13 gennaio 2004

IL LIBERO ARBITRIO DELL'ASCENSORE
se mi ricordo bene, dio deve averci dato qualcosa tipo il libero arbitrio. e da qualche parte dovrei avere conservato un briciolo di capacita' di distinguere le cose giuste da quelle sbagliate. dovrei riuscire a interpretare i segni che dio mette sul mio cammino per percorrere il retto sentiero della vita.
se mia madre mi dice che sono cerebrolesa, che non faccio mai niente di utile e che una figlia come me e' una disgrazia, interpreto questi segni come--> piovera'. quindi esco di casa con il k-way e l'ombrello. mia madre, effettivamente, e' un tantino meteopatica.
se il mio gatto barabba non mangia i bocconcini di pollo e i crocchini della catsan, interpreto questi segni come--> mi faccio un toast. perche' vuol dire che nessuno e' andato a fare la spesa e quindi, oltre al mangime felino, manca anche quello umano. presumibilmente anche il prosciutto cotto per il toast.
se arrivo a casa all'una di notte dopo una serata fuori e il portone e' aperto + l'ascensore del mio palazzo e' gia' bell'e che pronto li', a pianoterra, interpreto questi segni come--> non salire. ti aspetta qualcosa di orribile.

trovare l'ascensore a pianoterra, per me, e' foriero di cattive avventure. significa che il destino mi sta preparando a una scena tempestosa e che, per meglio dispormi all'evento traumatico, mi addolcisce la pillola serbandomi minuscole cortesie. e' un po' come quando entri dal tuo bancario di fiducia che ti sorride, ti apre la porta, ti fa accomodare e poi ti vende i bond parmalat. la stessa cosa.
il destino mi ha fatto trovare il portone aperto, l'ascensore pronto e poi...zac. chissa' cosa si cela tra i sifoni del mio appartamento. e' in quei secondi tra l'una e l'una e due minuti che si gioca il futuro della mia stabilita' mentale. con la porta del lift in mano, posso ancora decidere se trascorrere la notte fuori o affrontare un'esperienza ai confini della realta'. il problema e' che, data la stanchezza e il freddo che rallenta vistosamente i feedback tra emisfero destro e sinistro, faccio la scelta errata. prendo l'ascensore e decido di rientrare. l'attimo di esitazione e il sudore freddo ce l'ho di nuovo 3 munuti dopo, quando devo salomonicamente decidere se mettere piede sul pianerottolo o scappare altrove. poi rimango fedele a me stessa e imperterrita infilo la chiave nella toppa. apro.

-boeing.... boeing...

rimango sulla soglia.

-c'e' qualcuno?

-boeing... boeing...

non riesco a distinguere la voce. sembra un essere umano, una donna forse. ma con un materasso al posto della lingua. o con 3 etti di ghiaia al posto delle gengive.

-c'e' qualcuno? chi e' che parla?

istintivamente mi preoccupo. forse e' successo qualcosa. forse mery terry sta male. forse qualcuno si e' introdotto in casa nostra per rapirla ed e' svenuto sul pavimento, tramortito dal suo aspetto fisico. che funziona meglio di un antifurto beghelli. o del cartello "attenti al cane".

-teresa... sei tu?

nessuna risposta. nell'oscurita' vedo un'ombra scivolare nel corridoio come nancy kerrigan.

-boeing... boeing...

boeing? cazzo, disastro aereo. un familiare di mery terry ha preso un 747 ed e' rimasto vittima di una catastrofe. prendo lo slancio per arrivare il prima possibile all'interruttore, accendere una luce sul caso e capire cosa fare.
fotogramma precedente: eseguo un balzo da tigre del caspio.
fotogramma successivo: subisco un male da caduta post triplo-tolup.
fotogramma intermedio: nel dirigermi al reostato, sento mancarmi le mattonelle da sotto i piedi, parto in parabola ascendente e volo come oksana baiul prima verso il lampadario, poi rapidamente verso terra. e inizio a derapare a velocità supersonica.
credo sia passato un pico-secondo tra il mio scatto verso il pulsante della luce e la mia scivolata lungo tutto il corridoio. meno male che ho dato una craniata contro il muro e mi sono fermata. non senza aver abilmente acceso la luce con il naso mentre arrivavo in picchiata sulla carta da parati.

-che porco cazzo succede? questa e' la volta buona che tiro una bestemmia
-boeing... boeing...

mi giro. anche per capire il motivo del mio volo. in casa non diamo la cera e non capisco come sia stato possibile planare a quella velocita' su un pavimento che, ormai, non ha granche' da dire.

-boeing... boeing...

quando realizzo cio' che e' successo, spero di essere pacman. un essere virtuale. perche' lo scenario che mi si prospetta davanti e' peggiore della stempiatura di kevin costner in waterworld.
una distesa tipo slame invade le piastrelle. un sentiero di blob verdicchio/violastro, praticamente una fluorite allo stato liquido. e in questo sentiero di mattoni gialli si erge lei, la dorothy gale della lucania. colpa della botta subita, non riesco a capire dove mi trovo e cosa stia succedendo.

-teresa... cos'e' questa roba per terra?

lei si gira e ha le pupille iniettate di sangue. poi, proprio davanti ai miei occhi, subisce una mutazione. da dorothy del mago di oz a teresa macneil. e sputa una colata lavica color vesuvio e tocchetti di pizza.

-teresa, porco cazzo, vomiti?
-boeing...boeing...

mi capacito. comprendo che avevo fatto uno slalom speciale su cio' che rimaneva della cena di mery terry. mi ero arrabattata per 10 metri nel vomito della mia coinquilina.
a quel punto mi ergo come la fenice e le branco il collo. la trascino nel bagno e le ficco la testa nel water.

-ma sei ubriaca?
-boeing...boeing...
-che cazzo vuol dire boeing?

le tiro fuori il cranio dal cesso per udire meglio. ma nella rissosita' del gesto mi rimane tra le dita una ciocca di capelli. le ho strappato almeno 5000 bulbi. pazienza, riattenderemo con ansia anagen, catagen e telogen.

-anche se non sei piu' nel tuo habitat naturale... parla! che e' successo?
-volio iocale a boeing kobe quado errrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrro a boteeeeeenza
-vuoi giocare a boeing come quando eri a potenza? ma ti sei ubriacata durante una seduta di re-birthing? mi sei diventata new age?
-palla... palla... tira...
-teresa, cos'e' il boeing?

sono io a quel punto che regredisco verso la mia eta' piu' felice e mi sovviene del boeing. il gioco della palla che tiravi al tuo avversario divaricando due manici legati a due corde. e lui a risbattertela indietro. essendo un gioco deficiente e senza grossi colpi di scena direi che senz'altro ha contribuito alla crescita ludica di maria teresa.

-perche' vuoi giocare a boeing?
-elo felixe... andonio...
-antonio? chi e' antonio? il tuo amore potentino?
-andonio... pozzo iocale a boeing? nooo? pecche'? io di amo! tell'ho leggalato io il boeing e tu zi iochi con assunda!

flash-back, campo lungo: maria teresa di anni 6 regala il cleverissimo gioco boeing al suo fidanzatino antonio. ed essendo che suddetto game permette la partecipazione a due soli giocatori, antonio sceglie la fichetta assunta e lascia la grattachecca maria teresa. che circa 30 anni dopo, negli eccessi dell'alcol, oltre agli alimenti della cena, non riesce a trattenere i ricordi.

-ma perche' hai bevuto cosi' tanto?
-mi hano detto ccccche errrrrlllla analccccchhhhholico...
-cosa?
-un vino
-ma un vino e' per forza alcolico, razza di bonarda!
-ma non l'havevvvo mai zentittttooooo
-che vino era?
-lambruto
-lambrusco?
-e' il vino ccccchhe bevi tu. volevo bere chuello che bbevi tu

e ci siamo di nuovo con l'emulazione. ma almeno io quando prendo le ciucche le prendo sapientemente: o di rum o mischiando birra con muller thurgau e grappa e chianti. micca pizza e fichi.

-ma hai mangiato almeno?
-bizza. andonio.... boeing...
-senti, sei messa peggio di una capanna cinese dopo la rivolta dei boxer. vieni che ti porto a letto.

sono buona si', ma non l'ho svestita. gia' ho fatto snowboard tra i suoi succhi gastrici, gia' le ho retto il capino mentre finiva di espellere la cena. se poi la devo vedere anche in mutande, scusate, a vomitare inizio io. cosi' le infilo il pigiama grigio topo-morto sopra gli abiti e le piazzo il piumone alla benemeglio addosso. la chiudo a chiave nella sua stanza e ci piazzo davanti l'armadio. in modo da arrestare un'eventuale successiva eruzione vomitanica.
e alle 2 di notte, inizio a fare raccolta differenziata di cio' che rimane di una pizza che, almeno sul menu' del ristorante, doveva sembrare gustosissima. solo che ora, dopo i processi di fusione e sublimazione, non ha niente di accattivante. e nella ridondanza di una pazza che continua a urlare BOEING...BOEING... tiro fuori il mocio e capisco che il resto della settimana non puo' che essere migliore.

E tu una volta su,
osservi la tua stanza.
Tu la tua nella quale
oltre il disfare e il fare
si delineano cose
appena, appena verosimili.



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