23 marzo 2004

VAI GIRARDENGO VAI GRANDE CAMPIONE (che se ti becca pollastri...)
nella vita ho avuto abbondanza di un sacco di cose: tute rosse (comprate dalla signora luisa al passaggio a livello), scarpe tarocche (adidos, mike), occhiali da sole (fondi di magazzino firmati ciao crem, ringo boys), felpe best company quando andava di moda l'american system, felpe american system quando andava di moda la champion, felpe champion quando ormai andava di moda napapjri e felpe diesel quando la benzina e' salita alle stelle (chi non l'ha capita vada direttamente in prigione senza passare dal via). ero una ragazza di tendenza, insomma. di tendenza a essere presa per il culo dai suoi compagni paninari.
se c'era una cosa, pero', che non ho mai dovuto invidiare a nessuno, e' stata la bicicletta. mio padre da piccolo ne aveva patito talmente tanta voglia che appena sono nata me ne ha regalata una. e' cosi' avanti negli anni. mai stata senza dueruote in vita mia. ma per comprendere meglio il meccanismo padre-figlia, dobbiamo fare un passo indietro.

bassa modenese, primi anni '40. mio padre ha circa 8 anni e a scuola fa un tema sulla guerra. il suddetto tema e' talmente scritto bene che mio padre vince un riconoscimento cittadino. tra i suoi compagni si sparge celermente la voce che il Premio sia nientepopodimenoche una bicicletta. e l'invidia serpeggia bastarda tra i banchi delle elementari. un po' come le anticipazioni sul vincitore di sanremo in sala stampa al sabato pomeriggio. mio padre, fan sfegatato di ciclismo, si prepara all'evento con molta emozione. mia nonna per l'occasione gli compra un paio di calzini nuovi. mio nonno brontola perche' secondo lui poteva andare con quelli vecchi. rigorosamente spaiati.
quando arriva il giorno di salire sul podio a ritirare gloria e lodi, mio padre vede il sindaco. da inguaribile ottimista sale tronfiamente sul palco.

-ed ecco il piccolo ferrari, figlio di ferrari, che ci ha raccontato com'e' la guerra!

gli intervenuti storcono il naso. primo perche' la guerra la stavano vivendo e non c'era bisogno di un tema infantile per capirla; secondo perche' il sindaco parlava in italiano e la gente capiva solo il dialetto.
in perfetto stile pavloviano, mio padre aspetta la bicicletta.

-ecco il tuo premio, caro piccolo ferrari, figlio di ferrari!

ed estrae una copia molto ben rilegata di... "LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO".
a colori, certo. ma senza pedali. le cronache locali raccontano che mio padre non seppe mentire. quando il sindaco gli chiese:

-allora piccolo ferrari, figlio di ferrari, sei contento? ci sono anche le figure!

mio padre si limito' a rispondere:

-cunteint gnanc un poooooooooo... me a vliva la bicicleta! in du ela la bicicleta?

(TRADUZIONE LETTERALE PER NON MODENESI: moderatamente contento, onorevolissimo signor sindaco! anche se la bicicletta sarebbe stata la mia scelta piu' istintiva, seppur dettata da un precipitoso affezionamento a manubrio e campanello! mi domando donde sia tale bipedale mezzo di locomozione! lei ha cognizione della possibilita' che esista in qualche luogo una bicicletta a me destinata in virtu' delle mie doti letterarie?)

il sindaco ci rimase molto male e cerco' di convincere mio papa' che leggere era molto utile.

-se', a sun sicur -disse il piccolo ferrari, figlio di ferrari -mo proveg te a ander a tor al pan a nov chilometri a pe' con un liber in man! sa faghia? al lesia meinter ca sun in fila a aspeter? o me spasia al cul s'am vin al caghet in dal tragit?

(TRADUZIONE LETTERALE PER I NON MODENESI: si', ne sono certo, pregiatissimo signor sindaco! e crescendo coltivero' le mie dotte passioni direttamente al circolo pickwick! ma la mia attuale condizione economica e lo scarso sviluppo panettiero di questi sobborghi mi obbligano ogni mattina a fare 9 chilometri a piedi per comprare il pane. capisce che e' assai piu' agevole recarsi nel forno con una bicicletta sotto al culo -ehm- sotto al fondoschiena piuttosto che con un libro in mano? che ne farei? lo finirei mentre sono in fila ad aspettare! e poi? se fossi colto da istantanea dissenteria lungo il percorso sarei costretto a usarlo per pulirmi... NO! non voglio nemmeno pensarci!)

fu cosi' che il sindaco infilo' il libro sotto il braccio di mio padre e lo spedi' giu' dal podio con un gesto... ehm... scaramantico.

pochi anni fa scovai quel libro. mia nonna era ancora in vita per potermi raccontare questa storia. e infatti, quando lo aprii, su ogni foglio vidi scritto "VOGLIO LA BICICLETTA! DOV'E' LA MIA BICICLETTA?". su ogni santa pagina. e pensate un po': quel libro lo trovai in soffitta. era infilato dietro il cerchione di una vecchia atala blu.

oh bici-cletta
10HP
tutta cromata
e' tua se dici si'
mi costa una vita

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