ieri è arrivata in casa la mamma della mery terry, big mery terry. sapendo dell'imminente giorno di giubilo, ieri sera ho pensato bene di stare fuori a cena. sono andata a mangiare una pizza con d. e poi a bere qualcosa in brera. quando sono rientrata (peraltro mezza brilla perchè avevo bevuto del brandy nel bicchiere riscaldato) era ormai notte fonda e ho fatto finta che fosse una nottata come le altre. che non ci fosse un'altra potentina con la tuta grigio topomorto nella stanza di fronte alla mia.
stanotte ho dormito male e credo di essere andata in sonnambula, perchè ho trovato un foulard annodato ad una mia camicia (tremendo: probabilmente sfogo dell'inconscio che vorrebbe strangolare mery terry 1 e mery terry 2 e soprattutto le loro delicatessen). stamattina, quando mi sono alzata, mery terry era già uscita. MA LA MADRE NO. la sentivo in camera che spostava mobili e spolverava e faceva la massaia. poi sono entrata in bagno, ho aperto l'acqua e mentre scorreva sono andata in cucina a farmi il caffè. e lì la prima epifania. I CANOVACCI E I GREMBIULINI APPESI VICINO AL LAVANDINO. un grembiule rosso con i volant e un'orribile tasca blu pendeva tramortito dall'appendino. a fianco a lui, come gesù cristo e i due ladroni, un canovaccio azzurro e uno rosa. AARGHHHHHHHHHHHH! CHE SCHIFO! erano nuovi, si vedeva, perchè erano pieni di colla (di quella che li mantiene rigidi nelle varie fasi di produzione e vendita) e quindi non asciugavano un'emerita cippa di cazzo. i miei canovacci ovviamente erano fuori sul balcone, belli assorbiti nella nebbia che stamattina impregna milano. memore della passata visita di big mery terry , ho avuto la seconda epifania: NON APRIRE IL FRIGO E I PENSILI. probabilmente ci avrei trovato salami, salsicce, torte, frittate, cipolle, oliodiggiù, panediggiù, biscottidiggiù, pecorinodiggiù, lattediggiù e un parentediggiù, impacchettato come il cibo in carta da regalo e spago per arrosti. non ho bevuto latte per non aprire il frigo, ho carpito il bollitore, il mio lavazza solubile e un tegolino dalla MIA PERSONALE DISPENSA (mia, mia, solo mia) e ho fatto colazione senza chiedermi cosa sarebbe successo in quella cucina nel weekend.
mercoledì mery terry, in attesa della progenitrice, aveva fatto una delle sue specialità: l'arrosto alla mery terry. si è presa un petto di pollo (grasso e tagliato male) e l'ha cominciato a schiacciare col pestacarne. la nostra dirimpettaia, sentendo l'impetuosità con cui mery terry sferzava colpi al povero pollo (già morto, oserei dire, quindi non trovavo questa necessità di infierire sul suo corpo esanime), è venuta a chiedere se avevamo bussato alla sua porta.
terminato l'assottigliamento del povero gallinaceo, ci ha messo sopra la frittata, uno strato di fette di salame, ricotta, rosmarino e panna. io sono rimasta a vedere fin dove voleva arrivare. ha arrotolato il tutto, preso del filo e fatto un bell'arrosto. all'inizio credevo che volesse buttare via quel capolavoro (non è che l'avesse arrotolato tanto bene, sembrava più un fagotto pronto per l'emigrazione nel cestino della spazzatuta). solo dopo mi sono resa conto che l'ha adagiato con infinito amore nella padella antiaderente e l'ha cotto nel latte (unica scelta sensata: cuocendo gli arrosti con un po' di latte, rimangono più morbidi). non sono rimasta a vedere che cosa è uscito da sotto il coperchio, ma non mi stupirei se lunedì, ritornando dall'emilia, trovassi un biglietto con su scritto:
"io e mammà siamo all'ospedale per intossicazione. staremo qui fino a giovedì. se vuoi, puoi finire l'arrosto che c'è in frigo". eh già, perchè io sono scema...
dove sei stata cos'hai fatto mai
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