31 ottobre 2002

mi dicono che nel mio curriculum figuri un diploma parecchio complicato. nel senso che ho fatto un liceo SCIENTIFICO, che era SPERIMENTALE, con indirizzo LINGUISTICO e MODERNO. per riassumere, ho studiato inglese, francese e tedesco. un po' perchè credevo che avrei fatto l'interprete, un po' perchè la matematica mi scatenava reazioni cutanee tali che neanche il più abile micologo avrebbe saputo classificarle. io coi numeri non c'entro. veramente. ed è per questo che poi faccio figure barbine e barbute.
ieri sera arriva la mia padrona di casa con una lettera della telecom.

-senti, non ho capito che significa, mi puoi aiutare?
io guardo e leggo che c'è da rispedire un foglio firmato per attivare un servizio taldeitali.
-chiamo subito il servizio informazioni, maria. così sentiamo cosa vogliono. è il 117.
vado al telefono, chiamo il 117 e una voce di là (e un po' dall'aldilà) mi dice:
-sssììì, pronto? (tenete presente che erano le 11 di sera)
-buonasera, volevo avere informazioni circa una lettera che mi avete mandato...
-sssììì, Lei si chiama?
-ilenia ***, ma la lettera era indirizzata a una mia vicina, sig.ra maria ***
-cosa diceva la lettera?
-che io vi ho richiesto un servizio telefonico e che vi devo mandare un foglio firmato... non so...
-signorina, con chi vuole parlare?
-beh, con qualche impiegato telecom
-signorina, questa è la GUARDIA DI FINANZA. Lei si confonde con il 119!!!
(dramma interiore. ho fatto una figura di legno e ho persino dato il mio nome. sono rintracciabile. adesso guarderanno i miei conti fiscali, la mia denuncia dei redditi, le bollette della luce. sono fritta. venitemi a trovare in galera e portatemi una lima nel pane).
chiedo scusa un'infinità di volte e il finanziere non fa nulla per tranquillizzarmi. quindi chiamo il 119. ma capisco dopo 2 secondi che il 119 è per i telefonini.
quindi chiamo il 412, ma la voce preregistrata mi dice che fornisce solo informazioni sull'elenco abbonati.
alla fine, cercando dei meandri della memoria, ricordo che il numero da fare era il 187. 187. 187. 187. cazzo, era il 187.
chiamo il 187 e con la voce quasi rotta dalla paura per un'imminenete ispezione delle fiamme gialle, chiedo alla signorina che mi risponde:
-scusi, volevo sapere di una lettera che mi avete mandato bla bla bla...
lei aspetta un attimo e mi fa:
-mi chiami domattina che adesso non riesco ad accedere ai dati. buonanotte.

io metto giù e penso che sono davvero tapina. o tappina. o toppina. e in effetti, su questa incresciosa vicenda, è meglio metterci una toppa. e chiudere a chiave con 3 mandate.

comunque adesso ho un po' paura

30 ottobre 2002

LE PICCOLE COSE DI PESSIMO GUSTO
stamattina mi sono svegliata presto e ho fatto 3.000 cose. che non mi ricordo perchè erano tante ma di poca importanza. poi sono passata alla vestizione di me stessa. intimo, abiti, trucco. e mi sono guardata. l'embolo è partito da solo. ho pensato a tutte le cose che facciamo noi donne per essere più belle. che poi è una cazzata che ci agghindiamo per piacere a noi stesse. ci decoriamo per piacere agli uomini. se dopo un po' che ti tiri a spigolo non becchi nulla, smetti di spendere i soldi in cosmetici e lingerie e ti butti su interessi culturali: libri, cinema, teatro. diffidate sempre di chi non va mai in profumeria. è single da troppo, ormai.
i tricks&treats di noi femmine sono:
-reggiseno imbottito che aumenta di una taglia. per riempire le coppe si usano dei pezzetti di gommapiuma detti "pesciolini". e quasi sempre uno dei due pesciolini esce dal reggiseno. così, invece di sembrare maggiorate, sembriamo spesso sproporzionate: con una tetta della 4a e una della 3a. praticamente un mostro.
-correttore anti-brufoli e occhiaie. quasi mai riesci a trovare un correttore dell'esatta tonalità della tua pelle. e spesso, truccandoti mezza al buio e assonnata, tiri delle righe senza senso. arrivata in ufficio la frase di rito delle colleghe è: "hai qualcosa sotto l'occhio... tipo una strisciata di qualcosa"
-proteggislip di forma anatomica per tanga. ci ho provato. ci ho veramente provato. ma la parte finale, estremamente sottile, mi finisce irrimediabilmente tra le chiappe. e quando mi muovo mi strappa i peletti. un male...
-mascara lunga durata. quando te li metti ti fanno gli occhioni da manga giapponese. ma per toglierli ci vuole una soluzione altamente corrosiva. e quindi ti riduci le pupille a orbite effervescenti. risultato? ricorri al correttore di cui sopra. per informazione: ho avuto uno di questi macara con un ingrediente "elaborato dalla NASA". mi aspettavo da un momento all'altro che le mie palpebre prendessero il volo per Kripton.
-mutandine contenitive. sono quelle guaine che usa raffaella carrà e che ti fanno sembrare una silfide. ma quando le togli sei livida in tutto il bacino. perchè in quelle zone non circolava sangue. e cala anche il desiderio sessuale. infatti queste mutandine sono adattissime a chi vuole raggiungere la pace dei sensi.

conoscevi già, hai detto, i problemi miei di donna

29 ottobre 2002

che non pensiate che le modifiche estetiche che vedete da oggi siano opera mia. grazie alla mia amica resdora, che ne sa veramente molto più di me, ho un blog decente. per i link dovrete attendere ancora molto. dovrete attendere che resdora abbia tempo per esaudire tutti i miei desideri.
e a voi, che ve ne siete innamorati per la scrittura, confermo un pensiero. è splendida di mente e di allure. una combinazione fine fine di grazia e intelligenza. e generosità, soprattutto con chi non padroneggia l'HTML. grazie a lei, peraltro, ho scoperto di essere entrata nell'ora solare. io credevo di esserne appena uscita e di essere entrata in quella legale.

era vestita di rosso lo so
non è francesca


L'ANGOLO DI MERY TERRY
ieri sera arrivo a casa dopo il week end e mi ritrovo davanti a una scena raccapricciante. dietro un ammasso gigantesco di herpes tentava di farsi strada il viso di mery terry. oltre il confine di bolle e croste non riuscivo a distinguere un essere umano ma solo delle vesciche che si muovevano ritmicamente. a quel punto impugno un coltello e con fare minaccioso grido: "ehi tu, chi sei? che ne hai fatto di mery terry? ridaccela indietro, altrimenti...". è stato lì che ho capito che non avevo merce di scambio. per cosa avrei scambiato mery terry? per un piatto di spaghetti? per 100 euri? per una notte in casa nostra? non c'era niente che valesse quanto mery terry. niente di così economico, voglio dire.
quindi ho lasciato il coltello e mi sono messa a cucinare le crocchette di patate che mi piacciono tanto. mery terry, da dietro la cortina di ferro costituita dagli herpes, tentava di parlare ma sembrava elephant man.
"fe fuoi fi fono fe melanfane fe fo fatto io!" TRADUZIONE: "se vuoi ci sono le melanzane che ho fatto io!" (il punto esclamativo ce l'ho aggiunto io per dare un po' di verve ad una donna che in questo momento non ha veramente niente da ridere).
e connetto: melanzane->by mery terry->herpes a grappolo
"no grazie, preferisco le mie crocchette"
"ma fe non fe mangvi fanno conzumate" TRADUZIONE: "ma se non le mangi vanno conzumate!" SPIEGAZIONE: la frase non ha senso sintatticamente ma semanticamente va fatto un debrayage e va interpretata come "se non le mangi mi toccherà buttarle vie e quindi saranno sprecate!" (di nuovo il punto esclamativo, ma questa volta per evidenziare una certa cattiveria e non poca stizza da parte sua nell'identificare la mia scelta delle crocchette come un netto rifiuto alle sue melanzane. giusto, anche se doloroso da accettare).
"con cosa sono?" dico io fingendo interesse ma provando pietà per quella donna ridotta ormai a una crosta carminia.
a questo punto scatta la tragedia. mery terry estrae il corpo esanime delle melanzane dal frigo e me le mostra. non ho ancora capito se le robe marroni che ricoprivano il fondo della teglia erano vive o erano fagioli messicani.
orgogliosissima -come sempre- delle sue abilità culinarie, mi apostrofa con: "emmangiale", in uno sforzo articolatorio immenso. questo comprimere i muscoli facciali per esortarmi al cibo fanno staccare qualche crosta dal labbro, croste che finiscono precise come cecchini in mezzo alle melanzane.
io guardo la sua faccia, guardo le melanzane, riguardo la sua faccia e per un attimo non mi accorgo della differenza. poi, presa da pietà, le dico: "vuoi dello zovirax?"
"no, no, non mi piacciono le medicine. faccio senza, mi curo da sola".
mi ricordo una frase arguta del giudice al processo di ted bundy, noto serial killer americano. bundy, avvocato, aveva deciso di difendersi da solo e il giudice lo guardò dicendogli: "l'avvocato che difende se stesso ha un cretino come cliente". vale un po' anche per le cure faidate di mery terry, credo. in fondo avete capito dalle sue ricette che le croste (soprattutto quelle sul fondo delle teglie) paiono piacerle molto.

ma che disperazione nasce da una distrazione
era un gioco non era un fuoco (di sant'antonio, n.d.a)

28 ottobre 2002

I RITARDI
ritardataria non lo sono mai stata. eppure, negli ultimi anni, lo sono spaventosamente diventata. solo di mattina, però. e la cosa peggiore è che ne sono consapevole. quindi quando ho un appuntamento importante, succedono 2 cose:

A) metto la sveglia in plateale anticipo, in modo da avere tutto il tempo e la calma per gestire il look e l'igiene.
B) preparo tutto la sera prima, in modo da dover ridurre al minimo i tempi e restare più a letto.

i suddetti metodi A) e B), però, ha 2 inconvenienti.

INCONVENIENTE A) quando mi sveglio la mattina, SO CHE LA SVEGLIA E' IN ANTICIPO. quindi penso: "posso stare un altro po' a letto, tanto la sveglia ha suonato troppo presto". risultato? mi riaddormento a sveglia spenta, mi sveglio 5 minuti prima dell'appuntamento e devo fingere che sulla tangenziale est c'è traffico. per fortuna sulla est c'è sempre traffico e le mie scuse sono credibili.
INCONVENIENTE B) sapendo di avere preparato tutto, si verifica la stessa cosa dell'inconveniente A. però almeno impiego meno tempo a vestirmi e non devo inventare scuse.

sono un disastro, insomma. il ritardo è una condizione patologica del mio essere. per fortuna le mestruazioni, che vanno per conto loro, sono puntuali. altrimenti sono cazzi (scusate la finezza dell'audace doppio senso).
il problema è che cerco di lottare contro questa tendenza a ritardare ma quelle volte che faccio tutto in tempo e sono brava, succedono quei piccoli incidenti del menga che ti fanno ritardare comunque.

IMPREVISTI DA RITARDO CRONICO
sei vestita, truccata, pettinata perfetta. ma hai un alito da acciuga. pensi allora di mangiare qualcosina per darti un contegno. ovvio che in frigo ci sono solo cose sugose e bavose. ovvio che tu ne assaggi una, perchè proprio senza niente non ce la fai. neanche da dire che ti sbrodoli.e ti cola tutto sul vestito nuovo. non so a voi, ma a me questo succede quasi sempre per colpa del rossetto. essendomi data perfettamente il rossetto ed essendo che i rossetti non-traccia non esistono (dopo 2 minuti vanno via TUTTI), bevo e mangio cercando di far aderire il meno possibile le labbra al cucchiaio o al bicchiere. in questa manovra da navy-seal ci rimette l'abito, perchè mi imbocco talmente sgraziata che non mi cibo e non mi disseto ma mi spatacco solamente.
a questo punto partono le imprecazioni del caso e un vago tentativo di smacchiarsi. corsa in bagno, acqua gassata e speri che l'anidride carbonica faccia il miracolo. dopodichè hai diverse alternative:
1)uscire smacchiata ma bagnata, col terrore che una volta che si è asciugata l'acqua ritorni la macchia
2)uscire macchiata (perchè la patacca è davvero tenace) e usare la scusa di mia mamma: "OPS, SONO MACCHIATA? NON ME N'ERO ACCORTA! ME LA DEVO ESSERE FATTA ADESSO!". questa scusa, che è peggiore di quella della tangenziale est, non vi toglie comunque il senso di inadeguatezza in un mondo popolato da omino bianco e bio-spray.
3)cambiarti. ma cambiarsi significa decostruire tutto il look che era stato studiato con attente operazioni di marketing. e soprattutto, se ti devi cambiare, SAI CHE NON HAI NIENTE ALTRO DA METTERTI. è proprio lì che, insidiosa e malvagia, parte la paranoia da "inadeguatezza nei confronti della moda" e "nei confronti delle tue amiche".
4)mettere qualcosa sulla macchia: spille, nastri, sciarpe. quasi sempre, anche quando ti metti una spilla per il semplice gusto di farlo, hai un'amica stronza come la morte che ti dice: "cos'hai lì, una spilla? ma l'hai messa per nascondere una macchia?". e tu giù a vergognarti come un'aquila. (ma le aquile si vergognano? boh, mi è venuta così. ah no, era l'ostrica! si dice "vergognarsi come un'ostrica!")
5)uscire, andare al ristorante e fingere di farsi la macchia mentre siete con gli altri. al 90%, quando inscenerete la pièce dicendo: "ops, mi sono macchiata" avrete di fianco l'amica simpaticissima di prima che vi dirà: "no, no, non te la sei fatta adesso. ce l'avevi quando sei partita da casa." ed eccola che riparte la paranoia da "adesso penseranno che sono una sozzona!".
6) rinunciare ad uscire. questa è la scelta più saggia, ma anche più dolorosa. però si sa che nella vita bisogna soffrire per crescere. (questa è una stronzata peggiore di quella dell'aquilla).
7) questa è l'opzione che preferisco e che uso sempre. serve anche a rivelare se avete delle buone amiche.
ve ne fregate della macchia, uscite come siete e, appena salite in auto, dite: "porco cazzo, mi sono macchiata solo prima di uscire e non ho fatto in tempo a cambiarmi. c'ho una sfiga che ammazza un toro".
se in auto cala il silenzio significa che avete delle amiche arpie e superficiali che stanno pensando: "si poteva almeno cambiare!".
se invece avete delle amiche simpatiche e che vi vogliono bene, vi risponderanno: "eh no, ti sbagli. tu hai una FIGA che ammazza un toro!". e tutte giù a ridere e a dimenticarsi delle macchie.

alcune nere, alcune gialle, alcune rosse...

25 ottobre 2002

SEGNI ZODIACALI E ZODIACANI
ognuno di noi ha un segno zodiacale. io ho un segno zodiacane: CANCRO. l'unico segno che porta il nome di una malattia terminale. niente male come inizio. pensateci bene. ogni segno ha nascosta in sè una bellezza:
LEONE: il re degli animali
ACQUARIO: i colori della natura, l'ossigeno
BILANCIA: la misura in tutte le cose, la giustizia
TORO: la possenza dei bovini, la forza
ARIETE: la capacità di sfondare il ponti levatoi medievali (che in epoca di vassalli, valvassori e valvassini era un gran pregio)
SAGITTARIO: la precisione di scagliare le frecce. un po' guglielmo tell, insomma.
SCORPIONE: velenoso, ma capace di difendersi.
CAPRICORNO: la bellezza e la grazia riassunte in un caprino.
GEMELLI: uno che è sempre in compagnia.
PESCI. la libertà di nuotare nell'infinità del mare
mi trovate un segno sfigato come il cancro? ce n'è solo uno che un po' ci prova: la VERGINE. perchè è lì che aspetta il grande amore e la prima esperienza sessuale. però almeno la vergine ha una possibilità: col tempo, scusate l'audace gioco di parole, si farà. e si farà fare. almeno la vergine vive in prospettiva. il cancro che prospettive ha? tra l'altro in spiaggia sta sempre con quel cretino del gambero, che per giunta, invece di guardare al futuro, va all'indietro. e il cancrino, che rimane sulla sabbia e come tutti i santi crostacei va all'avanti, resta lì solo come un cane. anzi, come un segno zodiacane.
comunque sono veramente una presa per il culo dell'astrologia. sì, avete indovinato. manco a dirlo, sono cancro ascendente vergine. e non ci posso fare nulla.

cosa succederà alla ragazza

24 ottobre 2002

da buona emiliana sono schietta come il vino. che peraltro non bevo. preferisco direttamente i superalcolici.
e da buona schietta, facce figure di merda. ma gravi proprio.
l'anno scorso stavo facendo un briefing ad una serie di persone che dovevano partecipare alla mia trasmissioone. tra di loro si nascondeva un insegnante alto, distinto, con la giacca appoggiata sulle spalle. tutta la mattina avevamo discusso sul da farsi, senza che lui minimamente spostasse la giacca da lì. e io andavo avanti con la logorrea. mi ero anche costruita l'immagine di "professionista-senza-perdere-la-tenerezza" ed ero un piccolo idolo per i miei ospiti. terminato il briefing vado a pranzo e rientro in ufficio in fretta, pronta per iniziare le registrazioni. 10 minuti prima del ciak il distinto signore arriva alla mia scrivania e mi fa: "scusa, dovrei chiederti una cosa". io mi alzo e lo vedo lì in piedi, con la giacca sempre appoggiata sulla spalle. per fare la simpaticona, afferro una manica vuota a comincio a urlare. "ehi, ma dov'è finito? non c'è più il braccio, è sparito!!!". lui mi guarda, alza gli occhi e, secco secco, mi fa: "VERAMENTE NON CE L'AVEVO NEANCHE PRIMA".
in un nanosecondo realizzo che aveva tenuto la giacca sulla spalle tutta la mattina per mimetizzare un po' il "difetto". e io per tutta la mattina gli avevo parlato senza accorgermene.
se avessi avuto un martello pneumatico mi sarei aperta un vortice e sarei emigrata volentieri in nuova zelanda. peccato che al momento fossero tutti in pausa pranzo e non potessi nemmeno gettarmi nella betoniera per cementarmi viva. il mio viso diventa una cartella colori da parrucchiere, con tutte le tonalità dal bianco al viola passando per verde, blu e arancione. tento di abbozzare una scusa, conscia che serve a poco, e dico qualcosa tipo: "mi dispiace, non me n'ero accorta". era un modo per pararsi il culo, della serie: in fondo non si vede così tanto che hai un braccio solo!
lui mi apostrofa serafico: "non è niente, non ti preoccupare. sapessi quanta gente fa di queste figure di merda con me!"
mi ha ammazzato. stava esplicitamente ponendomi di fronte alla consapevolezza che sono una deficiente. lo avevo sospettato, ma sentirmelo veicolare in questo modo e da questo enunciatore mi ha risucchiato ogni stralcio di amor proprio. non mi ricordo se poi mi chiese quello per cui era venuto. so solo che da allora, quando vedo qualcuno con la giacca sulle spalle, dò una tastatina per capire se sotto c'è il vuoto o c'è un arto. eventualmente anche di legno.

LE MIE MIGLIORI FIGURE DI MERDA:
-ad una neonata: "che colorito che ha! è nata con la pelle olivastra!"
la madre: "no, veramente è nata con l'itterizia"
VOTO: 6

-ad una mia compagna di classe: "i tuoi non vengono allo spettacolo?"
lei: "solo mia madre"
io: "ehhh! dì a tuo padre che sia dia una mossa e venga anche lui!"
lei: "magari potesse. è morto quand'ero piccola"
VOTO:7 (e comunque se lei non esplicita il suo stato di famiglia, io non posso micca sapere sempre tutto)

-a sandro giacobbe: "tu facevi parte della nazionale cantanti, vero?"
lui: "ne faccio ancora parte"
io: "sei portiere, giusto?"
lui: "no, sono allenatore"
VOTO: 3 (non ha le idee chiare nemmeno lui)

-la mia migliore amica mi porta una maglia dell'hard rock di sidney.
io: "bella! ma è vera o tarocca?"
lei: "secondo te ti porto una maglia tarocca?"
segue una serie di miei tentativi per giustificare che c'è un commercio diffuso di magliette hard rock contraffatte, che lei poteva essere stata imbrogliata, che io dico queste cose perchè non me ne intendo. inevitabilmente casco dalla padella nella brace e peggioro visibilmente la mia situazione.
VOTO: 5. (come figura di merda non è granchè. ma i miei tentativi di arrampicarmi sui vetri meritano).

-ad una coinquilina di mammagatta: "di dove sei?"
lei: "udine"
io: "ah! veneta, allora!"
lei: "veramente udine è in friuli!"
VOTO: 9 (perchè a 28 anni dovrei avere un minimo di conoscenza di geografia. soprattutto dopo una laurea. che fortunatamente non è in geografia).

-questa figuraccia non è mia ma ve la racconto lo stesso perchè è stupenda.
una produttrice recluta un giovinetto per una telepromozione in cui doveva fare il ragazzo sandwich. gli viene messo il cartello addosso e gli si dice che, al momento giusto, dovrà alzare due confezioni di lavapiatti: uno in polvere e uno liquido.
parte la registrazione: "***, come sempre in polvere ma da oggi anche in versione liquida!"
il ragazzo tira su solo quello in polvere.
"scusa, devi mostrare il flacone liquido!"
il ragazzo fa cenno che ha un probelmino. gli manca un braccio. il cliente infuriato sfreccia dalla produttrice per capire dove ha la testa.
lei, cadendo completamente dalle nuvole, guarda il ragazzo e fa al cliente: "amore, gli manca un braccio... ma ti giuro che prima ce l'aveva!"
VOTO:10 per la figura di merda
10 per la faccia da culo di lei
10 perchè gli uomini senza un braccio se la cavano sempre alla grande

vorrei morire ed io morir non so


23 ottobre 2002

ieri sera stavo guardando la tv con mery terry e la mia nuova coinquilina, giovanna. e a un certo punto vedo qualcosa di orrorifico. dove il "fico" finale c'entra solo per una sorta di contrappasso.
no, niente intrugli di cucina, niente involtini di alloro o zucchine al brie. vedo uno spot pubblicitario. una principessa in rosa, coi capelli biondi, contornata da stelline e castelli incantati. io, presa dai ricordi per l'agognatissima "barbie fior di pesco", inizio a sognare che questa meraviglia della mattel si fidanzi col principe Big Jim nel magico mondo di Ravensburger. in realtà lo slogan pubblicitario mi risveglia di soprassalto. "COMPRA ANCHE TU BARBIE RAPERONZOLO! BARBIE RAPERONZOLO: LA BARBIE DEI TUOI SOGNI IN VIDEOCASSETTA".
cosa? una barbie RAPERONZOLO? quale bambina associa "raperonzolo" a un fiore lillà? dai! ti viene da pensare che sia piuttosto una radice amara tipo rapa o rapanello! una barbie "testa di rapa", che orrore! allora fra poco avremo il magico mondo di barbie ortaggio:
-BARBIE MENTINA: le profumano i capelli di piperita ma le puzza tremendamente il fiato di acciuga
-BARBIE PREZZEMOLINA: disposta a farsi anche skipper pur di fare un'apparizione tv
-BARBIE CAROTA: non puoi giocarci perchè sta tutto il giorno a sviluppare melanina
-BARBIE RAPANELLO: troppo bassa per essere una vera barbie raperonzolo
-BARBIE CAVOLFIORE: se le schiacci la pancia, fa le puzzette vere!
-BARBIE CAVOLETTO DI BRUXELLES: se ne strafrega dell'europa unita
-BARBIE PISELLO: altro nome della barbie prostituta
-BARBIE FINOCCHIO: barbie razzista che urla insulti a ken
-BARBIE AGLIO: barbie vampira. si consiglia il vestito da guardia di finanza.
-BARBIE ALLORO: fa gli arrosti come una donna vera. nella confezione trovate in regalo un vestito color grigio topomorto proprio come quello di mery terry.

e rivedevo i suoi vestiti
il piu' bello era nero coi fiori
non ancora appassiti

22 ottobre 2002

grazie a tutti quelli che si sono dimostrati dispiaciuti per mino. vi avrebbe lasciato un paio di bocconcini di pollo in segno di riconoscenza. i cappelletti, quelli no. gli piacevano troppo.
mia madre non ama il cinema. non lo capisce. quando guardiamo un film insieme, mi fa le domande come se io conoscessi i protagonisti.

-quello lì è l'assassino?
-non lo so. di solito lo dicono alla fine, mamma, così ti guardi tutto il film.
-ma non possono dirlo subito? così stiamo tranquilli!
-in che senso?
-nel senso che almeno sappiamo che gli altri non sono assassini e quando sono con lei (la protagonista a rischio di morte, n.d.a) siamo tranquille
-non sarebbero thriller se non ti facessero provare ansia, mamma. non giocano al risparmio.
-...

questo per dire che mia mamma non ha ben chiare le dinamiche del mondo della celluloide. ha più chiare quelle del mondo della cellulite, essendo che noi femmine della famiglia ce la si tramanda di generazione in generazione.
stamattina mia madre mi ha svegliato per chiedermi di "titanic".

-dimmi
-non ho capito: la vecchia era la ragazza da giovane?
-sì
-quella del pittore?
-sì
-come si chiama quell'attore lì?
-di caprio
-no, non quello, quell'altro...
-quello cattivo? billy zane
-no, quello carino. comincia con la "M"
-con la M? non mi viene...
-dai! sei più sclerotica di me se non te lo ricordi!
-scusa mamma, ma con la M...
-dai, ma-ma-ma...
-mamma, mastroianni non c'è in "Titanic".
-macchè mastroianni! non sono micca scema! dai, quello biondo che fa il pittore!
-te l'ho detto, DI CAPRIO.
-e di nome?
-leonardo
-brava! proprio lui! leonardo di caprio!
-MAMMA, TE L'AVEVO DETTO PRIMA! E NON C'E' NEMMENO UNA "M" NEL NOME!
-e vabbeh, non ci si può nemmeno sbagliare! e tutte le volte che ti sbagli te?
-...?!?!?!?!?!

PAUSA D'IMBARAZZO

-mamma, almeno ti è piaciuto?
-non mi piace che sia tutto sulla nave
-mamma, il film è ambientato sul titanic, che era una nave...
-lo so, ma tutta quell'acqua...
-mamma, il titanic è affondato. c'era molta acqua per quello.
-magari potevano ambientare la storia un po' a terra.
-ma loro si sono conosciuti a bordo!
-beh, allora se proprio si dovevano conoscere a bordo, potevano far continuare la storia in america!
-mamma, il titanic affonda. pochi si salvano.
-e non si potevano salvare loro due?
-per far piacere a te?
-sì, io sono lo spettatore e pago il canone
-MAMMAAAAA! il film era su canale 5 e per quello non paghi il canone!
-vabbeh, però volevo che sopravvivessero
-non si può avere tutto.

E POI STO LI' AD ASPETTARE. PERCHE' SO CHE STA PER DIRE QUELLO CHE RIPETE OGNI SACROSANTA VOLTA CHE VEDE UN FILM IN TV.
-però...
-però cosa, mamma? (lo sento, lo sta per dire)
-però...
-però?
-però "via col vento" è tutta un'altra cosa!
(lo sapevoooooooooooooooooooo!)
-dov'è la cassetta?
-sul videoregistratore, mamma, pronta per quando ti parte l'embolo da vivien leigh
-allora me lo vado a guardare
-alle 10 di mattina?
-vabbeh, un pezzo!
-ma leggiti un libro, dai!
-quello che mi hai dato te non mi piace
-cime tempestose? mi hai detto che volevi una storia d'amore, due personaggi forti e non dei nostri tempi...
-sì, ma è troppo difficile
-e allora?
-allora ho cambiato libro
-e cos'hai scelto?
-la bibbia
click.
click.


all'improvviso mi hai chiesto lui chi è
lui chi è?

21 ottobre 2002

stamattina alle 7.58 il mio gatto mino è morto. l'ho preso io dalla cesta e seppellito. non c'è ironia che saprà mai cancellarmi dalla mente l'immagine del mio compagno di 11 anni che finiva in un sacco di plastica.
ha visto il mio diploma, il mio fidanzamento, la mia laurea, le mie vacanze, le mie foto. era lui ad aspettarmi sul cancello al venerdì, conscio che stavo per tornare. era lui a miagolare alle 7 di mattina perchè mi alzassi. era lui che mi si raggomitolava sulle ginocchia quando non voleva uscire. era lui che giocava con il mouse credendolo un topo vero, lui che saltava sui tasti del portatile staccandomi sempre la "I". era lui che guardava la tv. era lui che mi teneva ferme le pagine dei libri quando studiavo. era lui che abbracciavo quando piangevo. era lui che se ne andava a caccia di topi e piccioni per dimostrarmi che era un felino vero. era lui che amava la nostra casa al punto da non allontanarsene mai. era lui che tornava infangato strusciandosi addosso ai miei panni puliti. era lui che seguiva mia mamma in macelleria. era lui attraversava la strada sulle strisce. era lui che faceva il duro ma coccolava e proteggeva i suoi fratelli. era lui che se la pigliava anche coi cani se osavano entrare nel suo territorio. era lui che dormiva sul tetto per vedermi arrivare. era lui che miagolava davanti alla porta se doveva uscire a fare pipì. era lui che si nascondeva tra le mie maglie nere per mimetizzarsi e non essere trovato. era lui che non sopportava di essere malato e si toglieva le flebo. era lui che mi morsicava le caviglie se non gli davo i bocconcini. era lui che voleva solo pollo. era lui un vero gatto emiliano, che adorava i cappelletti. era lui che pretendeva il suo angolino sul divano. era lui a tenere il fiocco rosso che gli mettevo per natale. era lui il gatto che mi mancava quando partivo. lui il primo che volevo abbracciare quando tornavo. era lui il fratello che non posso avere. era lui che mi aspettava alzato quando rientravo la notte. era lui quello a cui davo sempre la razione più grande. era lui che sapeva che gli volevo bene. è quello per cui sto piangendo ora. e non c'è battisti che lo sappia spiegare o lenire. non c'è frase che possa rendere l'idea di cos'era per me quel ciuffo di pelo invecchiato e scolorito che sapeva di angora e cachemere. non c'era tocco più delicato che sentire le sue zampe sulla pancia quando mi saltava addosso all'improvviso. l'ho preso io, stamattina. è morto facendo le fusa perché lo stavo accarezzando. almeno so che è morto convinto che la mattina dopo gli avrei preparato una pappa speciale. solo per lui.

PER UNA VOLTA, LASCIO CHE INTERVENGA AUDEN.

Fermate tutti gli orologi
isolate il telefono
fate tacere il cane con un osso succulento.
Chiudete i pianoforti
e tra un rullio smorzato,
portate fuori il feretro.
Si accostino i dolenti.

Incrocino aeroplani, lamentosi, lassù
e scrivano sul cielo il messaggio:

Lui è morto.

Allacciate nastri di crespo
al collo bianco dei piccioni.
I vigili si mettano
guanti di tela nera.

Lui era il mio nord, il mio sud,
il mio est e ovest,
la mia settimana di lavoro
e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte,
la mia lingua, il mio canto.

Pensavo che l'amore fosse eterno
e avevo torto.

Non servono più le stelle,
spegnetele anche tutte,
imballate la luna,
smontate pure il sole,
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco
perché ormai più nulla può giovare.

17 ottobre 2002

IL TEOREMA DEL TOUR OPERATOR
stamattina pensavo alle vacanze. al fatto che se vai in vacanza in agosto spendi il triplo che ad andare via in giugno. vuoi che ci siano tutte 'ste differenze climatiche? non credo. mia cugina è andata a cuba in febbraio, che in teoria dovrebbe essere altissimissima stagione: ha preso tanta di quell'acqua che se l'avesse portata in sicilia non ci sarebbe stata tutta la siccità di quest'estate.
insomma, l'alta o bassa stagione è una bufala. si paga di più solo perchè tutti hanno le ferie in agosto e quindi i tour operator guadagnano meglio. calcolo, puro calcolo.
il falso teorema del tour operator è: massima resa per il cliente=massimo prezzo-> possibilità di sfruttare al massimo il servizio offerto = aumento di costo.
cazzata. non tornano i conti. allora d'estate dovrebbero regalarmi le calze perchè non le uso, non pagherei il gelato a dicembre perchè non lo mangio, avrei torte a prezzo ridotto 300 giorni l'anno perchè non ho nulla da festeggiare. e poi avrei diritto al rimborso se compro gli sci ma non nevica o se mangio una bistecca e non mi è piaciuta? pago di più le carote perchè ho un coniglio in casa o il treno perchè lo uso spesso? follia, sto precipitando nella follia. ho bisogno subito di 2 puntate di CSI. endovena.

dovendo scegliere e studiare le mie mosse
sono all'impasse

16 ottobre 2002

dimenticavo: i mery terry's pronunciano "brie" esattamente come si scrive: BRIE. quindi suppongo che dicano anche "manda indietro il video col revind" oppure "schiaccia plai" o anche "ho visto un film con ralp piennes" o "ho letto un libro di emingvai" o addirittura "mi sono mangiata del camembert". credo proprio che sia così.

conosci me, il nome mio?
allons enfants de la patrie, le jour de gloire est arrivéééééé
stamattina big mery terry è ripartita per potenza. e ne sono sicura perchè l'ho accompagnata io al treno. vuria mai che le pigliava il senso di colpa per aver lasciato mery terry sola e ritornava indietro. l'ho messa sul treno e da lì non è scesa. a meno che non si sia buttata in corsa.
però ieri sera ho dovuto mangiare una delle loro schifezze: le zucchine alla mery terry. erano in frigo da lunedì. me le hanno offerte da subito, ma io le ho rifiutate. ieri sera, anche per festeggiare l'imminente partenza di big mery terry, LE HO ASSAGGIATE. non ho potuto esimermi.
"scaldale in forno" mi dice mery terry. e lì mi è scattata l'idea. le brucio. metto il forno al massimo e le brucio, così non sono costretta a mangiarle (l'istinto di sopravvivenza è davvero incredibile. non si arrende mai). nella teglia ci metto anche la stagnola, così conduce bene il calore e accelera la carbonizzazione delle zucchine. un genio.

ORDINE DEI FATTI SUSSEGUENTI L'IMMISSIONE IN FORNO DELLE ZUCCHINE ALLA MERY TERRY:
-dico: "non vi preoccupate! sto io a badare alle zucchine! andate pure di là!"
-rimango sola in cucina
-metto il forno a 240°
-aspetto che raggiunga i 240°
-inforno le zucchine e tutto lo schifo che c'era sopra
-aspetto il controllo di mery terry che viene a vigilare
-mery terry vede che sto badando alle zucchine a va in camera a preparare le valige di mammà
-faccio scattare la suoneria del cellulare affinchè sembri che qualcuno mi ha chiamato
-vado in camera a "chiacchierare"
-simulo (vi giuro che l'ho simulata davvero) una conversazione di 15 minuti
-sento un urlo dalla cucina
-penso: "missione compiuta. zucchine bruciate".
-corro in cucina fingendo dispiacere
-fotogramma precedente: mery terry mi sbraita contro "mannaggiattè, hai bruciato le zucchine".
-fotogramma successivo: la mia faccia dice "scusa, scusa, scusa"; il cervello pensa "evviva, evviva, evviva".

cerco di far capire a mery terry che possiamo salvare qualcosa. in realtà mi rendo conto che TUTTO SI SALVA. era bruciato solo il bordo della stagnola ma le zucchine erano perfette. PERFETTE. e quindi ci si mette tutte a tavola a mangiare. PERO' LE PORZIONI LE HO FATTE IO, tenendomi una misera parte dell'ammasso di gommina staedler che mery terry aveva fuso sulle zucchine.
le ho assaggiate e, non so per quale ragione, ho chiesto: "cosa ci hai messo dentro?".
non so perché l'ho fatto. forse per essere sicura che non ci fossero rifiuti tossici, che non avesse usato zucchine geneticamente modificate. non so. fatto sta che l'ho chiesto.
risponde mery terry: "zucchine crude cosparse di svizzero, taleggio, sottiletta, parmigiano, brie, ricotta, pangrattato, prosciutto, panna, latte, burro e un po' di pancetta che mi era avanzata dalla carbonara".
ho visto un mondo di latticini passarmi davanti. e la scena di "french kiss" dove kate, che odia il formaggio, si alza la mattina, mangia qualcosa tipo philadelphia e poi viene colta da intolleranza al lattosio. e si ferma in provenza a vomitare.
io non ero kate, non ero in provenza e soprattutto non avrei avuto kevin kline a reggermi il capino in caso di remissione di lactobacilli.
presa da sconforto, ho abbozzato un "mhm... buono. una ricetta inventata da te?". lei, tutta orgogliosa, fa cenno di sì con la testa. presente come quando i gatti ti portano un topo morto per farti vedere che ti vogliono bene? uguale. le zucchine della mery terry sono come un topo morto. e proprio come un'esanime pantegana ti si piantano nello stomaco per non uscirne più. e io c'ho pure l'esofagite.
insomma, speravo che 'sta via crucis finisse qui. invece big mery terry, tronfia per l'abilità culinaria della figlia, inizia a elencarmi tutte le ricette inventate dalla loro onorabile famiglia: torta di purè, peperonata alle patate, arrosti vari. credo di aver perso conoscenza. una di quelle esperienze di uscita da se stessi, come quando un paziente si vede sul tavolo operatorio mentre la sua anima volteggia in sala chirurgica. solo che invece dell'anima a me fluttuava il piloro.
mi alzo, lavo il piatto bene bene e poi vado in sala, dove la mia dirimpettaia stava giocando con sua figlia di 10 mesi. prendo in braccio l'infanta, la faccio giocare e roteare, ma sono all'oscuro di un fatto importantissimo: ha appena mangiato. la bimba, per l'emozione, ha un rigurgito di latte. l'unico latticino che maria teresa non aveva messo nelle zucchine. con infinita rassegnazione capisco la mia inesorabile sorte per la serata. comprendo che per quella sera non ho scampo dai bifidi attivi. dove per bifidi si intendono tutti quelli di potenza che abitano con me.

conosci me, la mia realtà

15 ottobre 2002

IL GATTO E' TORNATOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Il signore che l'aveva adottato ha telefonato stamattina perchè è riuscito a trovare il mio mino. il povero felino, siccome pioveva, non si è messo in viaggio. dopo 2 giorni, stremato dalla fame, è ritornato alla casa adottiva. il padrone l'ha visto, agguantato e ha telefonato a casa mia. mio padre ha chiesto in prestito un'auto (la sua è distrutta dall'incidente) e si è precipitato a salvare mino-rapacetto. una volta rientrato alla base ha mangiato come un leone e si è messo a dormire. tutto è bene quel che finisce bene.
vorrei dedicargli una canzone tratta da "Friends" che canta sempre phoebe:

Gatto rognoso, gatto rognoso, chi ti ha cacciato via?
Gatto rognoso, bel gattone, non è colpa tua…
Gatto rognoso, bel gattone, tu puzzi come un caprone.
Bel gattone, bel gattone, non è colpa tua…

Ti farei un bel bagno
se non scappassi come un ragno.
Gatto rognoso, troppo rognoso, che cos’hai sul muso?
Gatto rognoso, troppo rognoso, non sei più peloso.
Gatto rognoso, bel gattone, non è colpa tua…


ENGLISH VERSION
Smelly cat, smelly cat, what are they feeding you?
Smelly cat, smelly cat, it's not your fault.
They won't take you to the vet.
You're obviously not their favourite pet.
You may not be a bed of roses,
And you're no friend to those with noses.
Smelly cat, smelly cat, what are they feeding you?
Smelly cat, smelly cat, it's not your fault.
Smelly cat smelly cat what are they feeding you
Smelly cat smelly cat it's not your fault
Smelly cat smelly cat what are they feeding you?
Smelly cat smelly cat it's not your fault.


DAI, CANTIAMO TUTTI INSIEME, DACCAPO!

14 ottobre 2002

LE COSE CHE DANNO SODDISFAZIONE NELLA VITA
-arrivare alla cassa del super con quello che ti fa passare davanti perchè hai meno roba
-trovare due sorprese nelle patatine anzichè una
-metterti un paio di jeans dopo l'inverno e scoprire che ti vanno larghi
-trovarsi a una serata tra amiche dove si mangiano le schifezze più caloriche del mondo commestibile
-trovare in una rivista un campione omaggio di quella crema che costa l'iradiddio
-trovare per terra un portafoglio senza documenti e con due soldini giusti giusti per togliersi uno sfizio
-andare gratis a un concerto perchè un tuo amico conosce la band
-svegliarsi di notte credendo di non aver sentito la sveglia e accorgersi che sono le 2
-saper rispondere a una domanda della guida del museo
-trovare parcheggio davanti al negozio dove dovete andare
-dimenticare il disco orario e non trovare una multa (oppure convincere il vigile che non ve la meritate)
-sentire un fischio quando passate, girarsi per mandare affanculo i muratori ed accorgersi invece che sono due fighi della madonna
-trovare al primo colpo la figurina per cui avete iniziato l'album
-fare una cena a base di "4saltiinpadella" e riuscire a farla passare per nouvelle cuisine
-intagliare una zucca per halloween proprio come gli americani
-sentirsi chiamare "tata" da un bambino a cui facevate da baby-sitter 10 anni fa
-non rompere il telefonino anche se ti cade 2806 volte al giorno
-chiamare un tuo amico che ti dice "ti richiamo dal fisso che non spendi"
-riuscire a non rompere il pacco dello zucchero quando lo appoggi sulla cassa
-essere al cinema di fianco ad una poltrona vuota dove puoi mettere la giacca
-appropriarsi dei due braccioli della poltrona del cinema
-andare ad una mostra affollatissima e non fare fila perchè hai il pass
-trovare lo straccetto per pulire gli occhiali
-trovare una sorpresa kinder che non sia da montare
-mettere l'ultimo pezzo di un puzzle
-mettere lo zucchero nell'orzo solubile senza cucchiaino (e senza giudizio)
-toglierti le scarpe da ginnastica e sentire che non puzzano
-scoprire che ti si è sputtanato il dischetto ma che hai una copia del file su C:
-avere il documento recuperato da word dopo che è saltata la luce
-mangiare un cono gelato e girare tutto il pomeriggio con la panna sulla punta del naso
-arrivare al casello e non pagare pedaggio perchè c'è sciopero

c'è qualcosa che non scordo
L'EVASIONE FISCALE FA MALE AI GATTI
avrei dovuto sospettarlo vedendo la pioggia che mia madre aveva i fumi girati. quano piove mia madre sente il tempo e diventa insopportabile. mio padre invece, ammansito dalla paura patita per l'incidente, era coccoloso. e questo mi crea degli scompensi.
avrei dovuto sospettare che non mi aspettava niente di buono quando il mio gatto pino (detto "piellusou") non ha esultato al mio arrivo. stranissimo. jessica fletcher ci avrebbe costruito sopra un romanzo. poirot avrebbe fatto lavorare la materia grigia. e sherlock, che è il più polleggiato di tutti in quanto inglese, avrebbe fumato la pipa.
insomma, il mio gatto gay aveva qualcosa di strano. arrivo giovedì sera in cortile, conto i gatti e mi accorgo che ne manca uno all'appello. MINO!!! IL MIO PREFERITO!!! QUELLO ROGNOSO!!! mi agito, poi mia mamma dice che è andato in sgatasso molte volte e non mi devo preoccupare. e in effetti è vero, perchè mino è spanizzo come me.
sabato pomeriggio, il dramma. un testimone oculare ha visto il fattaccio. ora, non pensiate che il mio gatto faccia la fine di tutti gli altri. no, lui, in quanto gatto astutissimo e rapace (soprannominato "rapacetto" per motivi etologici) si era appostato fuori dalla macelleria. avrà pensato che poteva mangiare qualcosa senza fare la fatica di aspettare i soliti bocconcini o la cacciagione di campo. una signora esce dalla macelleria e lo vede. lui -ruffiano come la morte- miagola da vittima di disastro nucleare sperando di racimolare pietà e frattaglie. la signora lo crede ramingo, lo prende e lo porta dal veterinario per affidarlo a qualcuno che ne abbia cura. il tabaccaio (che è logisticamente appostato vicino al macellaio) vede la scena, riconosce il mio gatto e intima alla vecchina di lasciarlo giù. questa puttana (scusate l'assenza di rispetto per gli anziani ma stavolta ci vuole) tira dritto imperterrita urlando: "IO LO PORTO DAL VETERINARIOOOOOOOOOOOOOO!". e così mino finisce in mezzo a gatti più spanizzi di lui. considerato che il veterinario abita a 100 metri da casa mia, non sarebbe stato difficile recuperarlo. ma nell'esatto tempo che passava tra la comunicazione fattami dal tabaccaio e il tempo per correre in ambulatorio, qualcuno vedeva mino e se lo portava a casa. un signore che aveva portato a vaccinare il suo cane. quando sono arrivata, il gatto era partito con la sua nuova famiglia e la veterinaria non si ricordava il nome del suddetto e benedetto signore.
a questo punto mi viene spontanea una riflessione: l'evasione fiscale fa male ai gatti. se la veterinaria avesse fatto fattura per la vaccinazione al cane, invece di evadere le tasse, io adesso avrei il nome del padrone, l'indirizzo e potrei andare a recuperarmi mino. l'unica speranza è che il signore che ha mino in custodia cautelare debba tornare dal veterinario perchè ha dimenticato qualcosa, che venga riconosciuto e che gli venga comunicato che è in possesso di un animale che non è suo. conoscendo la lucidità mentale del veterinario, sono veramente appesa a un filo. l'alternativa è che il cane si senta male e debba tornare dal veterinario. DIO! in che stato sono ridotta! costretta a sperare nell'indisposizione di un cane per recuperare il mio gatto. e intanto pino, a casa, langue. perchè da anni è innamorato di mino ma lui non lo fila (anche perchè eterosessuale e piuttosto macho. un micio macho, come direbbero certe riviste femminili). e in questi anni si è accontentato di stargli vicino come amico. ma ora, senza la sua metà della mela, mi soffre un po' di alopecia. vedo ciuffi di pelo roteare per il giardino e croccantini avanzare nel piatto. se mi muore di anoressia giuro che compio un massacro. entro armata in un negozio per animali e minaccio di dare fuoco a tutte le gabbiette per canarini per fare giustizia. oppure mi incateno a saxa rubra per dare voce alla mia disperazione. oppure incateno a saxa rubra il mio veterinario ("mio" nel senso che cura i miei gatti, non me). non so, qualche cosa farò, qualche cosa di sicuro io farò. piangerò (doppia citazione di battisti a seguire).

Anche per te, darei qualcosa che non ho

10 ottobre 2002

vado a casa oggi, rientro anticipato. so che state tutti aspettando di sapere come si è evoluta la COINQUILINE SITUATION (come diceva la parisi: "è una sticky situation che non va nè su nè giù") ma dovrete aspettare fino a lunedì.
oggi sono calma e tranquilla. piove ma non dentro di me. ci avete mai fatto caso? in tutte le canzoni malinconiche c'è sempre l'immagine di una che sta davanti alla finestra a guardare la pioggia che scende e si sente piovere dentro l'anima. un'incontinenza precoce, oserei dire. una sensazione continua di fare pipì.
io invece soffro di ritenzione idrica e quindi non posso avere queste emozioni. posso solo avere cuscinetti di cellulite che stagnano sui miei fianchi costringendomi a usare la crema bikini di dior tutte le sere e tutte le mattine. e le fialette della cosmactive che mi hanno regalato per il mio compleanno.
sono una ragazza poco drenata ma molto fortunata. mio padre ha fatto un incidente in auto ma ne è uscito incolume. sono riuscita per l'ennesima volta a trovare la forza di andare avanti quando sembrava che non ci fossero alternative. la nonna di fede è morta ma la mamma della bene è rinata. la m. ha perso il gatto ma l. le ha detto che non vuole renderla infelice mai. che ci tiene a lei anche quando se ne va via. mino ha la rogna ma sopravviverà perchè è come me. barabba è strabico ma sopravviverà perchè lo strabismo non intacca organi vitali. pino è gay ma nel mondo felino non è discriminato quindi è felice. è felice soprattutto quando torno a casa. stasera gli verrà un infarto vedendomi con un giorno d'anticipo.
mino, pino e barabba sono i miei gatti. abel e bati erano i miei pesci rossi (non ho mai capito come siano morti. se fosse partita prima la serie CSI, forse avrei saputo far loro l'autopsia). freak è il cane che ho trovato in puglia. pallino il gatto di fortedeimarmi. tutangatto quello di hurgada. minoturk quello di antalya. ho sempre trovato amici dovunque sia andata. e loro hanno trovato me. vivo per le gente, per assorbire tutto quello che mi dà. e oggi, nonostante piova, sento che sull'autostrada troverò il sole che arriva dalla mia famiglia e dalle persone che amo. gesù diceva: "non esiste amore più grande che dare la vita per il proprio maestro". a me sembra che non esista amore più grande che dare la vita per gli altri. a parlar così sembro paolotta marcia. giuro che sono uscita da quel tunnel. sono entrata in quello dell'alcol, che è molto più salutare. e non pretende il tuo 8 per 1000 come la chiesa.

in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora, ancora amore...

09 ottobre 2002

da oggi credo ai miracoli. e senza l'aiuto di dio.
la mamma della mia migliore amica aveva una malattia degenerativa. 4 anni fa le avevano detto che andando avanti sarebbe peggiorata. che avrebbe perso mano mano la padronanza e la sensibilità del suo corpo. quando la bene me lo disse, era distrutta. anche perchè non sapeva che fare.
io andai in biblioteca e feci una ricerca su internet. trovai l'indirizzo di un'associazione italiana che si occupava di questa malattia e pian piano iniziarono le cure.
oggi, dopo 4 anni, i medici le hanno detto che la malattia è scomparsa. nessuno si spiega come. l'hanno ribaltata, esaminata, ne hanno discusso. non c'è una ragione scientifica. e io sto pensando a quanto sia bella la vita e a quanta speranza, questo fatto straordinario, darà agli altri malati. quindi per oggi non ho voglia di fare ironia e non voglio usare frasi di battisti. un fenomeno meraviglioso come questo si commenta da solo. e sono felice che le persone a cui voglio più bene in questo mondo siano felici.

08 ottobre 2002

a volte le cose sono peggio di quanto siano più brutte di quanto si dipingono (un livello di incassamento enunciativo che Eco criticherebbe assai).
ieri sera big mery terry ha comprato a mery terry un televisore. ho pensato: "questo vuol dire che d'ora in poi, la sera, lei si ritirerà in camera sua a guardarsi la sua philips (anche spenta, dai, è così bellina) e io potrò starmene sola in cucina". le ho sintonizzato i canali. (lei non ne era capace perchè le istruzioni erano in italiano e non in potentino). il numero di canali che le avrei sintonizzato era direttamente proporzionale alla mia libertà indi -> credo di aver spostato l'antenna in modo da ricevere anche telealbania libera.
ero pronta a festeggiare l'evento: la futura eremitaggine di mery terry. avevo un sorriso da far invidia a julia roberts (in compenso julia ha un sacco di altre cose da far invidia a me). mi fosse passato sopra un treno, ero convinta che sarei sopravvissuta. e il treno sopra mi è passato ma sono piuttosto malconcia.
in cucina c'era la mia padrona di casa che mi ha detto che vuole sbattere fuori mery terry perchè non ne può più. bastardamente non ho saputo trattenere l'entusiasmo. bastardamente non ho fatto nulla per farle cambiare idea. ero così soddisfatta che mi sono caduti i peli per auto-innesco di ceretta. (classico sintomo della gioia da post-eliminazione mery terry).
poi però arriva la botta.
"le dò 1 mese di preavviso perchè la voglio fuori. mi ha chiesto alloggio una mia parente che deve fare un concorso in ottobre e devo ospitarla qui. ma non so dove metterla".
ovvio che lei si aspettasse che io dicessi: "può stare da me! in camera mia c'è un letto in più, quello degli ospiti" ma io non l'ho detto. a quel punto, quando la diplomazia aveva fallito, la sciura mi dice: "senti, mi puoi fare il favore di farla dormire con te almeno finchè mery terry non se ne va?"
cosa dico, no? sono in trappola. così adesso invece di 1 coinquilina me ne ritrovo due, una persino a 1 metro da me. una che dorme, russa, telefona, si cambia, si trucca e fa le puzzette dove dormo io. una che sicuramente mi chiederà in prestito il bagnoschiuma, il fondotinta, il profumo, una penna (col cazzo che le faccio sfiorare la montblanc di gerry), le lenzuola. una che mangerà salsicce sott'olio e pane di altamura sul letto. una che berrà vinsanto prima di coricarsi e leggerà "sposerò simon le bon" convinta che sia una novità libraria. porco cazzo.
ho risposto: "va bene, ma massimo un mese. di più non ne voglio sapere".
"non ti preoccupare, deve stare solo qualche giorno".
sarà, ma non ho per niente una bella sensazione. mi sento come titti quando vede gatto silvestro fuori dalla gabbia. solo che io gatto silvestro ce l'ho dentro la gabbia. e non è affatto una bella sensazione. vediamola così. chiederò un calo dell'affitto per il mese di permanenza della spara-puzzette (così chiamerò la mia nuova coinquilina). se la sua permanenza si prolunga oltre i 30 giorni, ogni giorno di eccedenza vale un affitto in meno da pagare. e tirchia com'è la mia padronadicasa, direi che non ha alternative. eccheccazzo!
mi basta il tempo di morire
a volte le cose non sono così brutte come si dipingono. a volte sono peggio. ieri sera ho varcato la soglia di casa e la prima immagine che mi si è presentata è stata la famiglia mery terry che mangiava. le due mery terry erano sedute a tavola e trangugiavano schifezze che dio non avrebbe scagliato nemmeno su sodoma e gomorra.
la prima frase che ho sentito, allungando i passi verso la mia stanza, è stata: "ti dò la ricetta, mammà. innanzitutto ci devi mettere un zacco (mery terry pronuncia tutte le "s" sibilanti come "z") di alloro, poi ci metti la carne...". quindi si trattava di arrosto di alloro con contorno di carne. non vedo l'ora.
la seconda frase che ho sentito (il pensiero dell'arrosto di alloro mi aveva momentaneamente reso incapace di intendere ma molto capace di volere scappare) è stata: "signorina, aspetti che la bacio, così la saluto!". giù le maniiiiiiiiiiiiiiiiii! prima che potessi difendermi e tirar fuori lo spray anti-aggressione, big mery terry era già sulle mie guance. neanche da dire che ho fatto lo scrub immediatamente dopo.
sono stata a lungo in camera e poi sono andata in cucina, sperando che la mery terry family avesse terminato il vitto. avevano finito di mangiare, sì, però si erano messe a pulire l'interno di tutti i cassetti. ma dico: sai che devo venire a mangiare, che devo spignattare un po' e tu cosa fai? svuoti tutti i cassetti e sparpagli terraglia per tutta la cucina? l'Illuminismo da potenza non ci è passato. o se ci è passato, quel giorno casa mery terry era impegnata nella derattizzazione. peccato che non abbiano fatto di tutta un'erba un fascio: topi e persone, tutti via.

ma che disastro io mi maledico

07 ottobre 2002

dramma. è arrivato il momento. tra poco vedo mery terry e big mery terry. credo che non ce la farò. tornerò a casa passando da bari, mi laverò i capelli, metterò a posto la mia stanza, porterò giù la spazzatura, anche quella dei vicini, farò bird watching dal balcone, fingerò di avere un telescopio in camera con cui guardare le stelle nonostante la nebbia, pulirò i vetri, darò l'anticalcare a tutti i rubinetti, stenderò i panni di tutta la scala, andrò a pescare nella martesana, chiamerò al telefono tutti i miei amici, chiamerò anche i nemici, scuoterò le pedane, farò un maglione coi ferri, ricamerò 126 centrini all'uncinetto. poi? poi dovrò aprire il frigo e trovarci l'arrosto di 5 giorni della mery terry. ma sono grande. ho 28 anni. posso resistere a tutto. tranne che alle tentazioni, diceva oscar wilde. gli arrosti della mery terry non sono certo tentazioni, dico io. quindi posso resistere. assolutamente sì, posso resistere.

certo che lo so, non ti preoccupare, tanto avrò da lavorare
ora è tardi e rinacasare vuoi
non so davvero come sia potuto succedere. chi mi conosce stenterà a crederlo e io stessa non me ne capacito. eppure è successo. stamattina, lunedì 7 ottobre, senza che facessi nulla per oppormi, MI SONO SVEGLIATA ALLE 7. normalmente i miei chakra non si aprono fino alle 9-10. impossibile avere una conversazione decente con me prima di un'ora dalla dipartita dal letto. le pupille sono isocoriche normoreagenti (l'ho imparato da "E.R"), il battito regolare, la pressione 120/80 ma le sinapsi neuronali a livello di un'epilettica (cazzo, ho fatto 5 lezioni di neuropsicologia ma hanno fruttato un casino!).
però mi sono svegliata presto perché avevo un incontro alle 10 per proporre delle mie idee (ah, c'era un perchééééééééééé) e ho fatto nell'ordine:

-doccia (sapone alle alghe marine)
-colazione (tè e brioscina)
-caricato valige (la mia speed blu benetton)
-imboccato autostrada (brennero + A1)
-sboccato autostrada (idem come sopra)
-raggiunto loculo designato (area fiera)
-proposto idee (sport e informazione)
-"Belle! Ne parlo all'amministratoredelegato" (taaaaaaaaaaaaaaaaaac!)
-ripartita da bologna (solo A1)
-arrivata a milano (tangenziale est ai 90 perchè ci sono le telecamere)
-capatina da macdonald's perchè me la meritavo (un macbacon non si rifiuta a nessuno)
-preso possesso del nuovo ufficio (scarno, vuoto, da arredare con miliardi di colori e con le mie mug)
-preso possesso di me stessa (utopia).

L'unico neo di questa mattinata fruttifera sono stati i miei collant. quando mi sono alzata faceva freschino (in realtà sputtaneggiava e basta, ma io mi sento perennemente in stato di crionizzazione; eppoi non sono abituata al clima delle 7) e mi sono messa i collant velati. solo che mi sono lunghi e mi esce la mutandina (del collant) da sopra i pantaloni. è una cosa che odio. e c'è una serie insospettabile di episodi imbarazzanti che un paio di collant velati può scatenare. anche se nessuno lo direbbe.

FENOMENI IMBARAZZANTI DA CALZA VELATA
-la mutandina esce dai pantaloni o dalla gonna. questo capita ogni giorno a tutte le donne del pianeta.
-la sera prima ti sei tolta insieme pantaloni e collant. l'indomani ne hai indossati un paio pulito ma HAI RIMESSO GLI STESSI PANTALONI. questo normalmente capita in periodi di stress. e sapete già come va a finire. i vecchi collant sono rimasti nella gamba dei pantaloni. voi sentite puzza di piedi tutto il giorno e vi fate idee sbagliate sui vostri colleghi. quando andate in bagno la prima volta, facendo scendere le braghe, realizzate che le puzzone siete voi e passate 5 minuti di completa afasia (altra reminescenza dal corso sopracitato) sedute sul water.
-ti si smaglia la calza nel polpaccio. quindi dove non arriverete mai a vedere. accade matematicamente quando sfoggiate una gonna corta. voi sfilate tra le scrivanie con una certa convinzione di essere seduttive e seducenti ma avete un buco o una scala che scatena l'ilarità generale. ovvio che ve ne accorgete solo la sera a casa e ovvio che le vostre colleghe non ve lo dicono perchè sono stronze dentro (devo dire che io ho solo colleghe meravigliose. e nessuna di loro sa di questo blog, quindi non lo scrivo per interesse. sono proprio stupende).
-i collant coprenti non sono abbastanza coprenti. non avete tempo per l'estetista e dunque dalla calza fuoriescono i peli da ceretta mancata. è in queste occasione, quasi sempre direi, che andate a vedere partite sedendovi in tribuna o sulle gradinate. così quello/a sotto vede benissimo la vostra ipertricoticità.
-il silicone dell'autoreggente ci molla. questo di solito accade quando avete fatto il cambio della borsa e avete dimenticato di metterci le calze di riserva. per tutto il giorno, quindi, girerete come delle sciancate per tenere su una calza che non è reggente da sola ma ha bisogno di un aiuto.
-avete i pantaloni stretch che evidenziano dove finisce il gambaletto. questo capita quando pensi che non tirerai mai fuori le gambe da sotto la scrivania ma immancabilmente ti invitano a fare una passeggiata per digerire il pranzo (e ovviamente non hai la giacca lunga). il gambaletto in rilievo sotto il pantalone è quasi triste come l'uomo col reggicalzino. no, sbagliavo. il reggipedalino è la cosa più triste che esista.

ora, tu dimmi se quando compri un paio di golden lady pensi che possa accadere tutto questo. golden ladyyyyyy, i am lost without youuuuuuuuu

le bionde trecce gli occhi azzurri e poi le tue calzette rosse

04 ottobre 2002

ieri è arrivata in casa la mamma della mery terry, big mery terry. sapendo dell'imminente giorno di giubilo, ieri sera ho pensato bene di stare fuori a cena. sono andata a mangiare una pizza con d. e poi a bere qualcosa in brera. quando sono rientrata (peraltro mezza brilla perchè avevo bevuto del brandy nel bicchiere riscaldato) era ormai notte fonda e ho fatto finta che fosse una nottata come le altre. che non ci fosse un'altra potentina con la tuta grigio topomorto nella stanza di fronte alla mia.
stanotte ho dormito male e credo di essere andata in sonnambula, perchè ho trovato un foulard annodato ad una mia camicia (tremendo: probabilmente sfogo dell'inconscio che vorrebbe strangolare mery terry 1 e mery terry 2 e soprattutto le loro delicatessen). stamattina, quando mi sono alzata, mery terry era già uscita. MA LA MADRE NO. la sentivo in camera che spostava mobili e spolverava e faceva la massaia. poi sono entrata in bagno, ho aperto l'acqua e mentre scorreva sono andata in cucina a farmi il caffè. e lì la prima epifania. I CANOVACCI E I GREMBIULINI APPESI VICINO AL LAVANDINO. un grembiule rosso con i volant e un'orribile tasca blu pendeva tramortito dall'appendino. a fianco a lui, come gesù cristo e i due ladroni, un canovaccio azzurro e uno rosa. AARGHHHHHHHHHHHH! CHE SCHIFO! erano nuovi, si vedeva, perchè erano pieni di colla (di quella che li mantiene rigidi nelle varie fasi di produzione e vendita) e quindi non asciugavano un'emerita cippa di cazzo. i miei canovacci ovviamente erano fuori sul balcone, belli assorbiti nella nebbia che stamattina impregna milano. memore della passata visita di big mery terry , ho avuto la seconda epifania: NON APRIRE IL FRIGO E I PENSILI. probabilmente ci avrei trovato salami, salsicce, torte, frittate, cipolle, oliodiggiù, panediggiù, biscottidiggiù, pecorinodiggiù, lattediggiù e un parentediggiù, impacchettato come il cibo in carta da regalo e spago per arrosti. non ho bevuto latte per non aprire il frigo, ho carpito il bollitore, il mio lavazza solubile e un tegolino dalla MIA PERSONALE DISPENSA (mia, mia, solo mia) e ho fatto colazione senza chiedermi cosa sarebbe successo in quella cucina nel weekend.
mercoledì mery terry, in attesa della progenitrice, aveva fatto una delle sue specialità: l'arrosto alla mery terry. si è presa un petto di pollo (grasso e tagliato male) e l'ha cominciato a schiacciare col pestacarne. la nostra dirimpettaia, sentendo l'impetuosità con cui mery terry sferzava colpi al povero pollo (già morto, oserei dire, quindi non trovavo questa necessità di infierire sul suo corpo esanime), è venuta a chiedere se avevamo bussato alla sua porta.
terminato l'assottigliamento del povero gallinaceo, ci ha messo sopra la frittata, uno strato di fette di salame, ricotta, rosmarino e panna. io sono rimasta a vedere fin dove voleva arrivare. ha arrotolato il tutto, preso del filo e fatto un bell'arrosto. all'inizio credevo che volesse buttare via quel capolavoro (non è che l'avesse arrotolato tanto bene, sembrava più un fagotto pronto per l'emigrazione nel cestino della spazzatuta). solo dopo mi sono resa conto che l'ha adagiato con infinito amore nella padella antiaderente e l'ha cotto nel latte (unica scelta sensata: cuocendo gli arrosti con un po' di latte, rimangono più morbidi). non sono rimasta a vedere che cosa è uscito da sotto il coperchio, ma non mi stupirei se lunedì, ritornando dall'emilia, trovassi un biglietto con su scritto:
"io e mammà siamo all'ospedale per intossicazione. staremo qui fino a giovedì. se vuoi, puoi finire l'arrosto che c'è in frigo". eh già, perchè io sono scema...

dove sei stata cos'hai fatto mai

03 ottobre 2002

scopro solo ora che la leggenda metropolitana del big babol fatto con le budella di topo deve essere circoscritta alla zona dell'aceto balsamico. i miei amici milanesi (oriundi ed emigrati) non l'avevano mai sentita. da piccola mi dicevano questa cosa perchè speravano che smettessi di mangiare big babol, ma io non ci ho mai creduto e me li masticavo ad oltranza. ho pensato ad altre stronzate che mi dicevano da bambina.

LEGGENDE METROPOLITANE PER BAMBINI
i big babol li fanno con le budella di topo (vedi sopra)
il tuono è il diavolo in carrozza che passa (già i bambini sono terrorizzati dal tuono, in più gli dici che è il diavolo che gli passa sulla testa.... dimmi tu se uno dorme sonni tranquilli.)
se metti 100 lire nella coca cola, la monetina si scioglie (il che significa che ho l'esofago più resistente dell'acciaio, altrimenti si sarebbe corroso alla prima lattina)
se al supermercato ti allontani dalla mamma, gli zingari ti rubano e ti portano via (questa purtroppo è diventata realtà: ai miei tempi era solo fantasia)
se vai a scuola coi capelli sciolti, la maestra te li taglia (questa è un'invenzione di mia madre. io però ci credevo, in 1a elementare ti fidi di tua madre. in seguito ho capito che era una bugia e ho continuato a legarmi i capelli per abitudine ma guardavo mia madre con diffidenza. e tuttora mi chiedo perchè avesse questa mania di acconciarmi i capelli e conciarmi da pina fantozzi. ci ho messo una vita per riappropriarmi della mia femminilità)
se incroci gli occhi rimani strabica (non ho incrociato gli occhi per tutta l'infanzia e sono strabica lo stesso. ma è il mio bello)
se mangi le caramelle ti cascano tutti i denti (un uso smodato di zucchero può portare a queste conseguenze).

al momento non ne ricordo altre. confido nel vostro aiuto.

ricordati di non scordare.

tragediaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! la mia amica laura mi ha appena detto che il dizionario morandini, su cui ho sputato sentenze fino all'altro giorno, in realtà è scritto dalla morandini family. morandini, quindi, è un nome collettivo (tipo gregge, classe, gente) che racchiude i giudizi di laura morandini, luisa morandini, morando morandini, tizio morandini e pincopallino morandini. chissà se in questa strana famiglia c'è qualcuno che accende lampadine mettendole in bocca, che porta gli occhiali sui capelli o mette nei vasi solo gli steli dei fiori. magari hanno anche una mano mozzata che esce dal loro morandesco dizionario.
e chissà che strane riunioni di famiglia, tutte passate a parlare di registi e attori e a dire "io ho visto questo", "io devo vedere quell'altro". e pensate che triste quando si ritrovano a natale. per dirsi quanto hanno gradito un regalo, si danno le stelline: "morando, splendida questa zuccheriera in argento: 5 stelline" oppure "luisa, delizioso questo golf fatto a maglia da te, però potevi impegnarti di più: 3 stelline dalla critica. ad ogni modo alle mie amiche piacerà un sacco, quindi 5 stelline di pubblico".
e così, tra stelline e stellette (testo di umberto eco, peraltro), passano le sante feste riunendosi attorno al lettore DVD e trangugiando panettone e champagne.
make it a moranduster night. no morandini? no party.

innocenti evasioni

fondamentalmente ho 3 filosofie di vita.
la prima è il titolo di questo blog, lo scopriremo solo vivendo;
la seconda è la frase di libero in "da zero a dieci" che ho già citato
e la terza, io non vado in palestra, merita una posologia.
di solito chi va in palestra spende un sacco di soldi e fa un sacco di fatica, giusto? ecco, io sono abituata che se devo impegnarmi, sudare, correre, faticare e stramazzare quasi morta al suolo, i soldi li devo guadagnare, non spendere. i miei sforzi vanno ripagati in moneta contante e sonante. invece nelle palestre, oltre al danno (fisico) c'è la beffa. quindi no, grazie, preferisco vivere.
che poi ad andare in palestra ti verrà pure la tartaruga o il muscolo tonico, però poi paghi in scompenso cardiaco, asma, ipotensione, calo di zuccheri ecceteraeccetera.
la danza è un'altra cosa. pago i corsi per la monumentale fatica che fanno gli insegnanti con una maldestra come me e poi imparo un'arte. e la metto da parte.

e poi ancora in alto, con un grande salto

02 ottobre 2002

questo è dedicato a una persona speciale che capirà di esserne protagonista.

TI RICORDI?
ti ricordi le cassette di candy candy che mi hai prestato e che ti ho riportato con ritardo?
e la chiacchierata dopo la lezione della franci in via cartoleria?
e la mia sbronza sul piumone di p.?
e le bevute e le fumate con la m.?
e i quesiti che abbiamo posto a "cent'anni di solitudine"?
e le telefonate da casa mia a parlare di uomini?
e il diario della tua casa bolognese?
e la mia tesi verde pistacchio?
e il capodanno in piazza a bologna?
e i tuoi ombretti scintillanti?
e la bora che ferisce meno di certe parole?
e tutti i miei pianti?
e tu che mi hai insegnato a prendere il moment rosa?
e tu che mi tenevi la testa mentre vomitavo?
e tu che mi hai sempre impedito di bere troppo?
e i nostri sfoghi sulle nostre tempestose famiglie?
e l'esame della gola, da cui te ne sei andata scazzatissima?
e le tue poesie sulle bustine di tè?
e i miei vestiti colorati?
e quell'abito blu di ciniglia che mi hi aiutato a comprare?
e i libri che ci siamo regalate?
e il tuo amore per la posta elettronica?
e quando non avevamo neanche i soldi per il biglietto del bus?
e la panchina nel dipartimento?
e le domande sul nostro futuro?
e la giano enterprise?
ti ricordi?
sei una grande amica. una grande scrittrice. un pensiero che nessuno saprebbe pensare mai.

chissà chissà chi sei
chissà che sarai
chissà che sarà di noi



il martedì è una potenziale serata d'onore perchè la mia coinquilina mery terry va in palestra, il che significa che posso godermi la casa come cazzo mi pare.
ieri sera arrivo à la maison, dò una scampanellata per segnalare che sto per entrare (non voglio trovarmi davanti a scene tipo mery-terry-nuda o mery-terry-che-sparla-di-me o mery-terry-che-si-fa-le-sue-porcate-potentine-ai-fornelli) e, non avendo risposta, entro.
"ehi, di casa?". niente. questo significa che sono sola.
taaaac, scatta l'operazione cazzeggio. mi approprio dei fornelli, del corridoio, del bagno, di tutto quanto può essere mio. poi vado in camera (che è di fronte alla sua) e chiamo al telefono chi mi capita. una delle cose che preferisco fare è parlare e sparlare della cucina-alla-mery-terry, delle sue ricette anti-stupro (sì, perchè se venisse aggredita da un maniaco sessuale, potrebbe ingenerargli un loop di vomito elencandogli gli ingredienti dei suoi intrugli potentini e darsi alla fuga sfruttando il momentaneo malessere dell'aggressore).
l'altra sera (ore 22, più o meno), si faceva la frittata di ricotta e salame, passata in abbondante olio caldo e cipolla. non vi dico l'odore. e quest'estate (lo ricordo ancora perchè stava per venirmi il primo collasso della mia vita), nel giorno più caldo dell'estate 2002 (tipo 15 luglio), si è fatta lo sformato di melanzane al forno. in cucina c'era talmente caldo che il club med ci voleva aprire un villaggio vacanze stile tropici.
così ieri sera sparpaglio la mia roba per la casa e mi metto al cellulare a prendere in giro la Mery Terry Cooking House, ridendo come una pazza dei suoi esperimenti culinari (tra l'altro io sono emiliana e ce l'ho nel sangue di cucinare bene). giro per il corridoio in mutande, urlo, starnazzo, schiamazzo e mi metto a pigliarla per il culo. ma lo facevo talmente forte che l'ho svegliata. sì, svegliata, perchè la simpatica mery terry non era andata in palestra ma era in camera sua a dormire. non aveva niente di fisico, solo aveva deciso di saltare la lezione. mi si presenta in corridoio, con la sua tutina grigio topomorto e mi dice: "Ciao!"

QUESTO E' IL DIALOGO CHE E' SEGUITO

-non sapevo fossi in casa, ti ho svegliata? (intendendo: cazzo, spero che dormissi così non hai sentito)
-no, non dormivo (indi-> aveva sentito tutto)
-meno male, se ti avessi svegliato non me lo sarei mai perdonata (faccia come il culo)
-no, no, figurati. ti volevo raccontare che è successo un casino (sai quanto me ne frega).

e giù a parlare di una serie di malintesi che erano sorti tra lei e le commari del palazzo, accuse rivolte dall'una all'altra, pettegolezzi riportati male ecc.. va a finire che, stordita da tante chicchiere (io non la capisco quando parla, non sa l'italiano e dice cose in dialetto potentino che non hanno senso), io perdo la patria potestà sugli ambienti della casa, mi ritiro in camera (come santi licheri) e penso che gli istruttori delle palestre dovrebbero essere più severi. se una salta una lezione, la si va a prendere a casa. soprattutto al martedì.

ancora tu? ma non dovevamo vederci più?

01 ottobre 2002

la dissertazione sulla carta da zucchero nasce da un flash che ho avuto stamattina. stavo venendo al lavoro e ho visto due suore in auto. una Fiat Uno. ci avete mai fatto caso? tutte le suore, ma proprio TUTTE, guidano una Uno. e nel 90% dei casi è di color cartazucchero. magari con quelle due striscioline dorate sulla fiancata. la cosa mi insospettisce: o Agnelli ha uno sgravo fiscale sulle utilitarie cedute agli ordini religiosi o, e questa è un'ipotesi meno plausibile, la Uno la guidano la suore perchè... VA DA DIO!!!
barzellette a parte, mi sto contorcendo in un dubbio: delle barrette kinder vi piacciono di più quelle grosse che vendono sfuse o quelle piccole in confezioni da 4? io direi quelle piccole.
una mia amica mi ha spiegato che nel latte dei kinder ci mettono un sacco di schifezze e che se provi a fonderlo in un tegamino saltano fuori cose strane. ma io non ci credo. allora avrei anche dovuto credere che i big babol erano fatti con le budella di topo. micca si può rovinare l'infanzia alla gente così.

che poi entri in chiesa e preghi piano
la carta da zucchero non esiste più. adesso il qilo di eridania te lo inguainano in quella carta sottile anti-rullo-della-cassa che fa fare orribili figure. è scientificamnte provato che, appena appoggi il pacco sulla cassa al supermercato, il mattoncino di zucchero comincia a perdere. tu lo sollevi, sperando che siano perdite di quello prima di te, ma poi ti rendi conto che è il tuo pacco a perdere. e allora cosa fai? devi andare a prenderne un altro, far aspettare la cassiera e tutti quelli in coda dietro di te (che ti giurano ogni sorta di malattia venerea), ritornare col fiatone, girarti indietro e abbozzare un sorriso e una frase del tipo: "scusate... capita" e tutti che ti guardano con l'espressione: "a me non è mai capitato... sei tu la maldestra". e puntualmente, dal fondo della coda, una signora anziana sui 70 anni, che nella vita dovrebbe solo pensare alla salute e a non aggravarsi l'ulcera con la cattiveria, alza la voce urlando: "le cose bisogna guardarle prima di metterle nel carrello, micca quando si è già alla cassa. la gente non ha tempo da perdere!". MAPORCODELDEMONIO! hai 70 anni, probabilmente sei vedova (la longevità femminile è statisticamente maggiore di quella maschile; e anche l'abilità femminile nell'avvelenare il marito ha avuto una notevole diffusione da lucrezia borgia in poi), non hai un cazzo da fare e vieni a scocciare me? ma tu dimmi...
comunque, nello zoo di persone al supermercato, ci sono anche altre reazioni allo sfaldamento del pacco dello zucchero.

REAZIONI UMANE AL PACCO DELLO ZUCCHERO CHE SI ROMPE SUL RULLO DELLA CASSA DEL SUPERMERCATO
reazione di donna anziana sola: vedi sopra
reazione di uomo anziano solo: cerca di farti capire che non è niente, che una bellaragazzacomelei ha cose ben più dolci da offrire al fidanzato
reazione di donna anziana con marito: "Io queste cose non le facevo quando avevo la sua età e non le faccio adesso che non ci vedo neanche tanto bene"
reazione dell'uomo anziano marito della signora di cui sopra: "è vero cara" e intanto strizza l'occhio a te a significare "che due palle! una vita trascorsa così. se avessi con me del viagra ti sbatterei sul rullo e lo faremmo tipo il postino suona sempre due volte"
reazione del bambino alla cassa a fianco: "guarda mamma! la signorina ha rotto lo zucchero!" e guardandoti con un certo disprezzo inizia a cantilenarti: "hai rotto lo zucchero, hai rotto lo zucchero, pappappero"
reazione della madre del bambino: "su nicolino, non fare così, capita a tutti. però la mamma ti ha insegnato come evitare queste cose. se uno vuole, certe cose non succedono".
reazione della cassiera: "la solita rincoglionita che rompe lo zucchero. adesso mi devo alzare, prendere il vetril e pulire il rullo. e tutto per 'sta stronza che poteva stare più attenta"
reazione del cocainomane dietro di te: prende la tessera punti del supermercato, inizia a farsi le piste e poi sniffa lo zucchero dalla narice. così fa felice se stesso, me e soprattutto la cassiera.

terminata la tragedia dello zucchero, di solito mi incazzo con tutti i bastardi della mia fila, esco, aspetto nel parcheggio e gli rigo la macchina con la chiave.
non è vero, però vorrei tanto farlo. dio, se vorrei farlo!

gente per bene e gente per male