28 aprile 2004

PERCHE' E' BREVE LA VITA DEL CRISTALLINO
sono giorni frenetici. mi sembra di stare nel video di madonna, quello che ha copiato da biagio antonacci. quello col time-lapse della superstrada americana e dei grattacieli fotonici. ray of light, ecco come si chiama.
la mattina mi alzo talmente presto che devo andare io a svegliare il gallo perche' canti. la sera vado a letto cosi' tardi che non ho neanche il tempo di guardare i reality show. ormai riconosco che giorno e' dall'odore dei cuscini: se sanno di verza cotta e' lunedi', se sanno di frittata e' martedi', se non sanno di niente e' mercoledi' e se sanno di provola affumicata e' giovedi'. per gli altri giorni, fortunatamente, ho ancora una casa a carpi. coi cuscini che non rancidano.
mi sembra di vivere sola: ormai in alloggio non ho piu' contatti sociali. ma se e' per questo anche prima. parlare con mery terry non puo' considerarsi contatto sociale. e' piu'... assistenza sociale.

ieri notte finisco di lavorare all'una. torno a casa quatta come una razza chiodata e mi incoltro. ma l'adrenalina circola ancora fitta come le ape-car sulla salerno-reggio calabria e non riesco a prendere sonno. cosi', peggio dell'amina di bellini, inizio a deambulare per il corridoio in cerca di pacificazione. ignara che di li' a pochi secondi avrei invocato le piu' suppuranti malattie oculari. per certe cose non basta l'ipermetropia. per certe visioni la cataratta innesca l'autocombustione. per certe proiezioni retiniche il nostro sistema immunitario agisce con degli spasmi che nemmeno le cervicalgie da ernia ti provocano. tu esci dalla tua stanza dopo un giorno di travaglio e ti ritrovi, dopo nemmeno 16 ore, a invocare corioretinopatia sierosa o coma vegetativo. nemmeno a medjugorie ci sono state tali reazioni isteriche. ecco, dopo lourdes e fatima, questa volta l'apparizione e' toccata a me.
esco dal mio uscio, appoggio i plantari nella valleverde delle piastrelle di casa. uno strano profumo solletica i miei dendriti nasali. se fossi stata bernadette, avrei sentito odore di rose e avrei visto una bella signora vestita di azzurro venirmi incontro. essendo nata ilenia, sento solo olezzo di solanacee. peraltro anche fuori stagione. continuo nel mio pellegrinaggio domestico e nella caligine che offusca il mio cammino ruoto il collo all'indietro. intravedo moti anomali. o animali. l'istinto di sopravvivenza mi impone di rigirarmi e scappare verso il primo pertugio raggiungibile. la mia pietas e lo stato di ottundimento post-lavorativo non rispondono ai richiami immunodeficienti. dunque l'olfatto e' solleticato, la vista titillata. ma non basta. non e' abbastanza per far scattare il senso del rischio. e cosi', ignara di essere esperiatura di incontri ravvicinati del terzo e quarto tipo, continuo l'esilio verso il frigorifero.

-ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

spero sia un incubo.

-ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

non puo' che essere un incubo

-ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

freddy krueger di merda, dove cazzo sei?

sono ancora di schiena. possiedo ancora la vista. ho letto la mitologia e so cosa succede a chi guarda la medusa. non girarti ile, non farlo. non sei perseo.

-ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

rispondo gandhiana alla provocazione e sottovoce cerco il dialogo

-porco cazzo, cosa urli a quest'ora di notte?
-ma perche' parli di zchiena?
-non ho voglia di vederti
-ma che ti sei 'mbazzita? dai, che tra di noi amiche non ci zono probblemi
-A: noi non siamo amiche; B: non ho voglia di conversare con te. per parlarti ti ho fissato degli orari e tu devi rispettare quelli.
-ma tu non hai fizzato nezzun orario!
-appunto
-zenti, ti devo ghiedere una coza che non ho capito
-quale, tra i triliardi di concetti che il tuo cervello non puo' afferrare?
-in ghe zenzo?
-nel senso che sui misteri del tuo cervello ci potrebbero fare un intera puntata della macchina del tempo
-zenti, non capizco gome devo piglia' zta medigina
-deo gratia! ti hanno trovato la cura? per eliminarti esiste qualcosa che arriva dove nemmeno il verderame puo' giungere? che medicina e'?
-mo' che gazzo digi... e girati che non riezco a gapi' che digi...

e' nei gesti quotidiani piu' semplici che si nasconde la pazzia. quando michael douglas ha il suo giorno di ordinaria follia, ce l'ha per strada. non ce l'ha in honduras tra le mangrovie o ad amsterdam in un coffee shop. ce l'ha mentre va al lavoro. un momento qualunque, un di' qualsiasi e... tac. parte l'embolo.
qualcosa del genere deve essere successo al mio, di grumo ostruente. perche' vittima di una follia che neppure erasmo da rotterdam avrebbe saputo elogiare, ho piroettato di 180 gradi e me la sono trovata davanti. e repentino si ammaina l'urlo.

-ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
-mo ghe gazzo ti urli? non hai mai vizto una donna nuda?

nella tenebra che avvolge la mia casa un essere insondabile in costume adamitico si staglia in tutta la sua eposa pinguedine, nel suo concentrico cumulo di vera polpa di suino. la sua corpulenta stratificazione manderebbe in crisi il piu' puntiglioso geografo. nessuna mammografia, a meno che non ne esista una grandangolare, sarebbe in grado di ritrarre in meno di 120 pose la sua tettonica a placche. la lady godiva del busento cavalca a capello sciolto tra le maioliche di casa mia. il capello ora e' rosso e si intreccia ai peli delle braccia in un continuum spazio-temporale che non lascia scampo ai cardiopatici. non riesco a capire dove finisce la donna e dove cominci il megachirottero.

-teresa, porco cazzo, vuoi vestirti? se ti fisso per altri 5 minuti rimango offesa!
-nel tuo zenzo del pudore?
-ma no, razza di lampiride puzzosa... nelle mie capacita' di intendere e di volere!
-ecchessarrammai! pure tu zei fatta cozi'!
-se permetti... COL CAZZO, CICCIPUT!
-zenti, mo' non ezzere invidioza perche' io zo' piu' formoza di te!
-cristobal, ma sei rincoglionita nei villi intestinali? non potrei mai essere invidiosa di te a meno che non avessi il gusto dell'orrido!
-zenti... dammi una mano... non riezco a capi' gome devo piglia' 'zta coza...
-che e'?
-'na pillola
-per l'emicrania?
-no
-per il mal di testa?
-si'
-ma sei cretina? sono la stessa cosa!
-ah! allora no
-per che cos'e'?
-e' la pillola congezionale
-eh?
-la pillola congezionaleeeeeeeeeeeeee

pausa di riflessione. nella mia mente si susseguono tutta una serie di connessioni logiche che mi portano alla seguente deduzione: teresa tromba. corollario della deduzione: meglio che non si moltiplichi.

-allora teresa, vieni qua che ti spiego bene.
-tu zpiega, ze lo fai bene non lo zo. parli sembre ztrano tu
-lo so, e' una cosa nuova per te. si chiama I-TA-LI-A-NO
-come mio zio
-hai uno zio che si chiama Italiano?
-nooooooo, mo ghe c'entra! mio zio si ghiama luiso. pero' e' italiano
-non ti rispondo neanche perche' ho paura di inerpicarmi in discorsi che mi porterebbero alla morte. e poi luiso... che cristobal di nome e' luiso?
-come luisa pero' con la O
-non fa una piega
-beh, mi digi come si prende 'zta coza?
-ma non te l'ha spiegato il ginecologo?
-ginecologo?
-ah, scusa... ovvio che tu sia andata da uno zoologo...
-macche'! me le ha date mia cuggina!
-prego?
-a lei ci vanzavano
-ma non puoi prendere la pillola a caso! te le deve prescrivere il medico!
-zi', e mo' io devo zpendere dei soldi per farmi fare una rigetta? mia cuggina ha la cognata farmacizta e ne puo' avere quante ne vuole. adezzo a lei non ci zervono perche' e' incinta
-vedi di non fare lo stesso errore...
-zenti, quando la devo piglia' zta pasticca congezionale?
-si prende il primo giorno del ciclo e poi ogni giorno alla stessa ora per 21 giorni. si smette per 7 giorni e poi si ricomincia.
-fagile!
-beh, non e' complicato
-e quando voglio ave' un bambino gome faccio?
-questa e' una domanda che non ti dovrai mai porre. tu non devi figliare. e' contro la convenzione di ginevra.
-ma jenny vuole 'na famiglia!
-che si tenga quella che ha gia': padre, madre e 9 fratelli. direi che basta.
-pero' una piccola terezina...
-VADE RETRO SATANA! NON BESTEMMIARE! sai che se bestemmi ti succedono cose orribili?
-muoio?
-peggio
-vado all'inverno?
-peggio
-rimango fantazma?
-no. vieni cacciata dalla fattoria come il baffo da crema
-uh! poverino! no, non voglio!
-ecco, quindi vedi di seguire le istruzioni della scatola e di non dimenticarti nemmeno una pillola!
-vabbene. grazie ile'
-figurati. se posso fare volontariato... buonanotte
-zenti...
-che c'e' ancora?
-ma poi mi viene la nausea?
-beh, probabile che un pochino ti venga...
-ma quando ti viene la nausea non e' che perche' sei inginta?
-non necessariamente
-infatti. mia madre quando aspettava me non ha mai vomitato.
-ha recuperato abbondantemente dopo... quando ti ha vista appena nata
-chevvuodi'?
-senti, vai a dormire?
-zi', mo' vado che jenny e' di la' che mi azspetta. lo vuoi zalutare? jennyyyyyyy....
-NO NO NO NO NO: fermati! sono sopravvissuta a te nuda, non potrei resistere anche a lui.
-eh, lo so che jenny ti piage. invatti e' molto bello
-se sei un aracnofilo, si'...
-bero' tu a lui non piagi
-pazienza. me ne faro' una ragione
-allora non lo zaluti?
-guarda, gli dico ciao da qui. ciao jenny! ecco vedi? fatto
-buonanotte
-'notte. capito tutto della pillola, allora?
-perfeddamende
-bene. buonanotte.

e mi incammino verso il mio letto. ma un'ultima perifrastica stringe il mio padiglione auricolare in una morsa di dolore.

-jennyyyyyyyyyyyyyyyy... galmo, ho chiesto a ile': 'zta pillola la devi piglia' per 21 giorni e bazta... tranguillo che non t'ingrazzi... al mazzimo ti faccio fa la dieta di mia madre: cereali, latte e sopprezzata!

dopo queste parole l'unica immagine che riesca a descrivere il mio stato e' un quadro di pollock. anche se la soluzione migliore sarebbe impacchettare mery terry alla christo.

Mi sto accorgendo che son giunto dentro casa
con la mia cassa ancora con il nastro rosa
e non vorrei aver sbagliato la mia spesa, con la mia sposa.