02 ottobre 2002

il martedì è una potenziale serata d'onore perchè la mia coinquilina mery terry va in palestra, il che significa che posso godermi la casa come cazzo mi pare.
ieri sera arrivo à la maison, dò una scampanellata per segnalare che sto per entrare (non voglio trovarmi davanti a scene tipo mery-terry-nuda o mery-terry-che-sparla-di-me o mery-terry-che-si-fa-le-sue-porcate-potentine-ai-fornelli) e, non avendo risposta, entro.
"ehi, di casa?". niente. questo significa che sono sola.
taaaac, scatta l'operazione cazzeggio. mi approprio dei fornelli, del corridoio, del bagno, di tutto quanto può essere mio. poi vado in camera (che è di fronte alla sua) e chiamo al telefono chi mi capita. una delle cose che preferisco fare è parlare e sparlare della cucina-alla-mery-terry, delle sue ricette anti-stupro (sì, perchè se venisse aggredita da un maniaco sessuale, potrebbe ingenerargli un loop di vomito elencandogli gli ingredienti dei suoi intrugli potentini e darsi alla fuga sfruttando il momentaneo malessere dell'aggressore).
l'altra sera (ore 22, più o meno), si faceva la frittata di ricotta e salame, passata in abbondante olio caldo e cipolla. non vi dico l'odore. e quest'estate (lo ricordo ancora perchè stava per venirmi il primo collasso della mia vita), nel giorno più caldo dell'estate 2002 (tipo 15 luglio), si è fatta lo sformato di melanzane al forno. in cucina c'era talmente caldo che il club med ci voleva aprire un villaggio vacanze stile tropici.
così ieri sera sparpaglio la mia roba per la casa e mi metto al cellulare a prendere in giro la Mery Terry Cooking House, ridendo come una pazza dei suoi esperimenti culinari (tra l'altro io sono emiliana e ce l'ho nel sangue di cucinare bene). giro per il corridoio in mutande, urlo, starnazzo, schiamazzo e mi metto a pigliarla per il culo. ma lo facevo talmente forte che l'ho svegliata. sì, svegliata, perchè la simpatica mery terry non era andata in palestra ma era in camera sua a dormire. non aveva niente di fisico, solo aveva deciso di saltare la lezione. mi si presenta in corridoio, con la sua tutina grigio topomorto e mi dice: "Ciao!"

QUESTO E' IL DIALOGO CHE E' SEGUITO

-non sapevo fossi in casa, ti ho svegliata? (intendendo: cazzo, spero che dormissi così non hai sentito)
-no, non dormivo (indi-> aveva sentito tutto)
-meno male, se ti avessi svegliato non me lo sarei mai perdonata (faccia come il culo)
-no, no, figurati. ti volevo raccontare che è successo un casino (sai quanto me ne frega).

e giù a parlare di una serie di malintesi che erano sorti tra lei e le commari del palazzo, accuse rivolte dall'una all'altra, pettegolezzi riportati male ecc.. va a finire che, stordita da tante chicchiere (io non la capisco quando parla, non sa l'italiano e dice cose in dialetto potentino che non hanno senso), io perdo la patria potestà sugli ambienti della casa, mi ritiro in camera (come santi licheri) e penso che gli istruttori delle palestre dovrebbero essere più severi. se una salta una lezione, la si va a prendere a casa. soprattutto al martedì.

ancora tu? ma non dovevamo vederci più?

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