03 gennaio 2006

PERCHE' NON SIAMO TUTTI COME LEONARD LOWE

Bip___bip___bip___
bip___bip___bip___

-non vediamo segni da mesi...
-colleghi, secondo voi è il caso di...
-staccare? non lo dica neanche per scherzo!
-ma professore, non credo ci siano molte speranze: pare abbia avuto un grosso trauma...

bip___bip___bip__bip_bip_bi-bip_bi-bip

-mhm... mi chiam ilenia... aiut...

-dottore, dottoreeeeee... si sta svegliando...
-è vero... ha alzato il medio...

-iléééééééééééééééééééééé
-ma che diavol...
-iléééééééééééééééééééééé, ti zei svegliata!
-ah... dov son... cosa mi è success...
-scuzate dottore, parla un po' ztrano perghé è polendona... è ghe le mangano le finali... ma le dò un po' delle mie, tanto ne ho ghe mi avanzano...
-aiuto... mi chiamo ilenia... il tunnel si sta chiudendo... si spegne la luce...
-ilééééééééééééééééééééé, ztai londana da guella luce... è male! torna da me ilééééééééééééééé, torna da mery-terry tua... torna ilèèèèèèèèèèèèèè!

un nanomicron di lucidità attraversa il mio cervello provato da tanti mesi di forzato Club Med sinattico e mi rendo conto di dove sono: letto, ospedale, medici. deve essermi successo qualcosa alla salute.

-iléééééééééééééééééééééé, gome ztai?

come la coda di una cometa, il nanomicron di cui sopra trascina con sè un'intuizione geniale. mi trovo nella Zauberberg del Terzo Millennio e l'unico pscyhlos sopravvissuto è lei, il massetere perpetuo, la digeritrice ameboide di melanzane della magna grecia, lo shock anafilattico di ogni dietologo macrobiotico del pianeta: mery terry, the vampire stikes back.

-signorina ilenia, mi sente? sono il dottor..
-vuori di qua lei! adezzo a ilè gi penzo io! voi non l'avete zaputa gurare!
-teresa scusa, nella folle corsa verso il pronto soccorso hai dimenticato nel baule la valigia con le dentali e le palatali o steve jobs ha trasformato il tuo sistema fonatorio in qualcosa di esteticamente perfetto ma pragmaticamente inutilizzabile?
-dottore, ha vizto? è guarita, è tornata guella di sembre! adezzo vuori che io e la mia amiga dobbiamo barlare!
-fermi tutti, fermi tutti! allora teresa, sia chiaro: 1- non voglio restare sola con te; 2- non sono tua amica; 3-tu non sei capace di parlare!
-signorina ilenia, si calmi: la lascio sola con la sua amica mentre avverto la sua famiglia che sta bene...
-no, dottore noooooooo!
-e di ghe hai paura ilè?
-ma non lo so! non so nemmeno cosa mi è successo!
-ma ze è ber quezto pozzo spiegartelo io!
-vera... mente?
-ma gerto! io zo tutto! ero lì!
-e puoi dirmelo?
-ma gerto! pratigamente... sei caduta in goma!
-in goma? cosa vuol dire che sono caduta in goma? è una nuova malattia?
-magghé! goma, goma... quel tubo ghe ti fa dormire senza che hai prezo il vigs vaporub!
-il tubo che ti fa dormire? tubo che ti fa dormi... il laccio emostatico? ma teresa cazzo, ti fai di eroina? o peggio, tu mi fai di eroina? o mi fai fare di eroina?
-magghè eroina! dormi gol tubo attaccato!
-ma... attaccato da che parte?
-dalla parte del goma!
-ma che cazzo è 'sto goma? sta nella gola o nell'apparato riproduttivo?
-no, nell'abbarato riproduttivo ci stanno le tube di eustaghio...
-ma cretina, quelle sono le tube di falloppio! le trombe di eustachio sono nelle orecchie!
-beh, gomungue tu ztavi in goma e dormivi, dormivi...
-in COMA! ero in coma!
-zì, e io zono ztata al tuo fiango tutto il dempo...
-ma lo sai che in mia assenza il tuo italiano è davvero peggiorato? quando entri alla reception dell'ospedale oltre agli effetti personali ti fanno lasciare giù metà del lessico che possiedi?
-magghè! sono venuta tutti i giorni e di ho nutrito a melenzane e aglianico...
-ma se ero in coma come facevo a masticare?
-non mastigavi
-e quindi?
-ogni giorno frullavo le melenzane col minipimer e le mescevo con un pogo di aglianico e della sopprezzata, poi te le verzavo direttamende nella flebbo! vedi gome ti zei rinvigorita? sei più bbella adezzo! mi azzomigli pure!
-non voglio guardarmi per non ricadere in coma
-e poi ti leggevo le fiabe lugane...
-nooooooooooooooooooooooooooooooooo! le fiabe lucane? in lingua lucana?
-magghè, in italiano
-ah... meno male. aspetta però: in quale italiano? il t... il tu... il tuo?
-ecchè, ne ezizte un altro?
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei
io la morte abbracciai
ho paura a dirti che per te mi svegliai...

27 gennaio 2005

SUL CONCETTO DI "INSERIRE PERNO A IN CAVITA' B".

Ore 22.30, Gorgonzola City.

Driiin

-Pronto?
-Pronto, chi è lei?
-Mamma sono io, hai chiamato tua figlia.
-Ah, scusa, volevo chiamare il dottore.
-Il dottore? Perché, stai male?
-No.
-E allora?
-E allora non sto male adesso, ma potrebbe sempre venirmi la febbre stanotte.
-Certo, ho capito. Anch'io ho comprato una Porsche: sai, non ho ancora vinto alla lotteria, ma non si sa mai...
-Cretinetti di una Cuccarini, hai comprato una Porsche?
-Ma no, era per dire...
-Non si dicono certe cose neanche per scherzo! Compra la Porsche, lei... la milanese... E che cos'è una Porsche?
-Una macchina.
-Che cosa fa?
-Viaggia.
-Devi tornare via? Con me che mi sta per venire l'influenza vai all'estero?
-Ma che cazzo stai dicendo? Io vado all'estero una volta ogni 3 anni se mi va di culo! E poi tu non hai l'influenza!
-Ma cosa fa questa Porsche? Frulla, impasta, trita?
-Beh, se vai molto forte può anche capitare...
-Ha molte velocità?
-Dipende dai piedi...
-Lo vedi che sei una Cuccarini? Hai comprato una macchina a pedali al giorno d'oggi?
-Guarda mamma che è su una macchina a pedali che volerai d'urgenza all'ospedale quando la tua febbre si trasformerà in ebola!
-Cretinetti! Non si scherza con la salute!
-Comunque per stare tranquilla ti dirò che la Porsche è un'automobile e che io non ce l'ho. Ho ancora la mia bella Alfa blu.
-Io te l'avevo detto di comprare un Sulky, così lo potevo usare anche io!
-Piuttosto ti pago quotidianamente un risciò trainato dai criceti dei vicini.
-Spiritosella... Cos'è questo rumore?
-Sto tirando fuori dalla scatola delle cose.
-Che cose?
-Delle cornici.
-E dove le hai comprate?
-All'Ikea.
-All'Ikea? Tu ci vai sempre senza di me all'Ikea! Io morirò senza aver visto l'Ikea! Se ti senti di essere una brava figlia...
-...
-E che cos'hai comprato all'Ikea?
-Solo cornici e qualche accessorio per la cucina: cucchiai di legno, mestoli, robe così.
-E cosa c'era d'altro?
-Tante cose, mamma, tante cose.
-A che ora sei andata?
-Qui a Milano chiude alle 10 di sera. Sono appena tornata.
-Dio, a quell'ora...
-Non succede micca niente!
-E' una zona erotica?
-Zona erotica? Beh, effettivamente qualche volta credo di aver sentito parlare dell'Ikea come del Punto G dell'hinterland milanese, sì...
-No! Voglio dire: c'erano... le... insomma... le...
-Puttane?
-Eh, quelle lì. C'erano fuori dall'Ikea?
-Sì mamma, c'erano le puttane fuori dall'kea. Anche loro tutte da montare.

Donna selvaggia donna
di solo sesso non si vive mai

17 novembre 2004

SEMIOTICA A PLACCHE

ci sono domestici segni convenzionali riconosciuti da tutti: un fiocco rosa sulla porta significa "è nata una bambina"; una ghirlanda sull'uscio con pigne dorate e vellutati fiocchi rossi vuol dire "è arrivato il natale"; uno zerbino in cocco "spazzatevi le scarpe prima di entrare", un gatto sulla soglia "porco cazzo, ho chiuso fuori il gatto!". ma c'è un unico segno che fino ad oggi non avevo mai saputo interpretare correttamente e che farebbe inorridire in un'unica scossa spinale greimas, hjelmslev e saussure: fiori di origano incollati con lo scotch sull'occhiolino magico e disposti a raggiera tipo spilloni di lucia mondella. è questo il ridotto ma consistente show botanico che si è presentato ai miei dendriti nasali e ai miei umori vitrei ieri sera. ne va da sè che olfatto e vista ne risultano ampiamente oltraggiati.
nel tardo vespro dello scorso giorno, quando i preti erano ormai prossimi a recitare compieta, infilo la chiave nella toppa sicura di trovare a pochi centimetri dall'ingresso le fly-flot balvane di mery terry. così gioco d'anticipo.
-teresaaaaaaaaaaaaaaa, cos'è questo origano sulla porta? ti hanno detto che esiste il gled assorbi odori? toglitelo da sotto le ascelle e provalo per la casa invece che appenderlo sul pianerottolo!
silenzio.
-beh, teresa dev'essere uscita. d'altronde se dio si è riposato il settimo giorno, io avrò diritto almeno a un martedì.
-elìììììììììììììììììììììììììììììì... elììììììììììììììììììììììììììììììììì!
-lamma sabactani, teresa! allora ci sei!
-elììììììììììììììììììììììììììììì!
-cos'è questo grido? teresa, l'ora nona è passata da quel pezzo!
-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè!
-ma che cazzo è? sono dentro hotel california degli eagles e sto sentendo il brano al contrario?
-elììììììììììììììììììììììì!
-ilèèèèèèèèèèèèèèèè!
-BASTAAAAAA! cos'è, la tombola delle consonanti? estraiamo le lettere a caso e riempiamo il tabellone dei dialoghi col prossimo?
-elìììììììììììììììììììììììì
-chi è parla? chi siete? da dove venite? cosa cercate su questa terra, donne, fumo, il chinotto? invocate san pellegrino. lontane da me, creature dello spazio: rapite mery terry e andatevene alla svelta, prima che lei stessa vi ingoi alla caseovelocità della luce (*la caseovelocità della luce è un'unità di misura pari a 300.000 km di scamorze divorate in un secondo nelle ore diurne. è un'unità di misura applicata alle sole province di potenza e matera, dove il sole brilla alto anche in inverno e la scamorza vola bassa in ogni periodo dell'anno).
plin plu: piccola pausa. il tempo di un respiro zen.
-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè!
-elììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì!
-allora: mettetevi in ordine e fate le vostre richieste. se avete rapito mery terry sono disposta a pagare qualsiasi cifra purchè ve la teniate.
-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè, sò jenny.
epifania. le due voci che ho sentito in corridoio sono rispettivamente di jenny, che mi chiamava ilè, e di mery terry, che dev'essere finita nella centrifuga della candy e ora grida aiuto dall'oblò con il vocativo elì.
dal buio, zoppicando e maleodorando non poco, si staglia jenny nelle tenebre.
-ilèèèèè, terressa stammalle.
-ma cristobal, ci ho messo 2 anni per capire come parla quella e adesso ti ci metti anche tu? togli qualche doppia e tienila per dopo. si dice: ilè, teresa sta male. hai visto che si fa con poco?
-èvverro, hairraggionne. ècchessonno preoccuppatto.
-non mi sembra un buon motivo per fare un uso sconsiderato delle allitterazioni. ci vuole la licenza poetica, per quello.
-ma io mannccco la licenza supperrriorre mi hanno datto. mella sonno andatta a rubbare dall'archivvio della scuolla.
-ma hai rubato la licenza di un altro?
-sì, infatti al posstto dillavvorrro pensanno che mi chiammo sergio invece che gennarro.
-difficile condurre tutta una vita nella latitanza, eh?
-ma qualle lattittanza, io abbitto a cernusco sul navviglio
-la latitanza non è una zona geografica tipo la brianza: è una condizione di vita.
-è una fasscia bbassa del reddittto? si possonno avverre i rimmborsi?
-ma no, capodoglio pterigopoideo, la latitanza è quando ti sottrai in un qualche modo alla custodia della polizia.
-io mi sso diffenderre dassollo.
-senti, slot machine delle consonanti, dov'è teresa?
-in cammerra.
-e tu perchè sei fuori? avete litigato?
-nonno.
-nonno?
-nonno.
-avete litigato a causa di suo nonno?
-nonno.
-allora a causa di tuo nonno?
-nonno.
-perdonami, minipimer di tutte le dentali: cosa c'entra il nonno?
-nonno. non abbiammo littiggatto.
-ma cristobal 3 volte con riporto di 1: NO-NO. era un rafforzativo del NO!
-sissi.
-stavolta non ci casco, è un rafforzativo del sì: ora vuoi dirmi 2 volte sì.
-ah-ah.
-capito: ma prima che entri in un tunnel di lettere gemellate da cui non saprei uscire, vui dirmi che ha teresa?
-èmmallatta.
-oh porco cazzo! e che ha?
-ho vommittatto.
-aspetta, aspetta...
-sonno 2 volte aspetta... come nonno e sissi.
-bravo, sei intelligente e impari subito, meglio di ceetah. comunque, segui il labiale: che malattia ha teresa?
-dellirri.
-vomito e deliri... sarà influenza: e comunque non è grave.
-nonno, ma vuole currarsi con l'ommeopattia.
-e quindi? sambuco? sai che le bacche di sambuco sono un antipiretico naturale?
-nonno.
ci ho messo 2 nanosecondi per fare il collegamento medicina naturale/erboristeria=fiori d'origano sulla porta.
-non me lo dire, non me lo dire, non me lo dire. in lucania si cura la febbre con l'origano.
-non creddo, non so perchè terressa lo vuolle ma mi ha obbliggatto ad andargliello a prennderre.
-e dove l'hai trovato?
-in un campo abbussivo dove della gente diggiù coltivvva piante varrie che poi brucccia.
-brucia o fuma? perchè c'è la sua bella differenza...
-non so. la mandano in svizzerra a fanno i sacchetti per profummarre i cassetti.
altri 2 nanosecondi e ho collegato origano sulla porta=marjuana coltivata illegalmente. è in uno scatto da rana bue che sono già addosso a jenny.
-ma porco cazzo d'un cristobal, quello non è origano: è marja!
-evvabenne, io sonno moltto devvotto alla maddonna!
-idiota di un nano trapezista, quella non è la maria di lourdes, è marjuana!
-ecco perchè terressa diceva che per la pizza non vabbenne, che sa troppo di citrugno e chhe ci ppizzicca il nasso!!
-cosa c'entra la pizza?
-terressa volevva currarsi la febbre con la pizza all'orrigganno!
-e invece tu hai rimediato marjuana... porco cazzo, peggio che in un film dei fratelli marx!
ammazzarli. tutti e due. è il solo desiderio. che ho. mi fiondo a cerbottana sul talamo di teresa e ne scorgo i lineamenti: eccola lì, come reduce da un corso intensivo di visagismo tenuto dai fichi d'india.
-ma sei deficiente a fare la pizza con la marjuana?
-e mo non lo zapevo! e non invierire, che ne ho mangiati 4 ztampi e ora zto male! jenny zta bene perchè non gliene ho lasciato mango un pezzo!
-è la giusta punizione, cloaca ingorda! a proposito di cloaca, cos'è questa puzza di merda che sento in giro?
-è jenny.
-ah, è un suo odore naturale o l'avete scelto come fragranza di coppia?
-no, ha peztato una cacca.
-e dove?
-nel gampo dove ha prezo l'origano. ora zta pulendo le zuole in corridoio che zennò mi zporca il piumone di agrilico.
-come sta pulendo le scarpe in corridoio? e i frammenti che espelle dove vanno a finire?
-gualguno zul muro e gualguno per terra. ma gli ho detto di non preoccuparzi che tanto pulisci tu..
-ma ti sei bevuta il cervello oltre che mangiata l'erba? tu e il tuo cappone pestamerde dovete trasformarvi in rotowash e usare la potenza di mille braccia per ripristinare l'atavica igiene! RAUS!
dall'androne si sente jenny che, mortificato, tenta una riappacificazione.
-ilèèèèèèèè, non ti preoccupparre, quanndo hoffinnittto di schizzarre escremmenti pullisco tutto e porto il tuo piggiamma in lavanderrrria.
-il mio pigiama? cosa c'entra il mio pigiama?
-ecche l'ho ussatto per...
-NON LO VOGLIO SAPERE. fammi un favore: prendi tutte le consonanti doppie che ti sono rimaste e intabarrati nel piumone di teresa. non uscire finchè non avrai udito il canto del gallo.
porco cazzo, a vivere a milano un vantaggio ci sarà: di galli che cantano non c'è ne rimasto nemmeno uno. parola di francesco amadori.
Il posto è qui.
E' qui quel lavorio dell'erba simile al pensiero

08 settembre 2004

SOLO UNA COSA.

solo una cosa vorrei capire:
-non sono stata estratta per il telefonino samsung del mars;
-non sono stata estratta per la mini rover dei tic tac;
-non sono stata estratta per i fiori in palio con lo scottex;
-non sono stata estratta per la porsche del bacardi breezer;
-non sono stata estratta per ricevere una maglietta della simmenthal, un cioccolatino della mucca della lila, 1 litro di latte scaduto della granarolo, un paio di occhiali che attirano i raggi uva, un computer 286, un gratta e vinci che si gratta e basta, una stampante senza toner, un telefono fisso senza cornetta, un calendario del 2002, un cartone di tavernello che ormai è mosto, un evidenziatore nero, un bianchetto secco, un camice purulento di un medico senza frontiere, un vhs con tutto il nastro da riavvolgere, un criceto autistico, una partita di zucchine di chernobyl, una porta senza maniglia, un cd di paolo limiti, un quaderno pigna già tutto scritto...

...ma per un controllo fiscale sul mio modello unico del 2001 sì. questo vorrei capire: dove sbaglio coi concorsi a premi e dove invece ci prendo col fisco.

non lo so
però ci sto.

17 agosto 2004

NON SI VIVE DI SOLI DOLMEN E MENHIR (Part I)

uno spera di andare in ferie per tanti motivi: perché ha caldo, perché ha prenotato 2 settimane in un villaggio all-inclusive, perché non ne può più di lavorare, perché non ne può più di fingere di lavorare, perché ha prenotato 2 settimane in un villaggio all-inclusive per ovviare al caldo e allo strenuo sforzo attoriale di fingere di travagliare.
ora, dopo anni di adattamento coercitivo a mery terry e alla sua funambolica e alchimistica pietanzeria, mi merito anch’io un rigenerante strappo dalla vita milanese. così, per staccare il cordone ombelicale dal mio galbanistico appartamento ambrosiano, ho sottratto 2 settimane dal calendario e ho navigato verso la sardegna: sole, mare, acqua, bagni.
dopo qualche giorno di spiaggia, lontana da ogni pericolo potentino, ho riacquistato un notevole portfolio di caratteristiche idonee alla vita sociale: umore da lulù dei fiori, colorito da heidi, abitini alla memole. solo i capelli, per via del sole, mi appropinquano al look di creamy, ma si tratta di un irrisorio neo estetico che posso briosamente superare.
arrivo in spiaggia che il caldo opprime parecchio, non tira un refolo di vento. essendo in una caletta riparata ed esclusiva, non ci sono ombrelloni quindi io e i miei compagni di tintarella boccheggiamo come merlani gialli finiti ai lidi di comacchio.

-cristobal, almeno uno sputo d’ombra!

invoco le tenebre con tale fervore da sembrare il membro di una novella setta satanica. ma non sembra esserci via di scampo. e continuo nella mia mimica da merlano.
poi, improvvisamente, il sole si eclissa e si fa buio su tutta la terra. un’enorme macchia scura copre tutta la rena e viene a donarmi un po’ di ristoro.

-ah, meno male! nuvola benedetta!

il mio vicino di asciugamano, sentita la mia gaudiosa esclamazione, mi rivolge un appunto.

-scusi signorina, ma qui di nuvole non c’è traccia! guardi il cielo: è limpido e chiaro!

apro gli occhi con una fatica pari a quella di un affetto cronico da congiuntivite.

-ha ragione! il cielo è sgombro che sembra un ufficio comunale 5 minuti prima della chiusura! e allora da dove viene questo insospettato sollievo?
-forse da quel nuraghe lì dietro! sinceramente non mi ero accorto che ci fosse, ma sa com’è, uno in vacanza è più distratto del solito…
-vero, vero.

nuraghe? non ci sono nuraghi sulla spiaggia. sono 5 giorni che vengo qui e avrei notato un sardissimo nuraghe. mi giro verso l’elio per decifrare da quale area della tavola periodica arrivi l’elemento che ottunde la luminosità solare. inizialmente, puntando il bulbo oculare verso la più lampante fonte di calore e nitore, rischio una cecità alla saramago. poi, dopo essermi passata in rassegna una serie di allucinogeni pallini blu e verdi, riesco a distinguere una sagoma che si staglia nel disco astrale. più che un nuraghe si direbbe un trullo, un ammasso concentrico di sferiche e sassose durezze. ma questo trullo si muove e poi siamo in sardegna, non in puglia. ma allora cos’è che è grosso e imponente come un monumento preistorico, fatto a strati successivi e che però si muove? dev’essere qualcosa di enorme, pesante, spropositato, pachidermico, assolutamente anti-moderno… anti-moderno, moder… nooooooooooooooooooooooooooooooooo! NO NO NO NO NOOOOOOOO!!!
esiste solo un appartenente ai 5 regni degli esseri viventi che riassume maestosamente tutte queste caratteristiche, ma in questo momento DEVE trovarsi a km e km di distanza da me! non può essere qui, non può essere lei, non può!

-iléééééééééééé!!!!!!!!!!!

è lei.

-ilééééééééééééé, ma che ci ztai a fare in zardegna? ma tu guarda che deztino! zei proprio a porco cervo dove zto io!
-allora, chiariamo: innanzitutto si chiama PORTO cervo, non porco cervo, che poi rischia che ti magni pure questo…
-quale dei due?
-dei due cosa?
-il porco e il cervo! sobbuoni entrambe!
-ma checcazzo è? a stare al sole hai perso l’uso della lingua italiana? vabbeh che ne hai sempre fatto un uso del tutto random, ma almeno qualche rara combinazione ti riusciva casualmente comprensibile a noi del genere umano!
-e mò cc’hoddetto?
-porco e cervo sono maschili quindi devi dire “entrambi”, non “entrambe”!
-ecchessarrammai!
-oh, ti sei bruciata del tutto i neuroni coi raggi UVA? o ti sei ingollata pure quelli?
-ma che ztai addì?
-e che ne so, tu trangugi tutto quello che ha sembianze culinarie anche se solo lessicalmente: porto CERVO, raggi UVA…
-madò, quando zei stugna!
-stugna?
-stugna, stugna!
-cosa vuol dire stugna?
-che sei stugna! che hai fatto la niverzità a fare se poi non zai le coze? mica ti pozzo inzegnare tutto io!
-MICCA con 2 c, porco cazzo! quante volte te lo devo dire? lo sai che mi irrita detto con una C sola!
-iléééééééééééééé, a te ti irrita il ritema zolare, mica io! e adezzo zpoztati che devo prendere residenza in questa zpiaggia!
-sì, ma prendila per sempre la residenza!
-eh, magari! purtroppo pozzo ztare zolo pochi giorni perché poi devo tornare a lavorare!
-e quanto stai?
-45 giorni
-ah beh, solo 45 gior… 45 GIORNI? madonna, hai maturato tutte queste ferie?
-ferie?
-eh: come fai a stare a casa 45 giorni se non li hai di ferie?
-eh, ci zto.
-in che senso?
-15 giorni zò di ferie e altri 30 dico che ho il vaiolo!
-il vaiolo? ma sei scema?
-e perché?
-perché il vaiolo in italia è stato debellato da anni!
-ah, mò magari mi zò sbagliata e non è il vaiolo ma un’altra malattia… comunque ho 30 giorni di malattia.
-infatti: beata te che lo sai prima.
-AHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!
-e adesso che fai? che ti urli, che sembri un quadro di munch sotto effetto di acquaragia!
-chiamo al resto della famiglia. ahoooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!

nel mio cervello e nello strato più superficiale della mia coscienza i termini “mery terry” e “famiglia” non si volevano associare. ogni volta che si avvicinavano si respingevano come i poli simili di due calamite. poi, a causa di uno sconvolgimento inaspettato del campo magnetico del gennargentu, ho realizzato. non solo mery terry era lì, vicino me, ma ben presto avrei visto sfilare tutti i rizomi del suo albero genealogico.
e così, girando lo sguardo verso il punto in cui prima si stagliava un ipotetico nuraghe, vedo profilarsi una processione di affiliati scamorzici in un numero pari ai partecipanti della via crucis in vaticano durante la quaresima. e la passione, stavolta, è tutta per me.

E siccome è facile incontrarsi
anche in una grande città.

16 agosto 2004

LAMBRUSCO, CASTAGNE E POP CORN

non mi ricordo se sono stata una bambina precoce. se a 3 anni sapevo già leggere e scrivere, se a 5 facevo il cubo di rubik con una mano sola e se a 8 predicavo nel tempio. fatto sta che si è ritenuto necessario mandarmi a scuola.
la scuola era un posto fico, dove potevo farmi tanti amici, mangiare merendine, fare l’intervallo e soprattutto imparare a scrivere. il primo giorno che arrivai a scuola trepidavo di emozione: finalmente le stanghette che mia madre si ostinava a farmi copiare per farmi scrivere “ILENIA” avrebbero avuto un senso. e io avrei potuto farne buon uso da grande, quando sarei diventata una famosissima e stimatissima tabaccaia. anche se non avevo del tutto accantonato l’idea di fare la prestigiatrice.
ma il primo giorno di scuola ricevetti una mostruosa delusione dal sistema scolastico italiano: le maestre si presentarono tutte gioiose, ci convinsero che saremmo stati bene, che a scuola ci saremmo divertiti un sacco e che quelli che stavano per arrivare erano i migliori anni della nostra vita. ma di leggere e scrivere neanche l’ombra. io mi ero convinta che la scuola era bella, c’era quella faccenda delle merendine in ballo: non c’era bisogno di tirarla tanto per le lunghe. e invece niente. l’affaire “scrittura” rimaneva top secret, protetto meglio che dagli uomini di quantico. le maestre continuavano a citare il loro curriculum vitae, mortae e miracolae e a spataffiare quanto fosse bella la scuola, che magnifica avventura fosse apprendere, che audace e rocambolesca esperienza fosse condividere la conoscenza. questo concetto l’avevo afferrato al primo giro, anche se alla parola “condividere” un brivido mi aveva percorso la schiena: credevo mi si chiedesse di spartire le mie merendine. per fortuna si trattava solo di condividere competenze varie, micca cibo cariatorio.
mentre le maestre tenevano la loro democratica conferenza sul mondo di oz e sul sentiero di mattoni gialli, la situazione tra i banchi degenerava. laura, la bambina puzzona che negli anni avrebbe imperterritamente continuato ad appestare, continuava a piangere perché voleva stare con sua mamma. probabilmente uscire dal miasma nucleare di casa sua le aveva provocato crisi di astinenza e le lacrime le scendevano a fiumi come cagionate da reazione allergica alla combinazione atmosferica di ossigeno e azoto. quella roba necessaria a respirare, insomma. lei, abituata ad inalare esalazioni di grasso fuso e soffritti all’aglio, non c’era avvezza: normale che si sentisse così spaesata.
il primo giorno di scuola, dunque, fu una vera fetecchia. meno male che mia madre, al ritorno, mi fece trovare un fiammante vestito di barbie sul divano. era il regalo per non aver pianto a dirotto come laura e soprattutto, credo, per non emanare il suo stesso nauseabondo tanfo.
e fu sera e fu mattina: secondo giorno di scuola. carica di aspettative e lontana anni luce dalle modifiche della legge moratti, tentai di capire se finalmente mi avrebbero insegnato a scrivere o se questa storia dei sussidiari fosse tutta una bufala messa in piedi dal mondo editoriale per incrementare i guadagni.
così mi sistemai al mio banco estote parati come baden powell, pronta ad apprendere qualsiasi nozione calligrafica. ero armata come rambo, con una staedler HB tra gli incisivi e una gomma lebez incastonata tra pollice e indice.
ecco che, nel furore generale, le maestre fanno l’annuncio.

-bimbi, oggi cominciamo a scrivere. ma quale frase ci accompagnerà per tutto l’anno? qualcuno ha qualcosa da suggerire?

allora, signor maestra: o ce lo dice prima che dobbiamo essere creativi o poi si deve aspettare delle crisi di panico. come faccio a inventarmi una frase da scrivere così, su due piedi? cosa posso dire?

-io signora maestra, io ho un’idea.

era lui: enrico fantini. e questa era la sua prima promulgazione. negli anni a seguire enrico fantini si sarebbe rivelato il maggior sex symbol delle elementari e avrebbe schiantato un sacco di tope-bambine. per il momento, però, era soltanto un tenero frugoletto che aveva avuto un’intuizione.

-dimmi enrico, cosa possiamo scrivere?

la maestra lo conosceva già troppo bene per i miei gusti: c’era un particolare che non quadrava, ma il secondo giorno delle elementari non era il caso di fare la sindacalista dei bambini. dovevo studiare la situazione capire come compitare. o computare.

-non so cosa possiamo scrivere, ma io avrei portato dei ricci di castagna che ho raccolto domenica a serramazzoni!

bambino borghese di merda. io per andare a serramazzoni dovevo aspettare la colonia estiva del prete, nel frattempo andare tutti i sabati in parrocchia, imbustare gli avvisi per la comunità e pulire l’appartamento di don gasparo. e lui, così, se ne esce bello bello e va di domenica sull’appennino a raccogliere ricci. magari non doveva nemmeno fare il turno dei piatti, quel piccolo burnettiano lord fauntleroy.

-vieni qua, enrico e fammi vedere i tuoi ricci. e falli vedere anche ai tuoi compagni, che non sono stati a serramazzoni come te!

piccola maestra di merda: è vero che io non sono stata in montagna, ma non è che la mia esistenza valga meno per questo. io non lo invidio enrico fantini, a me piace alessandro malpighi, peraltro. c’ha le lentiggini e gli occhi verdi e gli piacciono un casino gli scimpanzè.
nel frattempo enrico mostra orgoglioso alla classe i suoi ricci, che facevano veramente cagare. erano ricci di castagna, morti. fossero stati ricci di mare, vivi, ci si poteva fare la spaghettata. con 5 castagne in croce non ci potevamo nemmeno fare l’arrostita di san martino.

-ma che beli, enrico! bambini, non sono meravigliosi questi ricci? su, ripetiamo insieme: enrico ha portato i ricci di castagna, enrico ha portato i ricci di castagna…

morale della favola: per tutto il primo anno di elementari, per imparare l’alfabeto e migliorare le arti calligrafiche e incunaboliche, riempimmo quaderni pigna di scritte in stampatello, corsivo, corsivo maiuscolo, corsivo minuscolo e times new roman che recitavan così:

ENRICO HA PORTATO UN RICCIO DI CASTAGNA.
ENRICO HA PORTATO UN RICCIO DI CASTAGNA.
ENRICO HA PORTATO UN RICCIO DI CASTAGNA.
ENRICO HA PORTATO UN RICCIO DI CASTAGNA.
ENRICO HA PORTATO UN RICCIO DI CASTAGNA.
ENRICO HA PORTATO UN RICCIO DI CASTAGNA.
ENRICO HA PORTATO UN RICCIO DI CASTAGNA.
ENRICO HA PORTATO UN RICCIO DI CASTAGNA.

la noia imperava sovrana in quella scuola elementare ma la precisione ortografica vinceva suprema. così, alla 10.456esima volta che scrivevo daddio ENRICO HA PORTATO UN RICCIO DI CASTAGNA, mi sentii arrivata. quell’anno scolastico fu un inferno, anche perché scrivere di ricci di castagna in primavera era alquanto vintage. ma la maestra perseverava.
scoprii qualche tempo più tardi che enrico fantini ospitava tutti i giorni la maestra a pranzo e andava a casa sua in campagna alla domenica a vedere i cavalli e le mucche. inutile dire che, per non scatenare una rivoluzione orwelliana e finire come i maiali, non dissi nulla ai miei compagni.
quando la scuola finì, io non ero felice perché andavo in vacanza (mi aspettava la colonia del prete e i turni di pulizia in cucina) ma perché capivo che era finalmente terminata l’era dei ricci di castagna. in seconda elementare, ormai perita di bella scrittura, non avrei avuto bisogno delle esperienze bucoliche di enrico fantini per acculturarmi e sarei finalmente diventata una proto-tabaccaia. ma l’insidia si celava infingarda dietro i campi d’oro.
il primo giorno di scuola della seconda elementare ci ritrovammo nei nostri banchi di fòrmica: io ero la solita holly hobbie coi capelli lunghi e neri, alessandro era sempre splendido e lentigginoso e laura non piangeva più. ma puzzava ancora. ed enrico? enrico era lì, con lo sguardo timido e le mani dietro la schiena. la maestra non era cambiata e ci accolse come figliol prodighi. ma non ce ne eravamo andati di nostra volontà, era il ministero che imponeva che le lezioni finissero: tutte quelle feste non avevano molto senso.

-allora bambini, dove siete stati quest’estate?
-in colonia dal prete!
-bene, e tu?
-in colonia dal don!
-ah, e tu alessandro?
-in colonia.
-beh, vedo che siete stati tutti in colonia! ma tu enrico? dove sei stato tu?

dentro di me pregavo intensamente, come non avrei fatto mai in tutti gli anni che avrei frequentato la parrocchia: “non dire che sei stato a serramazzoni, no a serramazzoni, no a serramazzoni, ti prego no!”

-signora maestra, sono stato a…

a viterbo, a margherita di savoia, a buchenwald, dove vuoi…

-sono stato a…

a? parla sporco fauntleroy, dillo, dai!

-sono stato a parma dai miei nonni…

pfiu! pericolo scampato! niente ricci da descrivere o disegnare! evviva! il genio creativo vince sulla ripetitività ciclica!

-… e ho raccolto questa pannocchia di granoturco, che ora mostrerò ai miei compagni!

ENRICO HA PORTATO UNA PANNOCCHIA DI GRANTURCO.
ENRICO HA PORTATO UNA PANNOCCHIA DI GRANTURCO.
ENRICO HA PORTATO UNA PANNOCCHIA DI GRANTURCO.
ENRICO HA PORTATO UNA PANNOCCHIA DI GRANTURCO.
ENRICO HA PORTATO UNA PANNOCCHIA DI GRANTURCO.
ENRICO HA PORTATO UNA PANNOCCHIA DI GRANTURCO.
ENRICO HA PORTATO UNA PANNOCCHIA DI GRANTURCO.
ENRICO HA PORTATO UNA PANNOCCHIA DI GRANTURCO.


All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli

15 agosto 2004

IL MIO PERSONALISSIMO SEVEN

Driiiiiin…

-pronto?
-pronto, mamma?
-chi è?
-mamma, sono io!
-io chi?
-cristobal mamma, sono figlia unica, non dovresti avere grossi problemi a decifrare chi è che ti sta chiamando “mamma” al telefono!
-non ti avevo riconosciuto, hai una voce strana: hai poppato di cocaina?
-MAMMAAAAAAAA! io non fumo neanche… e poi si dice PIPPARE, non poppare.
-ah, non si dice poppare? pensavo che la cocaina era liquida tipo… coca cola.
-FOSSE liquida.
-allora è liquida, avevo ragione!
-no no no no: la cocaina non è liquida. ma tu dovevi dire “pensavo che la cocaina FOSSE liquida”: devi usare il congiuntivo.
-uelà, cuccarini, vedi di non fare troppo la precisini che a parlare ti ho insegnato io quindi tu a me non hai da dire un bel niente… anzi: tu a me non avessi da dire un bel niente. tò mò lè!
-vabbeh, lasciamo stare… e poi scusa, come mai ti viene il sospetto che tiro di cocaina?
-ne ha parlato mirabella a elisir.
-della cocaina?
-sì, dice che è una piega dei giovani d’oggi.
-piaga.
-piaga?
-si dice piaga dei giovani d’oggi, non piega.
-cuccariniiiiiiiiiiiii…
-vabbeh, lascio stare. e quindi siccome mirabella dice che le nuove generazioni sono preda dei vizi capitali, devo per forza rientrarci anch’io?
-beh, effettivamente mi rendo conto che tu non fai parte della categoria.
-oh, meno male che ti rendi conto che non sono una drogata!
-ma che drogata! io mi rendo conto che tu non fai più parte dei giovani!
-MAMMAAAAAAAAAAAAAAAAA!
-ilenia, ragiona: ormai hai 30 anni, hai perso il fidanzato, non sei iscritta all’INPS… è un attimo che ti scende un rene o ti viene il diabete e poi vai in menopausa!
-scusa mamma, come fai di cognome… franzoni?

scoppia a piangere.

-e adesso cosa fai, piangi?
-certo che piango! ti sembra che io possa avere una figlia che non sa neanche come mi chiamo di cognome? e quando muoio, cosa ci fai scrivere sulla lapide se non sai neanche qual è il cognome della tua unica mamma, eh?
-ma mamma, era una battuta!
-sì sì, batti, batti! e intanto non sai nemmeno il cognome di tua madre: adesso le indicazioni per la lapide le lascio a tua cugina, che mi fido di più. ma dimmi te se 30 anni fa, quando ho partorito, potevo immaginare che avrei avuto una figlia così.
-così come? cos’ho che non va? sono bravissima: non mi drogo, non fumo, non bevo neanche…
-non è vero.
-non è vero cosa?
-non è vero che non bevi, io lo so! guarda che ci ho fatto caso che il limoncino nella bottiglia cala! e com’è che cala, eh? evapora? certo che evapora, evapora nella tua pancia! ti verrà la cirrosi a 35 anni, ti verrà! e io non avrò mai dei nipotini… vabbeh che se adesso non hai nemmeno il fidanzato, come vuoi che a 35 anni io abbia dei nipotini…
-MA LA PIANTI? ADESSO MI HAI PROPRIO SFRANCICATO IL CAZZO. MI AVETE ROTTO TU, LE TUE PARANOIE, MICHELE MIRABELLA, LA LAPIDE E IL LIMONCINO!

questo è quello che avrei voluto dire. in realtà quello che ho pronunciato esattamente è stato qualcosa tipo…

-MAMMA, NON DISPERARE: SE HANNO DATO UN DAVID DI DONATELLO A STEFANIA SANDRELLI, VUOL DIRE CHE C‘È UNA SPERANZA PER TUTTI!
-cosa fai, critichi? lo sai che la sandrelli ha fatto “il bello delle donne”?
-senti mamma, facciamo così: tronchiamo questa telefonata?
-certo, scappa davanti ai problemi, non affrontarli, sai? è così che si vive..
-mamma, so che ti stupirà ma…NON ESISTONO PROBLEMI. non mi drogo, non fumo e soprattutto non sono prossima alla menopausa. e adesso, per favore, lascia che ti chieda una cosa importante, che è il motivo per cui ti ho telefonato. sai se per caso..
-ciao.
-ciao cosa?
-devo andare.
-ma mamma, ti sto chiedendo una cosa importante, un attimo.
-non posso, sta iniziando forum.
-forum?
-certo, sai quante cose sulla legge si imparano a guardare forum? dovresti guardarlo anche te ogni tanto!
-ah sì? e tu cos’hai imparato?
-senti, polemichina, non fare tanto la furba che ti ho evitato un sacco di casini grazie a santo licheni.
-sarebbe?
-il giudice!
-no, quello l’ho capito. volevo dire: che guai mi hai evitato?
-hai presente il tuo gatto?
-sì, barabba.
-ecco, secondo un decreto legge… aspetto che mi sono presa gli appunti e l’ho scritto qui su un foglietto… aspetta eh… ma dove l’ho messo…. ah, qua! allora: secondo un decreto legge del…. insomma, tu devi tenere il gatto nei tuoi confini.
-ma è un’assurdità, micca lo posso chiudere in casa!
-no, però gli ho messo il guinzaglio e l’ho legato al filo dei panni: lo tiro dentro anche lui quando le mutande sono asciutte…

mi chiedo cosa succederà quando mia madre abbandonerà il telecomando e imparerà ad usare internet.
forse è tardi e rincasare vuoi?
no, che non vorrei

11 agosto 2004

FOREVER, FOREVER, YOU’LL STAY IN MY HEART

avrò avuto 15 anni. o forse 20. fatto sta che andavo ancora alla santamessadelladomenicamattina e passavo sempre a prendere la mia amica sara, che abita di fianco a me (secondo l'ultima versione aggiornata della lonely planet dell'alta emilia-romagna, la distanza massima stimata tra casa mia e quella della sara è di 1 metro circa. centimetro più, centimetro meno).
la messa era alle 10.30, era quella per ragazzi: ti spiegavano il vangelo con parole semplici e atte a farti comprendere quanto la storia di gesù fosse la più bella favola antica mai scritta. a me piaceva un casino la biografia di gesù e andavo a messa per sapere come andavano a finire le fantastiche avventure che mi avevano interrotto la domenica precedente. in quel periodo guardavo assiduamente "beautiful" e mi ero convinta che gesù fosse ridge, giovanni battista fosse thorne e maria maddalena fosse brooke. l'unica figura che non mi tornava era quella di giuseppe, che trombava molto meno di eric forrester. e in più aveva un figlio a carico.
quella mattina mi sveglio di soprassalto e guardo l’orologio.

-cazzo*, le 10:25! dio com’è tardi, dio com’è tardi, dio com’è tardi! meno male che sto arrivando da te, dio!

*a quell’epoca non dicevo ancora “porco cazzo”, ero giovane e innocente. andavo alla santamessadelladomenicamattina, io.

mi alzo di corsa, infilo il primo vestito bianco e accollato che trovo in giro, inforco la bicicletta e faccio 1 metro. inchiodo. suono il campanello della sara. e anche quello della bici, finché ci sono.
niente.
risuono.
ri-niente.
tri-suono.
finalmente esce sara, con indosso una vestaglia alla isadora duncan e un’incedere alla martha graham.

-sara, cazzo, sei ancora messa così? sono le 10:28 e abbiamo solo 2 minuti per arrivare a messa puntuali, prima che del confiteor…
-e cosa c’entra il confiteor?
-lo sai che se arriviamo a messa iniziata don gasparo recita il confiteor ad personam!
-cosa vuoi dire, illy?
-dai, che invece di “per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa” dice davanti a tutti: “per vostra colpa, vostra colpa, grandissima colpa del vostro ritardo… vero ilenia e sara? l’ho visto che siete arrivate adesso e che vi siete nascoste dietro la fonte battesimale… per punizione dopo andate a segare il prato del campetto da calcio… un lavoro di una mezz’oretta… e adesso ripetiamo insieme: e supplico la beata sempre vergine maria...”
-cazzo, vado a vestirmi.

dopo 10 secondi sara esce in perfetta tenuta da messa: sempre con la vestaglia alla isadora duncan ma con un’incedere più consono ai tempi, tipo uno dei goonies o rosanna arquette in “cercasi susan disperatamente”.

-arrivo illy!
-sbrigati, sono le 10:29! abbiamo un minuto per farci il vialone che va in parrocchia e ci vogliono 3 minuti per attraversare la strada di fronte al bar di strozzi! se ci va di culo arriviamo mentre cantano symbolum ’80!
-ma sei scema? stamattina si attraversa di fronte alla gelateria di tino!
-ah, quella nuova! e com’è che si chiama?
-“Gel a Tino”!
-ah.

sara scende le scale esterne di casa sua che sembra ulrike mayer.

-cazzo, il confiteor! meno male che me l’hai ricordato, illy! ma lo sai che siccome tuma e bibi hanno segato il prato ieri pomeriggio a noi stamattina ci tocca di fare le righe bianche dell’area piccola?
-no, le righe dell’area piccola no!
-l’altra volta ti sei sbagliata e hai disegnato un campo da pallavolo, illy!
-e che cazzo ne so io? se i maschi ci facessero stare con loro imparerei qualcosa, ma enrico non mi caga di striscio!
-ti caga, ti caga! fa finta perché è timido, ma ti ama!

sara era –ed è- così. mi ha sempre incoraggiato in tutto e mi ha sempre dato molta fiducia in me stessa. anche quando i fatti negavano l’evidenza, lei insisteva che c’era una ragione per continuare a sperare. e comunque, all’epoca, enrico non mi cagava di striscio.

-noooooooooooooooooo!
-che c’è sara?
-ho la bici sgonfia!
-no problem: monta su che ti carico sul portapacchi.
-mi si strappano le mutande!
-toglitele.
-ma sei scema? e poi prendo il tetano!
-allora prenditi le righe dell’area piccola da fare!
-e se monto sul manubrio?
-ti prendi il tetano uguale, ma non ti si strappano le mutande.
-vada per il manubrio.

sara sale su che sembra una pantegana all’ottavo mese di gestazione. sempre che le pantegane abbiano almeno 8 mesi di gestazione. in caso contrario: sara sale su che sembra una pantegana incinta geneticamente modificata.
stiamo quasi per partire per la 24ore della parrocchia quando l’auto dei genitori di sara imbocca il viale e si ferma davanti alla mia forcella. scende sua madre, dolcissima come sempre.

-ciao bimbe, dove andate?
-a messa!
-a quest’ora?
-ma noi ci andiamo sempre a quest’ora, mamma!
-ma sono le 9:33, bimbe!

io comincio a realizzare, ma non voglio ammetterlo con me stessa.

-ma no, il mio orologio di “Mattissimo” fa le 10:33!
-ma ilenia, stanotte è scattata l’ora legale. non hai messo le lancette indietro di un’ora?
-no.
-e come mai?
-il mio orologio di “Mattissimo” è digitale. serve lo stuzzicadenti nel buchino. vado a prendere un samurai.

e mi allontano sconsolata, con la testa che sa di orologi, biciclette sgonfie e dormite sprecate. ma di righe bianche da fare, quelle no. perché io e sara eravamo in anticipo di un’ora per la messa legale.

son lì vicino,
se vuoi venire,
decidi tu!







21 giugno 2004

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
sono stata a parigi.

sta diventando una storia vera...

14 giugno 2004

ARRIVI E PARTENZE
cristobal, venerdì parto. solo 3 giorni. ma dopo, tutto sarà diverso. tranne mery terry: quella, porco cazzo, rimane sempre.

dolcemente viaggiare
rallentando per poi accelerare
con un ritmo fluente di vita nel cuore

28 aprile 2004

PERCHE' E' BREVE LA VITA DEL CRISTALLINO
sono giorni frenetici. mi sembra di stare nel video di madonna, quello che ha copiato da biagio antonacci. quello col time-lapse della superstrada americana e dei grattacieli fotonici. ray of light, ecco come si chiama.
la mattina mi alzo talmente presto che devo andare io a svegliare il gallo perche' canti. la sera vado a letto cosi' tardi che non ho neanche il tempo di guardare i reality show. ormai riconosco che giorno e' dall'odore dei cuscini: se sanno di verza cotta e' lunedi', se sanno di frittata e' martedi', se non sanno di niente e' mercoledi' e se sanno di provola affumicata e' giovedi'. per gli altri giorni, fortunatamente, ho ancora una casa a carpi. coi cuscini che non rancidano.
mi sembra di vivere sola: ormai in alloggio non ho piu' contatti sociali. ma se e' per questo anche prima. parlare con mery terry non puo' considerarsi contatto sociale. e' piu'... assistenza sociale.

ieri notte finisco di lavorare all'una. torno a casa quatta come una razza chiodata e mi incoltro. ma l'adrenalina circola ancora fitta come le ape-car sulla salerno-reggio calabria e non riesco a prendere sonno. cosi', peggio dell'amina di bellini, inizio a deambulare per il corridoio in cerca di pacificazione. ignara che di li' a pochi secondi avrei invocato le piu' suppuranti malattie oculari. per certe cose non basta l'ipermetropia. per certe visioni la cataratta innesca l'autocombustione. per certe proiezioni retiniche il nostro sistema immunitario agisce con degli spasmi che nemmeno le cervicalgie da ernia ti provocano. tu esci dalla tua stanza dopo un giorno di travaglio e ti ritrovi, dopo nemmeno 16 ore, a invocare corioretinopatia sierosa o coma vegetativo. nemmeno a medjugorie ci sono state tali reazioni isteriche. ecco, dopo lourdes e fatima, questa volta l'apparizione e' toccata a me.
esco dal mio uscio, appoggio i plantari nella valleverde delle piastrelle di casa. uno strano profumo solletica i miei dendriti nasali. se fossi stata bernadette, avrei sentito odore di rose e avrei visto una bella signora vestita di azzurro venirmi incontro. essendo nata ilenia, sento solo olezzo di solanacee. peraltro anche fuori stagione. continuo nel mio pellegrinaggio domestico e nella caligine che offusca il mio cammino ruoto il collo all'indietro. intravedo moti anomali. o animali. l'istinto di sopravvivenza mi impone di rigirarmi e scappare verso il primo pertugio raggiungibile. la mia pietas e lo stato di ottundimento post-lavorativo non rispondono ai richiami immunodeficienti. dunque l'olfatto e' solleticato, la vista titillata. ma non basta. non e' abbastanza per far scattare il senso del rischio. e cosi', ignara di essere esperiatura di incontri ravvicinati del terzo e quarto tipo, continuo l'esilio verso il frigorifero.

-ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

spero sia un incubo.

-ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

non puo' che essere un incubo

-ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

freddy krueger di merda, dove cazzo sei?

sono ancora di schiena. possiedo ancora la vista. ho letto la mitologia e so cosa succede a chi guarda la medusa. non girarti ile, non farlo. non sei perseo.

-ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

rispondo gandhiana alla provocazione e sottovoce cerco il dialogo

-porco cazzo, cosa urli a quest'ora di notte?
-ma perche' parli di zchiena?
-non ho voglia di vederti
-ma che ti sei 'mbazzita? dai, che tra di noi amiche non ci zono probblemi
-A: noi non siamo amiche; B: non ho voglia di conversare con te. per parlarti ti ho fissato degli orari e tu devi rispettare quelli.
-ma tu non hai fizzato nezzun orario!
-appunto
-zenti, ti devo ghiedere una coza che non ho capito
-quale, tra i triliardi di concetti che il tuo cervello non puo' afferrare?
-in ghe zenzo?
-nel senso che sui misteri del tuo cervello ci potrebbero fare un intera puntata della macchina del tempo
-zenti, non capizco gome devo piglia' zta medigina
-deo gratia! ti hanno trovato la cura? per eliminarti esiste qualcosa che arriva dove nemmeno il verderame puo' giungere? che medicina e'?
-mo' che gazzo digi... e girati che non riezco a gapi' che digi...

e' nei gesti quotidiani piu' semplici che si nasconde la pazzia. quando michael douglas ha il suo giorno di ordinaria follia, ce l'ha per strada. non ce l'ha in honduras tra le mangrovie o ad amsterdam in un coffee shop. ce l'ha mentre va al lavoro. un momento qualunque, un di' qualsiasi e... tac. parte l'embolo.
qualcosa del genere deve essere successo al mio, di grumo ostruente. perche' vittima di una follia che neppure erasmo da rotterdam avrebbe saputo elogiare, ho piroettato di 180 gradi e me la sono trovata davanti. e repentino si ammaina l'urlo.

-ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
-mo ghe gazzo ti urli? non hai mai vizto una donna nuda?

nella tenebra che avvolge la mia casa un essere insondabile in costume adamitico si staglia in tutta la sua eposa pinguedine, nel suo concentrico cumulo di vera polpa di suino. la sua corpulenta stratificazione manderebbe in crisi il piu' puntiglioso geografo. nessuna mammografia, a meno che non ne esista una grandangolare, sarebbe in grado di ritrarre in meno di 120 pose la sua tettonica a placche. la lady godiva del busento cavalca a capello sciolto tra le maioliche di casa mia. il capello ora e' rosso e si intreccia ai peli delle braccia in un continuum spazio-temporale che non lascia scampo ai cardiopatici. non riesco a capire dove finisce la donna e dove cominci il megachirottero.

-teresa, porco cazzo, vuoi vestirti? se ti fisso per altri 5 minuti rimango offesa!
-nel tuo zenzo del pudore?
-ma no, razza di lampiride puzzosa... nelle mie capacita' di intendere e di volere!
-ecchessarrammai! pure tu zei fatta cozi'!
-se permetti... COL CAZZO, CICCIPUT!
-zenti, mo' non ezzere invidioza perche' io zo' piu' formoza di te!
-cristobal, ma sei rincoglionita nei villi intestinali? non potrei mai essere invidiosa di te a meno che non avessi il gusto dell'orrido!
-zenti... dammi una mano... non riezco a capi' gome devo piglia' 'zta coza...
-che e'?
-'na pillola
-per l'emicrania?
-no
-per il mal di testa?
-si'
-ma sei cretina? sono la stessa cosa!
-ah! allora no
-per che cos'e'?
-e' la pillola congezionale
-eh?
-la pillola congezionaleeeeeeeeeeeeee

pausa di riflessione. nella mia mente si susseguono tutta una serie di connessioni logiche che mi portano alla seguente deduzione: teresa tromba. corollario della deduzione: meglio che non si moltiplichi.

-allora teresa, vieni qua che ti spiego bene.
-tu zpiega, ze lo fai bene non lo zo. parli sembre ztrano tu
-lo so, e' una cosa nuova per te. si chiama I-TA-LI-A-NO
-come mio zio
-hai uno zio che si chiama Italiano?
-nooooooo, mo ghe c'entra! mio zio si ghiama luiso. pero' e' italiano
-non ti rispondo neanche perche' ho paura di inerpicarmi in discorsi che mi porterebbero alla morte. e poi luiso... che cristobal di nome e' luiso?
-come luisa pero' con la O
-non fa una piega
-beh, mi digi come si prende 'zta coza?
-ma non te l'ha spiegato il ginecologo?
-ginecologo?
-ah, scusa... ovvio che tu sia andata da uno zoologo...
-macche'! me le ha date mia cuggina!
-prego?
-a lei ci vanzavano
-ma non puoi prendere la pillola a caso! te le deve prescrivere il medico!
-zi', e mo' io devo zpendere dei soldi per farmi fare una rigetta? mia cuggina ha la cognata farmacizta e ne puo' avere quante ne vuole. adezzo a lei non ci zervono perche' e' incinta
-vedi di non fare lo stesso errore...
-zenti, quando la devo piglia' zta pasticca congezionale?
-si prende il primo giorno del ciclo e poi ogni giorno alla stessa ora per 21 giorni. si smette per 7 giorni e poi si ricomincia.
-fagile!
-beh, non e' complicato
-e quando voglio ave' un bambino gome faccio?
-questa e' una domanda che non ti dovrai mai porre. tu non devi figliare. e' contro la convenzione di ginevra.
-ma jenny vuole 'na famiglia!
-che si tenga quella che ha gia': padre, madre e 9 fratelli. direi che basta.
-pero' una piccola terezina...
-VADE RETRO SATANA! NON BESTEMMIARE! sai che se bestemmi ti succedono cose orribili?
-muoio?
-peggio
-vado all'inverno?
-peggio
-rimango fantazma?
-no. vieni cacciata dalla fattoria come il baffo da crema
-uh! poverino! no, non voglio!
-ecco, quindi vedi di seguire le istruzioni della scatola e di non dimenticarti nemmeno una pillola!
-vabbene. grazie ile'
-figurati. se posso fare volontariato... buonanotte
-zenti...
-che c'e' ancora?
-ma poi mi viene la nausea?
-beh, probabile che un pochino ti venga...
-ma quando ti viene la nausea non e' che perche' sei inginta?
-non necessariamente
-infatti. mia madre quando aspettava me non ha mai vomitato.
-ha recuperato abbondantemente dopo... quando ti ha vista appena nata
-chevvuodi'?
-senti, vai a dormire?
-zi', mo' vado che jenny e' di la' che mi azspetta. lo vuoi zalutare? jennyyyyyyy....
-NO NO NO NO NO: fermati! sono sopravvissuta a te nuda, non potrei resistere anche a lui.
-eh, lo so che jenny ti piage. invatti e' molto bello
-se sei un aracnofilo, si'...
-bero' tu a lui non piagi
-pazienza. me ne faro' una ragione
-allora non lo zaluti?
-guarda, gli dico ciao da qui. ciao jenny! ecco vedi? fatto
-buonanotte
-'notte. capito tutto della pillola, allora?
-perfeddamende
-bene. buonanotte.

e mi incammino verso il mio letto. ma un'ultima perifrastica stringe il mio padiglione auricolare in una morsa di dolore.

-jennyyyyyyyyyyyyyyyy... galmo, ho chiesto a ile': 'zta pillola la devi piglia' per 21 giorni e bazta... tranguillo che non t'ingrazzi... al mazzimo ti faccio fa la dieta di mia madre: cereali, latte e sopprezzata!

dopo queste parole l'unica immagine che riesca a descrivere il mio stato e' un quadro di pollock. anche se la soluzione migliore sarebbe impacchettare mery terry alla christo.

Mi sto accorgendo che son giunto dentro casa
con la mia cassa ancora con il nastro rosa
e non vorrei aver sbagliato la mia spesa, con la mia sposa.

24 marzo 2004

E.R: INIEZIONI DI FIDUCIA
Driiiiiiiiiiiin
-pronto?
-veh... 'scolta mo'...
-ciao mamma!
-stai bene?
-bene
-bene bene?
-si'
-ma sei sicura?
-sicurissima
-no dico, sei sicura di star bene?
-non bene...benerrimo
-ah
-perche', speravi nel contrario?
-no, e' che oggi son stata al funerale della cugina della nonna
-e se muore la cugina della nonna anche io dovrei sentirmi male? spiegami...
-ma, non si sa mai... sai, a volte il sangue...
-e poi dimmi: la nonna aveva una cugina?
-la nonna aveva 17 cugini
-come 17 cugini?e come mai io ne vengo a conoscenza solo ora? ti vergogni di me davanti al parentado?
-no.
-e allora?
-non mi e' mai capitato di parlarne
-in 29 anni di vita non ti hai mai venuto in mente di parlarmi di 17 parenti che mi potrei ritrovare tra capo e collo il giorno del mio matrimonio?
-ma tanto ormai te non ti sposi piu'!
-COME NON MI SPOSO PIU'?
-a 29 anni, cosa vuoi mai... quelli buoni son gia' tutti andati!
-ma mamma!
-e poi te lo sai...
-so cosa?
-ti ha mollato il moroso di prima... un ragazzo sano non vuole una ragazza che e' stata mollata dal moroso! pensera' che hai qualcosa di sbagliato...
-mamma, ti stupira' sapere che capita a tutti di venire lasciati...
-si', ma a te ti era andata bene una volta che non si era accorto dei tuoi difetti...
-guarda, so che ti sembrera' incredibile, ma qualcuno -non qualcuno di eminente ma comunque qualcuno- pensa che io abbia anche dei pregi
-tu non badare a quello che ti dicono le tue amiche. lo fanno solo perche' hanno pena.
-pena di che?
-sei li', sola, a 29 anni...
-mamma tu sei parente del cane dei vicini
-perche'?
-e' un bastardo
-ah, non e' un incrocio?
-si', infatti sta al semaforo...
-senti, volevo dirti che il funerale mi ha fatto riflettere
-sul senso della vita?
-no
-su quanto sia brutto perdere una persona cara?
-no
-sull'orrore dei cuscini funerari?
-no. sul mio
-sul tuo cosa?
-sul mio funerale
-prego?
-hai carta e penna?
-si', cosa devo scrivere?
-quello che voglio per il mio funerale
-ossignur
-ossignor. non fare la milanese: si dice "ossignor"
-ah, beh...
-prendi nota di tutto, eh? che poi quando sono morta non fai le cose come avevo voluto io
-tanto non puoi venirti a lamentare...
-allora. la bara la voglio come quella della lorenzina, di ciliegio. marrone.
-andiamo sul legno economico, eh? una bella bara dell'ikea no?
-perche', all'ikea fanno le bare?
-no, ma posso comprare un armadio, lo monto in self-service e ti ci fiacco dentro. magari se trovo una credenza con la vetrinetta vedi fuori... e' meno triste... l'unica cosa e' che mi devi avvertire in anticipo quando stai per andartene perche' devo avere il tempo di capire le istruzioni
-non fare la spiritosa, cuccarini! senti, il vestito...
-rosso fuoco? cosi' ti seppelliscono vicino alla casa del popolo!
-taci cretinetti! il vestito giusto e' quello nero che c'e' nell'armadio
-quello che hai usato al funerale di noris?
-no, questo vestito nero l'ho comprato apposta. se al becchino non piace o non riesce a infilarmelo, tu insisti, mi raccomando...
-figurati...
-la foto
-quale foto?
-da mettere sul santino
-non e' un santino mamma, non sei micca padre pio...
-beh, va bene anche per la lapide. la foto e' quella della tua comunione
-ma cazzo mamma, la comunione l'ho fatta 20 anni fa. se muori fra 100 anni ci metto una tua immagine giovanile?
-ma a me piace
-bla bla bla...
-chi era?
-papa' che ha preso in mano la cornetta...
-che dice?
-che mi seppellisci con la testa fuori cosi' fai a meno della foto
-un genio papa'...
-e poi se mi vengono in mente delle altre cose te le dico
-fai in tempo mamma, hai ancora una vita davanti!
-no, e' che domani c'e' il funerale di dimes
-un altro cugino della nonna?
-no, e' uno che abita due vie di la' da noi
-e lo conoscevi?
-no. ma vado a prendere ispirazione.

Sogno un cimitero di campagna e io là
all'ombra di un ciliegio in fiore senza età
per riposare un poco 2 o 300 anni



23 marzo 2004

VAI GIRARDENGO VAI GRANDE CAMPIONE (che se ti becca pollastri...)
nella vita ho avuto abbondanza di un sacco di cose: tute rosse (comprate dalla signora luisa al passaggio a livello), scarpe tarocche (adidos, mike), occhiali da sole (fondi di magazzino firmati ciao crem, ringo boys), felpe best company quando andava di moda l'american system, felpe american system quando andava di moda la champion, felpe champion quando ormai andava di moda napapjri e felpe diesel quando la benzina e' salita alle stelle (chi non l'ha capita vada direttamente in prigione senza passare dal via). ero una ragazza di tendenza, insomma. di tendenza a essere presa per il culo dai suoi compagni paninari.
se c'era una cosa, pero', che non ho mai dovuto invidiare a nessuno, e' stata la bicicletta. mio padre da piccolo ne aveva patito talmente tanta voglia che appena sono nata me ne ha regalata una. e' cosi' avanti negli anni. mai stata senza dueruote in vita mia. ma per comprendere meglio il meccanismo padre-figlia, dobbiamo fare un passo indietro.

bassa modenese, primi anni '40. mio padre ha circa 8 anni e a scuola fa un tema sulla guerra. il suddetto tema e' talmente scritto bene che mio padre vince un riconoscimento cittadino. tra i suoi compagni si sparge celermente la voce che il Premio sia nientepopodimenoche una bicicletta. e l'invidia serpeggia bastarda tra i banchi delle elementari. un po' come le anticipazioni sul vincitore di sanremo in sala stampa al sabato pomeriggio. mio padre, fan sfegatato di ciclismo, si prepara all'evento con molta emozione. mia nonna per l'occasione gli compra un paio di calzini nuovi. mio nonno brontola perche' secondo lui poteva andare con quelli vecchi. rigorosamente spaiati.
quando arriva il giorno di salire sul podio a ritirare gloria e lodi, mio padre vede il sindaco. da inguaribile ottimista sale tronfiamente sul palco.

-ed ecco il piccolo ferrari, figlio di ferrari, che ci ha raccontato com'e' la guerra!

gli intervenuti storcono il naso. primo perche' la guerra la stavano vivendo e non c'era bisogno di un tema infantile per capirla; secondo perche' il sindaco parlava in italiano e la gente capiva solo il dialetto.
in perfetto stile pavloviano, mio padre aspetta la bicicletta.

-ecco il tuo premio, caro piccolo ferrari, figlio di ferrari!

ed estrae una copia molto ben rilegata di... "LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO".
a colori, certo. ma senza pedali. le cronache locali raccontano che mio padre non seppe mentire. quando il sindaco gli chiese:

-allora piccolo ferrari, figlio di ferrari, sei contento? ci sono anche le figure!

mio padre si limito' a rispondere:

-cunteint gnanc un poooooooooo... me a vliva la bicicleta! in du ela la bicicleta?

(TRADUZIONE LETTERALE PER NON MODENESI: moderatamente contento, onorevolissimo signor sindaco! anche se la bicicletta sarebbe stata la mia scelta piu' istintiva, seppur dettata da un precipitoso affezionamento a manubrio e campanello! mi domando donde sia tale bipedale mezzo di locomozione! lei ha cognizione della possibilita' che esista in qualche luogo una bicicletta a me destinata in virtu' delle mie doti letterarie?)

il sindaco ci rimase molto male e cerco' di convincere mio papa' che leggere era molto utile.

-se', a sun sicur -disse il piccolo ferrari, figlio di ferrari -mo proveg te a ander a tor al pan a nov chilometri a pe' con un liber in man! sa faghia? al lesia meinter ca sun in fila a aspeter? o me spasia al cul s'am vin al caghet in dal tragit?

(TRADUZIONE LETTERALE PER I NON MODENESI: si', ne sono certo, pregiatissimo signor sindaco! e crescendo coltivero' le mie dotte passioni direttamente al circolo pickwick! ma la mia attuale condizione economica e lo scarso sviluppo panettiero di questi sobborghi mi obbligano ogni mattina a fare 9 chilometri a piedi per comprare il pane. capisce che e' assai piu' agevole recarsi nel forno con una bicicletta sotto al culo -ehm- sotto al fondoschiena piuttosto che con un libro in mano? che ne farei? lo finirei mentre sono in fila ad aspettare! e poi? se fossi colto da istantanea dissenteria lungo il percorso sarei costretto a usarlo per pulirmi... NO! non voglio nemmeno pensarci!)

fu cosi' che il sindaco infilo' il libro sotto il braccio di mio padre e lo spedi' giu' dal podio con un gesto... ehm... scaramantico.

pochi anni fa scovai quel libro. mia nonna era ancora in vita per potermi raccontare questa storia. e infatti, quando lo aprii, su ogni foglio vidi scritto "VOGLIO LA BICICLETTA! DOV'E' LA MIA BICICLETTA?". su ogni santa pagina. e pensate un po': quel libro lo trovai in soffitta. era infilato dietro il cerchione di una vecchia atala blu.

oh bici-cletta
10HP
tutta cromata
e' tua se dici si'
mi costa una vita

18 marzo 2004

MODERNI TEMPI DI MERY TERRY. COME CHAPLIN IN QUEL FILM.
ci sono gesti che faccio in maniera talmente automatica che ormai non me ne rendo neanche piu' conto: appendere la giacca sull'attaccapanni, infilare il cellulare nella tasca davanti della borsa, mettere la coca media di un macmenu nell'apposito supporto dell'auto, buttare i fazzoletti sporchi sul sedile del passeggero,vuotare la spazzatura il venerdi' mattina. questo mi consente, in caso perda il cellulare, di cercarlo come prima cosa nella tasca davanti della borsa. o nel supporto auto della coca. o sul sedile passeggero, sotto i fazzoletti sporchi. se non lo trovo e ho gia' buttato la spazzatura, so' cazzi.
la routine, per una persona oceanicamente disordinata come me, consente la sopravvivenza. cercare -e trovare- le stesse cose negli stessi posti, ti fa sentire a casa: la tua poltrona, le tue fotografie, i tuoi ricordi. per questo ho personalizzato la mia stanza a gorgonzola.
vivere a gorgonzola non e' facile: non tanto per l'ambiente, che come amenita' non ha nulla da invidiare a sesto san giovanni o cinisello balsamo. e' il co-inquilinaggio che rende laboriosa la permanenza in vita. quindi non c'e' da stupirsi se, dopo oltre 2 anni di co-abitazione con l'Innominata, ho arredato la mia stanza con quadri di un amico artista, fotografie, ricordi, poster di sergio cammariere. ho cercato di trasformare un tugurio in un moderno bengodi, il paese della cuccagna. ecco, al momento a me, di quella cuccagna, e' rimasto solo il palo. infilato provateadiredove.

ieri sera rientro a casa dopo alcuni giorni di trasferta: era da venerdi' che non dormivo a milano. saran state le 11 di sera che mettevo piede sul sacher suolo. e mi attende il silenzio. o piu' mi ottunde. sono abituata ad un contatto tipo fotocellula tra il mio pestaggio della prima mattonella di casa e il suono "ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee'!!!!".
invece nulla.
benedico la buonanima che ha acceso per me un cero a sant'antonio e filo dritta verso il letto, prima che si verifichi un contatto di un qualsiasi altro tipo. presumibilmente del terzo.
tutto tace. sulla porta della mia stanza trovo un messaggio amanuense:

"ile'? ile'? ile' siamo usciti a fa' un giro. giriamo un po' e poi torniamo! che ti devo parlare: cia', maria teresa e il suo fidanzato".

almeno una croce, cazzo. jenny -o genny- poteva almeno fare un croce per firmare l'incunabolo meryterryano. ma secondo me la borromea non gli lascia fare neppure quello. comunque piglio il reperto grafologico, accendo la luce, apro l'uscio e mi metto sul letto. peccato che qualcosa non mi torni. il profumo, innanzitutto. c'e' odore di drakar noir. e poi il piumone. il mio e' sempre stato verde, ora sono coricata su hulk che tira un pugno a capitan america. tra loro una chiazza gialla (dall'odore direi che si tratta di cera) impedisce di scorgere bene il post-bruce-banner. non ci sono piu' quadri appesi alle pareti. apro l'armadio e non vedo i miei abiti. i libri sono spariti.
finalmente mi tranquillizzo e mi ributto sul letto: evidentemente sto vivendo in un incubo e non mi sono ancora svegliata. pero', molto reale come nightmare! e poi dovevo essere molto stanca. non ho nemmeno fatto in tempo a infilarmi il pigiama. cosi' tiro su il cuscino, mi metto braghe e casacca e mi rilasso. cazzo, devo essere dimagrita: il pigiama mi sta largo. soddisfatta del mio regime alimentare, guardo verso il poster di cammariere. e vedo che non c'e' piu'. al suo posto troneggia una faccia da pugile con la didascalia "Tommy Riccio". in controluce scorgo segni di labbra sulla neomelodica gigantografia: indubbiamente qualcuno ha baciato tommy credendo fosse reale.

ORA: C'E' SOLO UNA PERSONA AL MONDO CHE POTREBBE BACIARE UN SIMILE AVANZO DI ALCATRAZ CONSIDERANDOLO FIGO. E QUELLA PERSONA E' FUORI COL FIDANZATO, AL MOMENTO.

ORA: CHE CAZZO CI FA TOMMY RICCIO COL PIANOFORTE DI CAMMY? SUL MIO MURO?

ORA: DOVE SONO I MIEI ABITI, I MIEI QUADRI, IL MIO PIUMONE?

E SOPRATTUTTO: DOV'E' IL MIO INCUBO????????????????????????

Fotogramma precedente: Ilenia ha una paresi e resta immobile al centro della sua stanza con un grosso punto interrogativo che le lampeggia sulla testa come un cero alla processione dei Turchi.

Fotogramma successivo: rumore di chiave nella toppa del portone d'entrata. Il punto interrogativo scompare, ilenia riprende possesso delle sue competenze motorie e si fionda come un ciotolo di fiume verso l'entrante.

-teresaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
-e mo' ghe gazzo ti urli?
-ciao ilegna
-jenny tu stai zitto che con me hai solo da rimetterci...
-va bbene, va
-teresa, dove porcocazzodiquellatroialadrazoccolamaialaimpestataassassina hai messo tutta la mia roba?
-non zo' i modi di barlare quelli
-quelli di chi?
-i tuoi! zei una maledugata
-scusa, questo e' un sogno? non siamo svegli, vero?
-zicuro che ziamo zvegli! ziamo andati a fa' un giro io e jenny! vero jenny?
-si'
-e ztai zitto che barli sempre, jenny!

guardo jenny e per un attimo ha lo stesso sguardo del volpino della pubblicita' della LAV. prima che disney lo scritturi per red e toby.

-teresa, perche' la mia camera ha subito una mutazione genetica?
-che ddici mo'?
-senti, io sono entrata in camera mia e non c'e' piu' nulla che mi appartenga. mi spieghi che e' successo?
-ma zei proprio una polentona, zei! tu non dormi piu' li'!
-come non dormo piu' li'? e dove dormo, di grazia?
-no, non dormi da grazia
-cretina, voglio dire: dove dormo ora? e perche' non dormo piu' li'?
-perche' mo' li' gi dorme jenny
-COOOOOOOOOOOOOOOOOSA?????
-zi', io e jenny abbiamo degiso di gonvivere
-ma sei deficiente? per caso i tuoi neuroni si sono trasformati in una colonia di nemertini?
-che so' i neuroni?
-sono quelli che fanno funzionare il cervello! ma i tuoi hanno chiramente lasciato tutto lo spazio agli aracnidi! nella tua scatola cranica ci sono talmente tante ragnatele che ci potrebbero girare il rocky horror! probabilmente nella tua scatola cranica ci vendono le scarpe di bata!
-guarda che io so' intelligente! per guesto jenny mi ama! e abbiamo degiso di vivere insieme
-senti teresa, convivere col proprio fidanzato significa vivere con lui e basta... non significa vivere tu, lui e una coinquilina!
-ma infatti sta goinquilina non c'e'!
-ma razza di anofele della potentinita', la coinquilina sono IO!
-perche', il tuo fidanzato viene a vivere qui? ah, no! tu non hai piu' il fidanzato! HI HI HI!
-tu sei l'al queda della tor velasca. tu sei una vanessa uscita da una crisalide geneticamente modificata. sei una lumaca con la bava al cimurro. sei l'embrione dell'Oms, la cellula staminale per il cuoio capelluto della mucca pazza. sei talmente snervante che potresti nebulizzare tutte le endorfine di zoff. se fossi vissuta in egitto al tempo delle piaghe, dio avrebbe compreso il faraone. se fossi stata al seguito di mose', le acque sarebbero rimaste chiuse per non farti passare. se fossi stata l'ochetta martina lorenz ti avrebbe guidato nelle sabbie mobili affinche' non ti riproducessi. o si sarebbe dato la colpa del tuo imprinting e si sarebbe ritirato a lourdes a promettere che non l'avrebbe rifatto piu'. hai capito o no che sei una dannazione per il dna umano?
-che hai detto? non ti ho zentito che ztavo parlando a jenny
-senti, razza di plancton cresciuto nel disastro della galizia... te lo chiedo una volta sola: dov'e' la mia roba?
-zenti, ile': la tua roba e' nel bogs di mia cuggina a busto arzizzo
-busto arsizio... e si dice BOX: B-O-X
-eh, busto arzizzo... c'hoddetto?
-busto ars... COME BUSTO ARSIZIO?
-eh, stalla'. e ringraziala che ti fa il favore di tenerlo e non ti fa neanghe pagare tanto d'affitto... so' gia' 5 giorni...
-stai scherzando, spero?
-no. che mica si fa gnente per gnente. l'affitto del bongs so' 200 euro al mese. qualcosa l'ho tenuto nella stanza mia... sta sul tuo letto
-come sul MIO letto nella TUA stanza? non mi tornano i possessivi...
-zi', perghe' jenny d'ora in boi dorme in stanza tua e tu dormi gon me. vizto che zei ztata cozi' cafona che non hai voluto fare a meta' della stanza gol mio fidanzato, mi sacrifico io e faccio a meta' io gon te...

a quel punto giro le ciabatte e me ne vado.

-e dove vai mo'?
-a telefonare
-a chi? al tuo fidanzato? ah no, tu non ge l'hai il fidanzato! HI HI HI!
-no, infatti. chiamo la tina.
-tina chi?
-lagostena bassi.

vedo che jenny, che in tutto questo tempo si era limitato solamente a muovere la testa secondo le direzioni cartesiane degli assi x, y e z, si accosta al labirinto auricolare di mery terry e le dice qualcosa. sicuramente le fa capire che deve ridarmi la mia roba e restituirmi alla mia stanza. meno male che almeno il 50% della coppia ha la spina attaccata.

-ah, ile'... prima di telefonare...
-eh...
-volevo di'...
-sputa, rospo del suriname!
-ecco... lo so che ti imbarazza ma... PUOI TOGLIERTI IL PIGIAMA CHE HAI ADDOSSO CHE E' DI JENNY? A LUI GLI SCHIFA SAPERE CHE L'HAI PORTATO TU! mo' lo laviamo subito, jenny: lo faccio bollire a 360 gradi col napisars.

un urlo. terrificante. un latrato umano si e' diffuso per i palazzi di gorgonzola ieri sera. e se sono viva a raccontarvi questi fatti, consideratemi come william holden nell'incipit di viale del tramonto.

questo amore
non e' una stella
che al mattino se ne va






07 marzo 2004

MERY TERRY ART DIRECTOR
due di notte.
uno squillo.
io dormo, a dirla tutta.
alzo il telefono.

-pronto?
-ciao ilenia, so' io!
-io chi?
-maria tereza!
-ah, dimmi!
-zenti, devi azzolutamende cambiare il templeit del tuo blog
-e perché mai?
-mo' non rombe cazzo e vai in gamera tua a rifarlo, zu.

e io così faccio. spinta dalla voglia di non ucciderla, le obbedisco. mi alzo e con gesti meccanici, abitudinari - benché a tratti abusivi - taglio, incollo, ridisegno. sistemo. altero. torno indietro. torno avanti.

ed eccoci qui. col nuovo template. a me piace. a mery terry, anche.

mi inquieta.

io mi capisco ne so qualcosa
ma non capisco se mi capisce

05 marzo 2004

CONTRAPPASSO OTORINOLARINGOIATRICO
venne quel venerdi'. quello in cui avrei dovuto farmi la A1 in compagnia di mery terry, scammy, burry, provoly e compagnia bella. e mi vedevo li', sigillata dai finestrini per il freddo intenso, alla guida della mia sportivissima auto con una molletta da panni sul naso. non tanto per emulare amy march, quanto per difendermi dal fetore delle casearie passioni della mia coinquilina. per quell'occasione, co-passeggera.
e invece un dio di un qualche tipo esiste. e la mattina mery terry mi chiama.

-pronto?
-si', chi e'?
-ciao ilenia, sono io!
-io chi?
-maria teresa!
-ah, dimmi!
-senti, io sono influenzata. non posso venire con te a carpi. ho chiamato il medico e viene a visitarmi oggi pomeriggio. preferisco stare a casa e riguardarmi. ci vediamo prossima settimana, ok?
-ok

riaggancio e mi accorgo che qualcosa non torna. chiamo mery terry.

-pronto?
-si', chi e'?
-ciao teresa, sono io!
-io chi?
-ilenia!
-ah, dimmi!
-senti... ma eri tu prima?
-prima quando?
-prima... al telefono...
-certo che ero io!
-eppure c'e' qualcosa che non mi quadra
-perche'?
-e' come se non fossi davvero tu. prova a dire "carrefour?"
-carrefour
-di' "sciopero"
-sciopero
-ok... dimmi "ho sentito"
-ho sentito
-ho pensato?
-ho pensato
-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH! perche' non dici carrefu', sciobero, ho zentito e ho penzato?
-ah, no! non ti preoccupare! parlo strano perche' ho il naso chiuso! appena passa il raffreddore torno a esprimermi come al solito!

evidentemente esiste una forma di rinite che spedisce il muco e il catarro a lubrificare l'area di broca. devo dire che questa rinite e' una figata. speravo fosse cronica invece dura il tempo di uno starnuto. porco cazzo.

dopo quel weekend mery terry si e' presa le ferie ed e' andata 2 settimane dai suoi a potenza. due settimane in cui ho potuto dedicarmi ad ogni genere di attivita' che procura gioia. prima tra tutte stare in casa senza di lei.
ieri pero' era il MT Day: Mery Terry sbarcava alla stazione centrale e tornava a milano. io ero a cena quando e' suonato il campanello. apro la porta e vedo un muro: scatoloni, borse, valigie, sacchetti.

-babbo natale, o sei in anticipo o sei in ritardo.
-ma che babbo natale!
-se sei dell'ups torna da dove sei venuto!
-OVIESSE, non ups!
-c'e' solo una demente al mondo che puo' scambiare l'UPS con l'OVIESSE!
-...ileeeeeeeeeeeeeeeeeee'.......zo' io!

ok, e' mery terry. senza rinite.

-ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee'!
-eccalla'! come mi sei mancata! disse lei ostentando un affetto inesistente
-tu no! disse l'altra ostentando la sua faccia di merda
-dove sei?
-in ascenzore!
-questi pacchi sono arrivati qui da soli o camminando per la freschezza degli alimenti?
-no, li ha bortati su jenny!
-ah, la tennista?
-no, il mio fidanzato!

tra johnny e jenny il passo e' stato breve. tra johnny e jenny ho avuto un repentino deliquio.

-jenny?
-zi', jenny tiene pure la magghina!
-e ti e' venuto a prendere in auto?
-zi'
-in centrale?
-no, a botenza!
-prego?
-e' venuto ggiu' a gonoscere i miei!
-scuza, ma da quanto state insieme?
-ma un bel po'... zaranno anghe 30-32 giorni!
-e ti sembr... teresa, porco cazzo, vuoi uscire dall'ascensore che mi sento stupida a parlare con qualcuno che non vedo?

e' li' che sbaglio. io sbaglio quando credo che non mi aspetti mai nulla di brutto. se avessi attraversato la porta di stargate non mi sarei trovata in una dimensione cosi' straniante. si spalanca la porta dell'ascensore ed esce una parrucca nera.

-teresaaaaaaaaaaaaaaaaa.... allora esci?
-stoqqua!
-tu non puoi essere maria teresa... lei e' bionda!
-non biu'! ora sto mora come a tte!

presente quelle parrucche che si usano per fare i clown? quelle ricce ricce ricce tipo michael jackson ai tempi dei jackson five, quando jacko era cosi' piccolo che si sarebbe molestato da solo? ecco, lei aveva in testa una di quelle robe li'. con l'unica differenza che il bulbo del capello era saldamente inserito nella sua scatola cranica.

-senti capodoglio geneticamente modificato, togliti quella cazzo di roba sintetica che hai in testa che se pigli fuoco poi mettiamo a maggese tutta la campagna dell'oltrepo!
-guarda che quezti so' i miei gapelli!
-ma e' impossibile! nessun essere umano puo' avere un simile timballo tricotico per sua stessa volonta'! che ti hanno fatto?
-zo' andata dalla parrucchiera!
-ma la parrucchiera la fa di secondo mestiere, vero? di primo fa senza dubbio i folletti della vorwerk?! oppure sei rimasta in una lavatrice AEG mentre andava in centrifuga?
-sei invidioza
-di cosa?
-della mia bellezza
-ma hai bevuto dell'acquaragia e ti sei scolorita i neuroni a stare al sole?
-no, tu rogni perche' so' piu' bbella di te
-ma sei hai un culo cosi' grosso che se scoreggi in sacco di coriandoli e' carnevale tutto l'anno!
-tu sei invidioza dei miei gapelli e di jenny. berche' io ho il fidanzato e tu no
-guarda, per i capelli sorvolerei prima che io ti offenda e dica cose che andrebbero nel guinness dei primati
-pero' a jenny me lo invidi! e' anche zardagnolo!
-sardo, rimbambita! e poi dovrei vederlo prima!
-ma io qua ssono!
-qua dove?
-diettro gli scattolloni!

ed e' li' che fa capolino, da dietro una barriera cartonata, il piccolo francis sarrabusico: 1 metro e 20 senza rialzo nelle scarpe.

-teresa, ti serviva un nano da mettere in giardino?
-eh?
-piacere... ilenia
-piaccere: gennaro detto jenny
-con la j o con la g?
-con la jenny
-ah
-di dove sei, mio novello zola?
-di ccagliari.
-e come hai conosciuto maria teresa?
-l'agghio conosciutta a...
-jenny vai dendro a ziztemare le zcatole... boi barliamo!
-teresa che cafona...
-mo' non deve parla'... deve mette a pozto la robba noztra...
-nostra?
-zi'. l'ha pagata lui ma e' mia.
-chiaro.
-zenti ileeeeeeeeeeeeeeeee'...
-avanti, dimmi. perche' ho come la sensazione che mi stia pr roncolare tra capo e collo una mazzetta da minatore?
-volevo di'... stanotte jenny dorme qui
-ah! pensavo peggio... vai tranquilla, non c'e' problema... buonanotte
-non hai gapito. dorme con te
-COSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA??????????? E' il tuo fidanzato, perche' deve dormire con me?
-perche' e' zconveninte se dormiamo inzieme! al ministratore del palazzo ho detto che e' il tuo fidanzato ma ghe faccio finta che zta con me perche' i tuoi zono gontrari al vostro amore! saro' romantiga?
-piu' che romantica mi sembri una deficiente con la patente A! e' il tuo fidanzato e io mi prendo pure la colpa di essere un'amante abusiva?
-mica vorrai che faccio la figura della poco di bbuono! mo' non rombe cazzo e vai in gamera tua.

mi dispiace solo una cosa di quella notte. di non aver centrato l'auto di jenny mentre paolo e francesca del sud volavano dal balcone della cucina. ma la prossima volta non sbaglio: sono iscritta a un poligono di tiro, adesso.

io ti capisco ne so qualcosa
esser civile come pesa.




04 febbraio 2004

NON C'E' PACE TRA LE MELANZANE
sono giorni pesanti. a ottobre mi ha lasciato il fidanzato, mi hanno segato una trasmissione, non mi funziona la pila della chiusura centralizzata, sono senza lettore cd, la lavatrice e' rotta, il frigo non si chiude, il riscaldamento non parte e ieri l'altro si e' fulminata la lampadina della mia stanza da letto. ora, considerato che:

-il fidanzato mi ha lasciato per una di matera, quindi me lo merito per tutto cio' che dico di mery terry e delle lucane e lo accetto di buon grado (anche se mi poteva almeno lasciare per una di montecarlo);
-essendo libera dalla trasmissione segata, ho potuto iniziarne un'altra che mi esalta;
-ho cambiato la pila del telecomando stamattina;
-il lettore cd non ho tempo di ascoltarlo;
-non uso la lavatrice ma lavo i panni sporchi a casa-carpi (mettere i propri abiti nello stesso cestello di mery terry scoraggerebbe anche il signor Napisan);
-c'e' talmente freddo in casa mia che se anche il frigo non si chiude il cibo si conserva ugualmente alla basse temperature del corridoio o della sala da pranzo. e comunque questo clima permette di avere un abbondante allevamento di pinguini nella zona tra il bagno e la cucina;
-il riscaldamento non parte perche' mery terry, per risparmiare, lo spegne quando arrivo a casa io (lei lavora fino alle 14. sta in casa dalle 14.30 a oltranza. col riscaldamento acceso. poi alle 21, quando rientro, ritiene di averlo utilizzato a sufficienza e va a dormire sotto 4 panni di pile e 11 coperte lanerossi);
-la lampadina l'ha sostituita il figlio della padrona di casa. insieme alla resistenza della washing-machine...

ERGO

potrei vivere una vita tranquilla

SED

l'insidia si cela sempre fraudolenta dietro la siepe piu' rada.

ieri sera ero accasciata sulla sedia in cucina. quella che serve a tenere chiuso lo sportello del frigo. non c'erano altre scranne libere in quanto che mery terry le aveva meticolosamente occupate con:

-le mutande da 0,50 centesimi che aveva acquistato con sua cuggina al Carrefu';
-una bambola da 0,50 centesimi che aveva acquistato per la bimba della nostra vicina. peccato che la bimba abbia 1 anno e che sulla bambola ci fosse scritto "giocattolo non adatto a bambini di eta' inferiore ai 3 anni". la bambola in questione si chiama Tonja ed e' la cugina polacca di 11mo grado di Tania che e' il palliativo sfigato della barbie. quindi si tratta di una reverse-reverse bambola;
-la spesa che aveva fatto con sua cuggina al Carrefu' e che implicava funghi secchi, salame, ricotta, burro, rognoni e cosce di pollo in confezione da 25;
-la sua chiappa destra su una sedia;
-la sua chiappa sinistra sull'altra sedia.

fanno un totale di 6 sedie. corretto.

-ileeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee'
-che vuoi?
-ti puoi alzare?
-devi aprire il frigo?
-no
-e allora?
-mi voglio zedere li'
-e io dove vado?
-in gamera tua
-ma veramente vorrei stare in cucina. che ne dici di spostare la tua roba dalle sedie e lasciarne libera qualcuna, grosso pistacchio con pezzi di mortadella?
-zitta che devo guginare!
-cosa?
-zalziccia imburrata
-cioe' la friggi nel burro?
-noooooooooo! che che ti sei 'mbazzita? la friggo nell'olio e poi per darle zapore ci zpalmo sopra burro frezco e maionese. pero' quella lit.
-lit?
-lit. quella fatta con lo iogu.
-ma come caaaaaaaaaaaaaaaaaazzo parli?

prendo la maionese e vedo che e' la mayo', quella fatta con lo yoghurt.

-questa maionese ? LIGHT perche' c'e' lo YOGHURT, squartatrice di caseifici che non sei altro
-abbunto! per quezto ci ho messo della panna dentro!

schifata e incapace di proferire qualsiasi suono, rimetto il vasetto sul tavolo.

-zenti, ti volevo domanda' un piagere
-dimmi. ma mi posso sedere mentre mi parli?
-zi', dai. intanto azpetta che devo controllare una coza
-sarebbe?
-se quella scema della cazziera mi ha segnato bbene tutti i prodotti
-e come fai?
-prendo lo zcontrino e controllo uno per uno se mi ha segnato i prodotti. non vorrei che me ne avezze zegnato qualcuno in piu'
-ma lo sai che sei una maniaca?
-ma che maniaca! io so' furba! che quelli del Carrefu' mica mi fregano a me!
-micca, con due C! fa molto emilia.

e si mette a spulciare tutto lo scontrino e tutti i prodotti: quelli alimentari li cancella con una riga rossa, gli altri con una riga blu. se lombroso avesse conosciuto mery terry, credo che avrebbe pensato di essere un fallito. credo che avrebbe cambiato mestiere, perche' incapace di decifrare la mente umana. se ed gein avesse conosciuto teresa, non avrebbe conservato resti umani in casa sua. il genere umano gli avrebbe fatto cosi' schifo che si sarebbe suicidato prima di diventare il serial killer numero 1 della storia moderna (rigorosamente in ordine cronologico, non certo di merito). ecco, io vivo con una cosi', che dopo aver trucidato una scontrino fiscale, ha anche il coraggio di chiedermi un favore.

-ecco! quella sdronza della cazziera mi ha segnato tutto giuzto
-e allora perche' stronza, scusa?
-perche' poteva zegnare qualcosa in meno!
-e certo! e prendersi una lavata di capo per fare un piacere a te!
-zenti...
-eh...
-venerdi' vengo a caza con te a garpi

svenendo ho picchiato la testa diverse volte: prima contro il frigo, poi contro la sedia e infine contro il pavimento. questo involontariamente. quando sono rinvenuta, l'ho molto volontariamente e ripetutamente scagliata contro la ghisa del termosifone.

-credo che mi sia sfuggito il momento in cui mi hai chiesto "posso venire a casa con te"? ti giuro che me lo sono perso...
-'nfatti non te l'ho chiezto. vengo e bazta.
-a casa mia no di sicuro
-ma nooooooooooooooooooo! che ti sei 'mbazzita? in mezzo ai tuoi? chissa' che zchifo caza tua! devo andare a trovare un mio cuggino che zta la' vicino
-ah! e dove, di grazia? a carpi?
-no. in un paese da quelle parti. mutena, credo.
-mutena non l'ho mai sentito. ma e' in provincia di reggio?
-ma no gretina! dalle parti tue, mica in galabria!
-MICCA CON DUE C, PORCO CAZZO! e poi 'sta mutena non so dov'e'. e poi per me "reggio" e' "reggio emilia"!
-perche' ci zta anghe reggio emilia oltre a reggio galabria?
-lascia perdere, agnostica topografica! sai dov'e' questa mutena? magari e' santa mutena ed e' sull'appennino, che so...
-no, e' mutena e bazta. forze che e' matena?
-non puoi telefonare a tuo cugino e chiederglielo?
-ghiamalo tu. io non voglio zpende soldi
-facciamo che allora ti arrangi e ci vai a piedi a questa santa mutena di 'sti ciupoli?

a quel punto, quando sto quasi per impugnare il coltello elettrico e ucciderla senza nemmeno attaccare la spina, squilla il suo cellulare.

-luiggi! proprio a te stavamo a parlare! gom'e' che si ghiama il paese tuo?
-modena? ah, ok. ed e' piccolo? che ilenia e' di garpi e non za dove zta 'sto paese.

riattacca.

-dige che si ghiama modena
-ma sei deficiente?
-e pecche'?
-MODENA, teresa. e' una provincia italiana. e' una delle maggiori citta' del nord. non e' un paesello, cristobal. e' una citta'!
-ehhhhhhhhhhhhhhh... voi qua al nord gredete di avere tutto piu' grande, tutto piu' bbello...

taccio. taccio perche' non ci sono parole. non ci sono parole perche' mancano completamente gli abboccamenti neuronali nel suo encefalo. e questa carenza e' nervosamente peggiorata dalla sicura presenza di una afasia nell'area deputata alle conoscenze geografiche.

-quindi venerdi' vieni a casa meco? (intendo mecojoni, ovvio)
-zi'
-senti, io vorrei partire verso mezzogiorno
-io no
-allora ciao
-io ezco da scuola verso le 2.
-allora partiamo verso le 2,30. vieni a cologno con la metro, ti passo a ritirare e via verso l'emilia.
-no
-allora ciao
-prima voglio fare zpeza
-di che?
-formaggi
-ma manco per la cippa di cazzo io mi faccio 2 ore in macchina con te e con le tue scamorze! e poi dalle mie parti produciamo uno dei formaggi migliori del mondo... PARMIGIANO-REGGIANO, mai sentito?
-zi', ma guello si zbriciola. devo porta' dei formaggi che mia mamma mi ha mandato daggiu' e gomprarne di nuovi al casificio
-e quindi?
-guindi mi vieni a prendere a cernuzco al casificio. e vuota il baule della magghina che c'ho degli zcatoloni da caricare
-non se ne parla. io sono a cologno. non torno indietro per poi ritornare a cologno per poi prendere la tangenziale e dirigermi a carpi.
-devi.
-ma hai capito proprio male
-vabbeh, allora partiamo alle zei.
-non esiste. partiamo alle 2,30. chi c'e' c'e'. i formaggi te li compri giovedi'.
-sei proprio una sdronza.
-ma come? a conto che ti faccio un favore!
-vabbeh, allora facciamo cozi': io vengo a cologno con la mia robba alle 4 ma non ti pago ne' la benzina ne' l'autostrada, vizto che ti faccio un piagere a venirti incontro...

adesso il nostro frigo si chiude. perche' ho preso mery terry, l'ho legata e ce la lascio contro come fermaporta. lo sportello del freezer, pero', e' aperto. e spiffera proprio in direzione del suo cervello. se si crionizza, magari, non produce danni.

La metro, i seduti di fronte
sono semplicemente gli avanzati
dal viaggio precedente
che andava dove vanno
tutti i presentimenti, eccetera.
In un soffio di porta, fa l'ingresso
la bella incatenata a testa alta

27 gennaio 2004

MERY TERRY E LA BYATT
uno dovrebbe essere contento di tornare a casa sua. perche' dopo una giornata di lavoro le persone normali non vedono l'ora di duepuntiacapoelencopuntato

-cavarsi le scarpe
-mettersi comodi
-cucinarsi qualcosa
-stare al calduccio
-coccolare il gatto. che magari ti vuole pure bene e ti si strofina addosso col suo odore di buono.

ecco, io nell'ordine ho questo duepuntiacapoelencopuntato

-non mi cavo le scarpe perche' il pavimento di casa nostra e' pack. nemmeno nel grande chiodo esiste nulla del genere. se un inuit venisse a stare da noi, ci chiederebbe come cristobal facciamo a non scivolare su quei lastroni li';

-mettersi a proprio agio, quando in casa ti gira un capovaccaio della serra di crispo (=mery terry), non e' facile. ti verrebbe piu' da metterti un'armatura che da infilarti le braghe del pigiama. o perlomeno una mascherina di quelle che da' l'alitalia in business: cosi' almeno non vedo la lucana deambulare per i vani di casa come la palla pazza che strumpallazza;

-cucinarmi qualcosa sulla nostra stufa, dopo che c'e' passato il ciclone bryger (=sempre mery terry), mi sturba. preferisco sostentarmi in esercizi di pubblico servizio. anche cinesi, se proprio proprio. o giapponesi. o thailandesi. o cino-nippo-thaila-vietnamiti;

-stare al calduccio, come avrete capito, e' un'utopia. casa nostra e' crionizzante. entro che ho 29 anni ed esco che, grazie alla conservazione delle cellule epiteliali operata dalle basse temperature, ne ho 28. se continua cosi' tra qualche giorno assomigliero' a tatu', il nano di fantasilandia;

-non ho gatti a milano. non li tengo perche' ho paura che rientrando a casa, un giorno, al loro posto troverei una teglia di coniglio. con tanto di sugo di casieddu. presente pozzetto in "ragazzo di campagna"? TAAAAAAAAAAC

questo e' cio' che mi accoglie al mio rientro. ed ecco perche' il mio tempo medio di percorrenza nella tratta porta del pianerottolo-porta della mia stanza e' inferiore a quello di vincent vittoz in coppa del mondo.
solo camera mia e' il mio regno. e' l'unico angolo dove mi sento protetta. e per evitare che corpi estranei e cellulitici vi si introducano, ho persino affisso alla porta una targhetta in legno con scritto "ILENIA". da interpretarsi come: lasciate ogni speranza o voi ch'entrate. sarebbe: se entrate, lasciate ogni speranza di non avere contusioni ed ematomi.
ecco: se tu metti questi EVIDENTI segnali di monito e poi QUALCUNO non li rispetta, scatta l'omicidio.
ieri sera nevicava e volevo starmene sul letto a guardare fuori, ascoltando un po' di musica. fa tanto romantico la mia immagine col pigiama di pile, i calzettoni fluorescenti anni '80, lo scialle di mia nonna, la bacchetta cinese nei capelli, gli occhiali con la stanghetta rotta, il trucco colato per il gelo e lo sguardo perso verso la stazione della metro. il tutto incorniciato da fiocchi di neve che scendono dietro il vetro spiaccicandosi sul parabrezza della mia 147.
ecco: io ieri sera questa cosa non l'ho potuta fare. mi sono bardata come una perfetta sfigata (con tanto di calzettoni e occhiali), ho infilato le cuffie nelle orecchie e ho attaccato il lettore cd portatile per fissare l'atmosfera outside.
non sento nulla.
riprovo.
zero.
riprovo.
cazzo, non va.
vabbeh che la neve cade silenziosa, ma il cd dovrebbe produrre suono. allora penso siano le pile. e siccome il mio lettore cd ce le ha ricaricabili, attacco il caricatore. il cd non va. scatta l'improperio (sempre da aggiungersi alla mia romantica immagine di cui sopra).

-eccheccazzo succede?
-ile'.... pazzavo diqqua...
-teresa?
-zi'?
-non hai bussato
-eh, guante ztorie!
-teresa?
-zi'?
-non hai chiesto permesso
-maro', che polendona
-teresa?
-zi'?
-questa stanza per te e' come l'area 51
-pazzavo diqqua e ho zentito che digevi porco cazzo
-veramente ho detto "che cazzo succede" ma il senso e' quello...
-checc'hai?
-carina a preoccuparti di me. ma credo che tu non possa fare niente per il mio lettore cd
-e' rotto?
-ah-ha
-succede
-lo so, ma stasera avevo proprio voglia di musica
-ti prezterei la mia radio ma non vorrei che la rompezzi...
-figurati. che strano pero'... quando venerdi' me ne sono andata il cd funzionava...
-quezto e' vero...
-mi ricordo perche' ho ascoltat... TERESAAAAAAAA!
-zi'?
-come fai a sapere che venerdi' funzionava?
-perche' l'ho uzato! ma quando sei cretina!

ecco la bile che come un geyser sale dal fegato direttamente all'esofago...

-scusa?
-ho gomprato un cd al carrefu' e lo volevo zentire!

...la bile sfiora teneramente l'epiglottide...

-ma tu non hai la radio?
-zi', ma se poi il cd non era bbuono e mi rovinava il lettore? sai, l'ho pagato 5 euro 'sto dizco, magari e' fallato!
-ma tu sei fallata nella testa! allora l'ultima a usare il lettore sei stata tu!
-zi'. poi mi e' venuta la rabbia.
-che sei idrofoba lo sapevo da prima, trionice lobotomizzata!
-e che e' 'sta trionica?
-una tartaruga, scoria radioattiva!
-beh, venerdi' volevo azcoltare il cd e ho prezo il tuo lettore. tando so dove lo tieni...
-e come faresti a saperlo, di grazia?
-perche' una volta ho zpiato dal bugo della zerratura per zcoprirlo!

...la bile ridiscende voticosamente verso il basso. colaestasi intraepatica...

-e quindi?
-quindi venerdi' sera ho preso il tuo cd ma non ho zentito niente. non capivo i tasti.
-teresa, spistolavi un po' e capivi.
-zi', ma ho penzato che avevi manomesso il cd per non farmelo uzare e mi e' venuto il rabbio.

...bile come il fijiama...

-ma perche' avrei dovuto manometterlo, ittero della magna grecia!
-per non farlo uzare a me! tu sei un po' stronza...

...la bile arriva ai condotti lacrimali ma non fuoriesce. nemmeno lei ne ha il coraggio...

-senti, mi spieghi come hai fatto a romperlo?
-inzomma, siccome ho penzato male, mi e' venuta la rabbia gon te e l'ho zbattuto per terra per farti un dizpetto.

...per non rovinarmi la vista, la bile precipita verso sud e tenta di fuoriuscire dall'ombelico. ma non trova un varco: la maglia di pile e' troppo resistente...

-teresa, adesso pero' me lo paghi
-eh no, cara! me lo paghi tu!
-prego?
-nella foga l'ho zbattuto per terra e c'era ancora dentro il mio cd. si e' rotto pure quello!
-ma tu sei da ricovero! ma tu devi cadere con una tanica di benzina nella fucina di un fabbro! tu devi fare i fanghi nelle sabbie mobili! tu devi fare l'aerosol con del benzene esaclorato! tu, tu, tu...
-e' golpa tua! polendona taccagna!
-senti, razza di piccione senza frenulo: mi dici che cd era, almeno?
-...
-teresa?
-non te lo dico
-subito o ti taglio i capelli con la fresa!
-b...
-B cosa?
-battisti. tutti i successi.

Un'ora di relax
con l'alta fedelta'
le luci basse
per cominciare
un posto comodo
la cuffia stereo
il disco ha fatto pochi giri e giu' si insinua il piacere
HI-FI
HI-FI