29 gennaio 2003

CHI SI ACCONTENTA GODE
-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèè
-oh
-bu!
-bu
-bu! paura, eh?
-che paura, che paura, che paura. e tra me e me bisbiglio: i feel good, i feel good, i feel wonderful
-ilèèèèèèèèèè
-che cazzo c'è?
-volevo chiederti una cosa del nostro cellulare
-nostro? abbiamo la comunione dei beni adesso?
-perchè quando rispondo devo schiacciare due volte?
-perchè non hai impostato "risposta con ogni tasto->NO"
-uffa... che ci sta pure da impoztare il telefono?
-è un favore che ti fanno. puoi decidere tu come ti trovi più comoda.
-ilè
-va avanti, perdi un sacco di tempo con le interiezioni e non arrivi mai al sodo. ti arriveranno le marchette della pensione che starai ancora invocando il mio nome.
-come si fa a impoztare la sveglia?
-vai in impostazioni e sveglia e fai l'orario
-e il volume della radio?
-di fianco, i tasto a lato del display
-che è il display?
-lo schermo!
-ah. e quanto tempo ci mette a ricaricarsi?
-poco più di un'ora
-beh, io ce lo lascio 3 ore, allora
-teresa, non è una gara a chi ce lo lascia di più. 3 ore sono troppe. puoi staccarlo prima

arriva un sms e lei brontola. io, col canino da vampiro, passo all'indagine.

-è johnny?
-zì... quello mi scoccia
-dai, è innamorato!
-zì, ma mi scoccia. mi ha chiamato 4 volte 'sta settimana ma io non gli ho risposto. poi sabato ha richiamato e allora gli ho rizpozto.
-e che ti ha detto?
-che vuole uscire con me
-vai, cristo, vai!!!!
-no. mi ha chiesto se trovo che sia inzistente
-e gli hai detto di sì, che ti lasci in pace?
-no, mi pareva brutto.
-bisogna che ti decidi: o gli dici di lasciarti stare e che non ti interessa, oppure esci con lui e gli dai una possibilità.
-mi ha chiesto cosa penzo di lui e gli ho detto che è zimpatico
-cazzo, come dire: sei sfigato! l'hai ammazzato così!
-poi gli ho detto che non uscivo e lui mi ha chiesto se mi vedo con qualcuno
-e tu ovviamente hai detto sì per levartelo dalle palle! brava!
-no, non mi vedo con nessuno, io! gli ho detto che non mi vedo con nessuno!
-ho capito, cristo! non ho dubbi che tu non esca con uno del sesso opposto, ma dovevi mentire per uccidergli la speranza
-mi za che è vero...
-perchè?
-perchè mi ha detto che visto che non mi vedo con nessuno allora lui inziste... che non mi molla...
-un pazzo
-ha detto che questa settimana ci penza e poi mi manda un sms
-scusa, gli ci vuole una settimana?
-ha detto che lo deve scrivere bene!
-teresa, molla l'osso. se uno ci mette una settimana per 160 caratteri, ci metterà 6 anni a chiederti di sposarlo. e alla tua età e messa come sei, non puoi permetterti di perdere altro tempo prezioso.

ho visto un uomo che moriva per amore

28 gennaio 2003

DOVE ERAVAMO RIMASTI?
dove eravamo rimasti? ah, sì, alla trilogia meryterryca: acneica-gerontofila-fogna. la tendenza acneica si manifesta quando la vedete, basta una distanza di 250 metri per avvistare le prime pustole. per le altre due voci, gerontofila e fogna, accomodatevi.
eravamo in cucina io, sarry, terry, maria ed elena. maria ed elena hanno superato i 60. mery terry è come se l'avesse già fatto. anzi, forse è nata che aveva 90 anni e si è fermata sempre lì.
vedendo me e sara indaffarate nelle libagioni, le 3 donne si appartano nell'altra stanza. terra nostra incombeva solenne. io vedo che mery terry si accoda alla transumanza di matrone e le dico:

-ma dai, non resti con noi?
-nonnò, vado dillà con loro.

ora, non pensiate che le abbia chiesto di rimanere perchè gradivo la sua presenza. volevo un po' di showtime per la sara. ma terry ha preferito la compagnia di due signore di accertata senilità piuttosto che quella di 2 coetanee (più o meno). per questo definita gerontofila.
finita terra nostra, quando ormai io e la mia amichetta eravamo a sgrollarci carote e pomodori, lei ritorna tra noi, e chiede l'unica cosa che avrebbe mai potuto chiedere a sara:

-che vi siete fatte da mangiare?

sara descrive gli gnocchetti al pomodoro e il pinzimonio, parola inizialmente arcana per mery terry. che si è capito benissimo che ha finto di sapere cos'è. davanti a un pasto così semplice e fresco (sara è vegetariana) mery terry ha abbozzato un sorriso di commiserazione, come a dire: io so fare di meglio. così ha continuato a digitare tasti di cellulare. probabilmente sms per johnny.
sara, in tutta la sua furbizia e incoscienza, le chiede:

-e tu che hai mangiato?
-ma niente... ho fatto una cena leggera... inzalata con ricotta (da qui il "fogna")
espressione schifata di sara che immagina i rivoli del latte di ricotta scivolare dagli angoli delle fauci di mery terry.
-ah... leggerino.. <-TONO IRONICO
-zì, leggero. perchè mi ero mangiata la pasta alle 4 e mica potevo maniare pezante... ho fatto una cozina cozì... <- TONO DI CHI NON HA COMPRESO L'IRONIA

sara a quel punto mi guarda. ha capito. e mi ha capito. forse per un attimo ha provato pure compassione, ma sa che posso cavarmela da sola. dopo aver lavato i piatti, asciugato teglie, rotto una tazzina e riso come matte, andiamo a letto. io le leggo una favola in cui mi invento al momento fatti più divertenti e sorprendenti di quelli descritti dal legittimo autore. una storia di orsacchiotti, figli e nonni, con l'ingresso inaspettato di una civetta. quando sara si è addormentata, prima di spegnere la luce, ho pensato che non gliel'avrei detto. che la sera prima, avvertendo mery terry del suo arrivo, tra noi due era intercorso questo dialogo.

-domani sera arriva la mia amica sara
-ah
-sta qua 3 giorni, fino a venerdì
-ah. ecchemmangia?
-è vegetariana. mangeremo verdure.
-vegetariana.. ihhhhhhhhhhhhhh
-perchè, che c'è?
- se vuoi ho delle polpette da darti!
-verdure impanate?
-no, carne. ma tanto micca se ne accorge!
-teresa?
-zì?
-al contrario tuo io ho delle amiche. e non sono per niente coglione.
-ma va, se ci metti un po' di formaggio micca lo sa che è carne... così le fai mangiare le proteiene che nella verdura non ci stanno!
-teresa?
-zì?
-buonanotte.

no, non credo. a sara questo non lo dirò mai.

comprerò le banane
le banane comprerò
scatolette colorate
carni rosa congelate
c'è di tutto intorno a me

VERITA'
molta gente mi dice che non crede che mery terry esista ma che sia solo il frutto della fervida mente di una scrittrice.
questa cosa è sbagliata per 3 motivi:
1)non sono una scrittrice
2)non sono fervida
3) la mia amica sarry è stata 3 giorni a casa mia la scorsa settimana e l'ha vista. ci ha parlato (come si può parlare a mery terry, ovvio). le è stata vicino. mery terry esiste.

sara è cresciuta con me. o io con lei, non lo so. e qualcosa dev'essere andato storto perchè lei con la pubertà è diventata l'emblema della femminilità, della bellezza e del sex-appeal. io con la pubertà sono semplicemente diventata il testimonial perfetto per i fanghi d'alga guam. tutto lì.
sara viene da me mercoledì, curiosa e ansiosa di incontrare mery terry. solo che si doveva andare a teatro. voglio dire, a teatro ci andavamo io e lei, non lei e mery terry. figuriamoci se mery terry va a teatro. l'unica cosa che ha visto in 2 anni è stata giampiero ingrassia.
insomma, io e sara ci prepariamo per il teatro alla velocità della luce e usciamo di corsa. ma prima ci fermiamo sulla soglia della cucina. e lì, a piantonare il suo bunker di elettrodomestici e di scorte di cibo congelato si erge magnifica Lei, la santa gerarda di potenza, il mito gourmante della rete, l'artusi geneticamente modificato: the mery terry. vedere sara che le allungava la mano incredula è stato come vedere alessandro cecchi paone che finalmente catturava il mostro di lochness. o achab che saliva a cavalcioni su moby dick. o il leviatano. un incontro mitico e mistico. sara le stringe la mano con tutta la sua grazia da ballerina e lei, tanto per essere gentile e garbata, le fa:

-piacere, maria tereza. ma io ti avevo già visto. sei già stata qui.

fantastico. un modulo del cervello di mery terry non è colpito da afasia. la sua memoria, dunque, funziona. questo riduce notevolmente le possibilità che funzionino l'area di broca o di wernicke.
sara la guarda incredula e rammenta di averla già intravista la volta precedente che era venuta a trovarmi. ma lo sgarbo con cui maria teresa le aveva fatto notare la dimenticanza (che io chiamerei rimozione, tipo quella di lucia nei promessi sposi) l'ha gelata. abbozziamo un sorriso di convenienza e ci fiondiamo in ascensore. chiuse nella cabina insonorizzata del lift sara sfodera la sua genetica gentilezza e tenta di dirmi:

-ma dai, non è così brutta...

io la guardo fucilandola con la retina. non ammetto bestemmie in casa mia. anche se si tratta dell'ascensore ed è in comune con gli altri condomini. mery terry è orrorifica. punto e basta. poi penso: ok sara, adesso la pensi così. dammi un altro giorno e cambierai idea.
e si va a teatro. se foste passati in corso di porta romana, mercoledì sera, mi avreste vista. ero abbarbicata come manolo sul cancello del carcano. dovevo rubare la locandina dello spettacolo, che sara assolutamente voleva. tutto questo all'una di notte, dopo aver aspettato che il traffico della city calasse e che nessun membro delle forze dell'ordine mi arrestasse. in quel caso, comunque, avrei finto l'infermità mentale dichiarando di essere l'uomo ragno.
si torna a casa, alle 2, dopo aver chiacchierato della vita, degli amori, del futuro e del domani. nel senso di giovedì. sara avrebbe gironzolato per la grande mela lombarda e io avrei lavorato. poi ci si ribeccava la sera per andare al cinema o a fare qualche follia. peccato che il lavoro sia durato fino a tardi e che, dovendo fare anche la spesa, io e la mia amichetta si sia rientrate alle 10 di sera. in cucina c'erano maria, mery terry e la nostra vicina elena. giovanna in contumacia da 2 settimane.
entriamo in camera, buttiamo lo shopping sui letti e sara mi guarda con aria assassina. pesca qualcosa nella sua borsa e decolla per la cucina. dalla stanza da letto la sento urlare:

-POSSO FARVI UNA FOTO?
io mi fiondo di là in un nanosecondo.
-allora, posso farvi una foto?
MERY TERRY- nooooooooooooooooooooooooooooooooo! che sto in piggiama!
-ma tanto ti prendo solo la faccia! (e mi strizza l'cchio come a dire: le piglio anche l'etichetta delle mutande, tranquilla)

fotogramma precedente: tutte a mettersi a posto i capelli
fotogramma successivo: foto di gruppo in cucina con particolare di me che abbraccio mery terry.

quindi esistono le prove. se la pellicola si è impressionata (e si è impressionata di sicuro), esiste un ologramma di mery terry.
non dubitate, increduli. testimonianze dal luogo incriminato confermano l'esistenza di un esemplare di mery terry.
e del dialogo culinario successivo, intercorso tra sarry e terry, vi racconterò domani. vi dico solo che la trilogia di aggettivi data da sara per definire la mia escrescente coinquilina è stata: acneica gerontofila fogna. l'avevo detto che avrebbe cambiato idea.

non c'è acqua né fuochino
che fuori lo trascini quel detrito
e lì l'incendi abbrustolito

22 gennaio 2003

DIALOGO TRA AMICHE

-sono andata in discoteca sabato
IO: che musica c'era?
-ogni sala aveva una musica diversa
-con chi sei andata?
-con una mia collega e un suo amico
-e hai ballato?
-no, non so ballare. la mia collega però ballava col suo amico
-e tu?
-seduta a guardare. mi piace guardare la gente che balla
-vabbeh, però dovresti muoverti un po'!
-ho conosciuto un ragazzo
-bello!
-si chiama johnny. è di avellino.
-cazzo, con uno di avellino, no!
-perchè no?
-perchè poi ti porta giù e vivi da matrona tutta la vita!
-ma tanto non mi piace. però gli ho dato il numero di telefono
-e perchè gliel'hai dato se non ti piace?
-perchè mi pareva maleducato dirgli di no!
-allora se ti chiedeva "me la dai'" gli dicevi sì per non essere scortese?
-che c'entra? nooooooooooooooooo
-potevi darglielo falso il numero!
-eh, sì, la fai facile! e poi che pensava di me?
-CHE GLI AVEVI DATO UN NUMERO FALSO! che poteva pensare?
-vabbeh, che brutta figura!
-con uno sconosciuto? chettifrega!
-continua a mandarmi messaggi e chiedermi di uscire!
-e vai!
-ma non mi piace!
-senti, alla tua età io prenderei quel che viene e mi accontenterei. sennò rimani zitella. non fare la difficile!
-ma non mi piace johnny!
-ma che cazzo gli hai dato il numero a fare!
-eh, siamo stati a parlare e me l'ha chiesto!
-che ti dice?
-vuoi saperlo?
-evidentemente se te lo cheido un po' di curiosità c'è!
-ha scritto: SAI COSA MI HA COLPITO DI TE? NON MI BASTEREBBE UNA NOTTE PER SPIEGARTELO!

abbandono la conversazione perchè johnny ha dei seri problemi:
ipotesi di problema 1): johnny non ha trovato niente di interessante nella mia amica e non sa come dirglielo ma vuole comunque intingere il suo plumcake nel twining di lei;

ipotesi di problema 2): johnny ha dei seri problemi con la lingua italiana e non riesce a esprimersi. quindi non sa comunicare.

nel caso 1) siamo di fronte a un mascalzone, quindi meglio lasciar perdere; nel caso 2) siamo di fronte a un analfabeta, che peggiora la situazione. quale situazione? quella della mia amica. che pensate un po', è mery terry. provate adesso a rileggere il dialogo con la consapevolezza che è lei. tutto diverso, eh?

ti cerco e tu
mi dài quel che vuoi


LA SVOLTA
alle elementari avevo i capelli lunghi fino al sedere, una bellezza. ma mia madre mi faceva sempre lo chignon e non potevo giocare sulla beltade del crine per appiopparmi quell'alessandro di cui sotto. poi, in quarta, mia madre mi metteva il grambiule. nero. non era obbligatorio. ero l'unica bambina della scuola a portarlo. e non potevo mostrare bei jeans, o belle magliette. ero calimero con colletto bianco. in più avevo degli occhiali orribili per correggere lo strabismo.
alle medie c'erano i paninari ma mia madre non mi comprava mai roba firmata. non avendo uno stipendio mio perchè il lavoro minorile in italia era stato quasi del tutto debellato, non potevo comprare nulla della best company e del charro. non mi si notava. ma almeno non avevo più il grembiule.
al liceo portavo un orribile ciuffo anni '80 (essendo che erano gli anni '80), a ventaglio. avevo la frangetta che sembrava tagliata da un marmista e una coroncina di capelli neri a contornarmi il viso. immobilizzato con 8 quintali di lacca graphic. se mi fossi stampata contro un muro, il ciuffo non avrebbe potuto essere più perpendicolare al punto vita.
all'università ero anonima, ogni tanto mi truccavo ma in mezzo a 300 ragazze era difficile che emergesse la mia carica sensual-erotica.
poi, la svolta. 2 anni fa faccio per caso la particina in "adesso sesso" dei vanzina. mi ero preparata. ho detto: "vanzina è un erotomane e mi guarderà tette e culo senza fissarmi negli occhi nemmeno un istante". me lo presentano dicendogli:
"signor vanzina, questa è ilenia".
io ero già pronta a inferocirmi per essere stata trattata da donna oggetto, invece vanzina neanche mi caga. non pretendo che mi parlasse o mi guardasse negli occhi. guardami tette e culo, cribbio! invece nulla. il tettologo e culologo più famoso d'italia non nota parti anatomiche femminili in me. non scorge nulla di vulvico sotto la gonna.
è stato lì che ho deciso che doveva esserci la svolta. che dovevo mostrare la chincaglieria. perchè si doveva vedere la mercanzia.
non è che adesso vada in giro con la scollatura ombelicale o una minigonna inguinale. però mi sento femminile e valorizzo la mia donnità. e se un giorno mi chiedessero a chi devo dire grazie per aver maturato la mia identità sessuale, dirò: I FRATELLI VANZINA.

un giorno che avevo rotto col passato

16 gennaio 2003

QUANDO LA VITA VA COME DEVE ANDARE
quando ero piccola e la pubertà non aveva ancora rovinato il mio equilibrio psico-fisico con ormoni e mestruazioni, amavo disperatamente alessandro, che non mi ha mai filato di striscio. era bello, moro, con le lentiggini, gli occhi verdi e aveva 6 anni. fino ai 10 anni l'ho amato alla follia. per il suo compleanno della 5 elementare (quindi il 10°, se so ancora contare) gli ho regalato il pallone di zico, con un vero autografo falso del grande campione. e lui l'ha scartato, apprezzato, esaltato. forse mi ha persino detto grazie. e invece di darmi un bacio è andato in cortile a giocare con gli altri maschi della classe. noi femmine lì a mangiare popcorn e bere fanta. desolation.
alle medie ho avuto il batticuore per enrico, che non mi cagava neanche lui. moro, con gli occhi verdi, senza lentiggini e con qualche anno in più di me. per lui mi sono fatta la permanente. ma non una permanente qualsiasi. LA MIA PRIMA PERMANENTE. lui era in colonia con gli altri amichetti e io li raggiungevo dopo. mi sono detta: lo spiazzo e arrivo su con dei capelli fantastici, da restarci secco. mi vedrà e impazzirà. peccato che invece di avere una parrucchiera avevo una ovino-coltrice. la mia permanente era una permanente pecorina. dei ricci piccolissimi, tipo michael jackson nei jackson five (prima della camera iberbarica, dunque). sembravo uno di quei mosaici del mausoleo di ravenna, che hanno quelle aureole giganti e circolarissime, tutte gialle. io ero tutta nera, praticamente un hula-hoop di riccioli intorno alla testa. quando sono arrivata in colonia enrico è impazzito, ma dal ridere. ero una roba tricologicamente comica. e sfumavano via via le mie opportunità di conquista. desperation.
con enrico ci ho riprovato al ritorno dalla colonia, quando i frequenti lavaggi avevano destabilizzato i ricci merinos. c'era la cena per vedere le diapositive della vacanza. io mi preparo e mi dico: avrò una pelle strepitosa. siccome non avevo ancora perizia e non sapevo dell'esistenza delle creme di helena rubinstein, mi sono spalmata del camay. così, del bagnoschiuma direttamente sulla faccia. a mia discolpa devo dire che la pubblicità era ingannevole perchè diceva: camay, per una pelle di seta. micca esplicitavano di diluire con acqua per ottenere schiuma. beh, a causa di uno spot traditore, mi sono ritrovata alla cena con delle chiazze rosse da reazione allergica. tutti hanno pensato che avessi contratto una malattia infettiva (no, venerea no: a quell'epoca e in quegli anni verdi era impensabile) e mi hanno mandato a casa. isolation.

dopo anni ho rivisto alessandro. ha perso i capelli, le lentiggini e l'età. è rimasto con 2 occhi verdi (per carità, micca gli si augura la perdita di organi vitali) ma porta gli occhiali. enrico adesso è sposato, ha ancora occhi e capelli ma si è rivelato non essere il mio tipo. troppo precoce nel costruirsi una famiglia.
quindi, in fondo, devo dire grazie alla ceppiratti che realizzò il pallone di zico, alla mia parrucchiera di allora e alla camay. perchè hanno fatto andare le cose nel modo giusto. senza i piccoli inconvenienti che mi hanno causato, adesso non sarei la compagna di george clooney.

Mi ritorni in mente
bello come sei, forse ancor di più

14 gennaio 2003

MUSEI E ORRORI
so perchè esistono i musei. perché non c'è abbastanza spazio per contenere certe categorie di cose: non abbastanza spazio per i quadri, non abbastanza spazio per i fossili, non abbastanza spazio per le cere. e non abbastanza spazio per gli orrori. casa mia è il museo di mery terry: di quadri (perfetta come squarcio di fontana), di fossili (un esemplare unico di donna non-sapiens dell'era potentinozoica), di cere (meglio cerette: quelle che si dovrebbe fare spessamente) e orrori. culinari, ovviamente.
prima di partire per le vacanze ho chiesto a mery terry quale sarebbe stato il menu del suo pranzo di natale.

-chessò... lazagne, ravioli...
-no, non hai capito. il TUO pranzo di natale, non il mio. lasagne e cappelletti sono piatti tipici emiliani. con potenza non c'entrano. cosa mangiate VOI?
-quello che mangi tu! ecchemmangio?

EMULAZIONE, EMULAZIONE, EMULAZIONE. TED BUNDY, CHIKATILO, UNABOMBER.

-voglio dire, avrete un piatto tipico...
-non mi viene!

delusion. speravo di regalarvi come cadeau qualche prelibatezza campanilistica. e invece nulla. poi, come per incanto, avviene una sinapsi. in mery terry. un neurone dell'emisfero destro si incontra fortuitamente con un neurone dell'emisfero sinistro. e il tutto è ancora più miracoloso se si pensa che ha luogo in un cervello che ospita al massimo 4 neuroni. che non vanno assolutamente mai d'accordo tra loro.

-ilèèèèèè...
-che c'è?
-bù!
-paura da matti. peggio di dario argento.
-mi sò ricordata!
-cosa?
-che mangiamo noi a natale!
-dimmi, dimmi... <-DISSE IL LUPO A CAPPUCCETTO ROSSO
-la colazione è tradizione
-la colazione è tradizione tutte le mattine, teresa! è anche un buon modo di sopravvivere fino a mezzogiorno!
-voglio dirti... la colazione è speciale
-ansimo dalla voglia di saperlo (con una bustina di biochetasi in una mano e un cucchiaio di citrosodina nell'altro)
-alla mattina ci alziamo e mangiamo pane, burrino e sarde. si prende il pane, ci si spalma il burrino, si mettono le sarde e si mangiano cozì. sò buonizzime!
-ma se alla mattina mangi le sarde, poi passi la giornata a pagare i danni morali alle persone che narcotizzi con tuo fiatino da cloaca!
-eh?
-lascia stare... poi? altre cose?
-no, un po' quello che mangiate voi! noi siamo bbravi a fà dolci! marò!

e taccio. perchè sapere che ti alzi la mattina con la prospettiva delle sarde è già un peso sufficiente per la mia mera terra. mery terry.
ieri sera, poi, ha dato il meglio di sè, raccontandomi e mostrandomi il suo percorso alimentare della giornata.
arriva a casa alle 3 e mangia, pranza. alle 8 cena, con le meraviglie che vi descrivo ogni giorno con spirito pioneristico. se ha un buchino nella stomaco, poi, non è che sgranocchia qualcosa o si prepara una tisana. lei si cucina "uno spuntino". ieri sera, alle 11.22 (so l'ora precisa perchè spegnevo il cellulare dopo una lunga chiacchierata), sento un profumo venire dalla cucina. mi fiocino coscente che lo facevo contro il mio stesso interesse e la vedo fornicare ai fornelli. con una precisione da staffettista, nel momento esatto in cui io mi siedo a tavola lei catapulta la sua gourmandise nel piatto. e ritorna al lavandino per mettere a bagno la pentola.
sono rimasta 15 secondi da sola con quella carne morta a fianco a me. e io, che di carne ne mangio tanta, non riuscivo a capire a quale animale fosse un giorno appartenuta. era un ammasso di ciccia bianca quasi trasparente, ammucchiata in un punto del piatto. un altro pezzo, invece, era un ammasso di carne sul beige ammassato attorno a un osso. un osso che per essere seppellito da un cane necessiterebbe di un'escavatrice d'ausilio.

-teresa? questa carne è per domani?
-no, per mò. tenevo fame.
-e cosa ti sei cucinata?
-chennesò. agnello, capretto. è carne diggiù.

che culo. mentre milioni di famiglie italiane sorseggiano filtrofiore bonomelli, io fumo passivamente olezzo di agnello incaprettato. non solo sulle stecche di marlboro ma anche sulle confezioni di carne a destinazione mery terry dovrebbero scrivere: NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE. dei coinquilini soprattutto.

No dottore,
per favore,
non è urgente,
non è niente.
Per un attimo la mente
mi si è accesa
e qualcosa si bruciò.
INCONTRI NOTTURNI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO
l'altra notte in casa c'era un gelo inumano. se la temperatura fosse scesa di un altro grado il gatto delle nevi sarebbe entrato a fare la rotta in casa. ad un certo punto mi è sembrato di veder passare l'orso della coca cola col pinguino de longhi. tra gatti, orsi, pinguini e mery terry in casa avevo un bello zoo.
mi sono rifugiata sotto le coperte sperando di riuscire a sopravvivere. e naturalmente sperando che mery terry non lo facesse. se moriva crionizzata si conservava anche giovane. mi addormento tutta intirizzita sognando zucchine refrigerate e salsicce mantecate quando, al tepore del piumone, dopo un sonno di qualche ora, mi sveglio nel cuore della notte. una pipì, una pipì, una pipì... che a momenti la facevo sul posto. mi staglio nel buio e apro piano piano la porta, cercando di individuare in sistema braille l'entrata del bagno. entro, evacuo (ovviamente dirottando il flusso di urina sulle pareti del water, in modo da non fare rumore) ed esco come una ladra. ed è lì che l'infarto si nasconde insidioso.

-ilèèèè

a quel punto mi giro e vedo qualcosa che assomiglia a un essere umano venirmi incontro. per un attimo ho pensato fosse solo un errore di prospettiva. invece era lei. tutta avvolta nel suo pigiama grigio topomorto, con i capelli sconvolti e con un'aura indecifrabile che l'avvolgeva. qualcosa non mi convinceva della sua immagine ma a quell'ora non avevo voglia di star lì a guardare il pelo. soprattutto il suo, che è lungo e ispido. e potentino. coltivato a roba unta e rancida.

-ma porco cazzo, teresa, cosa ci fai alzata?
-mò devo andà a fà cose...
-che cose?
-pipì. anche tu?
-già dato.
-zenti...
-sì
-ci sta freddo in caza...
-da cosa l'hai capito?
-la caldaia non va!
-per forza non va. sei arrivata a casa alle 3 e non l'hai accesa! c'è una sottile e geniale differenza tra ON e OFF...
-ma io non ho poi tanto freddo...

è a quel punto che capisco. non stavo parlando con un primate ma con uno stand ambulante di vestiti. sopra al pigiamone grigio topomorto che mi perseguita da 2 anni, trovavano singolare abbinamento una giacca fucsia di lana, un paio di calzettoni pieni di pelucchi grumosi, una sciarpa con le frange e un oggetto che si stringeva al petto.

-cos'è che stringi al cuore con così tanto affetto?
-la borza dell'acqua calda. me la metto in fondo ai piedi. io tengo zempre freddo ai piedi e me la metto laggiù.
-ma ci devi anche pisciare con la boule?
-con che?
-con quella borsa lì!

a quel punto ho un sospetto atroce. so che è troppo tardi, la domanda l'ho già fatta. ho l'ansia che mi risponda: "ci piscio dentro così l'urina non va conzumata! così ho sempre un ricambio caldo da mettere ai piedi!". non dirlo, teresa, non dirlo. non dirlo, ti prego.

-no! si è raffreddata l'acqua e la rimetto via!
-ah! che sollievo! senti, ma che ci fai vestita come se andassi a cortina?
-mi copro!
-sai che hai ragione? dato che la natura ti ha dotato di uno scafandro umano poco generoso, almeno copri quello che può essere di disturbo alla quiete pubblica! brava. buonanotte.

e me ne vado a dormire, con la consapevolezza di aver formulato una serie di accostamenti linguistici che non ha capito. ma che sicuramente non le hanno disturbato il sonno. di disturbato, lei, ha ben altre cose. a partire dall'attività culinaria.

io ti venderei
se potessi farlo
con un'altra donna ti baratterei

09 gennaio 2003

ted bundy, andrei chikatilo, john wayne gacy.
jeffrey dahmer, donato bilancia, charles manson.
lo strangolatore di boston, unabomber, mery terry.
sono solo alcuni dei nomi dei serial killer più famosi della storia. e tutti hanno cominciato nello stesso modo: emulazione.

martedì sera rientro dalle vacanze ansiosa di rivedere la mia merry. e devo dire che l'ho trovata davvero male. ingrassata (non oso pensare a cosa ha trangugiato in questi giorni), brufolata (una colonia di pustole le infestava 1 guancia. una sola), trifolata, mantecata e scipita. forse anche un po' citrugna. ma se la preoccupazione per la sua salute fisica stentava ad avanzare, era per la visione di ciò che si stava preparando. alle 9 di sera cuoceva salsicce e patate arrosto sul fuoco. ma in una teglia da forno. sarà un nuovo modo di cucinare. omeopatico, forse. o forse psicopatico. direi la seconda.

-ilèèèèè...
-eccola! che suono soave!
-ciao!
-ciao, bentornata!
-zenti...
-dimmi (lo spirito del natale, un po' come ad uncle scrooge, mi era rimasto)...
-volevo dire...
-il lupo perde il pelo ma non il vizio: finiscile le frasi...
-ci sta il forno che non funziona. vedi un po' ze riesci a giustarlo?
-AGGiustarlo!
-che c'ha?
-influenza, catarro nelle bombole, fuliggine nelle vie respiratorie alte. che cazzo vuoi che sappia io? la spina è attaccata... probabile che la spia antiperditadigas sia rotta: il fuoco si accende ma poi si spegne subito...
-maronna... emmò che faccio?
-tipo... usare il fornello come stai già facendo?
-ma questa è carne bbuona. l'ho portata daggiù. è carne diggiù. la devo cozumare sennò va a male. sai che facciamo?
-scordatelo! io non mangio la tua carne perchè sennò la devi buttare! quella carne si è fatta 15 ore sulla freccia salentina, in una valigia, fuori dal frigo. non se ne parla neanche.
-però è peccato...
-dispiace un casino anche a me <- FALSA IPOCRITA DI MERDA

è a quel punto che noto, sul tavolino della cucina, un cellulare. nokia, 8310, cover blu. ravano nella mia borsa e cerco il mio. lo guardo come se lo vedessi per la prima volta: nokia, 8310, cover blu. nokia, nokia. 8310, 8310. cover blu, cover blu.

-teresa?
-zì?
-hai comprato il cellulare uguale al mio?
-ZIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII !!!! non zei contenta?
-non è che ne tragga 'sto gran vantaggio...
-mi piaceva
-immagino!

EMULAZIONE. il cellulare si unisce alla lista di oggetti che mery terry mi emula. senza contare che ogni 2x3 mi chiede spiegazioni sul telefonino come se fossi il manuale d'uso. EMULAZIONE. di bagnoschiuma, estetiste, orologi. EMULAZIONE. di pentole, cellulari e chissàchealtro. EMULAZIONE. e nella testa mi risuonano solo 3 parole: chikatilo, bundy, mery terry.

comunque adesso ho un po' paura

07 gennaio 2003

eccomi qua, reduce da 15 giorni di vacanza e di astinenza da pc, internet e blog. e chisseloimmaginava che la befana mi avrebbe portato un premio? ebbene, grazie a personalità confusa scopro di aver vinto il premio come miglior blog umoristico dell'anno e come personaggio blog. non io, mery terry. quindi il viaggio premio che c'era in palio lo farò fare a lei. una bella vacanza nel cratere dello stromboli. da consumarsi preferibilmente entro domani. prima che si quieti, insomma.
tanto per dire che ringrazio sentitamente per questo award. mi riempie d'orgoglio. sono solo preoccupata per chi ha stilato la classifica. o è troppo buono o è reduce dal cottolengo. in quest'ultimo caso, devo averlo avuto vicino in corsia.

e così stasera rivedo la mia amata mery terry. che è diventata il mio nuovo modo di fare gli auguri. ai miei amici, per le feste, ho spedito: "merry terry christmas". solo a quelli che potevano capirne il senso, ovviamente.
lei, la vera terry, o mera terry, mi ha telefonato la sera della vigilia o giù di lì.

-ilèèèèèè
-chi parla?
-zò mariateresa!
-ma nella rubrica ho segnato un altro cellulare! tu non sei teresa! confessa: che ne hai fatto di lei? l'hai inghiottita?
ride
-zò io!
-ciaooooooo.... che c'è?
-zenti, ti volevo ringraziare per il penzierino che mi hai lasciato sul letto la mattina che sei partita!

precisazione del caso: la mattina che sono partita per le vacanze ho lasciato un regalino di natale a mery terry. gliel'ho appoggiato sul cuscino con un biglietto d'auguri (da vera bastarda sono stata tentatissima di scrivere anche a lei "merry terry christmas". ma poi si monta la testa. oppure -che è peggio- monta della panna che ormai è caglio o della maionese fatta con le uova che hanno già le piume. no grazie, meglio "tanti auguri" e basta). il regalo era EDUCATIVO. cerco sempre di fare regali utili. le ho donato un sacchetto di robe da mangiare. di quelle sane, fatte come dio comanda e soprattutto non rancide o scadute. c'era un po' di tutto dentro e ci ho infilato una scopetta, che dicono porti fortuna. ragazzi, era natale anche per me. il cuore non ha retto all'iniezione di bontà degli spot bauli.

-ti volevo dire... bella la scopetta!
-cazzo teresa, ti ho regalato uno sfracco di robe e tu noti la scopetta? fanculo, dovevi notare la roba da mangiare! <-QUESTO E' QUELLO CHE AVREI VOLUTO DIRE. IN REALTA' HO SOLO DETTO->
-figurati... è un pensierino!
-un bel penzierino!
-penSierino, con la S!
-penZierino! e io c'hoddetto?
-vabbeh... tutto bene?
-zì. allora buone feste. ci rivediamo l'anno prozzimo.
-augu...
click. e mette giù. una donna priva di qualsiasi rituale di commiato. mi ha mozzato gli auguri a metà. e mi ci gioco le palle che del mio regalo ha tenuto la scopetta e il resto l'ha buttato via. il mio terrore è che per ricambiare mi abbia portato in cambio delle schifezze potentine. che già fanno in schifo in partenza. figuriamoci dopo un viaggio di 15 ore sulla freccia salentina! saranno arrivate a piedi da sole!

tu non mi lasci mai
ti cerco e tu ... e tu ci sei
ti cerco e tu, mi dai quel che puoi