27 settembre 2002

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!! Oggi è venerdì, il che significa che me ne torno nella mia bella emilia a rigenerare lo spirito e a rigenerarmi di spirito. a proposito di spirito, non mi piace tanto il vino ma il rum. di quello ne bevo un sacco. ho preso solo 2 sbronze nella mia vita ma sono bastate. non che significhi che non ne prenderò mai più, anzi. però ognuna è stata diversa dall'altra. perchè i motivi per cui le ho prese erano diversi.

COSA FACCIO QUANDO SONO SBRONZA
vomito.
rido come una cretina.
fase euforica: divento affettuosa oltre ogni limite (quelle cose tipo "amo il mondo, vi amo tutti, amo i muri, amo la terra, amo il mare, amo dio").
mi appoggio contro le colonne e sto ferma lì finchè non passa.
rovino il piumone che è sul letto.
chiamo la mamma (ma piano, perchè è un canto disperato, non una richiesta di aiuto. se la mamma mi vede sbronza, dovrei chiedere aiuto da lei. quindi è meglio che non senta che la chiamo).
inizio a inveire contro il mondo (è la fase tragica, quella dopo la fase euforica).
piango un casino.
giuro che non lo farò mai più.
comincio a sbiancare oltremisura.
comincio a pensare a che faccia avrò il giorno dopo.
comincio a pensare a che scusa darò a mia madre per la mia faccia del giorno dopo.
crollo morta per i troppi pensieri (si sa che quando si è sbronzi i pensieri si moltiplicano. già 2 pensieri, moltiplicati all'ennesima potenza, generano ua confusione tala da mandare in tilt i miei 3 neuroni).

la mattina dopo mi alzo come se niente fosse. sono l'unica persona al mondo che, dopo una sbronza, non ha mal di testa. zero. quindi l'unico sintomo post-sbornia da nascondere è il pallore facciale. ma a a questo c'ha pensato max factor: un bel fondotinta e quel verdino post-nausea del viso si trasforma in una bella tinta sabbia. e poi una passatina di fard nella tonalità pesca e il gioco è fatto. via i pensieri e le evidenti manifestazioni da ciucca serale.

non so se oggi scriverò ancora, quindi ne approfitto adesso per citare una frase di ligabue tratta da "da zero a dieci" che mi si cuce addosso alla perfezione. la dice libero quando sono tutti a "l'italia in miniatura" e si confessano. libero dice: "sono cresciuto in un mondo in cui credevo che fosse impossibile essere felici se non sono felici gli altri".
e in mezzo a tante frasi di battisti, una di luciano ci sta bene. così oggi, a conclusione di questo sfogo letterario, uso un verso di ligabue. che non mi piace da impazzire, ma sembra proprio che debba fare parte della mia vita, in un modo o nell'altro. un giorno capirò perchè.

qui con la vita non si può mai dire
la vita non è in rima per quello che ne so

Nessun commento: