19 dicembre 2002

PER LA GIOIA DI TUTTI... L'ANGOLO DI MERY TERRY

-ilèèèèèèè...
-lasciami entrare in casa
-volevo dire
-cosa?
-bù!
-sarebbe?
-bù... per farti paura!
-me la sto facendo sotto

e così varco la soglia di casa. inciampando nello stenditoio di mery terry. e buttando l'occhio sulle sue mutande per capire che taglia porta. lei insiste sulla 3a ma io sono convinta che sia 5a. sicuramente la 4a c'è. arrivo in camera, smollo borse, scripts e beta vari e mi impegno a essere buona. stasera niente cattiverie contro mery terry. così, armata di buoni propositi e di 1 kg di bicarbonato (si sa mai che tocchi di assaggiare qualcosa), entro in cucina.

-ilèèèèèèè
-ma non puoi finire la frase senza stopparti al vocativo?
-eh?
-dimmi!
-c'ho un zacco di cose da raccontarti..
-che culo!
-volevo farti vedere il giornale... ci stanno un zacco di offerte per fare regali
-ma questa è la pubblicità dell'esselunga... che regali vuoi che faccia? un panettone maina?
-no, però ci stanno i motta e i PAULANI a 1, 40 euro! li puoi regalare!
-ma ti pare che vado in giro a regalare panettoni? ai miei amici? e poi si dice PALUANI!
-mi zembrava... comunque ci sta pure lo spumante
-a 1,40 euro? sarà pipì di passero raccolto dalle foglie delle viti di asti...
-no, a 3 euro penzo...
-non mi interessa
-ci sta anche la carta iggiennica
-NOOOOOOOOOOOOOOO!
-iiiihhh, ti pulirai il culo?
-questo è vero
-ilèèè, comunque volevo dire
-va avanti, fai delle pause che sembri narcolettica
-eh?
-vai avanti, criiiisto!
-abbiamo fatto la tombolata oggi a scuuuuoooola
-e hai vinto?
-zì, mò ti faccio vedè i premi. c'erano gli zponzor di cernusco che regalavano cose bbelle.
-fa lo stesso se non me li fai vedere, raccontameli. ho immaginazione a sufficienza.
-no, te li voglio fà vedè. ho vinto una borza, una maglietta, un cappellino e un asciugamano firmati
-firmati da chi?
-uno stilista ma non lo conosco, forse tu lo sai
-e fammi vedere 'sti capi d'alta sartoria

esce tutta contenta di cucina. ritorna dopo 2 nanosecondi con in mano una sacca blu dalla quale estrae con orgoglio il contenuto.

-che marca è?
-teresa...
-zì?
-non ti voglio deludere ma non è uno stilista
-ma non vedi? ci sta la firma!
-teresa, su borsa, maglietta, cappellino e asciugamano c'è scritto "BODY STAR palestra".
-vuol dire che è il nome di una palestra?
-sagace!!!
-vabbeh, comunque ho fatto anche un ambo e un terno
-brava! e che hai vinto?
-una stella di natale e dei pennarelli
-brava, sono fiera di te.

e ritorna tronfia in camera a depositare gli oggetti della "body star palestra couture". ma torna con: funghi congelati, mais, ricotta, parmigiano e uova. per mischiarli sapientemente in una frittata.

-ilèèèèèè
-ma uffah...
-volevo dì...
-secondo te posso mangiare queste uova?
-sei grande, dovresti essere in grado di prendere queste decisioni da sola
-ma sono scadute da 10 giorni

a quel punto il dilemma.
ipotesi 1: le dico di mangiare le uova e lei si ammala di salmonella. me la levo dai coglioni per un po' e godo.
ipotesi 2: le dico di non mangiare le uova perchè sono scadute e fanno male.

difetto dell'ipotesi 1: se mery terry mangia le uova marce, sicuramente un batterio attacca anche me durante la cena. e quindi mi ritrovo a fianco a lei in ospedale per le feste.
difetto dell'ipotesi 2: se mery terry non mangia le uova è costretta ad inventarsi una nuova ricetta con gli ingredienti rimasti. più tossica delle uova marce.

alla fine opto per l'ipotesi 2 e le salvo la vita. convinta che me ne sarei pentita amaramente. invece questa volta dio mi stava guardando. e accade il miracolo.
incredula, vedo mery terry pigliare tutto, rimetterlo in frigo e friggersi 2 sanissimi sofficini. 2 sofficini findus. è proprio vero che creano il sorriso. il mio soprattutto. grazie dio, grazie signor findus, ovunque Lei sia. in norvegia a pescare tonno per il capitan findus, nell'olimpo a provare i 4 salti in padella, nella valle degli orti a rubare informazioni capitali alla concorrenza. grazie, ovunque Lei sia. a volte la vita è davvero meravigliosa. anche se sa di fritto.

arrivederci a questa sera
almeno spero di rivederti

17 dicembre 2002

stamattina ero in centro a milano che passeggiavo per le vie strette e piene di auto. dovevo andare in assicurazione a versare il mio fondo pensione. a un certo punto mi sento leggera, come se camminassi a 10 cm da terra.
che delusione scoprire che stavo veramente camminando a 10 cm da terra, ma il motivo è che avevo pestato una bella merda di cane. avete presente cosa significhi pestare una merda di cane con le nike? ve lo spiego subito.
il 90% delle nike ha delle PROFONDE scanalature nella suola. il che significa che quando schiacci una cacca col piede, suddetta cacca si incastra profondamente e irrimediabilmente in suddette scanalature. se hai una suola di cuoio, bella pari, basta strisciare e strusciare la suola per terra o in un ciuffo d'erba e sei già pulito. ma se la merda si incunea bastardamente in una suola nike, sai già che puzzerai per tutta la giornata. a me la cacca si è incuneata. il che mi lascia solo 2 merdose alternative:

alternativa 1: mettere una maschera anti-gas, prendere uno stecchino da spiedino e ripercorrere con la sua punta tutte le scanalature della nike, facendo fuoriscire cacca fresca. così facendo posso riutilizzare a breve la scarpa ma mi ammalo di tifo e rogna, se mi va bene;

alternativa 2: aspettare che la cacca si secchi e sbattere la scarpa contro un muro finchè tutte le particelle di fecidicane, ormai ridotte a stato polveroso, si stacchino dalle pareti delle scanalature della suola della scarpa della nike. così facendo non mi ammalo ma non posso riutilizzare la scarpa prima di 15 giorni (i processi di solidificazione delle feci richiedono tempi lunghi e quel particolare cane doveva aver preso un colpo di freddo, per cui la cacchina era anche un po' molliccia).

chi girasse per il centro di milano intorno alle 10 deve aver visto una morettina che sfregava una scarpa nike contro un'aiuola protetta dal comune di milano. dovevo andare dal mio assicuratore, non potevo tornare a casa a cambiarmi. nè potevo girare milano a piedi lasciando un po' di cacca in ogni aiuola che trovavo. avrei voluto andare dall'assicuratore senza una scarpa, magari facendomi passare per una alternativa, che si veste un po' alla cazzo. ma rischiavo il congelamento e la conseguente amputazione del piede. alla fine sono andata dall'assicuratore con cacca e scarpa incluse. ma mentre gli parlavo tenevo il piede destro indietro. sembravo una ballerina in posizione. e se camminavo portavo sempre avanti la sinistra, in modo da lasciare la destra e la puzza in lieve svantaggio rispetto a me e al mio interlocutore. ho versato ciò che dovevo versare, l'ho salutato, fatto auguri di natale e sono uscita. continuando a trascinare il piede sull'asfalto per lasciarmi alle spalle quanta più merda possibile. e questa ennesima -è proprio il caso di dirlo- figura di merda.

o mare nero, mare nero, mare ne...

12 dicembre 2002

ieri sera, parlando col mio amico bellacci (non vi aspettate il link perché non lo so fare), mi è venuta in mente l'unica volta che sono uscita con mery terry. quest'estate.
eravamo sole in casa io e lei. giovanna non abitava ancora con noi e la nostra padrona di casa era all'ospedale. quindi anarchia completa. io volevo godermi l'appartamento e passare le serate e farmi bagni caldi con sali e tanta schiuma, a leggere sul terrazzo, a telefonare agli amici, a guardare tv. mery terry invece si annoiava. voleva uscire. probabilmente perché chiunque la conosca e viva con lei non appena vede i suoi modus operandi tende a barricarla in casa affinchè non arrechi danno alla società. e come un animale in gabbia, non appena scorge un pertugio, terry tenta di fuggire. come i panda dello zoo, insomma. solo che i panda sono bellini da vedere. e non soffrono di herpes. e soprattutto non cucinano.
a un certo punto io mi infilo la mia tuta onyx piena di stelline e colori e mi piazzo in camera ad ascoltare musica. ci scatta anche qualche passo di danza. e mentre piroetto allegra davanti al poster di candy candy, scorgo nello specchio la sagoma di mery terry. un po' come in profondo rosso. solo che quella era fiction. la mia era tremenda realtà.

-cosa vuoi?
-ilèèèèè...
-oh..
-usciamo?
-e perché mai?
-perché mi rombo a stare in casa
-ti rombi?
-mi rombo... mi scoccio...
-ahhhhhhhhhhhh! mi ROMPO!
-scendiamo a pigliarci un gelato?
-non mangio gelato
-un caffè
-non bevo caffè
-un aperitivo
-abbiamo già cenato: l'aperitivo si prende prima
-iiiiiiihhhhh, eccazzo! andiamo in paese a fare qualcosa...
-in paese? a "gorgonzola"? ha il nome di un formaggio che puzza: la dice lunga...

dopo minuti di trattative ho ceduto. mi sono infilata le puma rosse e sono uscita. appena arriviamo al ground zero del nostro palazzo io apro la macchina e salgo.

-eccheffai?
-salgo in auto. non volevi andare in centro?
-ma sò 2 chilometri! andiamo a piedi che ci facciamo una passeggiata!
-teresa, porco cazzo, non è un pellegrinaggio mariano! io 2 km a piedi non li faccio! perché poi c'è da tornare indietro...
-hai ragione, magari mi violentano
-tranquilla, questo rischio non lo corri... basta che il presunto stupratore abbia almeno 5 decimi per occhio e riconosce la truffa...
-eh?
-lascia perdere...

sale in auto e dopo 5 minuti siamo in centro. prendiamo un gelato. io 2 gusti per fare presto e finirlo in fretta, lei 2800 gusti in coppetta. così l'uscita si prolunga a dismisura. iniziamo a passeggiare leccando quei gelati cagosi e lei mi parla della sua vita a potenza, che lì ci si diverte, che quando è giù esce tutte le sere. arrivate in cima a un ponticello sotto cui scorre la martesana, inizia a dirmi che anni fa si è lasciata col fidanzato, che da lì ha iniziato a perdere i capelli, che le sono venuti i brufoli e che ha fatto una cura per l'eliminazione dei peli supeflui. non comprendendo che di superfluo nel mondo non ci sono solo i suoi peli ma tutta se stessa. e poi ha fatto una cura anticellulite spendendo un zacco di soldi, una cura dimagrante e gli impacchi per l'alopecia. un quadro clinico disperato. a un certo punto avevo voglia di tuffarmi di sotto tra le pantegane.

-teresa, mi dispiace...
-ecchevuòfà.. la vita...
-senti, dopo tutto quello che mi hai detto...
-zìììì...
-la tua vita a potenza, i tuoi giorni tristi, i tuoi giorni felici...
-zììì?
-ma perchè non sei rimasta giù?

e ride. non capisce e ride. dopodichè risaliamo in macchina, torniamo a casa e io vado a dormire. la serata mi aveva sfiancato.

-ilèèèèè...
-ma perché non finisci le frasi? che vuoi?
-buonanotte
-sì, dormi bene. ma dormi...
-non ho sonno. mi sa che sto alzata a fare qualcosa
-basta che non cucini, poi puoi fare tutto ciò che vuoi
-ilèèè...
-eccheppalle! finiscile 'ste frasi! che c'è adesso?
-magari un'altra sera usciamo
-sì. il gelato l'abbiamo già preso. magari quest'inverno ti porto a bere una cioccolata calda al bar. poi non se ne riparla fino allo scioglimento dei ghiacciai in primavera.
-devi sbrinare il frigo?
-prego?
-devi sbrinare la ghiacciaia?
-i ghiacciai! quelli d'alta montagna!
-lo zapevo! scherzavo!
-veramente?
-zì
-beh, è bello sapere che ogni tanto si sbrina anche il tuo sense of humour... notte
-notte

e le luci si spensero sull'enorme città che puzzava di formaggio con la muffa.

il carretto passava e quell'uomo gridava "gelati"

09 dicembre 2002

volevo approfittare di questo spazio -che è mio- per lanciare un appello.

salviamo la particella di sodio dell'acqua lete.

mi fa così pena lì, in eremitaggio (che non è la stessa cosa di "hermitage"), a farsi la battaglia navale da sola, a cercare amici nelle bollicine di anidride carbonica che non se la filano manco per la cippa di cazzo (che snob), a dire "buonasera" all'ossigeno, a giocare ai solitari. e poverina! non incontrerà mai nessuno, non ha il pc, non può ascoltare musica. è lì che si annoia e basta. allora mi dico:
che cazzo ce l'hanno messa a fare i signori Lete? ce ne hanno tolte 23987 di particelle di sodio, non potevano togliere anche quella? che crudeltà lasciarla in balia delle onde! eccheccaspita!
propongo dunque di procurare al più presto una compagna alla particella di sodio dell'acqua lete. di infilarla nella bottiglia e lasciarcela per sempre. io ce ne avrei una che fa al caso suo. si chiama mery terry. e con sè porterà particelle di grasso, pus, herpes, formaggio, pancetta, ceretta a freddo, capelli unti, cellulite, sopressata, pizza di patate, pastiera, fagioli, burro e nutella, salsiccia sott'olio, inzalata, frittata di ricotta, zucchine e melanzane. se siamo in alta stagione, anche scamorza burrata e zanzare oleate. direi che ce n'è abbastanza per un villaggio vacanze. un vero calcio alla solitudine.

sento una canzone dolce in fondo al cuor
quando penso a maria
tranquilli, non ho nulla. probabilmente l'olio alle zanzare fa bene alla pelle. o forse le zanzare cotte sono un'antica ricetta maori. che so. comunque non ho nè la dissenteria, nè la colite, nè il tunnel carpale. l'esofagite ce l'avevo già quindi non fa testo.

venerdì rientro a casa dopo una settimana allucinante. ero ansiosa di dormire fino a che il corpo ne aveva bisogno. poi mi viene in mente che devo andare e vendere le stelle di beneficienza dell'ail e che per 2 giorni mi alzerò alle 8, starò al freddo per 12 ore ma almeno raccoglierò fondi. un week end partito male.
venerdì sera rientro tardi, dicevo, e vedo una foto sul comò in camera mia.

-mamma, cos'è questa?
-una foto di quando siamo andati a venezia 20 anni fa io, te e papà
-odio quella vacanza, lo sai
-non è stato un bel periodo per te, vero?
-no. odio quelle foto di venezia e odio le mie foto in generale.
-ma sei così bellina...
vabbeh, ogni scarrafone...
-mamma, mi dici una cosa?
-dimmi...
-perché hai messo questa foto in cornice?
-perchè ci sei tu che aspetti il traghetto e io dietro che ti metto una mano sulla spalla
-mamma...
-dimmi
-non voglio che tu ti arrabbi. me lo prometti?
-cos'hai fatto?
-prima promettimi che non ti arrabbi
-dai, non mi arrabbio
-mamma... quella foto...
-sì
-quella non sono io
-come non sei tu? hai il cappellino da gondoliere
-mamma, TUTTI a venezia comprano il cappellino da gondoliere
-e non sei tu quella? vorresti dire che non riconosco mia figlia? ma per chi mi hai preso?
-mamma
-cosa vuoi
-c'è un'altra cosa
-non mi parlare che sono arrabbiata
-ma mi avevi detto che non ti arrabbiavi!
-ma tu dici che non ti riconosco in foto!
-ma è vero! e poi...
-sei proprio polemica
-non sono polemica! è che quella dietro con la mano sulla spalla...
-eh...
-...non sei tu!
-beh mo sei cretina?
-ti giuro! deve essere una foto scattata per sbaglio!

mia mamma si infila gli occhiali. che per orgoglio non mette mai perché dice che gli occhiali invecchiano. e scruta la foto. e siccome per orgoglio non ammetterebbe mai di aver sbagliato, mi fa:

-senti polemichina, se non ti piace la tolgo dalla cornice.
-mamma, la togli perché hai visto che non c'è nessuno di noi in quella foto...
-non è vero! polemica che non sei altro!
-vabbeh, hai ragione tu. vado a dormire che domani devo vendere le stelle.
-eh, va mo là, cuccarini...

dovete sapere che mia mamma, quando vuole darmi della rincoglionita (cosa che sono senza ombra di dubbio) mi chiama in modi bizzarri:
-locomotiva: perchè quando sono arrabbiata sbuffo in continuazione
-coca cola: perchè mia nonna lo diceva a lei. 50 anni fa la coca cola era qualcosa di sconosciuto, il simbolo dell'america che avanzava. un'america stupida e caciarona. quindi dirmi coca cola equivale a dirmi "stupidella"
-cuccarini: onomatopea. in emiliano "incuclida" significa stordita, sbadata, assente. incuclida e cuccarini hanno suoni simili e quindi mia mamma ha creato un neologismo.
-milanesa: cioè milanese. quando correggo mia mamma perchè ha sbagliato qualcosa ci scatta un "è arrivata la milanesa", come a dire "è arrivata quella della grande città". che poi a milano mi considerano tutti la campagnola bella. quindi è un tunnel da cui non uscirò mai. praticamente sono apolide in italia. un caso raro.

se mi aiuti son certa che io ne
verrò fuori

05 dicembre 2002

ieri è stata una giornata terrificante. ho lavorato in studio per registrare le puntate del mio programma ed è andato tutto liscio. ma alle 8 di sera, carica dei materiali di scenografia, mi scivola da qualche parte un auricolare di scena. che vale soldi. disperata lo cerco in uno studio di 300mq senza sapere dov'era. e se non lo trovavo, oggi non si registrava. tutti i miei colleghi si sono fermati per aiutarmi e alla fine è saltato fuori, questo stronzissimo pezzo di plastica di 1 cm quadrato.
stremata arrivo a casa, stressata dalla virtuale perdita del cazzillo auricolare ma felice ed entusiasta per averlo ritrovato. entro in casa, butto le borse sul letto e vado in cucina per riempirmi il pancino. c'era tutta la mia famiglia milanese. mi fermo a 1 cm da mery terry che urla:

-ilèèèèèèèèèèèèèèèèè! fermaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

mi blocco di scatto credendo di aver camminato su un pavimento bagnato, di aver pestato una lente a contatto, di aver schiacciato un riccio, un gatto, un topo.

-teresa, sono a 1 metro da te. anche se non urli ti sento.
-ti volevo dire...
-finisci 'sta frase
-ti volevo dire che ho fatto le mie zucchine. se le vuoi sono sul fornello.

aver ritrovato l'auricolare significava dover fare un voto, un fioretto. quindi ho accettato di buon grado e ho trangugiato le zucchine alla centrifugata di formaggio di mery terry. lo devo a nostro signore del camembert.

-ilè, come sò?
-tu o le zucchine?
-le zucchine, scema
-buonisssssime
-non è vero
-come no? te lo dico io!
-no, le ho saggiate
-assaggiate
-le ho saggiate e sò scipite e citrugne
-prego?
-sò scipite e citrugne
-teresa, non hai ancora la pagina 777 che ti passa sotto. quindi traduci in un linguaggio comprensibile per la nazione.
-scipite, inzipide...
-e citrugne?
-citrugne!
-ma cosa vuol dire?
-citrugne, che sòvvenute citrugne.

ci rinuncio. sant'antonio mi aveva già fatto la grazia di farmi ritrovare l'auricolare. non è che potevo pretendere l'italiano per mery terry. e mi trangugio il suo frappè di brie, scamorza, burrino e chissà che altro. con il conforto che a un certo punto mi dice:

-stavolta non ci ho messo pancetta, ci stanno prosciutto crudo e cotto

che culo. distrutta dalla giornata e dalla sconfitta morale di aver ceduto alle lusinghe di mery terry, sparecchio e lavo i piatti in fretta, ciucciandomi Incantesimo di cui mery terry conosce tutta la genealogia. l'unico momento in cui mi sono un attimo svegliata è stato nel promo di porta a porta, quando vespa ha presentato i suoi ospiti.

bruno vespa: stasera con noi enrico letta
mery terry: ah? che ha detto? nicoletta? c'ha il nome da femmina!
io: cazzo, mery terry, enrico letta!
terry: ahhhhhhhhhhhhh, penzavo...

dopodichè ripiombo nel torpore di incantesimo, guardandomi in giro nella speranza di far passare quel noioso tempo. ed è lì che, a un certo punto, vedo sul frigo un vaso bormioli di bormioli rocco e figli. pieno d'olio. ma di un colore tra il verde e il rosa. e con delle zanzare dentro che avevano messo su famiglia e costruito una casa di ringhiera.

-teresa?
-zì?
-che cazzo è quell'olio?
-è olio bbuuuono?
-estratto da quale frutto tropicale?
ride.
-teresa, è da buttare?
-no, è bbuuono.
-ma perchè è verde e rosa?
-ci stavano le melanzane
-ma quest'anno non abbiamo mai mangiato melanzane
-'nfatti. sono le melanzane che ha portato mia madre l'anno scorso. sò di 2 anni fa
- e cosa tieni l'olio a fare? non vedi che ci sono gli insetti dentro e non senti che è rancido?
-chevvuoldire rancido?
-andato a male, cazzomerda!
-ohhhhhhh, buttalo allora. penzavo che era bbuuono. peccato però, va sprecato
-meglio che doverlo mangiare!
-ma l'abbiamo già mangiato
-in che senso?

fotogramma precedente: io che guardo l'olio
fotogramma successivo: io guardo la teglia delle zucchine e collego zucchine->olio= zanzare nella mia pancia

-ma porca puttana, teresa...
-ecchessaràmmai!
-tifo, colera, elicobacter, intossicazione alimentare...
-eh, le ho mangiate pure io...
-ma porca troia, per una volta che mangio le tue zucchine ci metti le zanzare e l'olio rancido
-non è vero che le hai mangiate per la prima volta. le hai mangiate anche quando ci stava mia madre.
-non è una consolazione. e nemmeno una valida cura. vado a farmi l'antitetanica.

ride. porca troia. io morirò di colite e lei vivrà felice. anzi, no. perchè se ha ripreso a fare le sue schifezze significa che si è mollata col tipo. quindi son tutti cazzi miei adesso. oltre al danno, la beffa. e i baffi: quelli che mery terry si brucia col laser dalla mia estetista.

però volersi bene no partecipare
è difficile quasi come volare




03 dicembre 2002

settimana scorsa è stata una tragedia. milano era sommersa di acqua e io di mery terry. giovanna era malata e non è salita. così avevo mery terry tutta per me. che culo.
martedì sera è straripato il canale di fronte a casa mia e hanno tolto elettricità al quartiere. il che ha significato stare una giornata e una nottata senza luce, acqua calda, riscaldamento e tv. il che ha significato non avere quelle cose indispensabili nella vita moderna: la lucina del forno, la lampada a stella sul mio comodino, l'arricciacapelli funzionante. son cose che ti segnano. l'unica cosa positiva è che il frigo non andava. e a mery terry, che ha congelato provviste sufficienti per sostenere il genere umano in caso di una guerra nucleare, gli è andato a male quasi tutto. ha provato a dirmi:

-senti
-oh...
-la roba nel frigo e nel freezer vaammale (è tipico della sua cadenza potentina fare enjambement poco poetici)
-io non ho quasi niente in frigo...
-ma io ho tutti i piselli (lei "piselli" lo dice con la "e" chiusa, come elmo, elena, edema)
-e vabbeh, li butterai
-che ti sei 'mbazzita? li mangiamo
-non hai capito proprio cazzo. i tuoi piselli non li mangio
-eh, ma così poi li devo buttare..
-senti, io sono contraria a chi fa provviste da magazzino all'ingrosso
-ecchvvuoldire?
-che io non mangio i tuoi piselli solo perchè li dobbiamo finire. che poi divento come woyzeck di schnitzler.

mi è scappata. la citazione dotta mi è scappata. quando faccio le citazioni dotte vuol dire che sono fuori di me. è un po' come affermare che la cucina emiliana è razza ariana rispetto a quella potentina. e soprattutto ai piselli. con la "e" chiusa. non volevo.

-che hai detto?
-niente. comunque i tuoi piselli non li mangio.
-senti...
-NON LI MANGIOOOOO!
-volevo chiederti
-di' pure, basta che non mi offri melanzane o i tuoi sformati di avanzi di frigo e scamorza o le tue frittate di brie e pancetta
-macchè! mica ci sta la scamorza nello sfornato!
-SFORMATO! con la M!
-ma se una robba se ne esce dal forno è sfornata!
-sì, ma il piatto è SFORMATO! uffah, cosa volevi?
-visto che siamo al buio e abbiamo solo 3 candele...
-eh...
-giochiamo a carte?

che bello. una seratona, proprio. passata a giocare a scala con mery terry che mi diceva "scendi le carte" e che chiudeva tutte le sante volte. non sono riuscita a piazzare un tris. e lei tutta contenta che cantava mentre vinceva. non vi dico cosa cantava perchè non lo so. non capivo la lingua. e alla fine ho tratto un'amara conclusione. tutto questo culo al gioco significa che non ha fortuna in amore. quindi l'uomo che la sta facendo uscire non la rende felice. cazzo, tutto da rifare. e si riparte con intrugli e colate di formaggio. porco cazzo, non c'è mai fine al peggio.

il buio ci trovò vicini