace!
-c'avevo raggione che lei non gli doveva parlare. lui è un poco dibbuono

kate arriva al george v e vede charlie con juliette. sviene per l'emozione e bob le ruba la borsa.

-che scema! i soldi se li doveva mette nelle mutande! bisogna esse previdendi
-adesso va a riprendersi la sua roba, il suo passaporto, i suoi soldi, le sue vitamineeeeeeeeeeee
-ma se non c'ha soldi come fa?
-deve affrontare le sue paure e cavarsela da sola
-secondo me se si metteva i soldi nelle mutande era a posto

kate è sola e persa a parigi. sulle note di paolo conte. e luc scopre che la collana è rimasta nella sua borsa. la insegue.

-dov'è adesso?
-all'ambasciata americana
-è americana?
-in attesa di passaporto canadese. quindi la mandano all'ambasciata canadese
-che scema! se andava subito là non si faceva la fila! fingeva di svenire e la facevano passà avandi!

rifiuto di rinnovo passaporto. kate torna al geroge v e scopre che charlie sta partendo per cannes.

-ma è scema?
-perchè?
-non vede mai la torre iffel
-Eiffel, con la E
-non la vede quella cretina
-innanzitutto non offendere kate. secondo lei non vede la torre perchè non è innamorata. infatti la vedrà per la prima volta quando è di fianco a luc. che è l'uomo della sua vita.

sssttt. silenzio. parte il viaggio parigi-cannes.

-ma lui l'ha baciata!
-veramente è stata lei
-te l'avevo detto che è una poco dibbuono!
-ma lei stava sognando e crede di aver baciato charlie
-ma se charlie è con l'altra!
-s?, cristobal, ma è un sogno! S O G N O

luc si accorge che si sta innamorando. ma alla mattina discute di formaggi con kate. è a quel punto che mery terry si illumina

-452 formaggi?
-pensa... in francia ce ne sono 452 tipi. perchè non ti trasferisci e non stai là finchè non li hai assaggiati tutti?
-mi schifano i formaggi fragesi. a me piaggiono guelli delle parti nostre. e mo' che fa? si sende male?
-lei è intollerante al lattosio. ha lo stomaco delicato.
-ma se lo zapeva perchè lo ha mangiato?
-perchè sta bene dopo il bacio con luc
-gomungue coi formaggi delle parti nostre non succede mai
-per forza! hai lo stomaco piu' forte della vacca che li produce!

kate ha gli spasmi. si ferma a la ravelle con luc. dalla sua famiglia. e si accorge che forse si sta innamorando anche lei.

-ma lui ha la vigna?
-la sua famiglia ce l'ha
-allora è ricco. che ci fa con la vigna?
-produce polenta
-eh?
-che cazzo vuoi che ci faccia con una vigna! VINO e UVA!
-a me non piace. la bionda è intollerante anche a quello?
-no
-meno male

luc aiuta kate a riconquistare charlie. ma a lei non interessa piu'. vuole solo tirar luc fuori dai guai. allora sacrifica le sue 45.782 uova per il nido e s'imbarca sull'aereo

-che fa? è scema?
-perchè?
-gli ha dato i soldi?
-lei lo ama. ma crede che lui non la ami. quindi fa tutto di nascosto.
-e charlie?
-non lo vuole più
-e si è fatta tutto 'sto viaggio per niende?
-per trovare il suo vero amore e le sue vere radici

luc raggiunge kate e le dice che non deve volare via. e vivono felici in un cottage di pietra.

-ma vivono li' adesso?
-si'.
-ma è scema? lascia un medico per un contadino
-teresa
-z???????
-quanti anni hai
-33
-sei fidanzata?
-no
-ecco, allora io non mi metterei a dar consigli sull'amore. con te piu' che altro ci sono da leggere avvertenze ed effetti collaterali
-gomungue haffatto male. doveva stà coll'altro
-ma lei ama luc!
-ma quello è sporco e frangese!
-ma tu sei brutta e potentina!
-gomungue io 'sto film l'avevo già visto
-l'avevi seguito con cura, vedo
-vado a telefonà a mia sorella
-prego
-non gi gapisce niende di questo telefono
-chi?
-mia sorella
-non capisce niente del TUO telefono?
-no, del suo. l'ha gomprato uguale pure lei.

macera, macera, macera. marcisci, marcisci, marcisci.

30 luglio 2003

MESSAGGIO ALLA NAZIONE: STASERA ALLE 21.55 SU RAI 1 C'E' FRENCH KISS.
Guardatelo, è il mio film della vita.

22 luglio 2003

BENTORNATA MERY TERRY
ecco, io ho pazienza. io di pazienza ne ho proprio tanta. sono calma, serena e rilassata. ho una grande pazienza. maporcadiquellavaccamaiala (giusta alternanza di suino e bovino) quando vedo mery terry mi scappa tutta d'un colpo. non la pipi'. la pazienza. beh, forse anche la pipi'.

sapevo che rientrando l'avrei trovata in casa. probabilmente abbronzata, probabilmente con le sue braghette grigio topo-morto.
e invece nulla. il silenzio. giro la chiave nella toppa e la casa e' vuota. so che non puo' essere caduto l'aereo. non ho avuto torta di compleanno, di conseguenza niente candeline, ergo nessun desiderio espresso, percio' zero desideri avverati. l'aereo e' rimasto su e mery terry e' scesa giu'. dov'era andata?
non faccio in tempo a godermi la solitudine che suonano alla porta. apro e non c'e' nessuno. richiudo.
tre passi in corridoio e risuonano alla porta. apro. nessuno. richiudo. ci sarà un contatto.
sei passi in corridoio e di nuovo il campanello. stavolta faccio un balzo da canguro. apro di scatto.

-buuuuuuuu... ilèèèèèèèèèèèèèèèèèè.... buuuuuuuuuuuuuuu

dolore costrittivo, opprimente e bruciante nella regione dello sterno e del cuore. si irradia al collo, alla mandibola, alle braccia e alle spalle. alla parte alta del ventre. nausea, vertigini, senso di debolezza, eccessi di sudorazione. difficolta' di respirazione, polso irregolare. stato d'angoscia, pallore del viso. non c'e' scampo: e' infarto.

-ilèèèèèèèèèèèè... ti ho fatto uno sgherzo!
-lo scherzo me lo ha fatto la vita quando ti ha messo sulla mia strada. anzi, nel mio appartamento.
-ti ho vizto arrivare dal balcone e mi so' nazcozta sulle scale. poi quando zei arrivata ho zuonato e mi so' nazcozta nell'ascenzore
-mai che succeda come nei film che la tromba dell'ascensore e' vuota? come al dottor drake remore'?
-zo' tornataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
-la mia valigia?
-zo' tornataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
-ho capito. la mia valigia?
-tornataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
-teresa... LA MIA VA-LI-GI-A
-zta in camera

quando sono entrata in camera mi sono guardata attorno. non la vedo.

-teresa... non c'e'
-zta vicino all'armadiooooooooooooooo
-ma vicino all'armadio c'e' un vecchio scatolo...

realizzo. realizzo che quella scatola scura una volta era la mia valigia. adesso è una campana per la raccolta differenziata. spariti tutti gli stickers dei viaggi che ho fatto: cuba, jamaica, honduras, spagna, grecia. niente. ci avevo attaccato anche un adesivo con scritto ILENIA. tolto. si vedeva benissimo il segno della colla.nel frattempo la pantegana di potenza arriva dal corridoio.

-quella è la mia valigia?
-zi'
-e i miei adesivi? la scritta col mio nome?
-li ho tolti
-che significa: "LI HO TOLTI?"
-li ho tolti perche' io mica mi ghiamo ilenia. non pozzo mica andare in giro co' una valiggia col nome di un'altra. ti pare?
-mi pare un cazzo, cristobal! la valigia e' mia!
-zi', ma la uzavo io. guindi ci ho tolto il nome. se vuoi ce lo rimetti. ti gompri un altro adezivo.
-ma sei deficiente o ti ha morso una mummia del cairo?
-so' stata al cairo mo' ti faro' vedere le foto
-non me ne frega una cippa di vedere le tue foto. voglio RI-vedere i miei adesivi. i miei ricordi dei caraibi...
-li ho buttati
-stai scherzando
-stavano male sulla valigia. non mi piacevano.
-anche a me non piaci tu eppure micca mi metto a rivedere la tua estetica. anche perche' non ne uscirei viva.

non ne vale la pena. i feel good, i feel good, i feel wonderful. stai calma. porta pazienza. ma almeno, teresa, ringraziami della valigia.

-zenti...

sia lodato gesu' cristo. sta per ringraziarmi, darmi un souvenir che mi ha comprato per sdebitarsi e tutto passera'.

-volevo di'...

siamo alle solite. discorso sincopato alla celentano.

-volevo dirti...

dillo quel grazie... dillo...

-siccome mi hai preztato la valigia...

ecco sta per dirmi: "ti ho portato un pensierino dall'egitto. grazie."

-siccome mi hai preztato la valigia volevo dirti...

dai...

-...che e' proprio scomoda la gombinazione. e poi non me la rigordavo piu' e ho dovuto rombere l'aggeggio.

e' solo in quell'attimo che noto che la serratura e' scassata. che i numerini che servono per aprirla non esistono piu'.

-ma ti avevo detto che la combinazione era la data dell'assassinio di kennedy. 22 11 63. te l'ho fatta memorizzare sul cellulare. e se non ti fossi ricordata, potevi chiedere a qualcuno quando e' morto kennedy e risalire alla combinazione!
-ma non volevo spendere a usare il cellulare
-ma razza di cerebrolesa, a consultare la rubrica micca spendi!
-ah, no? con 'sto cellulare nuovo mica ci capizco niente!

comincio a emettere gemiti e a sbattere in aria le braccia. sembro kate in french kiss quando scopre che bob le ha venduto tutto il contenuto della borsa. e si dispera ripensando a tutto cio' che ha perso ("i miei soldi, il mio passaporto, le mie vitamieneeeee"). non ho parole. non so che dire. e non voglio dire niente perche' altrimenti compio un potenticidio.

-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
-che cazzo vuoi
-non ti ho bortato niente dall'egitto. gia' ti avevo usato la valigia...
-credo di non aver capito
-ti ho fatto la cortezia di usare la tua valigia. piu' di cozi'...

non imparo mai. non imparo mai che mentre mery terry vola dalla finestra, devo prenderle i tempi. perche' io di pazienza ne ho. ne ho proprio tanta.

e nel far le valigie ricordati di non scordare

21 luglio 2003

COMPLEANNI
sabato era il mio compleanno. il regalo più bello sarebbe stato il dirottamento dell'aereo sul quale mery terry stava tornando da me. con la mia valigia. in realtà, tra i primi 3 posti si piazza immancabilmente sara, col suo biglietto.
ve lo pubblico perchè vi rendiate conto che al mondo c'è qualcuno matto quanto me. e perchè vi rendiate conto della persona che sono. nel caso voleste d'ora in poi non leggermi più, capiro'.

"19 luglio 2003.

Ho, bene o male, almeno 10 motivi per considerarti speciale:

1)quando eravamo piccole, in inghilterra, mi hai salvato la vita mentre un'auto mi stava investendo (!)

2)da ragazzine, quando giocavamo a pallavolo a casa tua, mi hai fatto conoscere la Stecca, figura poi decisiva nella mia formazione personale

3)a 16 anni sei andata da fonzie e gli hai detto : "guarda che il bacio è l'anticamera dell'amore!", facendolo così riflettere profondamente sul significato del nostro incontro

4)hai messo la domanda di zecchi a passaparola

5)hai scritto le preghiere dei fedeli del matrimonio della bene, da sola alle 3 di notte, spacciandole per un lavoro d'equipe

6) è capitato anche te di innamorarti di uno stronzo, almeno una volta, facendomi sentire che non sono sola al mondo

7)mi hai fatto conoscere teo e ciccio..... (rifletti)

8)ti sei arrampicata sulla cancellata del carcano alle 2 di notte per strapparmi urby

9)l'anno scorso, al mare, mi hai fatto una piega da shianto (da schianto in autostrada contro un camion)

10) mi dici sempre che sono bella, anche quando sono inguardabile."

(segue una parte affettuosa che salto)

credo di dovervi delle spiegazioni, punto per punto.

1)avevamo 13 anni io e sara. lei veramente ne aveva 12. eravamo in inghilterra e stavamo rientrando a cena. lei ha fatto per attraversare la strada ed ecco che sbuca un'auto. io faccio uno scatto alla roadrunner e la tiro a bordo strada. salvandole la vita. più tardi, negli anni, la sua famiglia mi ha ripetutamente giurato vendetta

2)la "stecca" era la classica bambina rompicazzo che c'è in ogni compagnia. quella che ti viene a chiedere: "posso giocare con voi?" e tu le inventi mille scuse perchè non vuoi. eravamo stronzette da piccole. se avessi un figlio e facesse così, ora, lo educherei al rispetto delle "Stecche" esistenti sul globo.

3)fonzie è stato un fidanzato della sara. lui l'ha baciata e poi ha fatto un po' il fenomeno. io allora, da brava ibarruri, ho cercato con le me parole di fargli capire che baciare sara era stata una cosa importante. che micca tutti i giorni si ha una fortuna così.

4)sara ha una passione per l'arte e per zecchi. quando lavoravo a passaparola, mettevo nei copioni le domande sulle cose che le piacevano.

5)bene, lo scopri ora. ma quelle preghiere dei fedeli le avevamo pensate in precedenza. insieme. io le ho solo ricopiate.

6) stendiamo un velo pietoso sugli stronzi di cui mi sono innamorata

7)i personaggi menzionati sono amici miei che ho presentato a sara. vergognandomene io stessa. non riesco a trovarle l'uomo della vita

8) questa del carcano la sapete già. se avete parenti che lavorano al carcano, per cortesia, non diteglielo che mi arrampico sui cancelli e strappo locandine

9) al mare non ci si asciuga mai i capelli. ma ogni tanto vien voglia. sara ha dei bellissimi capelli ricci. ma ogni tanto se li stira. al mare, l'estate scorsa, mi ha chiesto di farle la piega liscia. io ci ho messo tutto l'impegno e l'amore di cui ero capace. ma ammetto che la piega era oscena e i capelli rovinati. sara è dovuta uscire con le treccine. e anche con quelle traspariva la scarsa perizia dell'acconciatrice. a mia discolpa devo dire che avevamo perso il beccuccio del phon e io non riuscivo a direzionare bene il getto d'aria calda. per quello.

10)io a sara voglio bene. e la vedo sempre bella. in realtà lei è veramente bella. e infatti quando usciamo insieme io sono quella simpatica.

ho scelto te una donna per amico

16 luglio 2003

ANOMALIA
cerco di scrivere in modo ironico. cerco di usarla, questa ironia. ma oggi ho voglia di dire qualcosa d'altro. in altro modo.

domenica ero in una pizzeria al taglio. fresca, di doccia appena fatta. abbronzata, di honduras appena tornata. con la camicia a fiori, i capelli ricci e la voglia di stare al sole. entro nella pizzeria. con la fame del pomeriggio. di quel relax che ti dà solo la domenica.
entro e ordino un pezzo alla salsiccia.

-con l'angolo, per favore...
-certo!

e col sorriso giro il muso verso l'angolo del locale.
eccola l?.
90 anni. magra come un chiodo. che non capivi se le mancavano muscoli o addirittura un braccio. o una gamba.
talmente magra che se l'avessi abbracciata mi sarei abbracciata da sola.
era la mamma della pizzaiola. che masticava il suo quadrato di margherita. ed era un po' duro e si tirava fuori dalla bocca quei boli soffocanti. li appoggiava sul grembiule, dandosi tempo per masticarli in seguito.
guardava i golosi entrare nel locale e poi uscire. e si sentiva come loro, perchè tutti mangiavamo pizza.
mi ha fatto una tenerezza immensa. e mentre ingoiavo pezzi di salsiccia e mozzarella, mi sono messa a piangere. avrei voluto abbracciarla e dirle "le voglio bene, signora". ma non avrebbe capito.
ho mangiato tutto il tempo guardando lei. e lei ha mangiato tutto il tempo guardando il suo grembiule. contando quanti boli di pizza doveva ancora masticare. una fatica, quel quadratino. per me, un attimo. per lei, una sera intera.
ho continuato a piangere, anche una volta uscita. e sulla soglia, le ho sorriso. lei mi ha guardato e poi ha continuato a rotolarsi in grembo i suoi boli. ma io, andando alla macchina, piangevo ancora.

14 luglio 2003

COME MACCHIA D'ALBICOCCA
ci sono cose nella vita che quando ti succedono ti fanno capire che non c'è rimedio. quando ti macchi d'albicocca, per esempio. se la goccia arancione cade su un capo bianco, puoi provare con la candeggina. ma l'insidia si nasconde dietro il capo colorato. ecco, in quel caso non c'è omino bianco che sbianchi o perlana che rispetti i colori. smacchiare l'albicocca è impresa ardua.
quando è arrivata mery terry nella mia vita si è appiccicata alle mie braghe come macchia d'albicocca. e le braghe erano rigorosamente colorate. mery terry è il mio cul de sac.

al momento madre teresa di pastasciutta è nel mar rosso. mare che dopo la prima abluzione avrà sicuramente assunto i toni decisi del verde marcio. vivere senza di lei in casa è un paradiso, mi sono detta. mi sono sentita come lady oscar quando aiuta i rivoluzionari a prendere la bastiglia.
invece il suo spirito aleggia in casa sotto le forme più insospettabili e spaventose.
settimana scorsa, la prima di libertà sotto cauzione, mi sono goduta il bagno, la cucina, il corridoio. e sono andata a dormire presto. un po' perchè sto scrivendo tanto e sono stanca e un po' perchè volevo ascoltare il silenzio di casa.
nell'oscurità, con le finestre aperte, non temevo nulla. se anche entravano le zanzare non potevano farmi niente. sono anemica e c'è poco da succhiare. in più, quel poco di sangue che ho, se lo sono prelevati i sand flies dell'honduras. quindi, care le mie zanzare , vi è andata male.

ma non ho considerato lui: il pipistrello. si è fiondato in camera mia come il conte dracula su lucy. ho avuto una paura tale da pensare solo a scappare. cosi' mi sono ricordata di soldato jane e ho attivato le tecniche dei navy seals: mi sono buttata giù dalla branda, rotolando sul pavimento. a passo di ghepardo ho strisciato fino alla porta, l'ho aperta e sono uscita. richiudendomela alle spalle.
tremavo. le tossine che non espello bevendo acqua, le ho espulse coi sudori freddi di quei momenti. ero la grotta sudatoria di me stessa. ho aspettato che dampyr uscisse. ho cercato consolazione via sms e l'ho trovata. ma quell'essere stokeriano permaneva. nella mia stanza. all inclusive. senza avere il braccialetto del villaggio.
dopo qualche tempo, sono rientrata. al buio doveva aver ritrovato la via d'uscita. mi sdraio, mi rilasso e sto per crollare.
a un certo punto sento: fr... frrrrr... frrrr...
d'istinto guardo la finestra alla mia destra. vedo arrivare un deltaplano-a-sonar direttamente verso la mia faccia. il topo palmato puntava me.
secondo ciak di soldato jane e seconda botta di hammam.
basta, non ci dormo li' dentro, ho paura. dormo da un'altra parte. ma dove?
a quel punto mi giro e capisco. capisco che non ho via d'uscita. che devo andare a dormire nella stanza di mery terry.

... <- UN MINUTO DI RACCOGLIMENTO IN MIA MEMORIA

vuota, pulita, disinfettata. quella stanza è l'unico riparo.
con non poco ardire varco la soglia del sacro tempio di madame tomino d'alba. mi sdraio sul letto. e cerco di dormire. ma un santino di padre pio mi inquieta. allora mi giro dall'altra parte. le sue mutande, messe in bella mostra sulla sedia. provo a dormire a pancia in giù, ma così affondo la testa nel materasso, pregno del suo odore. con la faccia in su, invece, scorgo solo il soffitto. ma il suo lampadario arriva direttamente dal set del rocky horror. anzi, solo dell'horror.
non credo di essermi addormentata. credo di aver perso i sensi. credo che il mio inconscio, per proteggermi, mi abbia mandato in catalessi.
la mattina mi sono sveglita alle 6. e chi mi conosce sa che non alzo mai la saracinesca delle palpebre prima delle 9. ho resistito 4-5 ore in quella stanza. ma di più no. perchè alla luce del giorno, vi giuro, era tutto molto più spaventoso. anche del pipistrello.
la prossima volta dormirò con dracula piuttosto che con l'ombra del pigiama grigio-topo morto di mery terry che troneggiava sul servo muto. d'altronde sul pipi ci posso girare un documentario. beh, effettivamente anche su mery terry. ci penserò seriamente.

sotto il lampadario delle stelle,
inutilmente imitatrici dei tuoi denti.
Prendi, e dagli spaventi
tanto sentimentali,
tiri le diagonali dei sospiri violenti.
Svegliata la mattina,
guardi nel posto accanto



08 luglio 2003

LA LACRIMA DI ROBERTO SATTI
la settimana scorsa è volata via come i rotoli della scottex nello spot di qualche tempo fa. sapendo che mery terry partiva, assaporavo ogni momento come se fosse l'ultimo. ben sapendo che era veramente l'ultimo. ma prima di godermi l'agognato premio della sua assenza, ho dovuto superare un paio di inopinati e dolorosi dossi della vita.

entro in casa e chiudo la porta. silenzio. tipo quello che seguiva un'interrogazione improvvisa di matematica. niente "ilèèèèèèèèèè". eppure a mery terry, 'sta lucy della rift valley del terzo millennio, la parola l'hanno data. ed io le ho persino prestato la mia valigia, quindi dovrebbe baciare la terra su cui cammino.
3 passi in corridoio e ancora niente. cucina pulita. stufa albina, segno che nessuno ci ha cucinato sopra.
6 passi in corridoio e regna l'insonorizzazione.
9 passi e da lontano sento un rantolo. come un puffin islandese caduto sul ghiaccio.
12 passi: di fronte al bivio. busso in camera sua per sapere se sta bene o entro in camera mia a godermi la pace?
13esimo passo: mi butto sul mio letto e lancio le scarpe a 1 micron da urby e cammy. rischiando l'infanticidio ittico.

dall'uscio di fronte si apre uno spiraglio. nessie si sta avvicinando. e tra poco, lo so, mi deturperà l'anima con la sua presenza.

-ileniààààààààààààààà
-entra
-mo veramende soggià endrata
-parli peggio del solito. hai un chilo di ghiaia in bocca?
-no
-che c'è? non mi chiami mai ilenia per intero
-non g'ho niende
-sputa. possibilmente non addosso a me
-non ho niende
-allora levati dallo stipite e pensa a quanto starai bene in egitto. e alla possibilità di stabilirti laggiù per sempre. tra l'altro se ti metti a gattoni possono scambiare le tue chiappe per gobbe di cammello. sai i soldi che ti fai a portare in giro i turisti?
-so' triste
-eeeeeeeeeeeeeehhhhhhhhhhh, porco cazzo. o ti sfoghi o ti levi dalla mia area di sicurezza.
-so' triste
-l'ho capito. ora gira l'audiocassetta che hai nell'epiglottide e passa al lato B. dimmi perchè.

e inizia a piangere. probabilmente espellendo tossine assunte coi suoi cibi citrugni.

-si sposa
-chi?
-lui
-lui chi?
-il mio fidanzato
-mi manca un passaggio. se il fidanzato è tuo, con chi si sposa, di grazia?
-con la sua fidanzata.
-ricapitoliamo: tu hai un fidanzato che ha una fidanzata che sta per diventare sua moglie?
-zi'
-quanto ancora devo scoprire sulle usanze potentine!
-che sdronzo!
-io direi piuttosto... callido! se scappa da te e impalma un'altra...
-è per colpa sua che mi è successo tutto
-successo che?
-quando ci ziamo lasciati ho gominciato a ingrassare
-ma quello micca è colpa sua
-e avendo gominciato a ingrassare mi è venuta la cellulite
-guarda, ne hai talmente tanta che secondo me te la portavi dietro già da prima, comunque...
-e guindi so' aumendata 15 chili e mi so' ridotta cosi'
-un uomo da solo non puo' arrivare a tanto. credo sia un problema di malformazione dalla nascita
-per colpa sua so' brutta
-anche se fosse, teresa, è acqua passata. ora tu hai la tua vita e lui ne sta per iniziare una nuova. devi guardare avanti. magari in vacanza trovi un beduino e vivi felice nel sahara.
-ma 'sto sdronzo mica me lo poteva dire? da mia cuggina l'ho dovuto zapè!
-teresa, apprezza il gesto. non ha voluto farti soffrire. e magari ha pensato che tu lo avessi dimenticato. e che stessi vivendo una storia con un altro. anche se quest'ultima ipotesi mi sembra da inguaribile ottimista. e utopista.
-sdronzo rimane, 'sto cornuto! è per colpa sua che mi so' spundati i brufoli!
-questo non lo sai. magari ti sono spuntati perchè non stavi bene a prescindere. non dargli colpe che non ha.
-'sto pezzo di merda! quando mi ha lasciato so' caduta in depressione e mi so' stata chiusa in caza 1 mese.
-teresa, tutti abbiamo momenti duri. quando ti ha lasciato non voleva certo farti dal male. era una scelta che doveva fare (merda, parlo come natalia aspesi. come liala. come la bossi fedrigotti. come quella dentona della boralevi. potrei condurre "donne al bivio-dossier").
-lo odio. io so' qua e lui si zpoza!

e piange. ben più di "una lacrima sul viso".

-basta coi rancori. se continui cosi' diventi più brutta di quella che sei. e già stai superando il livello di tolleranza estetica consentito dalla legge. sei veramente un'aggravante dell'atto osceno in luogo pubblico.
-...
-teresa, basta. butatti questa storia alla spalle e perdonalo una volta per tutte. guarda avanti e fatti un nuovo fidanzato
-non pozzo
-questo lo so anch'io, scusa. lo so che per te è impossibile. lo dico per consolarti
-...
-teresa, un sacco di uomini lasciano le loro fidanzate. lui non è il primo e non sarà l'ultimo. non ha fatto niente di male. basta.
-è per colpa sua che...
-che cosa?
-che ho mollato tutto
-mollato che?
-è per colpa sua che ho mollato potenza e so' venuta a vivere qui. se non mi lasciava, io me ne stavo giù. e non venivo a lavorare qui a milano.

in quel nano secondo realizzo il melodramma. che non è suo ma MIO. LUI è la causa di tutto.

-brutto pezzo di merda, 'sto stronzo. 'sto deficiente di un insensibile tronco di faggio. questo rincoglionito con la cognizione di un cavallo a dondolo. questo post it con la colla che non attacca più. questo ramarro incapace di arrampicarsi. questo casanova pelasgico, questo dongiovanni sabellico. questo brigante di adiposi cuori femminili. questo suricata fifone. questa aphelandra senza germogli. questo surrogato di seppia incolore. quest'uomo dal ventricolo retrattile, dall'alveolo insensibile, dall'aorta recisa. questo gadget di uomo è la causa di tutti i miei mali. spero che secchi come una patata americana nel texas. o come un cactus in svezia. spero che sia irretito come gli ingenui alla stazione col gioco delle 3 carte. che sia abbindolato come uno studente che firma per un'enciclopedia. come quell'idiota che ha pagato miliardi per il teschio di gesù bambino. spero che passi tutta la sua vita da un protologo.

e cosi', credendo di godermi una settimana di pace, mi ritrovo sconfitta dai sensi di colpa. per aver augurato ogni sorta di malattia venerea a un uomo che in fondo, dalla malattia venerea più terrificante della sua vita, è riuscito a liberarsi.

Con lacrime salate agli occhi tuoi
ben condita amata t'ho.
Dài piangete... ooh ooooh.
Dài cantate... ooh ooooh.


01 luglio 2003

BEETLEJUICE
ci sono momenti nell vita in cui sai che stai sbagliando. eppure continui ad errare errabonda.

prima di partire per l'honduras mi sono messa in camera mia a riempire la valigia. dopo 20 minuti che sbattevo dentro costumi e infradito, ecco che sento montare il lato oscuro. una cappa fuligginosa come quella dei camini tra cui danzava dick van dyke in mary poppins. nemmeno yoda avrebbe saputo contrastare una presenza cosi' negativa. e nemmeno il piccolo spazzacamino di de amicis, tutto nero in viso, col suo sacco ed il suo raschiatoio, avrebbe saputo pulire quest'ombra indelebile della mia esistenza. mi giro e rischio il collasso. eccola li' mery terry, con le sue braghette corte grigio topo-morto, la canotta bianca del "pronto spurgo cammarasana" di potenza e un torsolo di mela in mano. il resto della mela aveva già cagliato e stava viaggiando tra il suo cardias e il duodeno.

-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
-che c'è?
-chemmetti in valiggia?
-abiti
-e cibo?
-ma sei scema? se vado in honduras mangero' mango e cocco per 10 giorni
-e carne no?
-quella che c'è. comunque mi adeguero' alle usanze locali
-e ce la farai?
-se mi sono adattata a te, posso anche mangiare carne di iguana
-zenti...
-dimmi
-volevo di'...
-avanti...
-volevo zapè...
-ma cristobal, vuoi finire le frasi che inizi? puoi applicare le tue abitudini comportamentali davanti al cibo anche ad altre occasioni?
-chevvuodi'?
-cosa fai davanti a una bistecca impanata, fritta e spalmata di maionese?
-la mangio
-brava! la inizi e la finisci. cosi' devi fare con la lingua italiana. inizi una frase e la finisci.
-ho capito.
-cazzo, basta trovare la chiave giusta e rientri in questa dimensione. se t'avessi incontrata prima, stargate l'avrei girato io in vece di emmerich
-zenti... sto fagendo angh'io la valiggia... ma non ci zta la roba
-ma che valigia hai? 15 chili ci dovrebbero andare...
-15 chili?
-quando viaggi in aereo hai un limite massimo di bagaglio: per l'egitto sono 15 chili
-e mo' come faccio?
-ne hai messi di più?
-chenneso'? come faccio a pesare?
-prendi una bilancia e ci metti sopra la valigia, tesoro! non mi sembra un logaritmo particolarmente irrisolvibile!
-ma ci zta sulla bilangia?
-se riesce a pesare te, direi che siamo in una botte di ferro!

si leva dallo stipite della mia porta e attraversa il corridoio. dopo 10 minuti rientra.

-so' 25 chili
-chi, tu?
-nooooooooooooooo, la valiggia!
-ma che giumbolo c'hai messo dentro? gli elettrodomestici?
-beh...
-che vuol dire beh? teresa, che ci hai messo?
-vestiti, sgarpe..
-ok, fin qua ci siamo...
-asciugamani
-quelli toglili, te li dà l'albergo. anche il telo mare.
-veramende?
-ci dev'esser scritto sul depliant
-'nfatti ci zta scritto. ma a me mi schifa
-cosa?
-uzare un asciugamano che ha uzato un altro
-ma li lavano, signorina napisan
-vabbeh... poi ci ztanno il ferro da stiro, i deterzivi e la spugna
-i detersivi? per pulire che?
-il bagno! a me mi schifa se non pulizcono bene
-ma se puliscono meglio di te! vai in egitto con spic e span? togli tutto, brava brava mariarosa
-ma il ferro no
-e perchè prendi il ferro? se sistemi le cose bene in valigia, non c'è bisogno
-ma non mi piace andare in giro con la robba strobicciata
-teresa, vai in giro con quella faccia li'. l'abito sgualcito è il minore de tuoi mali. più che alla lavanderia io penserei all'estetica!
-chevvuodi'?
-che quando vai in giro, la gente si volta dall'altra parte. quindi non nota di sicuro i tuoi capi d'abbigliamento!
-e poi c'è l'olio e un po' di formaggio
-stai scherzando, vero?
-eppecchè?
-metti del formaggio in mezzo agli abiti? che cristopher te ne frega di stirare se poi puzzi di paddraccio?
-buonooooooooooooooo
-ma mangia quello che ti danno là! non farti compatire! via l'olio e il reparto caseario. togli tutto quello che non sono abiti leggeri, costumi, pareo e creme protettive. per il resto ci si arrangia.
-ma non ci zta lo stesso!

e mi fa vedere la sua valigia. sarà stata 1x1 m, di tela, con le cinghie.

-teresa, questa valigia non va bene
-pecchè?
-in aereo è meglio usare quelle rigide. o perlomeno avere un lucchetto o una combinazione
-ecche ddevi gombinare?
-serve a tutelare la tua roba. non si sa mai. dopo quello che è successo a malpensa...
-ma io mica ce l'ho
-sei tutta qui? con questa suitcase modello paleolitico?
-zi'

è stato li' che ho perso la ragione. e come nel migliore dei cartoni animati, sono comparsi due esserini sulle mie spalle. sulla spalla destra c'era un angioletto azzurro e luminoso. sulla spalla sinistra un diavoletto rosso tipo quello del milan. l'angelo mi diceva "diglielo, diglielo" mentre il diavolo "non dirlo, sei pazza? non dirlo, sei pazza?". combattuta tra le mie due essenze più profonde, quella buona e quella cattiva, ho dovuto cedere. e l'ho detto.

-teresa...
-zi'?
-quando parti?
-5 luglio
-quindi io faccio in tempo a tornare dall'honduras
-zi'???????????????????????
-vvvvv.... vvvuuuu... vvvuoi llla mmmm... vvvvuoi lla mmmmia... vvvvaaaaaligia?

è uscita cosi', senza che me ne rendessi conto. quella domanda è uscita dalle mie corde vocali senza che il resto dell'apparato fonatorio potesse impedirlo.

-vuoi la mia valigia? te la presto
-ziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

e ieri sera gliel'ho data. le ho svelato la combinazione e gliel'ho affidata. tra poco sarà gravida di 20 chili di abiti potentini, di pinne, fucile ed occhiali. e sotto un cielo di mille colori, io mi butto con la testa all'ngiù. dal terzo piano di un criminoso palazzo alla periferia di milano.

Ma tu non cambi mai.
Un braccio, che altro vuoi?