14 gennaio 2003

INCONTRI NOTTURNI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO
l'altra notte in casa c'era un gelo inumano. se la temperatura fosse scesa di un altro grado il gatto delle nevi sarebbe entrato a fare la rotta in casa. ad un certo punto mi è sembrato di veder passare l'orso della coca cola col pinguino de longhi. tra gatti, orsi, pinguini e mery terry in casa avevo un bello zoo.
mi sono rifugiata sotto le coperte sperando di riuscire a sopravvivere. e naturalmente sperando che mery terry non lo facesse. se moriva crionizzata si conservava anche giovane. mi addormento tutta intirizzita sognando zucchine refrigerate e salsicce mantecate quando, al tepore del piumone, dopo un sonno di qualche ora, mi sveglio nel cuore della notte. una pipì, una pipì, una pipì... che a momenti la facevo sul posto. mi staglio nel buio e apro piano piano la porta, cercando di individuare in sistema braille l'entrata del bagno. entro, evacuo (ovviamente dirottando il flusso di urina sulle pareti del water, in modo da non fare rumore) ed esco come una ladra. ed è lì che l'infarto si nasconde insidioso.

-ilèèèè

a quel punto mi giro e vedo qualcosa che assomiglia a un essere umano venirmi incontro. per un attimo ho pensato fosse solo un errore di prospettiva. invece era lei. tutta avvolta nel suo pigiama grigio topomorto, con i capelli sconvolti e con un'aura indecifrabile che l'avvolgeva. qualcosa non mi convinceva della sua immagine ma a quell'ora non avevo voglia di star lì a guardare il pelo. soprattutto il suo, che è lungo e ispido. e potentino. coltivato a roba unta e rancida.

-ma porco cazzo, teresa, cosa ci fai alzata?
-mò devo andà a fà cose...
-che cose?
-pipì. anche tu?
-già dato.
-zenti...
-sì
-ci sta freddo in caza...
-da cosa l'hai capito?
-la caldaia non va!
-per forza non va. sei arrivata a casa alle 3 e non l'hai accesa! c'è una sottile e geniale differenza tra ON e OFF...
-ma io non ho poi tanto freddo...

è a quel punto che capisco. non stavo parlando con un primate ma con uno stand ambulante di vestiti. sopra al pigiamone grigio topomorto che mi perseguita da 2 anni, trovavano singolare abbinamento una giacca fucsia di lana, un paio di calzettoni pieni di pelucchi grumosi, una sciarpa con le frange e un oggetto che si stringeva al petto.

-cos'è che stringi al cuore con così tanto affetto?
-la borza dell'acqua calda. me la metto in fondo ai piedi. io tengo zempre freddo ai piedi e me la metto laggiù.
-ma ci devi anche pisciare con la boule?
-con che?
-con quella borsa lì!

a quel punto ho un sospetto atroce. so che è troppo tardi, la domanda l'ho già fatta. ho l'ansia che mi risponda: "ci piscio dentro così l'urina non va conzumata! così ho sempre un ricambio caldo da mettere ai piedi!". non dirlo, teresa, non dirlo. non dirlo, ti prego.

-no! si è raffreddata l'acqua e la rimetto via!
-ah! che sollievo! senti, ma che ci fai vestita come se andassi a cortina?
-mi copro!
-sai che hai ragione? dato che la natura ti ha dotato di uno scafandro umano poco generoso, almeno copri quello che può essere di disturbo alla quiete pubblica! brava. buonanotte.

e me ne vado a dormire, con la consapevolezza di aver formulato una serie di accostamenti linguistici che non ha capito. ma che sicuramente non le hanno disturbato il sonno. di disturbato, lei, ha ben altre cose. a partire dall'attività culinaria.

io ti venderei
se potessi farlo
con un'altra donna ti baratterei

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