05 novembre 2003

L'ABITO FA L'OLANDESINA
dato che ci stiamo avvicinando al natale, colgo l'occasione per parlare di abiti di carnevale.
per i miei abiti di carnevale avrebbero dovuto istituire una Lega Pro Vivisezione. e invece tutti a pensare ai volpini e alle pellicce, mentre alle robe che mi toccava mettere al martedì grasso niente. dai 2 ai 5 anni sono sempre stata vestita da cappuccetto rosso (probabilmente mia madre, non potendo ancora comprarmi tute, ha ovviato come poteva). solo che sapendo di dover far durare quel costume per anni e anni, quando avevo 2 anni mia mamma mi comprò un cappuccio rosso che ci stavamo dentro io, mia cugina, mio cugino, la mamma, il lupo, la nonna, il cacciatore e i 3 porcellini. e c'era anche spazio per voi c'entrate.
non fu una tragedia, anche perchè non ne ho il ricordo. c'è solo qualche foto che ancora gira in casa e che, per uno strano fenomeno di autocombustione, stranamente va a fuoco.
in 1a elementare era importante farsi notare. le feste sono il primo meccanismo di socializzazione e -come dice kate all'ambasciata canadese che non le rilascia il passaporto- "l'appartenenza a un gruppo è fondamentale". ecco, in 1a elementare e fino alla 4a mia mamma mi ha vestito da "bella olandesina". avevo gonna, camicia, giacchetta e cappellino. la gonna era nera, da bidella altoatesina. infatti sul bordo era inserita un'elegante passamaneria con stelle alpine. ora, che cazzo ci facciano delle stelle alpine in mezzo a dei tulipani non lo so. probabilmente sono frutto di innesti geneticamente modificati tra i suddetti tulipani e le piantagioni di marjuana.
la camicia era bianca, con le frappe e assomigliava a quella che porta rick schroder nel "piccolo lord". e per fortuna che io non avevo anche quell'orrido caschetto biondo alla nino d'angelo.
il bolerino era arancione, color caco. con ogni probabilità ottenuto pigiando i cachi in un enorme tino e lasciandoci in ammollo il mio bolerino per 72 ore. ed era di velluto. quindi impossibile da lavare. e caldo come lo scaldasonno imetec. che se per caso si sfilava in piazza coi carri e c'era il sole, io puzzavo di sudore anche se non avevo ancora fatto lo sviluppo.
ma il cappellino, ah, il cappellino... era da vera olandesina: di pizzo bianco e con le punte all'insù. c'era dentro il fil di ferro e lo potevi modellare come vuoi. finchè è resistito quel cappellino, sembravo una bella olandesina. a volte mi chiedevano anche se mi avanzavano dei punti della mira lanza.
quando però il fil di ferro del cappellino iniziò ad arrugginire, il bel copricapo di trine si trasformò in un potenziale portatore di tetano e dovetti buttarlo via. anche se ormai faceva pendant perfetto con il bolerino da caco.
senza cappellino, quindi, non sembravo più un'olandesina ma piuttosto la sorella scema di heidi.
in 5a elementare si passò a vestirsi da vecchia. con un grembiule di mia nonna e un cuscino sulla schiena per simulare la gobba. un bastone, il fazzoletto in testa e la voce flebile e sibilante da assenza di kukident.
ovvio che in 5a elementare, alla festa di carnevale, non cuccai una bella cippa di nessuno.
alle medie andava il punk e per 3 anni mi vestii da punk. borchie, catene, vestiti stracciati, trucco da misfits e scritte offensive su giubbotto tipo "alessandro sei scemo" "asino chi legge" o "vai a quel paese".
al liceo smisi di travestirmi anche perchè, con tutta la peluria che mi stava venendo su e gli ormoni che impazzivano, o andavo in borghese e sembravo ceetah, o passavo dall'estetista e spendevo la paghetta in cera d'api. e comunque sembravo la pina fantozzi.
solo un anno, non ricordo quando, mi vestii da genio della lampada di aladino. forse sara e benedetta si ricordano. dovevamo andare tutte e 3 a una festa e il tema era "personaggi disney". benedetta si vestì da strega di biancaneve, sara da cappuccetto rosso (già la vita ci aveva unite senza dircelo) e io da genio, appunto. avevo una maglia turchese e i pantaloni della tuta di mia madre. mi ero legata una fusciacca in vita e infilate le pantofole. per fare i muscoli mi ero messa dei gavettoni pieni d'aria sotto la maglia in modo che simulassero bicipiti, tripicipi, trapezio, muscolo e chi più ne ha più ne metta. avevo preso una cuffia di lattice da nuoto color turchese e ci avevo fatto un buco in mezzo. me l'ero ficcata in testa nascondendo i capelli e dal buco avevo estratto un ciuffo di capelli che sembrasse quello del genio di aladino. poi mi ero COMPLETAMENTE DIPINTA LA FACCIA DI BLU. tonalità blu puffo. con l'aggiunta di qualche anello e orecchino, ero perfetta. ovvio che quella sera non beccai una cippa. solo uno che era vestito da doccia, tipo ralph macchio in "karate kid", abbozzò l'idea che aprissimo una conversazione dietro la sua tendina. ma quando capì che ero una donna, mi disse che avevano tolto l'acqua e non se ne faceva niente. tanto per dire quanto sembrassi femminile.
quella sera chiusi per sempre la mia carriera di travesta amatoriale. ora, se dovessi riprendere per un qualche motivo, lo farei solo a pagamento su viale zara.

Senza trucchi tu sei
molto bella e più giovane.
Non discuto però
le tue scelte più libere.

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