16 gennaio 2003

QUANDO LA VITA VA COME DEVE ANDARE
quando ero piccola e la pubertà non aveva ancora rovinato il mio equilibrio psico-fisico con ormoni e mestruazioni, amavo disperatamente alessandro, che non mi ha mai filato di striscio. era bello, moro, con le lentiggini, gli occhi verdi e aveva 6 anni. fino ai 10 anni l'ho amato alla follia. per il suo compleanno della 5 elementare (quindi il 10°, se so ancora contare) gli ho regalato il pallone di zico, con un vero autografo falso del grande campione. e lui l'ha scartato, apprezzato, esaltato. forse mi ha persino detto grazie. e invece di darmi un bacio è andato in cortile a giocare con gli altri maschi della classe. noi femmine lì a mangiare popcorn e bere fanta. desolation.
alle medie ho avuto il batticuore per enrico, che non mi cagava neanche lui. moro, con gli occhi verdi, senza lentiggini e con qualche anno in più di me. per lui mi sono fatta la permanente. ma non una permanente qualsiasi. LA MIA PRIMA PERMANENTE. lui era in colonia con gli altri amichetti e io li raggiungevo dopo. mi sono detta: lo spiazzo e arrivo su con dei capelli fantastici, da restarci secco. mi vedrà e impazzirà. peccato che invece di avere una parrucchiera avevo una ovino-coltrice. la mia permanente era una permanente pecorina. dei ricci piccolissimi, tipo michael jackson nei jackson five (prima della camera iberbarica, dunque). sembravo uno di quei mosaici del mausoleo di ravenna, che hanno quelle aureole giganti e circolarissime, tutte gialle. io ero tutta nera, praticamente un hula-hoop di riccioli intorno alla testa. quando sono arrivata in colonia enrico è impazzito, ma dal ridere. ero una roba tricologicamente comica. e sfumavano via via le mie opportunità di conquista. desperation.
con enrico ci ho riprovato al ritorno dalla colonia, quando i frequenti lavaggi avevano destabilizzato i ricci merinos. c'era la cena per vedere le diapositive della vacanza. io mi preparo e mi dico: avrò una pelle strepitosa. siccome non avevo ancora perizia e non sapevo dell'esistenza delle creme di helena rubinstein, mi sono spalmata del camay. così, del bagnoschiuma direttamente sulla faccia. a mia discolpa devo dire che la pubblicità era ingannevole perchè diceva: camay, per una pelle di seta. micca esplicitavano di diluire con acqua per ottenere schiuma. beh, a causa di uno spot traditore, mi sono ritrovata alla cena con delle chiazze rosse da reazione allergica. tutti hanno pensato che avessi contratto una malattia infettiva (no, venerea no: a quell'epoca e in quegli anni verdi era impensabile) e mi hanno mandato a casa. isolation.

dopo anni ho rivisto alessandro. ha perso i capelli, le lentiggini e l'età. è rimasto con 2 occhi verdi (per carità, micca gli si augura la perdita di organi vitali) ma porta gli occhiali. enrico adesso è sposato, ha ancora occhi e capelli ma si è rivelato non essere il mio tipo. troppo precoce nel costruirsi una famiglia.
quindi, in fondo, devo dire grazie alla ceppiratti che realizzò il pallone di zico, alla mia parrucchiera di allora e alla camay. perchè hanno fatto andare le cose nel modo giusto. senza i piccoli inconvenienti che mi hanno causato, adesso non sarei la compagna di george clooney.

Mi ritorni in mente
bello come sei, forse ancor di più

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