16 luglio 2003

ANOMALIA
cerco di scrivere in modo ironico. cerco di usarla, questa ironia. ma oggi ho voglia di dire qualcosa d'altro. in altro modo.

domenica ero in una pizzeria al taglio. fresca, di doccia appena fatta. abbronzata, di honduras appena tornata. con la camicia a fiori, i capelli ricci e la voglia di stare al sole. entro nella pizzeria. con la fame del pomeriggio. di quel relax che ti dà solo la domenica.
entro e ordino un pezzo alla salsiccia.

-con l'angolo, per favore...
-certo!

e col sorriso giro il muso verso l'angolo del locale.
eccola l?.
90 anni. magra come un chiodo. che non capivi se le mancavano muscoli o addirittura un braccio. o una gamba.
talmente magra che se l'avessi abbracciata mi sarei abbracciata da sola.
era la mamma della pizzaiola. che masticava il suo quadrato di margherita. ed era un po' duro e si tirava fuori dalla bocca quei boli soffocanti. li appoggiava sul grembiule, dandosi tempo per masticarli in seguito.
guardava i golosi entrare nel locale e poi uscire. e si sentiva come loro, perchè tutti mangiavamo pizza.
mi ha fatto una tenerezza immensa. e mentre ingoiavo pezzi di salsiccia e mozzarella, mi sono messa a piangere. avrei voluto abbracciarla e dirle "le voglio bene, signora". ma non avrebbe capito.
ho mangiato tutto il tempo guardando lei. e lei ha mangiato tutto il tempo guardando il suo grembiule. contando quanti boli di pizza doveva ancora masticare. una fatica, quel quadratino. per me, un attimo. per lei, una sera intera.
ho continuato a piangere, anche una volta uscita. e sulla soglia, le ho sorriso. lei mi ha guardato e poi ha continuato a rotolarsi in grembo i suoi boli. ma io, andando alla macchina, piangevo ancora.

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