14 gennaio 2003

MUSEI E ORRORI
so perchè esistono i musei. perché non c'è abbastanza spazio per contenere certe categorie di cose: non abbastanza spazio per i quadri, non abbastanza spazio per i fossili, non abbastanza spazio per le cere. e non abbastanza spazio per gli orrori. casa mia è il museo di mery terry: di quadri (perfetta come squarcio di fontana), di fossili (un esemplare unico di donna non-sapiens dell'era potentinozoica), di cere (meglio cerette: quelle che si dovrebbe fare spessamente) e orrori. culinari, ovviamente.
prima di partire per le vacanze ho chiesto a mery terry quale sarebbe stato il menu del suo pranzo di natale.

-chessò... lazagne, ravioli...
-no, non hai capito. il TUO pranzo di natale, non il mio. lasagne e cappelletti sono piatti tipici emiliani. con potenza non c'entrano. cosa mangiate VOI?
-quello che mangi tu! ecchemmangio?

EMULAZIONE, EMULAZIONE, EMULAZIONE. TED BUNDY, CHIKATILO, UNABOMBER.

-voglio dire, avrete un piatto tipico...
-non mi viene!

delusion. speravo di regalarvi come cadeau qualche prelibatezza campanilistica. e invece nulla. poi, come per incanto, avviene una sinapsi. in mery terry. un neurone dell'emisfero destro si incontra fortuitamente con un neurone dell'emisfero sinistro. e il tutto è ancora più miracoloso se si pensa che ha luogo in un cervello che ospita al massimo 4 neuroni. che non vanno assolutamente mai d'accordo tra loro.

-ilèèèèèè...
-che c'è?
-bù!
-paura da matti. peggio di dario argento.
-mi sò ricordata!
-cosa?
-che mangiamo noi a natale!
-dimmi, dimmi... <-DISSE IL LUPO A CAPPUCCETTO ROSSO
-la colazione è tradizione
-la colazione è tradizione tutte le mattine, teresa! è anche un buon modo di sopravvivere fino a mezzogiorno!
-voglio dirti... la colazione è speciale
-ansimo dalla voglia di saperlo (con una bustina di biochetasi in una mano e un cucchiaio di citrosodina nell'altro)
-alla mattina ci alziamo e mangiamo pane, burrino e sarde. si prende il pane, ci si spalma il burrino, si mettono le sarde e si mangiano cozì. sò buonizzime!
-ma se alla mattina mangi le sarde, poi passi la giornata a pagare i danni morali alle persone che narcotizzi con tuo fiatino da cloaca!
-eh?
-lascia stare... poi? altre cose?
-no, un po' quello che mangiate voi! noi siamo bbravi a fà dolci! marò!

e taccio. perchè sapere che ti alzi la mattina con la prospettiva delle sarde è già un peso sufficiente per la mia mera terra. mery terry.
ieri sera, poi, ha dato il meglio di sè, raccontandomi e mostrandomi il suo percorso alimentare della giornata.
arriva a casa alle 3 e mangia, pranza. alle 8 cena, con le meraviglie che vi descrivo ogni giorno con spirito pioneristico. se ha un buchino nella stomaco, poi, non è che sgranocchia qualcosa o si prepara una tisana. lei si cucina "uno spuntino". ieri sera, alle 11.22 (so l'ora precisa perchè spegnevo il cellulare dopo una lunga chiacchierata), sento un profumo venire dalla cucina. mi fiocino coscente che lo facevo contro il mio stesso interesse e la vedo fornicare ai fornelli. con una precisione da staffettista, nel momento esatto in cui io mi siedo a tavola lei catapulta la sua gourmandise nel piatto. e ritorna al lavandino per mettere a bagno la pentola.
sono rimasta 15 secondi da sola con quella carne morta a fianco a me. e io, che di carne ne mangio tanta, non riuscivo a capire a quale animale fosse un giorno appartenuta. era un ammasso di ciccia bianca quasi trasparente, ammucchiata in un punto del piatto. un altro pezzo, invece, era un ammasso di carne sul beige ammassato attorno a un osso. un osso che per essere seppellito da un cane necessiterebbe di un'escavatrice d'ausilio.

-teresa? questa carne è per domani?
-no, per mò. tenevo fame.
-e cosa ti sei cucinata?
-chennesò. agnello, capretto. è carne diggiù.

che culo. mentre milioni di famiglie italiane sorseggiano filtrofiore bonomelli, io fumo passivamente olezzo di agnello incaprettato. non solo sulle stecche di marlboro ma anche sulle confezioni di carne a destinazione mery terry dovrebbero scrivere: NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE. dei coinquilini soprattutto.

No dottore,
per favore,
non è urgente,
non è niente.
Per un attimo la mente
mi si è accesa
e qualcosa si bruciò.

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