27 ottobre 2003

PIU' DI UN MEDICO. PIU' DI UN VETERINARIO. UN PALEONTOLOGO.

naturalmente il post precedente era un incubo. mai stata all'ospedale e mai mangiati gli action cooking di mery terry e famiglia. ma lo yeti, in casa mia, c'è stato davvero. e l'incontro in bagno è stato reale. e il panino è circolato con le sue gambette in cucina. lo vedevo fare lo slalom come stenmark tra pezzenta, pecorino di filiano e aglianico. oddio: credo che questi prodotti, assunti singolarmente, siano anche buoni. ma assunti in dosi meryterryane (ossia compiendo una gimkana alimentare tra l'uno e l'altro) hanno effetti collaterali non ancora previsti dai foglietti d'accompagnamento dei maggiori antiemetici.
fisicamente sto bene, direi. ma l'incubo rimane. e mery terry è il peggior freddy krueger che la storia ancora non ricordi. dunque per affrontare il nightmare faccio il jason della situazione. per far scomparire dracula basta un palo di frassino nel cuore. per il lupo mannaro serve la pallottola d'argento. per gigi marzullo è sufficiente un telecomando efficace. per mery terry è deleteria la lingua italiana. la dizione corretta del nostro idioma la getta in un kaos talmente vasto che nemmeno l'aereo di schwarzenegger in "true lies" la tirerebbe fuori. quindi rientro in casa armata del devoto-oli: se direziono il dizionario verso la sua faccia, la pietrifico meglio della medusa. e sia.

toppa.

-chi èèèèèèèèèèèèèèèèèèè?

chiave

-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèè

porta

-arrivooooooooooooooooo

io

-non c'è bisognoooooooooooooooo

lei

-eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

a quel punto prendo il devoto-oli, lo estraggo come un'appendice dalla mia borsa e glielo punto contro.

pausa in attesa di essiccazione subitanea.

niente.

lei non ne subisce l'effetto.

guardo il tomo, lo piglio e lo rigiro. forse c'è un tasto on/off e io non l'ho visto. niente. non funziona. porco cazzo, lo sapevo. avrei dovuto usare il garzanti. o il de mauro. ma lo zingarelli no. quello proprio no. mi rifiuto. mi sarei disintegrata io.

-cheffai con quel cozo in mano?
-volevo dartelo
-che è, un ricettario? non mi zerve, soggia' gucinare da zola!

merda! ho sbagliato arma! dovevo trafiggerla con le pagine dell'artusi e di gualtiero marchesi! che stupida sono stata! quelli si' che l'avrebbero ferita! vabbeh, sara' per la prossima volta. tanto, essendo coinquiline, di prossime volte ne avro' parecchie. me tapina.

-zenti ilèèèèèèèèèèèèèèèèèè... c'ho bizogno d'un piacere

il mio canino luccica come quello di lupo ezechiele.

-dimmi, soufflè sgonfio...
-c'avrei bizogno di andare in un pozto....
-potenza? matera? lucania?
-no...
-manicomio? igiene mentale? istituto di pena?
-no...
-ma non dirmelo! l'ANTARTIDE!
-no...
-allora?
-il medico. non 'zto bbene e vorrei che mi gompagnassi
-GOMPAGNASSI?
-zi', che mi gompagni dal medico
-ahhhhhhhhhh! CHE TI ACCOMPAGNI! beh, se è una questione di salute.... sia.
-domattina alle 9.
-porco cazzo, cosi' presto? vabbeh, mi alzo e ti porto. ne avrai per molto?

scoppia a piangere.

-non lo zo

comincio a sentirmi come una besciamella venuta male. acida e cattiva. e mi pento di averla trattata male. ora non è in forma e ha bisogno di me. ok. scatta la redenzione.

-dai teresa, stai tranquilla. domattina andiamo dal dottore e vedrai che non è niente di grave.
-lo zo

questo suo fulmineo cambio d'umore doveva farmi presagire qualcosa. e invece scatta la Agnès Gonxha Bojaxhiu che c'è in me e insisto nel non voler vedere l'ombra cattiva che si agita dietro di lei. un po' come quella che sta dietro john c. reilly in "chicago" quando canta "mr. cellophane".

e fu sera e fu mattina. successivo giorno. ore 6.00: quartier generale di casa mia.

-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
-checcazzo c'è?
-alzati!
-o scusami sono in ritardo... saranno le ott.... TERESAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
-chevvuo'?
-ma sono le 6!
-e allo'?
-e allora il medico è a 3 km da qui. per arrivare in tempo bastava alzarsi alle 8!
-voglio che di alzi in dempo.

porto pazienza. è in un momento difficile.

passo le successive 3 ore a dare un senso alla mia levataccia. dopodichè scendo, faccio accomodare mery terry sul sedile passeggero e per un attimo spero che scatti l'airbag e la schiacci. ops. reminescenze di un passato che non mi appartiene piu'. ora sono buona.
arriviamo dal medico alle 8.45.

-ilèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
-che c'eè?
-mi puoi zpettare?
-cioè stare qui fino a fine visita?
-zi'
-tranquilla. ti aspetto.

pero' dentro di me rivedo l'immagine di un airbag che le esplode in faccia.

dopo mezz'ora mery terry esce dall'ambulatorio e non dice niente. io rispetto la sua riservatezza anche se sono preoccupata, l'ammetto. in auto penso alle cose belle della mia vita per deviare la mente da aibag ed esplosioni.

-quello stronzo figlio di una stronza. quel polentone razzista.
-che dici?
-il medico
-che ha, poverino? non credi di averlo punito abbastanza facendoti vedere nuda? non credi che abbia gia' sofferto abbastanza? doverti toccare, sentire che stai bene...

porco cazzo. ricado sempre negli errori della vecchia ilenia. quella che non sopporta mery terry ma che si astiene sempre dalla sua cancellazione dal pianeta.

-'sto stronzo. non me lo da'.
-CCCCCCCCCCCCCCCCCCCCOOOOOOOOOOOOOSSSSSSSSSSSSSSSSSAAAAAAAAAA?
-il foglio
-ah... quale foglio?
-d'invalidita'
-oddio, ma allora sei grave? che cosa c'è?
-i peli
-che peli?
-della faccia
-quelli li vedo. volevo sapere perchè volevi l'invalidita'
-per quelli
-per i peli?
-zi'
-della faccia?
-zi'
-perchè? ti ostruiscono la vista?
-no
-si sono intrecciati con quelli del sacculo e ovattano l'udito?
-no
-hanno la radice nel naso e ti impediscono la respirazione?
-no
-ti vanno in bocca e ti irritano quando ti radi?
-noooo, checc'entra! quando mi rado mi do' la crema!

pausa necessaria a visualizzare la scena.

riprendiamo.

-mi spieghi che cazzo c'entrano i peli, la tua faccia e l'invalidita'?
-ma zei proprio scema, zei! volevo farmi pazzare i peli della faccia come invalidita' cozì non vado al lavoro e intanto mi faccio il laser e divento bella. ma i giorni lavorativi me li pagano lo stesso ma intanto pozzo andare giu' a trovare i miei parendi.

urlo furioso di Agnès Gonxha Bojaxhiu che diventa mina harker.

-io mi sono alzata alle sei, ti ho portata dal medico e ho fatto tutta 'sta fatica per dei peli? ma nemmeno i responsabili delle deforestazione amazzonica riuscirebbero a fare qualcosa per la tricologia del tuo muso! se ti avesse visto rambaldi nel '76 ti avrebbe fatto tenere direttamente in mano a te jessica lange! cesare ragazzi si strappa i bulbi ogni volta che ricorda che esisti! teresa, cristobal...
-non gapisci niende.

a quel punto mi passa per la mente una rapida successione di fotogrammi che rappresentano mery terry che prende l'ascensore alle due torri l'11 settembre. mery terry a firenze nel '66. mery terry in posa plastica sulla diga del vajont 40 anni fa. mery terry nei pressi di chernobyl nel 1986. mery terry che respira a pieni polmoni l'aria fresca di seveso nel '76. mery terry a dallas, alla dealey plaza, il 22 novembre '63. mery terry che affitta una casa nel polesine nel 1951. mery terry con zaino e picozza in valtellina nell'87. mery terry col biglietto della funivia del cermis 5 anni fa. cosi', tanto per gradire.
e la prospettiva di un airbag che scoppia, ormai, è cosi' ininfluente che fare il viaggio di ritorno con teresa, ormai, mi sembra quasi piacevole. perchè posso immaginarmi un lieto fine. anzi, una sua fine. che sia lieta, poi, me ne frega relativamente.

mi ha allarmato non è come io la penso
ma il sentimento era già un po' troppo denso
e son restato.

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